Ciao, sono Claudia, questo è il mio blog :) Invento storie e scrivo romanzi fantasy, benvenuti nel mio mondo!

martedì 6 aprile 2021

Amaguaya Josuè - Baiardo Pietro - Un Giorno ad Armonia

 

Buongiorno, Cari Amici Lettori, anche oggi torniamo ad Armonia con due racconti di Catello e di Pietro, dalla scuola Volta di Genova Cornigliano.

I racconti verranno pubblicati in una raccolta digitale gratuita, disponibile su mio canale Telegram.

Amaguaya Josuè

Una volta un ragazzo di nome Samuele, che andava in una scuola di nome Armonia, era il suo primo giorno di scuola. Quando entrò in classe, si sedette, dopo dieci minuti iniziarono a fare lezione, con il prof di italiano dopo la lezione di italiano venne il prof di musica.

Ai ragazzi e soprattutto a Samuele non piaceva la musica ma dopo un’ora di lezione di musica Samuele, e i suoi compagni, iniziarono a farsi piacere la musica in generale.

Dopo una settimana di tempo il prof di musica assegnò un compito a tutta la classe; il compito consisteva nello portare uno strumento musicale magico.

Ma siccome Samuele non aveva tanti soldi comprò uno strumento musicale normale, e quando tutti si misero a suonare successe una cosa strana: lo strumento di Samuele si trasformò in uno strumento magico.

Ed allora tutti i ragazzi della scuola capirono quanto fosse magica la scuola di Armonia.

 

Baiardo Pietro


Giulia era stesa sul prato vicino al lago e stava suonando per il suo animusi. Era con i suoi amici e anche loro stavano suonando con lei, ad un certo punto misero nella sacca il flauto e si stesero assorti ognuno nei propri pensieri. Giulia pensava a suo nonno e al tempo che aveva trascorso in quella scuola e poi pensava a lei che stava percorrendo le stesse orme del nonno. Dopo un po’ suonò la campana che indicava l’ora di pattinaggio. Giulia si era appassionata a quello sport ed era una furia, si era anche fatta dare dei pattini per Ciccio, gli aveva insegnato ed ora erano una coppia spettacolare. Con i suoi tre amici formavano una squadra fortissima. Tolti i pattini e riposti nello scaffale tutti i ragazzi si diressero dal professor Filippo perché era il giorno di controllo per gli animusi.

La giornata proseguì piacevolmente e siccome era sabato sera per Pietro e Giulia per tutta la serata. Poi con il consenso della preside si portarono delle coperte e dei cuscini e dormirono sotto le stelle. Quando ebbero disposto il giaciglio per loro e per i loro animusi si sedettero e si misero a suonare interpretando le stelle come le note, seguendo l’insegnamento della docente di musica, dopo poco smisero di suonare e parlarono finché non si addormentarono.

La mattina seguente si svegliarono nella neve, che per fortuna era bella fredda e quindi non si era sciolta. Quando tutti e tre si furono cambiati, portarono le coperte e tutto il resto dentro la scuola e, dopo averli stesi, si vestirono pesanti e uscirono a giocare. Si costruirono dei fortini ed ognuno era il capo di una squadra il cui giocatore era il proprio animusi; la partita finì con il pareggio. La mattinata passò felicemente con vari giochi. Mentre giocavano suonò la campanella che annunciò che il pranzo sarebbe stato pronto a momenti e allora corsero nelle loro camere e si cambiarono. Alla fine del pranzo, mentre i tre ragazzi se ne stavano andando, la preside li chiamò e li accompagnò in una bellissima camera con tre letti ed un sacco di comodità.

Quando tutti furono entrati la preside ordinò ai tre ragazzi di sedersi e, così la preside cominciò a parlare della loro amicizia, della loro condotta, della loro rendita e poi disse che per premiarli tutti, i professori, si erano riuniti in consiglio e avevano deciso che li avrebbero messi in una camera assieme.

I ragazzi fecero una faccia così strana che la preside si affrettò a dire: “Ovviamente se lo volete”.

I ragazzi scoppiarono in ringraziamenti e la preside era felice di vedere la nipote di un suo carissimo amico così entusiasta e disse: “Ciao ragazzi e mi raccomando trasferite la vostra roba.”

I ragazzi uscirono dietro la preside e la salutarono. Passarono quasi tutto il pomeriggio a sistemare la roba, decidere i posti, osservare i minimi particolari di quella camera fantastica ed a osservare il panorama che si vedeva dalle finestre e dal balcone.

Poi si stesero a parlare ed a guardar un film. Circa un’ ora prima di cenare andarono a ringraziare ogni professore. Dopo cena corsero in camera a prepararsi la roba di botanica per il giorno dopo, poiché avrebbero dovuto lavorare e sporcarsi, dopodiché si misero a letto.

Grazie a Josué e a Pietro per i loro racconti. Se volete lasciare un messaggio per i ragazzi potete, scrivere nei commenti qua sotto.

A presto, 

Claudia




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