Ciao, sono Claudia, questo è il mio blog :) Invento storie e scrivo romanzi fantasy, benvenuti nel mio mondo!

domenica 3 luglio 2022

Un Giorno ad Armonia - anteprima 2023 - Hoti Jessica - Mardessich Nicolò

 


Buongiorno, Cari Amici Lettori, anche oggi ritorniamo insieme ad Armonia per le nostre lezioni estive e leggiamo in anteprima le storie di Jessica e Nicolò

della scuola Scafiti di Busalla (Genova) che faranno parte della futura edizione 2023. 

L'edizione 2022 è stata pubblicata ai primi di giugno (qui il post per saperne di più)

(cliccate invece qui per saperne di più sul laboratorio #armonialatuastoria)

 Hoti Jessica

C'era una volta una ragazza di nome Alessia, aveva 14 anni. Adorava la natura, la musica e il disegno. Frequentava la scuola di Armonia, dove la materia principale era la Musicomagia. Si erano appena concluse le vacanze estive. Alessia frequentava seconda superiore. La ragazza era sul treno che portava ad Armonia.

Quando scese dal treno e giunse davanti alla scuola, rimase pietrificata. Non c'era nessuno a lí a scuola, solo il suo migliore amico Daniele. L'ingresso della scuola era aperto eppure Alessia era sicura che fosse il giorno giusto.

Quando incontrò Daniele gli chiese: "Ciao Dani! Tu sai perché non c'è nessuno?"

Lui rispose: "Ciao Ale, ehm... no, non capisco perché non ci sia nessuno." Daniele aveva occhi e capelli castani, un sorriso smagliante, portava gli occhiali.

Dopo essersi assicurati che non ci fosse nessuno all'esterno, entrarono. Mentre camminavano, Alessia notò uno strano liquido nero e disse: "Blah che schifo! Dani, guarda questo liquido, disgustoso!"

Daniele prese un bastoncino, toccò una piccola chiazza di melma per terra e osservò esclamando: "Guarda Ale! Vieni qui! Ho toccato questa fanghiglia con un bastoncino e il legnetto è sparito, non toccarlo!".

Alessia era rimasta allibita, tirò un sassolino su quella melma e anche il sassolino sparì.

Alessia disse: "Qui è successo qualcosa."

Daniele domandò: "E se, questo liquido fosse la ragione per cui non c'è nessuno?"

Alessia rispose: "Potrebbe essere, ma credo che questo liquido possa risucchiare solo oggetti della sua stessa grandezza, proviamo a lanciare qualcosa di grande in una pozzanghera piccola".

Presero un macigno, lo tirarono e non successe nulla. Daniele disse: "Hai ragione, ecco perché la scuola è intatta, ci sono solo chiazze piccole!".

Alessia propose: "Andiamo a vedere nei dormitori".

Si diressero nelle camere e anche lì non c'era NESSUNO. Girarono per tutta la scuola, ma non trovarono nulla.

Rimaneva solo un posto; l'ufficio della preside.

Entrarono e… videro che era pieno di melma. Tra essa c'era un varco che emanava una strana luce. Alessia sentì la voce di Giulia dire dal varco:" Salvateci! Vi prego!". Alessia e Daniele si guardarono, in sincro dissero: "Entriamo!". Saltarono e...

Si trovarono alle spalle di Armonia, dove c'erano tutti gli insegnanti e studenti legati. Alessia e Daniele slegarono tutti e il professore Filippo disse: "Fate silenzio! Un animusi pericoloso e intelligente ci ha privato degli strumenti e ci ha legato! È diventato aggressivo perché non mangia da giorni e ora attacca chiunque, urlando e correndo in cerca di cibo. È potentissimo. Quando ha fame, crea una melma nera che fa sparire gli oggetti!".

Alessia disse: "Siamo arrivati qui attraverso un portale, lei sa cos'è?".

Filippo rispose: "È un collegamento che porta dalle stalle all'ufficio della preside".

Daniele disse: "Vero! Ci siamo dimenticati delle stalle!"

La preside Orchestri disse ai due: "Siete gli unici che possono sconfiggerlo, avete gli strumenti".

Alessia e Daniele avevano molta paura, ma tutti contavano su di loro, non potevano arrendersi.

Giulia disse loro: "Abbiamo scoperto che si nutre di note acute e veloci! Vi prego sconfiggetelo!"

La preside Orchestri disse: "Lasciate qua i vostri animusi, potrebbero ferirsi".

Alessia e Daniele si fecero coraggio ed esclamarono: "Ce la possiamo fare!".

Giulia chiese: "Sapete dove si trova?".

Filippo rispose: "No, non lo sappiamo, però basterà suonare delle note basse per attirarlo!".

Daniele e Alessia corsero nel cortile, con il flauto si misero a suonare note gravi e lente. Udirono un fruscio, si voltarono e videro una grande figura con il pelo nero e rizzato, denti affilati e orecchie enormi. Alessia e Daniele ricordarono il consiglio di Filippo, e suonarono spaventati. Era una melodia sempre più veloce e acuta. I due amici notarono che più la melodia era vivace e più l'animusi si rimpiccioliva; si fermarono per prendere fiato e la bestiola ricrebbe. Alessia e Daniele, corsero via e si rimisero a suonare. Questa volta più velocemente. L'animusi si rimpicciolì, i denti diventarono normali e l'animusi era sazio.

Alessia esclamò con il fiatone: "Ce l'abbiamo fatta, Dani!". Si abbracciarono e presero in braccio l'animusi portandolo ai professori.

Filippo urlò: "Bravi! Complementi!"

La preside esclamò: "Siamo salvi!"

Tutti erano felici, quando all'improvviso tutta la melma sparì, e l'animusi vomitò tutti gli strumenti degli insegnanti e studenti. Esausta la creatura si addormentò.

Diedero a Filippo l'animusi ognuno recuperò il proprio strumento dopo averlo lavato. Alessia e Daniele ricevettero applausi e complimenti.

Dopo che tutti furono tornati ai dormitori, la preside convocò Alessia e Daniele nel suo ufficio. Si sedettero tutti e tre. La preside disse loro: "Volevo ringraziarvi… avete salvato Armonia! Tutti vi sono grati".

Alessia e Daniele sorrisero e, successivamente, tornarono nei dormitori.

Tutti erano di buon umore. La mattina seguente gli studenti e gli insegnanti organizzarono una festa di ringraziamento, celebrando con musica allegra, che gli animusi ballavano.

Tutto è bene quel che finisce bene.

Mardessich Nicolò



Era un giorno piovoso, ma dovevo comunque andare a scuola.

Mentre mi incamminavo lentamente, con poca voglia, con la coda dell’occhio scorsi, in un vicolo alla mia destra, un cerchio luminoso di colore verde.

“Che strano!”, pensai, perché anche all’interno della mia scuola, sotto la scala, avevo intravisto qualcosa che gli somigliava… sembrava quasi un portale!

Subito dopo dissi tra me e me: “Quasi quasi ne approfitto e ci entro!” Pronto, mi ci infilai, facendo attenzione che non mi vedesse nessuno.

Dopo un paio di minuti senza che succedesse nulla ed in cui non vidi niente, mi ritrovai davanti ad un pesante portone di legno molto grande.

“Non ce la farò ad aprirlo”, mi dissi, “È troppo grande e pesante”.

Ed infatti, dopo averci provato per un paio di volte, mi venne ad aprire un ragazzo alto e biondo, dagli occhi grandi e marroni ed una strana bacchetta in mano.

“Ciao, sono Pietro! Tu come ti chiami?”

Stupefatto dalla facilità con cui mi aveva aperto, sorridendo gli risposi: “Io sono Nicolò. Dove siamo?”

Spalancando ancora più facilmente il portone, lui mi disse: “Siamo ad Armonia, dove la musica prende vita ed è magia!”

Nel mentre, ascoltando Pietro, stupefatto, notai in lontananza una stalla, ma al suo interno, invece di mucche o animali da cortile, c’erano delle uova di tutti i colori. Erano grandissime! Avvicinandomi, mi accorsi che c’era pure una persona molto alta e magra, che venendo verso di me esordì dicendo: “Sono il prof che si occupa degli animusi.”

Pietro aggiunse: “Ah, sì, Nico, scusami, non ho avuto il tempo di dirtelo! Gli animusi sono gli animali che vivono qui ad Armonia.”

Il prof alto allora mi porse un uovo e mi disse: “Tieni, questo è l’uovo di cui ti devi occupare tu! È un uovo di gattufo.”

“Un gattufo???? Che animale sarà? Mezzo gatto e mezzo gufo? E come lo nutro?”

Mentre lo stavo dicendo, Pietro mi porse un flauto, quello che io avevo scambiato per una bacchetta.

È magico sai? Lo nutrirai suonando una melodia a tua scelta, sempre la stessa, così lui schiudendosi, imparerà a riconoscerti.”

Così fu e dopo un paio di giorni, suonando e suonando, l’uovo si schiuse e ne uscì una strana creatura piccina e morbida, pieno di pelo e piume, con il becco ed i baffi e dagli occhi dorati, con una strana gemma appesa al collo.

Pietro ed io, incuriositi, la toccammo contemporaneamente e venimmo trasportati in un lampo in Egitto, ai piedi della Piramide di Cheope.

“Nico! È una rarissima gemma del teletrasporto, stavo appunto ripassando le piramidi… ed eccoci qui!”.

Io risposi entusiasta, ma un po’ preoccupato: “WOW! Bello! Però come torniamo ad Armonia? … e dovrei anche rientrare a casa prima o poi!”

Pietro mi chiese dubbioso: “Non basterebbe toccare la gemma desiderando di tornare, come è successo a me pensando all’Egitto?”

Io annuii e così facendo ci concentrammo sul ritorno ad Armonia. E così successe. PUF! Eccoci di nuovo lì!

Ormai il mio uovo si era schiuso completamente e il mio gattufo era caldo e coccoloso con me, considerandomi il suo papà.

Il prof alto che si occupava degli animusi si era recato dalla preside per avvisarla della mia gemma e della capacità che avevo di usarla; infatti, dopo una sola settimana sapevo già usarla alla perfezione e lei mi disse che grazie a queste mie abilità, sia con il flauto, che con la gemma, sarei potuto diventare il prossimo preside.

Così rimasi ad Armonia con i miei nuovi amici, destinati anche loro a diventare miei futuri colleghi.

Alla fine del quinto anno mi elessero così come nuovo preside e quella uscente mi disse: “La tua gemma è importantissima, usala con cautela!” Ed io imparai ad usarla con parsimonia, ma grazie ad essa ogni anno riuscivo ad andare a trovare i miei genitori ed a stare con loro per un po’, insieme al mio gattufo, visto che il portale non lo avevo più trovato.

Il mio sogno più grande era quello di diventare preside di Armonia ed alla fine ci ero riuscito!

Wow! Davvero due belle storie! Complimenti ai ragazzi e grazie per averci portato con loro in queste fantastiche avventure.
A presto 
Claudia :)

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