Ciao, sono Claudia, questo è il mio blog :) Invento storie e scrivo romanzi fantasy, benvenuti nel mio mondo!

domenica 30 luglio 2017

La Melodia Vincolante - Libro Primo - Capitolo 1

CAPITOLO 1


Scintille a prima vista

«Gemma sei bellissima!» Dalia le saltellava attorno come un cagnolino «Lo sapevo! La divisa della scuola ti sta d’incanto!»
Era così agitata ed entusiasta che Gemma cercò di non deluderla. La camicetta bianca e la gonna grigia non erano poi un granché, ma... sì, certo, le calzavano a pennello, forse un po’ troppo. La camicia le cadeva sui fianchi mettendo in bella mostra le sue forme aggraziate e... lei si sentiva in grande imbarazzo.
Gemma sapeva di essere bella; tutti glielo ripetevano in continuazione. Era alta, snella ma con forme armoniose, aveva lunghi capelli biondo scuro e gli occhi, i suoi grandi e luminosi occhi verdi; quelli le erano stati decantati da quando era piccola.
Dalia l’aveva convinta a lasciare sciolti i capelli, che le arrivavano a metà schiena. Lei li teneva sempre raccolti in una treccia stretta e severa anche se, da quando aveva compiuto dodici anni, talvolta si concedeva uno chignon che la faceva sembrare più grande. I capelli sciolti erano disordinati, così le avevano insegnato. Dalia glieli aveva fermati appena ai lati con due forcine.
Gemma sorrise forzatamente alla cara amica, ma, non appena Dalia si voltò, emise un silenzioso sospiro di frustrazione.
Odiava essere bella. Certo, poteva sembrare assurdo; chi mai non avrebbe voluto essere bella e ammirata da tutti?
Beh, proprio lei: Gemma Silvestri.
Sua madre, fin da quando lei potesse ricordare, le aveva sempre ripetuto: “Essere belle è una maledizione” e “La bellezza è la virtù del demonio.” In casa sua non c’erano specchi, se non uno molto piccolo in bagno, che serviva solo per controllarsi dopo aver lavato i denti.
Invece lì ad Armonia, nella sua nuova cameretta, ce n’era uno bello grande in cui si poteva vedere interamente la propria immagine riflessa.
Gemma si voltò di scatto, non voleva guardarsi più; non doveva guardarsi più.
«Devi smetterla di pensare a tua madre» la rimproverò dolcemente l’amica. Lei sapeva.
Dalia Orchestri era la sua migliore amica. Abitavano nella stessa via, si conoscevano da sempre, ma non sarebbero potute esistere due persone più diverse fra loro. Gemma era molto seria e assennata, Dalia una pazzerella; una che non sapeva mai tenere la bocca chiusa e che aveva poca considerazione per le regole. Anche fisicamente erano molto differenti, perché Dalia era bassina e molto magra, aveva gli occhi azzurri e il volto pieno di lentiggini, il tutto sovrastato da una folta capigliatura rosso acceso. Le loro compagne delle medie, per prenderla in giro la chiamavano “il fiammifero” anche perché prendeva “fuoco” per un nonnulla.
Gemma, però, l’adorava. Era riuscita a non andare fuori di testa, per tutte le imposizioni disciplinari e morali che le inculcava sua madre, solo per merito dell’amica. Senza contare, poi, che solo grazie all’intercessione del signor Orchestri era riuscita a convincere i suoi genitori a iscriverla ad Armonia, la scuola di Musicomagia frequentata da suo padre.
Da quando era piccola, lui le raccontava di quel luogo magico; lei aveva sempre sognato di andarvi e, finalmente, adesso era proprio là.
Lontana dal controllo soffocante di sua madre.

«Ge, guarda!» Dalia la richiamò alla finestra.
L’attenzione di Gemma fu subito catturata dal grande Lago Sussurrante, che si estendeva immenso e suggestivo tra le colline boscose.
«Da qui si vede il terrazzo dei ragazzi!» continuò Dalia. Si voltò verso Gemma stringendole le mani entusiasta. Gemma le sorrise condiscendente: a lei non interessavano i ragazzi. Non che ne avesse frequentati poi molti. Tranne un paio di cugini e Umberto, il vicino di casa. A scuola ovviamente erano tutte ragazze.
«Ti rendi conto?» continuò Dalia. «Da qui possiamo vederli!»
A Gemma non pareva una bella cosa. «Quindi anche loro possono vederci?» dedusse preoccupata.
Dalia scosse la tesata. «Solo se usciamo» le spiegò «tra i nostri alloggi e i loro ci sono quelli degli insegnanti.»
Per fortuna, pensò Gemma.
Ai pasti avrebbero condiviso la Sala Comune, ma ci sarebbero stati un confine invisibile e lo sguardo implacabile degli insegnanti, a separare le due ali della mensa; le raccontò ancora Dalia mentre continuava a guardare fuori. «Mia madre mi ha detto che l’unico luogo di incontro è il prato grande.»
Gemma aveva notato la vasta distesa erbosa che si estendeva davanti alla Sala Comune verso le stalle e il magnifico roseto, non vedeva l’ora di fare una bella passeggiata.
«E poi c’è il campo sportivo.» Sorrise raggiante Dalia. «Potremo andare a vedere gli allenamenti di Tornado!»
Il padre di Gemma faceva parte della squadra e lei sapeva tutto di quello strano sport.
«Credo che sia un po’ troppo violento.»
«Ma no» la contraddisse Dalia. «Tu immagina aitanti giovanotti che sfrecciano sui pattini» sospirò «in tenuta da allenamento...»
«Mentre con il flauto guidano una sfera incantata, sì lo so come funziona» disse Gemma esasperata. «Solo non capisco cosa ci sia di bello da vedere.»
«I ragazzi, Gemma» rispose saccente Dalia «I ragazzi.»
Gemma sorrise divertita e si arrese. Non sarebbe riuscita a smorzare in nessun modo l’entusiasmo della sua cara amica.
Mentre Dalia si sporgeva, con il rischio di finire fuori a gambe all’aria e di fare una delle sue figuracce, Gemma si era inginocchiata accanto al suo nuovo letto. Appoggiata sulla morbida coperta patchwork, c’era la borsa porta uovo con dentro il suo inestimabile tesoro. Il suo nuovo, futuro animusi.
Gemma sorrise e accarezzò la superficie calda e liscia dell’uovo.
«Spero tanto che sia una gattufo femmina» disse piano, quasi tra sé. Sua madre le aveva insegnato che non bisognava mai esprimere desideri. “Sono sciocche superstizioni” diceva “Devi solo pregare e soltanto per le cose veramente importanti!”
Ma adesso lei non c’era e Gemma aveva l’impressione che il pesante macigno sul cuore, con cui aveva imparato a convivere da quando era piccola, si stesse lentamente sollevando.
Avrebbe potuto assaporare la libertà di essere veramente se stessa?

Poco più tardi, Gemma e Dalia stavano passeggiando nel prato grande costeggiando il roseto. Suo padre, il signor Silvestri, le aveva trasmesso una grande passione per i fiori. A casa loro, aveva convinto la madre di Gemma a dedicare una piccola parte del pratico e prezioso orto alla coltivazione dei fiori.
Non si mangiano i fiori” diceva la donna, concreta e austera.
Il signor Silvestri rispondeva dolcemente guardando la sua adorata figliola: “Anche l’anima ha bisogno di nutrimento, tesoro.” Gemma sorrise, suo padre era meraviglioso.
C’erano molti altri studenti attorno a loro, tutti in camicia bianca, tutti del primo anno. Quelli più anziani avrebbero cominciato ad arrivare il giorno successivo.
Quando Gemma vide giungere da lontano due giovanotti con la camicia verde chiaro del terzo anno, si agitò non poco.
Subito si voltò verso le rose per assaporarne l’aroma e cercò di attirare l’attenzione di Dalia, prima che l’amica facesse qualche assurdità.
«Senti che profumo» le fece notare.
«Due boccioli tra le rose» l’accarezzò una suadente voce maschile e Gemma sentì il cuore accelerare.
«Ciao, io sono Dalia e lei è la mia amica Gemma, siamo del primo anno.»
Nel tempo che Gemma impiegò per voltarsi, l’amica aveva già rotto il ghiaccio e fatto le presentazioni.
«Certo, due camicie immacolate, due anime innocenti. Primo anno, come non riconoscervi.»
La sua attenzione fu subito catturata dal giovane che stava parlando e, dal tono caldo e dolce, lei capì chiaramente che era lo stesso che aveva parlato poco prima.
Aveva i capelli neri pettinati con la riga da una parte. Gli occhi scuri, e incredibilmente profondi, la tennero incatenata al suo sguardo, mentre le labbra grandi e morbide si esibivano in un adorabile sorriso storto.
Gemma fu sicura di arrossire, non era abituata a parlare con i ragazzi. Specie con uno più grande, uno che la fissava in quel modo sfacciato.
Senza che lei se ne rendesse conto, il bel moro le afferrò la mano e le posò un bacio galante. «Vincenzo Leoni, per servirvi» si inchinò, in un’ossequiosa riverenza.
Tutto senza staccare lo sguardo dal suo.
Gemma si sentiva in fiamme. Deglutì a fatica e accennò un sorriso.
Il giovane Vincenzo Leoni non le aveva ancora lasciato la mano e sembrava sul punto di aggiungere qualcosa, quando qualcuno al suo fianco si schiarì la voce.
Gemma tornò in possesso della propria mano e la posò sul cuore impazzito, cercando di calmarne i battiti. Nessuno le aveva mai fatto un baciamano.
Vincenzo si allontanò appena e insinuò un braccio dietro alla persona lì accanto. Solo in quel momento Gemma lo guardò.
Era un giovane alto e robusto, i suoi capelli castani erano lunghi e spettinati, come quelli di un brigante o un pirata, non di certo un gentiluomo. Guardava l’amico con una certa dose d’insofferenza, il viso serio, le sopracciglia appena aggrottate.
«E questo» stava dicendo intanto Leoni «è il mio scorbutico amico, Rodolfo Accordi.»
Accordi? Gemma era sicura di aver già sentito quel cognome, forse gliene aveva parlato suo padre.
«Lui non vi farà il baciamano, lui non è al vostro servizio, lui è il nostro eroe e non ha tempo per essere gentile; quindi, per qualsiasi richiesta, rivolgetevi a me.»
«Smettila di fare il buffone» la voce di Rodolfo era forte e decisa, molto meno dolce e carezzevole «e lascia decidere a me cosa farò e cosa non farò.»
In quel momento alzò lo sguardo su di lei. Gemma sussultò, vide i suoi penetranti occhi azzurri guizzare, come se avessero preso fuoco; ebbe paura di quel giovane, anche se ne fu contemporaneamente incuriosita.
Cosa intendeva Leoni dicendo “il nostro eroe”?
Gemma era rimasta lì imbambolata, con gli occhi, e probabilmente anche la bocca, spalancati. Non riusciva a parlare.
«Ora dobbiamo andare» disse secco Rodolfo Accordi «con permesso.» Detto ciò si allontanò tirandosi dietro l’amico, che le stava ancora rivolgendo uno splendido sorriso storto.
Appena furono poco lontani, Gemma sospirò e si rese conto che doveva aver trattenuto il respiro per quasi tutto il tempo. Fu travolta da un abbraccio di Dalia, che emise un gridolino di gioia.
«Abbiamo appena conosciuto due ragazzi del terzo anno!!» Quasi la strozzò, poi allentò la stretta e riprese a saltellare tenendole le mani. «Hai visto com’erano affascinanti?» Si voltò ancora verso i due giovani, che stavano entrando nella struttura delle stalle.
«Questa avventura comincia proprio bene, non trovi?»
Gemma non rispose, era rimasta molto turbata da quell’incontro, sia dall’impetuosa invadenza di Vincenzo Leoni, che dalla scontrosa indifferenza di Rodolfo Accordi.
Scosse la testa e si sedette a terra sul prato, si sentiva le gambe molli.
...
Vi è piaciuto? Ecco il link di Amazon
qua sul mio sito trovate qualche informazione.

Pronti per ritornare ad Armonia? 
Claudia ; )

sabato 29 luglio 2017

Cuori Confusi - Gratis!!

29 - 30 - 31 - luglio 
Solo per tre giorni, Cuori Confusi sarà gratis su Amazon!!


Un romanzo d'amore, una storia dolce come una melodia, maggiori informazioni sul mio sito.
Qua il link Amazon.

(Ricordo che Cuori Confusi sarà disponibile su Amazon anche per gli abbonati a Kindle Unlimited)

Buona Lettura!
E se vi piace non dimenticate di lasciare un commento,
mi farete felice : )
Claudia

venerdì 28 luglio 2017

Fantascienza, racconto #gratis

Un avvincente lungo racconto di Rossella Romano, in offerta per pochi giorni. (qui potete leggere la mia recensione).

Una curiosità: in questa storia compare il "lucestrello" che è a tutti gli effetti un animusi. Quando l'ho letto non ho potuto fare a meno di pensarlo. La mia carissima collega lo ha inventato prima di leggere qualcosa di Armonia, ha voluto poi inserirlo in un nuovo racconto contenuto nella raccolta uscita da poco "Un Giorno ad Armonia".

Buona Lettura

Claudia : )

martedì 25 luglio 2017

Cuori Confusi su Kinlde Unlimited!

Un'altra novità in questa calda estate!
Da oggi il mio romance "Cuori Confusi" lo trovate su Amazon, disponibile anche per gli abbonati a Kindle Unlimited!

Ecco il nuovo link di Amazon.

Buona lettura!
Claudia : )

Un Giorno ad Armonia - Racconti


La raccolta di racconti ambientati ad Armonia è online. L'ebook è stato pubblicato ufficialmente e lo potete trovare su tutti gli store, disponibile gratuitamente.


Come già saprete questa raccolta è nata dall'invito che ho fatto ai miei lettori di partecipare all'iniziativa #armonialatuastoria
La sfida è stata raccolta ed ecco pronto per voi un nuovo preziosissimo ebook. Al suo interno troverete ben venti racconti che vi condurranno alla scuola di Musicomagia. Alcuni per un giorno, altri per molto più tempo, vedrete che vi lasceranno piacevolmente stupiti. Sono stati inventati tantissimi nuovi animusi, alcune storie si intrecciano con quelle della Saga, mentre altre sono completamente nuove. 


Scaricate, leggete e fatemi sapere cosa ne pensate. 
Condividete con i vostri amici, invitate più persone possibili ad Armonia!! 

Buona Lettura!!

Claudia

giovedì 20 luglio 2017

Buon Compleanno con 20.000 Visite!


Oggi il mio bog compie un anno!! Esattamente un anno fa, scrivevo il mio primo post!! E proprio oggi ho superato la soglia delle 20.000 visite!! Decisamente un bel regalo!! 

Grazie a tutti quelli che mi seguono silenziosamente dal web!!

Claudia ;)

mercoledì 19 luglio 2017

Naufraghi - Capitolo Uno

Risveglio


La mia coscienza riemerge pian piano cercando a fatica di farsi strada tra la nebbia e la prima cosa che sento è il dolore.
Un lampo rosso mi acceca e il fuoco divampa dirompente nei miei sensi offuscati. Non riesco nemmeno a capire la provenienza di una tale sconvolgente sensazione. Le gambe, la schiena, mi sento dilaniata. Non potrò più danzare!
Mi dimeno e mi lamento, cerco disperatamente di aprire gli occhi e...
Lo vedo. Lui è chino su di me e i suoi grandi occhi azzurri mi guardano preoccupati, amorevolmente. Chi è? Lo conosco?
È bellissimo, da togliermi il fiato. Il suo sguardo è dolce e caldo.
Mi sorride.
Sicuramente sto per morire. E lui è l’angelo della morte venuto a prendermi per porre fine alle mie sofferenze.
«Come stai?» anche la sua voce è meravigliosa, un balsamo che mi ricopre dolcemente.
Poi ancora il dolore prende il sopravvento, mi toglie il respiro. Sto malissimo.
Allungo disperata una mano verso il mio angelo. «Ti prego, dammi un bacio» sussurro, un ultimo bacio!
Il suo sguardo passa dallo stupore a un’infinita tenerezza.
Si avvicina sfiorando appena il mio viso con una lieve carezza e posa le labbra sulle mie. Sono morbide e delicate.
Il dolore sparisce. Tutto sparisce.
Per un attimo mi sento Liz Taylor nel film “Cleopatra”.
Mi sento sciogliere e sicuramente sto abbandonando la mia esistenza terrena per incontrare il dio Anubi.
Non riesco a pensare a nulla. La sua mano fa presa sicura dietro la mia nuca, sento solo il suo tocco magico e avvolgente, poi scivolo via.
Sto danzando tra le nuvole.

Mi risveglio a fatica. Non so quanto tempo sia passato, ma sento ancora impresso sulla bocca quel bacio intenso e travolgente. Cerco di muovermi appena ed ecco il dolore si riaffaccia prepotente impedendomi di pensare ad altro.
«Sta’ ferma, piccola.»
Questa voce la conosco.
Cerco di aprire gli occhi, sono sicura che non appartenga all’angelo che mi ha baciata.
Non riesco a emergere completamente, mi lamento e mi dimeno.
«Ti prego, Lulù.»
Lulù? C’è solo una persona che mi chiama così. Samuele, il mio amico più caro. È qui con me? Ma dove sono? Che cosa è successo?
Non riesco assolutamente a far ordine tra i miei pensieri. Ogni volta che mi sembra di intravedere un’immagine sensata, arriva un’ondata di dolore che spazza via tutto.
«Senti, Romeo, perché non la baci di nuovo?»
Romeo?
«Prima è stato d’aiuto» è sempre Samuele a parlare. «Devo ricucire questa vena e fermare l’emorragia.»
Ricucire la vena? Emorragia? Spalanco gli occhi terrorizzata e cerco di tirarmi su. Subito due mani mi avvolgono il viso e mi trovo immersa nei suoi occhi.
La nebbia che offusca la mia memoria pian piano si dirada, poi la consapevolezza arriva come un fulmine a ciel sereno e mi toglie il respiro: lo so chi è lui! È niente meno che il professor Leonardo Nobili, lui è sposato! E lo sono anche io!
Si avvicina e mi bacia di nuovo.
E... Cervello momentaneamente scollegato, riprovate più tardi.
Labbra morbide, brividi in tutto il corpo, persino il dolore scivola via, non ricordo nemmeno più perché dovrei essere così agitata.
Nulla ha importanza.
Questa volta la mia coscienza non si spegne e registra tutte le meravigliose sensazioni che scatenano le sue labbra e le sue grandi mani che si muovono dolcemente sul mio viso.
«Perfetto, finito» ancora la voce di Samuele.
Il bacio continua.
«Ehm, ho finito» ripete la sua voce divertita.
Leonardo smette di baciarmi, ma non ho nessuna intenzione di sollevare le palpebre. Sono imbarazzatissima e ancora molto confusa.
Fingo di aver perso conoscenza.
Mani sicure che mi controllano il battito e poi lo sento. Uno sciabordio, onde che si infrangono. Il Mare.
Ma dove sono?
Il mare?
Ah, già, il mare!
Uno tsunami di consapevolezza mi travolge.
La Poseidone è affondata.
Una serie di immagini mi passa davanti agli occhi.

L’allarme che scatta durante la notte. Tutti che ci precipitiamo alle scialuppe. Le ragazze, prima di tutto devo pensare alle mie ragazze! Le faccio passare avanti e si imbarcano con Marco. Poi tocca a me, sono rimasta in un altro gruppo, c’è anche Samuele con me, mi stringe la mano per rassicurarmi, ma è molto teso.
Il professor Nobili è a bordo di un’altra scialuppa assieme alla moglie Angela e al piccolo Gabriele.
Scendiamo in mare. È mosso, c’è molto vento e ho freddo.
Poi tutto si muove a rallentatore: la bambina accanto a me si sporge e finisce in acqua, la madre urla e si aggrappa al braccio del marinaio che guida la scialuppa, lui sembra non sentirla. Non penso, mi alzo e mi tuffo. Il respiro mi si blocca dal freddo. Non la vedo! La piccola dev’essere andata sotto! Cerco di calmarmi, prendo un bel respiro e mi immergo. Poi la scorgo. Con un colpo di reni, mi avvicino e l’afferro. Salgo in superficie e mi avvicino a una scialuppa, ma non è la nostra. Con uno sforzo sovrumano passo la bambina a un uomo che mi tende le braccia, poi un’onda mi allontana e un dolore lancinante all’interno della coscia mi acceca i sensi. Ho urtato contro qualcosa di terribilmente acuminato, forse sono scogli, oppure è una lamiera. L’acqua si tinge di rosso.
«Maria Lucia!» è la voce del professor Nobili.
«Lulù!» poi quella di Samuele.
Mi sento debole e le onde mi inghiottono. E poi più nulla.

Cavolo. Faccio un respiro profondo per cercare di metabolizzare tutta la marea di informazioni.
A questo punto l’imbarazzo per il bacio ricevuto, oltretutto su mia richiesta, viene momentaneamente soppiantato dall’urgenza di sapere.
Apro gli occhi.
«Ehi, piccola» trovo Samuele chino su di me. Il suo sguardo color caramello mi trasmette subito una certa tranquillità.
«Che cosa è successo? Dove siamo?» vorrei dire, ma la voce non esce, lui mi sorride e pare aver letto il labiale.
«Stai tranquilla» mi accarezza «ora sei fuori pericolo.» Alza lo sguardo e poi sospira. «O meglio lo sei tanto quanto noi.»
Voglio alzarmi, ma lui me lo impedisce.
«Non se ne parla, devi riposare. Ho della morfina e non ho paura di usarla» dice scherzando «ma non vorrei sprecarla per farti dormire, potrebbe servirci per qualche situazione di emergenza.»
Sospiro anche io.
Mi fido ciecamente di lui. Oltre a essere il mio più caro amico di sempre, è un dottore, quindi sono in buonissime mani.
Ripenso al professor Nobili: c’era davvero? O era un delirio della mia mente bacata causato dal dolore?
Sposto lo sguardo attorno, ma non vedo nulla se non la vegetazione che si affaccia sulla spiaggia assolata. Palme, cielo blu terso.
Sento delle voci, quindi non siamo soli.
Vorrei fare mille domande, soprattutto una mi attanaglia: Marco e le ragazze?
Samuele sistema i suoi attrezzi di tortura, come di solito li chiamo scherzando.
Poi si volta verso di me e si accorge che non dormo. Si avvicina e mi posa un bacio dolce sulla fronte. «Stai tranquilla, loro sono in salvo.»
Ovviamente mi ha capita al volo.
«Le scialuppe si sono allontanate, il mare non era troppo mosso, abbiamo sentito diversi elicotteri quella notte, quindi sono stati tutti portati via.»
Era stata un’evacuazione ordinata. La Poseidone si era arenata con classe tra gli scogli acuminati di una secca, non c’era stata nessuna tempesta o strano evento atmosferico.
«Sono sicuro che appena avranno fatto l’appello torneranno gli elicotteri a cercarci.»
Cavolo.
La prima crociera della mia vita e la nave affonda. Non c’è che dire.
Cerco di lasciarmi confortare dall’ottimismo di Samuele. Non mi abbatto facilmente e sono sicura che andrà tutto bene. In fondo sono naufragata con il mio dottore di fiducia, nonché migliore amico.
«Come stai?» ed ecco il professor Nobili, quindi non era una visione.
Mi volto verso di lui, bello come un dio, cavolo. Occhi azzurri, pelle abbronzata, barba appena accennata e capelli scompigliati dal vento in modo adorabile. E adesso non posso fare a meno di soffermarmi sulle sue labbra. Mi ha baciata! E gliel’ho chiesto io!
Che vergogna.
Abbasso lo sguardo imbarazzatissima.
Farò finta di nulla, magari me lo sono solo immaginato e, se così non fosse, lui è un gentiluomo e di sicuro non tirerà fuori l’argomento.
«Serve un altro bacio?» mi sussurra piano in modo che solo io possa sentire.
Ehm, come non detto.
Chiudo gli occhi. «Mi dispiace, io...» che gli dico ora?
Lo sento espirare divertito.
«Com’è la situazione tra i ragazzi?» Samuele mi salva. «C’è qualche ferito?»
«Niente che un po’ di acqua di mare non possa disinfettare» risponde il Professore.
Mi copro gli occhi con il braccio, perché il sole è alto e fa molto caldo.
Ricordo che siamo partiti da Sidney e fatto tappa al largo della barriera corallina, è stato tutto meraviglioso. Le ragazze hanno fatto immersioni assieme a Samuele e mi hanno mostrato delle foto bellissime.
Le ragazze. Un dolore, che non ha niente a che fare con la mia gamba martoriata, mi assale.
Improvvisamente anche una fitta alla testa mi fa sussultare.
«Devi dormire» Samuele mi appoggia un panno fresco sulla fronte e poi sento che si allontana.
Sono sfinita, ma la sua presenza qui accanto a me mi impedisce di rilassarmi. Non posso farci niente, con lui è sempre stato così.
Sono molti anni che ci conosciamo ormai, più di dieci.
Lo incontrai a una conferenza organizzata dalla scuola che frequentavano le ragazze. Lui è uno psicologo e all’epoca stava organizzando una serie di incontri per le famiglie.
Fu un vero colpo di fulmine. Un terribile e dolorosissimo colpo di fulmine. Ne fui affascinata fin dal primo momento che lo vidi. Era bello, dolce, soprattutto adoravo la sua sensibilità e la sua correttezza, quel suo atteggiamento cavalleresco senza macchia e senza paura.
Ricordo quel giorno. Lo vidi entrare nella palestra della scuola e rimasi folgorata. Il suo viso, il suo sguardo. Lo conoscevo? Ero convinta di averlo già incontrato. Provai subito un grande slancio e per tutta la durata della conferenza mi tormentai con un pensiero: dove lo avevo già visto?
Mesi più tardi, dopo averlo conosciuto meglio e aver saputo qualche notizia in più su di lui, giunsi alla conclusione che la mia anima immortale aveva riconosciuto la sua. Anime gemelle di un’altra vita? Roba da andar fuori di testa.
Ammetto che per me non era un periodo felice. Io e Marco eravamo un po’ in crisi, la nascita della gemelle ci aveva destabilizzato e non ci eravamo ancora ripresi, ero stanca e forse un po’ delusa da certi suoi comportamenti.
Noi abbiamo sempre avuto un rapporto molto particolare, molto libero e spontaneo. Alcuni ci giudicano una coppia strampalata, ma noi ci capiamo perfettamente. Io odio le convenzioni, le apparenze e i sentimenti forzati. Quindi, durante le nostre diverse crisi, lui è andato a vivere da un amico per un po’. Probabilmente ha avuto anche qualche altra donna, ma io non gliene ho mai fatto una colpa. Era giusto così. In quel momento eravamo lontani, io non lo volevo attorno e lui mi ha lasciato spazio. Abbiamo avuto diversi alti e bassi e quando conobbi Leonardo eravamo in un momento decisamente “no”.
Non potei proprio fare a meno di confrontare i due uomini e fui travolta da un grande trasporto nei confronti del Professore.
Fu in quel periodo che ripresi un gioco che facevo da bambina. Non so da dove avessi preso l’idea, forse da qualche cartone animato, ma ogni volta che mi ritrovavo indecisa su qualcosa, immaginavo due piccole me che discutevano tra loro.
E continuano tutt’ora.
Alla mia sinistra c’è Luce, come Lucia, ma a lei non piace quel nome perché ricorda troppo la santa e... Luce non è per niente una santa, è più come Lucifero. Non esattamente una diavoletta, solo un po’ ribelle ed egoista, una bellissima donna sensuale, dalla mentalità aperta e le idee orientaleggianti, ha un carattere molto forte ed è un tantino impulsiva.
Dall’altro lato c’è Maria, sì, come Suor Maria. Chi non conosce Fraulein Maria del film “Tutti insieme appassionatamente”? Lei è buona, dolce e romantica, crede che lo sia anche il resto del mondo, l’importante è che intorno a lei tutti siano felici. Non pensa mai a se stessa, una sorta di martire in odor di santità.
Ecco, in quel periodo Maria non faceva che piangere e pregare lo Spirito Santo che mi facesse rinsavire, anche se ogni volta che vedeva Leonardo i suoi occhi assumevano la forma dei cuoricini; mentre avevo dovuto mettere sotto chiave Luce che avrebbe voluto vestirsi da odalisca e ballare la danza del ventre davanti al Professore per sedurlo e farlo innamorare.
C’era un sentimento potente che minacciava di germogliare nel mio cuore e faticavo a tenerlo a freno. Venni subito a sapere che era sposato, ma pareva che avesse una notevole quantità di ammiratrici affascinate dalla sua personalità. Evidentemente ero in buona compagnia
Passai davvero dei brutti momenti. Non riuscivo a smettere di pensare a lui, non mi perdevo nemmeno uno dei suoi incontri, peraltro interessantissimi. Cominciai a collaborare come potevo per sostenere le sue iniziative, sempre a scopo benefico e umanitario.
Poi lui aprì un centro d’ascolto e mi propose di aiutarlo per i casi legati a situazioni che coinvolgevano giovani donne. Pensò che sarebbero state più a loro agio parlando con un’altra donna.
Mi buttai anima e corpo in quell’iniziativa. Era un modo per stargli vicino senza far nulla di male, per farmi conoscere. Perché era quello che desideravo più di ogni cosa: che lui mi apprezzasse dal lato umano.
E così fu. Quando dovette nominare un responsabile per il centro scelse proprio me, non una delle studentesse universitarie che erano di certo più preparate dal lato medico, ma me.
Fu una grande soddisfazione. Luce tornò a piede libero e Maria smise di piangere.
Nel frattempo conobbi sua moglie Angela e fu terribile. Una bellissima donna, con grandi occhi castani, uno smagliante sorriso, sempre elegante e impeccabile. Lei percepì sicuramente qualcosa perché ci evitammo di comune tacito accordo. Non avevo nulla contro di lei, sia chiaro, ma non riuscivo proprio a instaurare un rapporto di nessun tipo.
Maria avrebbe voluto che diventassimo amiche, mentre Luce mi suggeriva i modi più disparati per eliminarla.
Nonostante tutto mi trovai a frequentarla per motivi organizzativi, visto che anche lei si occupava del centro di ascolto. Mi capitò di sentire alcune sue confidenze. La udii lamentarsi di suo marito: lo definiva troppo impegnato, sempre lontano dalla famiglia, a volte distaccato, poco propenso a effusioni e gesti d’affetto, soprattutto in pubblico. In effetti io non li ho mai visti negli atteggiamenti tipici di chi si ama. Contatti limitati al minimo essenziale.
Al limite dell’imbarazzo una volta assistetti ad altre sue confidenze piuttosto intime. Non potei farci nulla, io ero lì alla reception e loro parlavano a voce per niente bassa. Il Professore risultava non essere molto attivo a letto, piuttosto noioso e talvolta carente. Soprattutto poco affettuoso. Era con tutti molto misurato e un pochino distaccato, sempre super controllato e integerrimo.
Questo suo riserbo non mi piaceva, anche se mi aiutò a non entrare troppo in confidenza e non trovarmi in situazioni difficili da controllare. Contemporaneamente avvenne un cambiamento nella mia vita confusa. Michelle, l’insegnante di danza di Francesca e Elisabetta, venuta a conoscenza delle mie esperienze giovanili, mi chiese di darle una mano con la sua scuola di danza. Riavvicinarmi alla sbarra mi aiutò a ritrovare me stessa e il mio equilibrio interiore.
Poi Angela rimase incinta (dopo più di dieci anni di matrimonio) e quando lui, con gli occhi lucidi, mi comunicò che sarebbe diventato papà... Beh, quello mi diede la mazzata definitiva e mi aiutò a riprendere le redini della mia vita. Capii che lui era sì un uomo fantastico, ma io avevo la mia vita e lui la sua. Io avevo il mio Marco che, passato il periodo nero, si era riavvicinato e mi aveva riconquistata. Lui era molto affettuoso e quando mi teneva tra le braccia mi faceva sentire bellissima, la persona più importante del mondo.
Insomma, per farla breve, lentamente uscii dal baratro e cominciai a stare meglio. Ero più serena e riuscivo a parlare con il Professore senza sentirmi in imbarazzo.
Tutto questo non mi impedì di continuare ad avere un debole per lui. Non dovevo stargli troppo vicino altrimenti avrei avuto di sicuro una ricaduta.
Maria cercava di tenermi lontana da Leonardo il più possibile, mentre Luce non poteva fare a meno di suggerirmi idee per vederlo, parole da scrivergli tra le righe di una mail, i vestiti più adatti da indossare quando sapevo che lo avrei incontrato.
A volte lo guardavo da lontano e mi accorgevo ancora di sospirare dolorosamente, ma il peggio avveniva quando lo sentivo discutere. In quei momenti percepivo la sua forza: lottava per le sue ragioni, senza farsi mettere sotto da nessuno, con coraggio e onestà. Quando si lasciava leggermente andare al fervore, faticavo a rimanere indifferente e proprio non riuscivo a credere alle parole che avevo udito dalla moglie. Quell’uomo aveva il fuoco dentro, io lo sentivo, potevo quasi vederlo.
Ma cercavo di guardare altrove, ben attenta a non tradirmi. Infatti per fortuna non si è mai accorto di nulla.
Ma adesso?
Lui è qui, siamo naufragati proprio insieme. Ma perché?
Maria ha tirato fuori il rosario e la scorta di fazzoletti, mentre Luce ha indossato il vestito da odalisca.
Sospiro sconsolata.

Magari anche sua moglie è qui da qualche parte. O forse è sana e salva come la mia famiglia. E non so se sarebbe meglio o peggio.

(Naufraghi-Link Amazon solo 99 cent.)
Buona lettura! Claudia : ) 

martedì 18 luglio 2017

Il Regno Sotterraneo... ma com'è?

Siete mai stati sotto terra? Immaginate una grande grotta, una luminescenza soffusa, un silenzio assoluto...
Forse leggere alcuni passi del romanzo potrà esservi d'aiuto.
...
Sembrava che non ci fosse nessuno. La cosa che mi colpì immediatamente fu il silenzio. Nessun uccellino, nessun insetto, né fruscìo del vento, nessun rumore di sottofondo.
Alzai lo sguardo verso il cielo della grotta. Incastonate nella roccia, c’erano migliaia di piccole pietre brillanti che illuminavano a giorno la città di una calda luce gialla.
Vidi altre gemme tra le pareti del giardino attorno a me che emanavano un chiarore rossastro.
«Com’è possibile questa luce?» chiesi incantata.
Sam mi fu subito vicino e indicò verso l’alto «Quei fori lassù sono una meticolosa serie di superfici riflettenti che catturano la luce del sole da piccolissime aperture nel terreno e la portano fin quaggiù.»
Molto ingegnoso.
«Queste, invece» si accucciò per sfiorare una gemma rossa piantata sul muretto verso il quale mi aveva condotta «sono fosforescenti, anche di notte emanano un leggero bagliore.»
Ero affascinata, guardai il panorama che si godeva dal davanzale del giardino dove eravamo.
La città si estendeva a perdita d’occhio, le case e le strade erano tutte di un identico colore dorato, ma di mille sfumature diverse. La roccia di cui era costruita ogni cosa era porosa e irregolare. Non sembrava essere stata scalfita e lavorata, quanto che fosse cresciuta e fosse stata modellata da qualcuno che avesse il potere di manipolarla.
Mi voltai verso Sam, avevo mille domande. Dietro di lui, però, vidi stagliarsi il grande palazzo con le due immense torri che avevo scorto già da molto lontano e rimasi senza fiato.
Sam seguì il mio sguardo e sorrise, mi avvolse un braccio attorno alla vita e mi invitò a procedere.
«Questo è il Palazzo Reale.»
Il giardino era enorme, al centro c’era una fontana zampillante e tutt’intorno si snodavano sentieri lastricati, muretti, panchine e aiuole. C’erano piante? Mi fermai a osservare da vicino e rimasi molto stupita da quelle strane piante dorate, parevano fatte di pietra, ma non lo erano. Si trattava di piante grasse, con foglie spesse, ovviamente la scarsità di luce le aveva private del tipico colore verde.
Ci avviammo dritti all’entrata centrale del Palazzo, un grande arco, era pattugliato da due demoni minacciosi con tanto di ali, zanne e artigli.

Fecero un cenno a Sam quasi impercettibile. Vidi che in alto, dall’arco, spuntava un cancello dalle punte acuminate.
...
(Dark Sea - Il Regno Sotterraneo)


Allora io vi aspetto nel Regno Sotterraneo! 
C'è una festa a Palazzo! Non perdetevela!
Claudia : )

giovedì 13 luglio 2017

La Saga di Armonia - nuova edizione

Una storia affascinante, ricca di emozioni e di mistero. 
Non perdetevi le avventure di Giulia e Pietro alla fantastica scuola di Musicomagia
Dove la musica diventa Magia, dove una melodia può nutrire un animusi 
e dove la lotta con il mondo dei Tecno infuria. 


Maggiori informazioni sul sito ufficiale dedicato alla saga.

L'intera saga è stata sottoposta a una nuova revisione, molto accurata. Come voi potrete immaginare, scrivendo si cresce e ogni giorno si migliora un pochino. A tre anni di distanza dall'uscita del primo romanzo "La Melodia Sibilante", ho deciso di rinnovare non solo la sostanza ma anche la veste dell'opera. 
Le nuove bellissime cover degli ebook sono state realizzate da Romance Cover Graphic appositamente per me e trasudano Musicomagia!  
Visto il dispendio notevole di lavoro per il miglioramento della qualità, ho deciso di adeguare i prezzi a quelli dei maggiori autori self di Amazon.


Il primo e il secondo romanzo della saga sono disponibili anche per gli abbonati a kindle unlimited.
Buona lettura

Claudia : ) 


mercoledì 12 luglio 2017

Naufraghi - I personaggi

Naufraghi è una storia d'amore un po' particolare. Non c'è il solito triangolo, ma c'è la gelosia. E ci sono profondi tormenti esistenziali, per cui, oltre all protagonista Maria Lucia, abbiamo Maria e Luce che danno voce alle sue discussioni.


 
Poi c'è lui Leonardo Nobili, bellissimo, intransigente e perfetto. 
E c'è Samuele, amico di sempre di Maria Lucia. 


E poi c'è un piccolo personaggio che ci strapperà qualche risata.
 

 
Allora, che ne pensate? Che succederà tra di loro? 
Vi lascio il link alla pagina dedicata al romanzo

Buona lettura!
Claudia 

domenica 9 luglio 2017

Naufraghi - il booktrailer 📹

Ecco il video di presentazione del mio nuovo romanzo d'amore. (Link Amazon)

Qualche curiosità: "Il video è fatto da me con i miei mezzi limitati, ma mi sono molto divertita a farlo. La musica in sottofondo è "Why Worry dei Dire Straits che sono uno dei miei gruppi preferiti. Ho scelto questo brano non solo per la sua dolcezza, ma anche per il messaggio che trovo sia particolarmente affine a quello della storia : "Perché di preoccupi?" 
Un'esortazione all'essere felici sempre, nonostante tutte le difficoltà.

Spero vi piaccia! 
Buona visione,
Claudia ; )