Ciao, sono Claudia, questo è il mio blog :) Invento storie e scrivo romanzi fantasy, benvenuti nel mio mondo!

giovedì 21 luglio 2022

Un Giorno ad Armonia - anteprime 2023 - Savio Matteo - Serra Matilde - Spallasso Assali



Buongiorno, Cari Amici Lettori, anche oggi ritorniamo insieme ad Armonia per le nostre lezioni estive, alla ricerca di un po' di frescura e leggiamo in anteprima le storie di Matteo, Matilde e Assali

della scuola Scafiti di Busalla (Genova) che faranno parte della futura edizione 2023. 

L'edizione 2022 è stata pubblicata ai primi di giugno (qui il post per saperne di più)

(cliccate invece qui per saperne di più sul laboratorio #armonialatuastoria)


Savio Matteo

Sono intrappolato in qualcosa e c’è molto buio, ma sento una dolce melodia provenire da fuori.

Inizio a scavare in direzione di quella musica e ad un certo punto tutto diventa colorato.

Quando alzo lo sguardo vedo una figura gigantesca e percepisco un’espressione inorridita, ma che subito dopo diventa gioiosa.

Quella persona esce dalla stanza correndo e gridando: "Filippo! È nato il mio animusi!”.

Poco tempo dopo entra Filippo, che esclama: "Walter, ce l’hai fatta anche tu finalmente!”. Mi guardo attorno: vedo un riflesso accanto a me e provo un senso di disgusto.

Sembrava quasi un incrocio tra una talpa e un pipistrello: un talpistrello.

Dopo un po’ capisco che quella immagine sono io e inizio a piangere a dirotto, ma nel mentre mi sorge un dubbio: "Come può vedere un incrocio tra una talpa e un pipistrello, che sono ciechi. Sarà magia?”.

Sento delle voci in sottofondo: sono il prof Filippo e Walter che stanno discutendo sul mio aspetto e la mia nascita.

In un batter di ciglia, mi portano in infermeria e una persona con il camice bianco inizia a maneggiarmi e scrutarmi e poco dopo ritorno in stanza con Walter.

Dopo qualche giorno, esco finalmente dalla stanza, ma chi mi guarda non è gentile, ma inorridito dal mio aspetto e poco dopo due persone si avvicinano a me e iniziano a deridermi, a prendermi a calci, sballottandomi da una parte all’altra del corridoio.

Ad un tratto arriva Filippo che li porta in presidenza e chiude me in stanza con Walter.

Penso a quell’episodio e inizio a deprimermi. All’improvviso mi viene un'idea: “Posso evitare di ferire le persone con la mia bruttezza solo in un modo”.

Inizio a correre in direzione della finestra e salto giù guardando il terreno che si avvicina sempre di più.

Mi giro e vedo Walter in lacrime che cerca di prendermi, ma inutilmente.

Ad un certo punto sento qualcosa dietro la schiena, era caldo come il fuoco e inizia a trascinarmi verso la terra coprendomi la faccia e anche il corpo in pochi secondi.

Walter mi aveva salvato.

 Serra Matilde

L'INVASIONE ALIENA AD ARMONIA



Non riesco a non pensare a quell’invito: vorrei tanto accettare, ma non so se i miei vogliono. Decido di domandarglielo.

Chiedo loro: “Mamma, papà, sapete quella scuola dove desidero tanto andare?”

Loro mi rispondono: "Sì, ce la ricordiamo. Perché?"

E io: “Praticamente mi è arrivato un invito per andarci e volevo sapere se siete d'accordo”.

Loro mi dicono di sì, quindi il mio sogno di andare ad Armonia può cominciare!

Il giorno dopo alle sei del mattino inizio a fare le valigie. Sono già le quattro del pomeriggio, devo andare a prendere l’aereo per Armonia, il volo è alle cinque, quindi devo iniziare a mettere le valigie in macchina se non voglio arrivare tardi. Eccomi all'aeroporto: ci sono tante persone per andare ad Armonia; vabbè, mi metto in fila per salire sull’aereo. Sono nella seconda fila, il volo è di tre ore quindi incomincio ad ascoltare la musica. Ho finito la playlist, uff!, allora guardo una serie tv su Netflix.

Eccoci atterrati. “Wow! Armonia è stupenda!” Chiamo la mia amica Giulia, almeno mi fa conoscere qualcuno e magari visitare la scuola. Eccola lì.

“Ciao Maty!” mi dice.

“Hey Giuly!” le rispondo.

Iniziamo a parlare, non ci vediamo da due anni, abbiamo tante cose da raccontarci. Arriva il prof. Severini che mi dà il benvenuto e mi fa visitare la scuola. Ho la fortuna di condividere la stanza con Giulia. Ormai sono le nove di sera, quindi dobbiamo andare nei dormitori.

Il giorno dopo Giulia mi fa conoscere il suo amico Pietro. Dal suo aspetto mi è antipatico, poi magari non è così. Giulia mi ha detto che in questa scuola ci sono degli animusi: sono curiosa di sapere che cosa sono.

Vado dal prof. Severini e gli domando: “Mi scusi prof., posso sapere cosa sono gli animusi?”

Mi risponde: “Certo! Allora, gli animusi sono un mix tra due animali.”

“In che senso? Posso vederne uno?” gli domando.

Mi risponde: “Credo di sì, seguimi”.

Lo seguo e mi porta nella stanza degli animusi.

Mi domanda: “Ti piacciono?” rispondo di sì.

Chiamo Giulia, ma non risponde. Allora provo a chiamare l’antipatico, cioè Pietro, ma non risponde neanche lui. Sono un po’ preoccupata. Decido di andare a vedere nei dormitori.

Appena entro, vedo Giulia a terra con vicino un essere verde che le sta mangiando la testa.

Non so che fare, chiamo subito il prof. Severini, ma non risponde. Mentre cerco di scappare vedo un animusi, decido di provare a parlargli. Fortunatamente non scappa e mi dice che questa è un’invasione aliena! Vado nel panico, ma l’animusi mi dice di stare calma. Intanto gli chiedo come si chiama, mi dice che il suo nome è Martina.

Le chiedo: “Martina, che facciamo?”

Lei risponde: “Vieni con me”. La seguo e mi porta in un nascondiglio. Ad un certo punto vedo il prof. Severini, ma sta diventando verde pure lui. Martina mi dice di stare immobile per non farci scoprire. Ma ci vede lo stesso iniziamo a correre velocissime, fino ad essere finalmente fuori dalla scuola; ad un certo punto, però, vediamo una navicella che sta cadendo sopra di noi. Fortunatamente ci spostiamo in tempo, ma un alieno ci rapisce. Ci benda occhi, bocca e mi lega mani e piedi. A Martina no, perché è un animusi, quindi non ha né gambe né mani, ma occhi e bocca sì. Vabbè, per Martina è facile scappare, può volare, ma per me no.

Quando l’alieno se ne va, Martina mi libera. Sì, okay, siamo slegate. Ma come facciamo a scendere dalla navicella se siamo nello spazio?! È questo il problema, ma davanti a noi ci sono le tute da astronauta, che potrebbero tornarci utili. Prima, però, dobbiamo trovare la via d’uscita. L’uscita è sorvegliata dagli alieni, quindi dobbiamo distrarli in qualche modo. Abbiamo un piano, ma non siamo sicure che funzioni. In pratica dobbiamo indossare le tute da astronauta e andare da loro, poi aprire le porte e scappare. Tute indossate. Ora viene la parte più difficile, cioè andare da loro: abbiamo molta paura, ma ce la possiamo fare. Iniziamo ad andare, eccoci davanti alla porta. Entriamo e non succede niente, perché non c’è nessuno; apriamo la porta per uscire e saltiamo.

Siamo sulla Terra!

Ora dobbiamo andare subito dai miei, ma è notte, quindi cerchiamo una macchina e ci addormentiamo. Sono le cinque, dobbiamo subito partire! Io abito molto lontano da Armonia, quindi dobbiamo sbrigarci. Siamo già a metà strada. Ecco la casa!

Finalmente ecco mamma, ma papà non c’è. Quindi le domando: “Mamma, ma papà dov’è?”

Lei mi risponde: “Ecco...siediti che ti spiego… tuo padre... sai che aveva un tumore?... be'...mi dispiace…ma è morto, non ce l’ha fatta”.

Non so che fare. Vado subito in camera mia con Martina, mi metto a piangere. Prima l’invasione aliena, ora papà che muore. Oggi è proprio una giornata no. Finalmente mi addormento.

Il giorno dopo mia mamma mi prepara il mio piatto preferito, cioè la carbonara! Per aiutarmi a stare meglio e ad andare avanti, Anche se non è andato tutto nel verso giusto, in questi mesi mi sono divertita tanto pur avendo degli alti e bassi.

 Spallasso Assali

CASA INFESTATA

Era un giorno importante, anzi importantissimo, alla scuola di Armonia: era il giorno delle Olimpiadi musicali!

Mi spiego. Qui ogni anno si celebrano gare di flauto, corsa a passo di musica e altri giochi. Giulia era emozionata. In quell'anno si era fatta amici come Pietro e Nia.

Arrivati nel cortile, Filippo, il prof che si occupava degli animusi, diede loro le magliette. Fortunatamente Giulia, Nia e Pietro avevano la stessa maglia. La squadra di Giulia era in vantaggio, fino a quando la ragazza si ruppe il polso. Pietro e Nia la portarono in camera dicendole: "Tranquilla, staremo qui con te, ci dispiace molto". Però Giulia non voleva arrendersi, quindi convinse i ragazzi a tornare in pista.

Dato che era il giorno delle Olimpiadi musicali, i ragazzi potevano tornare una notte dai loro genitori. I ragazzi andarono a casa di Giulia. Entrati, videro una cosa scioccante: i genitori di Giulia erano diventati statue di pietra. Davanti alla camera della ragazza c'era un cartello con su scritto: "DON'T ENTER OR YOUR HEAD WILL BE CUT OFF…"

Questo messaggio fece venire i brividi ai ragazzi. Ad un tratto la porta si aprì cigolando. All'interno c'era una strana creatura che assomigliava a un Hobbit. Questo sembrava Gollum (come nel Signore degli anelli), ma più dritto. I ragazzi si avvicinarono e si presentarono. La creatura si chiamava Tallinn ed era un hobbitorco. Lui disse che se i ragazzi avessero voluto vedere i genitori liberi, avrebbero dovuto rispondere a degli indovinelli e se ne avessero sbagliato uno, sarebbe stata loro mozzata la testa. Si fece avanti Giulia.

Tallinn iniziò: "Che cos'è più forte di Dio, ma più crudele di Satana?"

Giulia rispose: "Il NULLA. Nulla è più forte di Dio e nulla è più crudele di satana".

Tallinn continuò con Nia: "Chi è quella persona che per la prima volta disse che siamo tutti uguali?"

Nia era bravissima di storia e rispose: "È Rousseau, un illuminista del Settecento".

Pietro era scioccato, lui era pessimo di storia.

Tallinn proseguì: "Cos'è quella cosa che viaggia in tutto il mondo, ma non si muove?"

Pietro pensò a lungo e rispose: "Il francobollo!"

Tallinn era deluso, ma non si arrese e dato che Nia aveva detto che era pessimo di storia gli fece questa domanda: "Quale Stato nel Settecento era il più potente del mondo?"

Pietro si arrese: "Ragazze, è stato bello conoscervi …non so la risposta".

Allora Tallinn prese la ghigliottina, ma non uccise Pietro; Tallinn si suicidò tagliandosi la testa. Ad un tratto entrarono i genitori di Giulia… insieme andarono a portare Tallinn alla discarica e insieme a tutti i genitori andarono a mangiare la pizza e Pietro e Giulia si misero insieme!

Wow... Storie un po' crude e drammatiche, ma ognuno deve tirare fuori quello che ha dentro e a volte abbiamo bisogno di esorcizzare dolore e paure. Ringraziamo i ragazzi e ci vediamo presto per un altro viaggio ad Armonia.

Claudia 


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