Vi invito a leggere qui il post di presentazione di questo mio nuovo progetto, se non lo avete ancora fatto.
Ecco il nuovo approfondimento su uno degli argomenti trattati nell'episodio, in cui vi racconterò anche qualcosa di me, per invitarvi al dialogo.
Quindi, prima di tutto, iniziate la lettura della storia e poi proseguite con questo post.
Se vi va di raccontarmi qualcosa potete farlo nei commenti oppure, se desiderate che la cosa rimanga tra noi, potete scrivermi una mail (claudia.piano@virglilio.it) mettendo nell'oggetto "Optima" e il numero di episodio a cui è riferito il vostro messaggio. Vi risponderò al più presto.
E adesso, siete pronti per tornare alla Optima?
Potete scaricare il terzo episodio a questo link, anche questo ebook sarà gratis per alcuni giorni (dal 28 ottobre fino a domenica 30).
“Passioni”
Per fortuna Lorenzo, il nostro cavaliere dall’armatura splendente, va di nuovo in aiuto di Teo e si dimostra molto comprensivo e deciso a stargli vicino.
Ma poi Tara sente quelle voci... In mensa si ritrova in mezzo alle chiacchiere e ai pettegolezzi.
In ogni ambiente ci sono persone che dicono cose su altre persone, cose non necessariamente vere, magari supposizioni, però le voci fanno presto a girare e possono fare danni, procurare dolore negli altri.
Dovremmo tutti stare molto attenti a quello che diciamo, soprattutto se riguarda altre persone.
Tara accoglie l’ipotesi che Lorenzo possa essere gay con una certa apprensione e, parlando con la sua nuova amica Petra, si rende conto di non essere molto ferrata in materia.
Petra parla di bisessualità e demisessualità e a proposito di questi complessi argomenti vi suggerisco di leggere un post che parla di orientamenti sessuali, l’ho trovato abbastanza semplice e chiaro (ecco il link) e può di sicuro aiutarvi.
Come avrete già potuto intuire, Tara non è prevenuta rispetto all’essere gay, lei è soltanto preoccupata per Teo, mentre scopriamo che entrambi non hanno mai avuto nessuna infatuazione, che è una cosa insolita per dei ragazzi di diciassette anni.
Ma questa storia punta proprio a spazzare via il concetto di “solitamente” e “normalità” visto che abbiamo appurato che siamo tutti diversi e soprattutto che ci sentiamo diversi.
Non tutti hanno “cotte” o forti attrazioni verso le altre persone, siano del sesso opposto o del proprio. Approfondiremo più avanti questo aspetto assieme a Tara.
Credo che non sia affatto facile capire le mille sfaccettature della nostra personalità e nel farlo non possiamo ignorare l’identità sessuale che non sempre è in linea con quello che si aspetta il mondo da noi.
Tara ama giocare a calcio, Teo ama danzare… Qualcuno lo troverebbe “strano”, quasi avessero invertito le loro passioni. Ma le passioni della nostra anima non sono mai strane, dobbiamo sentirci liberi di approfondire qualsiasi disciplina ci faccia sentire bene. E poi, pensateci, perché se una ragazza gioca a calcio sembra una "tipa tosta" ma se un ragazzo studia danza allora è una "femminuccia"...??
Fa parte della radicata mentalità "troglodita" in cui tutto ciò che è maschile e forte va bene mentre chi ha un animo delicato e votato all'arte è troppo sensibile, inutile?? Come se dolcezza e delicatezza fossero sinonimo di fragilità... Rifletteteci.
Ma oggi vorrei sapere da voi se avete potuto seguire le vostre passioni, quali sono state? C’è stato qualcuno che vi ha fatto sentire a disagio o “strani”?
Io, per esempio, desideravo giocare a calcio, ma “ai miei tempi” (come mi sento vecchia a dire così!!) non era ancora visto come una cosa tosta, era soltanto considerato “strano” e soprattutto inappropriato. Però, assieme alla mia migliore amica e ad altre ragazze che covavano la nostra stessa passione, siamo riuscite a organizzare il primo torneo di calcio femminile del circondario… In molti ci hanno criticato, non solo i più retrogradi, erano soprattutto le altre ragazze, ma eravamo insieme ed è stato più facile sopportare, anzi prendevamo forza da quelle chiacchiere per “fargli vedere” di che pasta eravamo fatte!
Insieme tutto è più facile.
Ma molto spesso siamo soli nel vivere le nostre "strane" passioni. Ad esempio, quando ho iniziato a coltivare la mia passione per la scrittura, ci sono state tante persone che hanno pensato (e probabilmente lo pensano tuttora) che sono "strana". Perché dedico tanto tempo a scrivere e inventare storie quando potrei fare cose molto più utili come cucinare, prendermi cura della casa o magari trovarmi un lavoro "normale", un lavoro "vero"?
Per fortuna ho avuto anche tanto sostegno dalla mia famiglia e dagli amici, ho conosciuto altre persone "strane" come me che amano scrivere e ho ottenuto l'approvazione importantissima di Voi Lettori! 💖 E così ho proseguito a coltivare e alimentare questa mia passione. Può sembrare difficile, ma prima o poi troviamo qualcuno di molto prezioso che ci dà la sua approvazione; potrebbe essere un amico, un professore, un allenatore o un membro della nostra famiglia, certo, non sempre avremo l'approvazione di tutte le persone a cui teniamo, ma non dobbiamo farci scoraggiare.
Alla fine dell’episodio lasciamo Tara in mezzo alle fiamme, questa volta, non parliamo di fiamme di passione, ma fiamme vere e proprie…
State tranquilli, il prossimo episodio è in arrivo e di sicuro Tara se la caverà…
A presto
Claudia
Complimenti per la storia, è sempre più avvincente!
RispondiEliminaPer rispondere alla tua domanda: io sono sempre stata definita strana. Perché mi piaceva andare a scuola, imparare, fare le espressione e le equazioni matematiche, perché mi piace leggere (poi come te, quando ho iniziato a scrivere e volerne fare il mio lavoro), e anche perché ad esempio non mi piace fare shopping, non andare in discoteca, la confusione quando ci sono troppe persone, la musica alta, ancora perché seguo il ciclismo e mi piace andare a vedere le corse... e collegandomi anche al tema che hai introdotto (la demisessualità) perché non sono mai riuscita ad avere "un'avventura" di una notte. Solo qualche mese fa anch'io ho scoperto questa parola, e mi ci trovo perfettamente. Io se non c'e un sentimento, o almeno un inizio di sentimento, può esserci il ragazzo più bello del mondo, a me non interessa. Non riesco neanche a baciarlo, e mi dà perfino fastidio essere abbracciata (altra mia stranezza).
Molte volte mi sono chiesta se davvero ci fosse qualcosa di sbagliato in me, ma ogni volta non avevo una spiegazione, così ho continuato a dirmi di fregarmene dell'opinione degli altri (opinione intesa come commenti sgradevoli). E poi ho iniziato anche a non farmi più questa domanda: io sono come sono, come gli altri sono come sono loro. E va bene così ;)
Grazie davvero per averci aperto il tuo cuore 💚
EliminaArrivare ad accettare se stessi è uno dei traguardi più difficili. Sicuramente la maturità aiuta. Da ragazzi, però, si soffre, perché in quegli anni si desidera essere accettati ed sentirsi uguali agli altri, dico bene?
Vorrei dire, però, proprio ai ragazzi, che, sotto sotto, tutti si sentono diversi, anche quelli che a voi sembrano i più fighi...
Molti semplicemente indossano una maschera 🥸
Infatti da piccola mi dicevo, ad esempio: ma se a me piace il ciclismo perché devo dire che mi piace altro?
EliminaRicordo una volta, era la fine della 2° o 3° media, c'era una sera la festa di fine anno, io però non ci sarei andata perché il giorno dopo dovevo alzarmi presto perché andavo a vedere una tappa del Giro d'Italia. Dovevi vedere la faccia delle mie compagne di classe quando l'hanno saputo, chiedendomi come facesse piacermi andare là piuttosto che a una festa. Mi guardavano come fossi stata un'aliena. Però appunto con gli anni si capisce che non bisogna farsi accettare per forza. Adesso infatti mi dico che non devo piacere agli altri, sono gli altri che devono piacere a me, ahahah! Scherzi a parte, ognuno è com'è, essere se stessi, senza maschere. E' il bello del mondo, se fossimo tutti uguali sai che noia.