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"Il mare era grigio e molto mosso, c’era un forte vento.
Mi sentivo inquieta e le onde che si infrangevano rumorose tra i sassi mi spaventavano e mi attiravano nello stesso tempo. Volevo sentire la forza delle onde contro il mio corpo, avevo bisogno di sentirmi scuotere. Volevo uscire da quell’apatia e mi sentivo attratta, come se il mare mi chiamasse, un richiamo dolce e irresistibile.
Senza nemmeno rendermene conto avevo liberato Pluto e mi stavo dirigendo verso il bagnasciuga.
Pluto abbaiava all’impazzata. Mi aveva afferrato per la giacca e cercava di tirarmi indietro, ma io mi tolsi la giacca e continuai a camminare. L’acqua mi schiaffeggiò le gambe facendomi rabbrividire, ma non era abbastanza.
Proseguii. Il fondo sdrucciolevole scendeva ripido e un’altra onda arrivò, mi colpì in pieno volto togliendomi il respiro. Sentii il fuoco nei polmoni e il gelo sulla pelle. La risacca era talmente forte che non trovai più il terreno sotto i piedi e fui trascinata a fondo. Tutto divenne confuso e poi nero.
Nero come quegli occhi che non mi avevano più guardata."
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