Ciao, sono Claudia, questo è il mio blog :) Invento storie e scrivo romanzi fantasy, benvenuti nel mio mondo!

martedì 28 agosto 2018

Solo 99 cent - tre romanzi divertenti





Avete voglia di una storia leggera, romantica che vi rallegri il cuore?

Ecco i miei tre romanzi contemporanei:

Canta Per Me: un romanzo che parla di musica, di sogni, di paure, d'amicizia e, ovviamente, anche d'amore. È ambientato a Genova: un omaggio ai ragazzi del Liceo Musicale Sandro Pertini e al loro prof. Fabbri.
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Cuori Confusi: una storia d'amore e d'amicizia, ambientata tra Alassio, Genova, Londra e... un po' in giro per il mondo.
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Naufraghi: un'esperienza coinvolgente su un paradisiaco atollo tropicale.
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Per saperne di più sui singoli romanzi,
visitate il mio sito.

Buona lettura!
Claudia 


domenica 26 agosto 2018

Cambiaso Bianca - De Mai Alessia - racconti


Ecco due nuovi racconti dalla scuola D'Azeglio di Genova. 
Potete trovarli, insieme a tanti altri, nella raccolta: Un Giorno ad Armonia - Vol.2

Cambiaso Bianca

La nascita del mio animusi!

Io mi chiamo Charly e ho vent’anni. Qualche anno fa studiavo nella scuola di “Armonia”, su un pianeta in un mondo parallelo alla Terra.
Una mattina di ottobre del primo anno delle superiori, mi alzai alle 7:00, come sempre. Svegliai Monica, la mia migliore amica, ci vestimmo, poi prendemmo le nostre uova magiche e, uscendo ci avviammo per la sala comune a far colazione.
Io stavo per sedermi vicino a Gaia, una nostra compagna di classe, ma Monica mi afferrò un braccio e mi trascinò verso un tavolino solitario: sembrava preoccupata.
In quel preciso istante, mi disse: “Charly, credo che il mio uovo si stia per schiudere. Che cosa devo fare?”
Presa dal panico, le consigliai di portarlo a Janet, la professoressa (tra l’altro la mia preferita) che ci aveva affidato le nostre uova, per farglielo controllare.
Andammo alle stalle e Janet auscultò l’uovo con uno stetoscopio, mentre lo accarezzava: l’animusi che conteneva stava bene, ma non era ancora pronto per venire alla luce; protetto dal suo guscio, si era solo mosso un po’. Così tornammo a fare colazione e poi andammo in aula.
Nel primo pomeriggio, sentii degli scricchiolii, ma non mi preoccupai, pensando che l’animusi si fosse solo mosso. A fine giornata, io e Monica ci trovammo sul prato a parlare, quando sentii uno scricchiolio più forte e notai una crepa sul guscio. Corremmo come forsennate alla stalla: Janet non c’era. Così ci precipitammo alle camerate e, per fortuna, trovammo la prof. nella sua stanza. Quando bussammo, lei ci fece entrare subito. Ci disse di prendere delle coperte, perché l’animusi appena nato avrebbe avuto molto freddo e ci disse anche di non preoccuparci per il piccolino.
La prof. avvolse l’uovo con una coperta e bussò un paio di volte sopra il guscio, in modo che l’animusi fosse facilitato ad uscire. Nel momento in cui il piccolino, o meglio la piccolina, uscì completamente dall’uovo, ci precipitammo lì con le coperte, ma Janet sobbalzò dallo stupore: com’era possibile? Era un animusi da caccia, precisamente una Iegre, un incrocio tra una iena ed una tigre, e non da compagnia, quindi non era adatta a stare con una studentessa perché essendo un animusi selvaggio avrebbe potuto provocare danni dentro la scuola e anche ai miei compagni. Alla fine, la prof. trovò una giusta soluzione: la Iegre, che io chiamai Finny, rimase nel recinto con gli altri animusi da caccia, e lei mi consegnò un altro uovo, particolare con il guscio verde a pois rosa e azzurri.
Mi aspettava una seconda avventura!
Decisi che appena nato il mio secondo animusi, che avrei chiamato Lola, sarei andata ogni giorno a trovare Finny, per fargliela conoscere, e l’avrei fatto fino alla fine della scuola.
Adesso, anche se ormai frequento l’Università, riesco sempre a fare un salto ad Armonia, per salutarle e giocare con loro.
Mi è rimasta però una curiosità.
Com’era finito un uovo di Iegre in mezzo a tutte le altre uova di animusi domestici?

 De Mai Alessia


Io ad Armonia!

Mi chiamo Alessia, ho quattordici anni e studio ad Armonia, una scuola di Musicomagia, in un mondo parallelo alla Terra. Sono arrivata qui con mia cugina Miriam e il mio migliore amico, Vincenzo. Insieme siamo inseparabili.
Miriam ha degli occhi color ghiaccio e per questo ha sempre avuto tanti ragazzi a corteggiarla, ha dei capelli fantastici! Tutti dicono che oltre ad avere lo stesso taglio, abbiamo anche gli stessi difetti in comune! Lei è affettuosa, solare, imprevedibile come me: proprio come me si caccia sempre nei pasticci!
Vincenzo è il mio migliore amico. È molto magro, ha degli occhiali grandissimi che gli coprono mezzo viso e un ciuffo cangiante che da castano diventa biondino; è simpaticissimo, divertente e anche lui è un gran “combinaguai”. Insomma, siamo un trio davvero con i fiocchi!
Una mattina, ci siamo recati da Filippo, il mio insegnante preferito; lui ha una voce talmente calda che mi fa sentire sempre “a mio agio”. Adoro i suoi piccoli gesti che sanno rendermi sempre felice. Appena arrivati alle stalle, ci ha indicato quali tra le varie uova potevamo scegliere. Ero così emozionata che non facevo altro che riempire di domande Filippo:
“Cos’è? Cosa c’è nell’uovo? È pericoloso?”
Filippo mi spiegò:
“Ma no! Non è pericoloso! L’uovo che hai scelto è un animusi da compagnia, stai serena!”
Così per avere un’idea chiara ce ne ha fatto vedere alcuni. Super elettrizzata, gli ho chiesto:
“Posso scegliere il colore?
“Ma certo!” Ha risposto lui con la sua voce calda.
Dopo circa un’ora siamo usciti tutti e tre con il nostro uovo di animusi, eravamo strafelici! Così ci siamo recati nel parco per suonare qualcosa alle nostre uova, proprio come ci aveva spiegato il nostro insegnante Filippo.

Verso sera ci hanno mostrato le camere, sì perché ad Armonia, ad ogni stagione c’è un cambio di posizione! E così la scoperta: Eravamo noi tre in stanza insieme!
Ero elettrizzata al solo pensiero di passare tutti quei giorni, con le due persone che amavo da sempre, insieme al mio piccolo animusi, che presto sarebbe nato!

Appena finito di sognare i giorni futuri ad Armonia, ci siamo accorte io e Miriam, che Vincenzo non era ancora tornato. Era uscito per gironzolare intorno; allora abbiamo deciso di lasciare i bagagli e le uova di animusi sul letto, per andare a cercarlo per tutta la scuola.
Lo abbiamo trovato fuori dalla porta della Preside Gloria, rannicchiato contro la parete, con le mani nei capelli, ma non riuscivamo a capire il motivo della sua presenza li. Cosa aveva mai potuto combinare? Ci siamo chieste io e Miriam. In che guaio si era cacciato?

Abbiamo aspettato tutti e tre fuori la porta increduli a quanto raccontato da Vincenzo; nell’attesa di ricevere la sentenza, decisa dalla preside, speranzose che potesse capire che quanto accaduto era stato solo un equivoco.
Ebbene dalla porta uscì lei… la preside… con uno sguardo quasi di ghiaccio e con voce austera, ci informava della sua decisione:
“Vincenzo, sebbene tu sia da quasi un anno in questa scuola, sebbene tu abbia mangiato le uova dei “CONILCINI” (che sono un incrocio fra un coniglio e un pulcino), non sapendo che fossero uova di animusi, hai recato un danno a questa scuola, pertanto con gli altri insegnanti abbiamo deciso che sarai ESPULSO!”
Io e Miriam abbiamo cercato di spiegarle che quelle uova erano piccole come confetti e lui le aveva scambiate per tali. D'altronde Vincenzo non sapeva che quelle erano uova di conilcini, ma lei ci ha ignorato. Ormai non c’erano più uova, erano state tutte mangiate si sarebbe dovuto aspettare l’anno successivo per vedere di nuovo quei piccoli animaletti, poiché nascevano solo nei giorni vicini alla Pasqua.
In quel momento tutti e tre ci guardammo negli occhi e iniziammo a piangere.
Tornati in camera trovammo due ragazzi del terzo anno che aspettavano Vincenzo per aiutarlo a portare via i bagagli, ci abbracciammo forte e lui andò via.

Scosse da quanto accaduto, eravamo sedute sul letto nella nostra camera, in lacrime, e in quel momento notai una crepa sul mio uovo: il mio animusi stava rompendo il guscio. Ero sorpresa non avevo mai visto un animaletto così strano: un tigrospino! Aveva le sembianze di un tigrotto, era piccolo come un porcospino e la sua schiena era ricoperta da aculei. Avevo paura che mi pungesse ma poi capii che lo faceva solo quando si spaventava. Il suo musetto era buffo e quasi mi sembrava che miagolasse. Decisi di chiamarlo Pako.
Quello fu uno dei tanti giorni trascorsi ad Armonia, un giorno ricco di sorprese e di avvenimenti che mi hanno dato tante emozioni, Armonia è un mondo in cui la fantasia e la realtà si alternano quotidianamente come quella volta in cui…
Ma questa è una altra storia!!  

martedì 21 agosto 2018

La Melodia della Luce e dell'Ombra - In uscita il 3 settembre!


Il nuovo romanzo è già disponibile per la prenotazione su Amazon anche in edizione cartacea

Per saperne di più su questa nuova storia, andate a curiosare sul sito ufficiale.

Vi ricordo che il primo romanzo della Saga,
La Melodia Sibilante, è in offerta a 99 cent!

Non perdete tempo, iniziate il vostro viaggio ad Armonia e prenotate subito il nuovo ebook!

Claudia 

lunedì 20 agosto 2018

La Melodia della Luce e dell'Ombra - estratto dal prologo


Il nuovo romanzo in arrivo dal mondo della Musicomagia ci riserva sorprese oscure.

Abbiamo già avuto modo di leggere insieme il primo capitolo (pagina del sito ufficiale) ma prima ci verrà dato un indizio su quello che sta accadendo altrove.
Ecco un breve estratto dal prologo:

Era sulla spiaggia, l’orca nuotava poco lontano, mentre ai suoi piedi giaceva, sedato, un grande alligatore australiano.
Si sentiva forte. La magia vorticava dentro di lei e attorno a lei. Le note della melodia creatrice vibravano cariche di potere.
Fece un respiro profondo e si preparò a compiere il grande incantesimo.
Tutto deve restare in equilibrio.”
La creazione pretende un sacrificio in cambio.”
Lontani tra i suoi ricordi risuonavano avvertimenti di insegnanti e amici che la mettevano in guardia, ma li scacciò.
Posso farlo.
Un grande bagliore esplose davanti a lei, aprendo un varco, la strada dell’onnipotenza le si dipanò innanzi.
Posso fare qualunque cosa.
Non si fermò e oltrepassò la soglia.
I due animali vennero risucchiati dalla forza creatrice e lei non dovette fare altro che imprimere la propria volontà:
Voglio creare un nuovo animusi, forte e potente.”
Il prodigio avvenne davanti ai suoi occhi e lei si sentì come una dea, la dea del mare.
Ma poi accadde.
Il turbine magico si assottigliò e prima di sparire pretese qualcosa in cambio.
Lei non aveva nulla da offrire, se non se stessa.
La magia penetrò nel suo animo, affondando con artigli impietosi e le strappò via una parte di sé.
Persa per sempre.

Non sarebbe mai più stata integra.

Che ne dite? Vi ha stuzzicato? Qualcuno ha capito di chi stiamo parlando?  
Fatemi sapere.
Claudia

domenica 19 agosto 2018

Chiodi Alessia - Giacalone Alice - Dalla scuola D'Azeglio di Genova


Chiodi Alessia


Eva era appena arrivata nella nuova scuola, davanti a sé si ergeva un cancello altissimo impreziosito da decorazioni a forma di chiavi di violino, note musicali e pentagrammi, solo guardandolo poteva immaginare bellissime melodie; entrò attraverso il maestoso cancello e da lì cominciò a capire che la sua esistenza sarebbe cambiata.
Appena entrata non ebbe nemmeno il tempo delle presentazioni reciproche che subito le consegnarono un uovo. Le dissero che per farlo schiudere doveva suonare una melodia adatta, con il flauto.
Eva non aveva idea di come si facesse a suonare un flauto e quindi si iscrisse a delle lezioni per imparare a suonare.
Eva prendeva sempre brutti voti e così si arrese e mise da parte l'uovo, passò molto tempo e lei era sempre più amareggiata continuava a prendere lezioni ma con scarsi risultati sembrava proprio che lei e le note non andassero d'accordo...
Un giorno chiese al professore perché non riuscisse a suonare il flauto; il professore rispose che doveva metterci più impegno, doveva trovare l'armonia tra lei e la musica, doveva sentirla dentro il cuore e dentro la sua anima.
Eva era molto arrabbiata e sola, così si mise a suonare il flauto ancora una volta, la sua rabbia era un sentimento cosi forte che riuscì a sfiorare la sua anima, così come per magia riuscì a far schiudere l'uovo; una volta schiuso andò elettrizzata dal professore e gli fece vedere la creatura che ne era uscita.
Il professore le disse che l’animusi era diverso da tutti gli altri; lei sapendolo andò depressa nella sua stanza.
Eva non ne poteva più, dopo tutti quegli sforzi il suo animusi non era uguale agli altri; era furiosa.
Dopo un po’ che accarezzava la sua creatura si accorse che aveva delle doti sovrannaturali ed era felicissima.
La creatura sapeva volare, difendeva il suo territorio, non si alimentava della musica ma di semplice cibo e per Eva era la creatura più bella del mondo.
Tutti la prendevano in giro perché il suo animusi era diverso dagli altri, ma a lei non importava affatto.
Eva continuava a frequentare le lezioni per cercare di migliorarsi.
Durante una lezione a scuola arrivò un nuovo alunno si chiamava Alex e fu amore a prima vista.
Lei si considerava molto brutta ma per Alex non era così.
Un giorno ad Eva caddero tutti i libri e Alex con un'abile corsa andò da lei e la aiutò a raccoglierli fu così che i loro sguardi s’incrociarono magicamente, lui la aiutò a raccogliere tutto e successivamente decise di accompagnarla fino al suo dormitorio. Parlarono molto di molte cose, del perché erano lì, della loro passione per la musica, da dove venivano, ma poi arrivò il momento di salutarsi e non appena si abbracciarono le loro labbra si sfiorarono, non riuscirono a controllarsi e si baciarono.
Dopo tutto quella nuova scuola non era così male; lei non lo diceva solo perché aveva incontrato Alex, ma perché fin dall'inizio pensava che sarebbe stata una a cui piace la musica.
Nonostante tutto, il suo animusi continuava a crescere e dopo un po' che come per magia diventò come gli altri.
Così Eva a trent'anni divenne maestra di quella scuola ed era molto felice, mentre Alex la aiutava nelle correzioni delle verifiche e aiutava quelli in difficoltà.
Eva era la donna più felice del mondo e non si vantava di esserlo.



Giacalone Alice


Questa sarebbe stata una giornata piena di emozioni, pensava Alice mentre guardava il finestrino della sua auto.
"Dai, biscottino, ti vengo a prendere più tardi" disse il papà di Alice guardandola orgogliosa.
"Ok, papi, ci vediamo più tardi" disse Alice continuando a sorridere dalla gioia.
Solcando il cancello della scuola, Alice si sentì fiera e orgogliosa di se stessa e appena vide la sua migliore amica diventò ancora più felice. Gloria era la migliore amica di Alice dalle elementari, lei capiva Alice e Alice capiva lei .
"Ciao a tutti , mi chiamo Bianca Fantalino, tanti mi conoscono già, ma per chi non mi conoscesse io sono la preside di questo istituto e spero che vi piaccia il laboratorio guidato da me e dal mio collega non che vostro professore. Ora credo proprio che possiamo iniziare il giro!" Disse la preside.
Dopo questo discorso Alice si avvicinò a Gloria e così iniziarono a parlare delle vacanze, appena terminate. Il professor Salomone li porto in tante aule strane come l'aula delle margherite o quella dei sogni oppure quella dei respiri. Salomone li portò anche in tanti laboratori come quello del biologo o quello del musicista. Alice aveva una strana sensazione, non capiva il perché di tante cose, ma non sapeva che le cose più strane dovevano ancora succedere.
Dopo un po’ di tempo il professor Salomone arrivò con tante uova colorate e di misure bizzarre. Alice era sempre più confusa ma entusiasta.
"Venite alla cattedra e prendete l’uovo che vi rispecchia di più" disse il professore.
Alice penso al colore dei suoi capelli e dei suoi occhi, dopo un po’ di secondi Alice andò a prendere l’uovo azzurro e blu che si trovava sulla cattedra.
"Bellissima scelta" disse il professore guardando Alice.
"Grazie" rispose Alice.
Dopo che tutti ebbero preso il loro uovo, il professore diede un flauto ad ogni studente.
"Quando sarà il vostro turno suonate una melodia con il flauto che vi ho dato, per prima suonerà la signorina Florenti Gloria".
Era arrivato il momento di Alice, arrossì subito ma coraggiosamente iniziò a suonare una melodia.
Dopo aver finito il giro il professor Salomone disse "Oggi avete finito i laboratori, portate l’uovo a casa e vedrete che alla fine vi piacerà molto la sorpresa che ci sarà dentro".
Alice era molto entusiasta di questo "uovo colorato", non vedeva l’ora che si schiudesse.
Alice e Gloria si salutarono e ognuno prese la strada che portava alla propria casa.
Un po’ di giorni dopo, Alice sentì uno scricchiolio che veniva dalla sua camera. Appena entrò in camera sua, Alice vide un animaletto che usciva dall’uovo poggiato sul comodino. Andò sul letto a sbirciare, "Non c'è niente!?" disse un po’ impaurita.
Ad un tratto Alice si sentì una zampetta, piccola e pelosa, che le toccava il piede.
Alice prese coraggio e si girò piano... anzi... pianissimo. Alice vide un animaletto dalla faccia dolce e pelosa come un peluche e subito lo prese in braccio, e come un migliore amico, si affezionò.
Quando Alice rivide il professor Salomone gli chiese a quale specie appartenesse l’animale così dolce e affettuoso.
E lui le diede delle spiegazioni brevi che fecero capire subito che cosa fosse. A quel punto Alice pensò ad un nome da dare al suo animusi.
"Lo chiamerò Nuvola come il colore del suo pelo" disse con molta convinzione.
Dopo un po’ di tempo Nuvola, come tutti gli altri animusi, era cresciuta e ...
"DRIN… DRIN… DRIN..."
"Alice, svegliati che devi andare a scuola. Farai tardi per il giorno dell'orientamento!" disse la mamma di Alice.
"Mamma? Ma io stavo... "
"Stavi sognando."
"UFFA… era tutto un sogno!"

THE END

Questi e altri racconti nella raccolta:
(ebook gratis)

Buona lettura
Claudia

martedì 14 agosto 2018

Offerte estive!

A soli 99 cent! 



che va ad aggiungersi a 

Quindi, forza, immergetevi in queste due magiche avventure!

Buona lettura
Claudia ^_^

domenica 12 agosto 2018

Basso Simone - Barchi Greta - racconti


Dalla scuola D'Azeglio

Basso Simone

Una giornata ad Armonia

Arrivai alla scuola per le otto, ma non c'era nessuno, perché la scuola era iniziata da qualche giorno.
A illustrarmi l'edificio, molto vasto, fu la Preside, dato che gli insegnanti stavano facendo lezione.
La Preside, sulla settantina, aveva una faccia familiare ma non le diedi conto e proseguimmo, fino al condurmi nella mia stanza: era spaziosa e aveva due letti, quindi supposi di essere in stanza con qualcuno.
Dopo aver messo a posto i vestiti e gli oggetti che mi sarebbero serviti per l'anno, bussò alla porta il Prof. Filippo, alto e snello. Mi condusse nella stalla al di fuori dell'edificio, per scegliere il mio animusi, ma, dato che nel tempo si erano tutti schiusi, non potei assistere alla sua nascita. Questo mi dispiacque un po', però ne scelsi uno comunque: era un topogallo verde e blu, molto carino.
Pian piano si avvicinò l'ora di pranzo, e, non avendo fatto ancora amicizia con nessuno, mi sedetti in un tavolo da solo. Pochi minuti prima del pasto mi si avvicinarono tre ragazzi che si sedettero accanto a me. Ci presentammo e di lì a poco diventammo amici. Si chiamavano Marco, Alice e Giulia. Erano molto simpatici e nel nostro chiacchierare scoprii che il mio compagno di stanza era proprio Marco. Dato il mio interesse, chiesi ai ragazzi di parlarmi di ciò che sapevano sulla scuola e le regole da seguire. Di lì a poco arrivammo a parlare della Preside Orchestri: io non sapevo, fino a quel momento, come si chiamava, ma quando sentii quel nome, pensai subito a mia nonna che era scomparsa qualche hanno prima; si chiamava proprio Orchestri. Poi, quando ci pensai un po' su, mi resi conto che quel viso familiare era simile a quello di mia nonna.
Ne parlai con i miei nuovi amici, e decidemmo di arrivare in fondo a questa faccenda, e Marco propose:
- Che ne dite di andare nel suo ufficio stanotte? I dettagli del piano li potremmo approfondire durante l'ora della Prof. Gabaldi, che per fortuna è anziana e non se ne accorgerà!
Giulia gli diede una specie di pacca sulla spalla per quello che aveva detto sulla Prof., ma poi ci ridemmo su e decidemmo che andava bene.
Finita la pausa pranzo, ritornammo nelle classi e ci sedemmo vicini.
Ci scambiammo i piani e decidemmo che, alle ventitré, orario in cui tutti dormivano, saremmo andati nell'ufficio. Ci saremmo visti di fronte alla sala pranzo alle ventidue e quarantacinque.
Finite le lezioni andammo a cena e modificammo gli ultimi dettagli su quello che avremmo fatto.
In seguito, andammo nelle nostre camere, e, appena spente le luci entrammo in azione: eravamo tutti nel punto prestabilito e decidemmo di iniziare l'operazione.
Salite le scale vedemmo la luce di una torcia e ci spaventammo, pensando che fosse un professore. Per fortuna era solo uno studente che andava in bagno, e una volta che se ne fu andato, continuammo il nostro cammino.
Marco:
- Ragazzi, l'ufficio è qui ...entriamo?
Provammo ad aprire la porta ma era chiusa.
Allora Alice propose:
- Io sono appassionata dei film gialli, e di solito la chiave è sotto il tappetino davanti la porta.
Guardammo e trovammo la chiave.
Io:
- Grande!!!
E tutti in coro:
- Shhh! - e io mi scusai.
Una volta entrati chiudemmo la porta dietro di noi, e iniziammo a cercare tra i documenti della Preside.
-Trovato - disse Marco e ci fece vedere un foglio dove c'era scritta la verità: la Preside era mia nonna, ma perché nascondermelo?
Nel tempo che pensai questo si sentì qualcuno che aprì la porta: era la Preside; noi le raccontammo tutto e lei si mise a piangere scusandosi.
- Volevo dirtelo, ma alla (sigh) fine dell'anno - disse - appena ti ho visto (sigh), ti ho riconosciuto subito - continuò.
Anch'io scoppiai a piangere e andai ad abbracciarla.
- Mi sei mancata tanto, perché (sigh) te ne sei andata? - dissi.
- Anche tu, tesoro mio – rispose. - Tu non lo sai, ma la nostra famiglia era povera e l'unico modo per non farvi vivere in povertà era questo. Ho chiesto io ai tuoi genitori di dirti che ero scomparsa per non farti diventare triste.
La riabbracciai di nuovo e poi ci accompagnò nelle stanze e noi ci addormentammo. Quell'esperienza mi cambiò la vita ma le promisi che non l'avrei mai raccontato a nessuno. Quello era l'inizio di un grande anno ad Armonia.



Barchi Greta

La nascita dell’animusi

Stavo entrando in classe, ero in ritardo, il prof. mi guardò male, mi diede l’uovo e mi mandò a sedere. Alla fine dell’ora, andarono tutti a mangiare. Appena finito, andai in cortile e suonai qualcosa al mio uovo.
Passarono due settimane e il mio uovo non si era ancora schiuso; preoccupata mi domandai il perché.
Così andai dal prof. e gli chiesi come mai il mio uovo non si stesse schiudendo.
Lui mi disse di suonare con insistenza perché era risaputo che gli animusi fossero particolarmente sensibili alle melodie.
Il giorno dopo mi svegliai prima del solito, andai in cortile e intonai una nuova canzone.
La sera feci lo stesso prima di andare a dormire; ad un certo punto sentii uno strano rumore, mi guardai intorno, ma non vidi niente. A quel punto capii che era l’uovo che si stava schiudendo, così andai di fretta dal prof, il quale mi ordinò, con tono severo, di andare in camera perché era ora di dormire e non di stare in giro per la scuola.
«All’uovo penserai domani!» mi disse. Ma io ero troppo curiosa e agitata, volevo assistere a tutti i costi alla nascita del mio animusi, così il prof si intenerì e mi disse che avrei potuto restare con lui. Dopo un po’ l’uovo si schiuse e subito uscirono delle piume rosa e bianche: era una cangatta ed era una femmina. La chiamai Bella, ero molto felice e anche molto emozionata.
Il giorno dopo feci vedere a tutti il mio animusi e la mia migliore amica mi disse che era bellissimo.

Allora, vi sono piaciuti? 
Questi e altri divertenti racconti potete trovarli nella raccolta
gratuita l'edizione ebook, a soli € 7.99 l'edizione cartacea.

Lasciate un commento su Amazon per premiare questi fantastici aspiranti autori!
Claudia  

giovedì 9 agosto 2018

La Melodia Sibilante - ebook gratis per qualche giorno


In attesa dell'uscita del nuovo romanzo, invitiamo tutti i nostri amici ad Armonia. (Sito ufficiale)

La Melodia Sibilante ci introduce al lungo viaggio nella Saga fantasy ambientata ad Armonia, la scuola di Musicomagia. (Link Amazon)

Giulia è una ragazza di quattordici anni e sta per cominciare una nuova vita: andrà a studiare ad Armonia e scoprirà che si tratta di una scuola davvero molto speciale. 
Imparerà incantesimi musicali per fare ogni cosa. Al suono del suo flauto potrà curare le ferite, modellare il legno, a far crescere i fiori… E nutrire i magici animusi, creature affascinanti e misteriose nate dalla magia. 
Conoscerà nuovi amici, incontrerà l’amore e scoprirà che un mistero si nasconde nel grande Lago Sussurrante: qualcosa che ha a che fare con suo nonno, ma nessuno sembra volerne parlare. 
Potrebbe essere un pericolo antico che minaccia la scuola? Giulia dovrà affrontare e domare il grande potere che cresce in lei.
Riuscirà a salvare i suoi amici e il suo nuovo e meraviglioso mondo?

La Saga è stata interamente pubblicata e comprende i seguenti romanzi sia in formato ebook che cartaceo:
La Melodia Sibilante (vol.1)
La Melodia Rivelatrice (vol.2)
La Melodia Dominante (vol.3)
La Melodia Creatrice (vol.4)
Sono disponibili due raccolte: Diana e Filippo (spin off) e I racconti di Armonia (episodi e sequel)
La Melodia Vincolante (prequel)


Scaricate, leggete, condividete e fatemi un regalo: lasciate un commento su Amazon, per aiutare nuovi amici a trovare la strada che conduce  ad Armonia! 

Claudia 

martedì 7 agosto 2018

La Melodia della Luce e dell'Ombra in arrivo a settembre - Ecco il primo capitolo



La correzione del nuovo romanzo della Saga di Armonia è alle battute finali! Posso sbilanciarmi e annunciarvi che sarà pubblicato a settembre! 

Intanto oggi, ai più curiosi e a chi non riesce più ad aspettare, propongo la lettura del primo capitolo.

Qui, sul sito di Armonia, trovate l'anteprima.

(Chi ha già letto I racconti di Armonia, lo ha trovato come sorpresa, anche se lì c'era ancora la vecchia versione del titolo "La Melodia dell'Onda")

Dovete sapere che questo primo capitolo l’ho scritto di getto appena terminata “La Melodia Creatrice”. Avevo le lacrime agli occhi e non potevo sopportare l’idea di non rivedere più Giulia e Pietro, così ho immaginato la scena che Giulia aveva appena visto, quasi tre anni fa!
E mi sembra giusto che anche voi possiate leggerla in anteprima.

Buona lettura!
Claudia 

domenica 5 agosto 2018

Chiara Benassi - Un giorno ad Armonia - Vol.2


Chiara Benassi


Chiara è stata una delle prime allieve quando lavoravo nelle scuole elementari facendo i laboratori di musica della Banda Musicale. È una ragazza deliziosa. Ha letto tutti i miei libri e ha partecipato alla raccolta 2017, ma questo racconto è indipendente a quello dell’anno scorso.
TECNO o MUSIMAGO?

Chiara si trovava davanti alla Porta Verde ed era emozionatissima! Stava per iniziare i suoi anni di studio ad Armonia! Ci era stata una volta in visita e già l’adorava!
Attraversò la Porta Verde: senso di vertigini e poi la Preside Orchestri la accompagnò nel Prato Grande. In quel momento pensò che avrebbe anche potuto viverci lì: adorava quella totale immersione nella natura!
Si guardò un po’ intorno: vide il Lago Sussurrante. Aveva sentito parlare di Persi e delle sue avventure con Giulia e Pietro, i suoi beniamini!
Quando si presentò Filippo, Chiara vide che con lui c’era un’altra persona… Non ci poteva credere…!!! Era proprio Pietro!!! Si presentarono anche gli altri professori: Giorgio Verza, la Severini e infine Diana, accompagnata da… Sì, proprio da lei… Giulia!!! Chiara era al settimo cielo: avrebbe vissuto gli anni più belli della sua vita al fianco dei suoi idoli!!
La Preside Orchestri li accompagnò nelle camerate. La sua compagna di stanza si chiamava Rebecca. Era una tipa simpatica, forse un po’ troppo timida, ma Chiara si promise che avrebbe cercato di fare amicizia con lei fin da subito.
Si riunirono, poi, nella Sala Comune dove la Preside lesse le regole della scuola e Filippo diede loro delle uova: “Da questo uovo nascerà un animusi. Per farlo nascere e crescere dovrete suonare della musica di cui si nutre.”
Dopodiché Chiara decise di andarsi a sedere sul Prato Grande, vicino al roseto. Mise la borsa con l’uovo vicino a sé e suonò qualcosa con il suo flauto, poi lo posò e iniziò a cantare…
La sua voce volò lontano, portata dal vento e arrivò alle camerate, dove un ragazzo stava finendo di sistemare le proprie cose. Attirato da quella voce melodiosa, uscì e la seguì fino ad arrivare dove era seduta Chiara. Lei non si accorse di nulla, fino a quando non finì di cantare.
“Sei bravissima!”. Lei si voltò di scatto: non si aspettava che qualcuno potesse sentirla.
“Grazie!” disse leggermente imbarazzata. “Tu chi sei?”
“Riccardo, ma chiamami Riki.”
“Piacere, io sono Chiara. Siediti!” ma appena finì la frase, sentì uno scricchiolio provenire dall’uovo. “Si sta schiudendo!!”
“Di già?! Portiamolo da Filippo! Aveva detto che lo avremmo trovato nelle stalle.”
I due corsero fino ai recinti, cercando di tenere l’uovo il più fermo possibile. Nelle stalle, però, trovarono Pietro che cercò un posto sicuro per l’uovo tra la paglia, disse ai ragazzi di non muoversi e andò a chiamare Filippo.
A Pietro era parso strano che l’uovo si stesse già schiudendo e, quando lo disse a Filippo, anche lui ebbe la stessa sorpresa.
Chiara passò quelle ore con un’ansia peggiore di quella che aveva provato all’esame di terza media, che non era stata poca, poi, dopo due ore da quando erano arrivati lì, una piccola testolina gialla spuntò dall’uovo. Chiara si ricordava perfettamente la descrizione di Filippo nei libri che aveva letto: era un topogallo femmina! “La chiamerò Lady!”. Riccardo si voltò a guardarla: “Come fai a sapere se è maschio o femmina?” e lei gli rispose con naturalezza: “Perché le femmine sono gialle o rosa, mentre i maschi sono azzurri o verdi.”
Tutti la guardarono sorpresi, soprattutto Filippo e Pietro, e lei spiegò: “Ho letto qualche libro, prima di venire qui…” e scoppiarono tutti a ridere.
Quella sera, Pietro raccontò a Giulia quello che era successo e anche a lei parve strano, poi si ricordò di aver sentito qualcuno cantare. Decise che avrebbe parlato con Chiara il giorno dopo.
Nel frattempo Chiara stava nella sua stanza e parlava con Rebecca di Riccardo. “È davvero carino.” disse Chiara. “Però è anche misterioso. Lo avevo notato quando avevamo visitato la scuola, perché, come hai detto tu, è davvero carino, ma stava sempre in disparte” rispose Rebecca. “Sei riuscita a vedere i suoi occhi?”.
“Sì, azzurro ghiaccio. Li adoro!! È un gattufo, vero?” disse Chiara riferendosi al piccolo animusi di Rebecca che si stava divertendo con Lady.
“Sì, l’ho chiamata Kitty.”
“Carina!!”
“Ti ho sentita cantare oggi. Sei bravissima!”
“Grazie!” rispose Chiara, senza l’imbarazzo che aveva provato, quando quel complimento glielo aveva fatto Riccardo, semplicemente perché non era abituata a riceverne dai maschi.
“Va beh, buonanotte!” le disse Rebecca.
“Notte!” rispose lei, ma si addormentò diverse ore dopo.
La mattina seguente, dopo la ginnastica, andarono nella Sala Comune a fare colazione e furono consegnate loro le divise. Chiara suonò un po’ per Lady e poi andò in aula.
Quando fecero l’appello si rese conto di essere in classe con Rudy!! Il figlio di Giulia e Pietro!! Lo guardò e notò che assomigliava davvero un sacco a suo padre. Cavolo…! Era la sua fotocopia! Tranne gli occhi, quelli erano di Giulia.
Dopo pranzo avevano gli allenamenti, lei non era una grande sportiva, quindi decise di non praticare nessuno dei due sport, ma Rebecca adorava la pallavolo, perciò aveva chiesto di entrare nella squadra della Pallasuono, ma andò comunque a vederla giocare.
Poco dopo si sentì chiamare da una voce maschile: Riccardo. “Vedo che ami lo sport come me.” disse lui ironicamente. Chiara rise: “Ero convinta di vederti giocare a Tornado.”
“E invece eccomi qua. Come sta il tuo topogallo?”
“Bene. Il tuo uovo si è schiuso?”
“Non ancora, ci sto lavorando.”
Chiara rise di nuovo. Quel ragazzo misterioso dagli occhi di ghiaccio riusciva sempre a farla ridere. Anche per questo lo adorava!
“Mi piace sentirti ridere.” le disse come se avesse percepito i suoi pensieri. “Io non ho avuto un’infanzia, diciamo, allegra.”
“Perché?”. Lui non rispose e lei lasciò stare.
“Ti va di andare al lago?” le propose ad un certo punto.
“Lo sai che è abitato da un serpesce, vero?”
Lui annuì.
“Bene, andiamo!”
Quando arrivarono al lago, un serpesce, troppo piccolo per essere Persi o Drago, gli corse incontro. “Ciao! Tu devi essere Piccolo!” disse Chiara e, come risposta, lui le girò intorno. “Conosci davvero tutti qui!” le disse Riccardo, lei sorrise e si sedettero sulla spiaggetta.
Dopo un po’ che erano lì, furono raggiunti da Rebecca la quale disse a Chiara che Giulia la stava cercando. Allora lei si alzò e corse verso il campo sportivo.
Chiara trovò Giulia abbastanza facilmente e poi si diressero verso il roseto.
“Io credo che tu possieda un potere che qui nessuno ha o ha mai avuto.” le disse Giulia senza girarci tanto intorno.
“Che tipo di potere?” chiese Chiara.
“La tua voce. Qui tutti i Musimaghi fanno magie suonando il flauto, ma tu hai fatto nascere il tuo topogallo prima del tempo, credo proprio cantando. Voglio provare una cosa.” disse Giulia porgendole un pezzo di legno. “Puoi farmi una scala?”
Chiara soddisfò la richiesta e vide quel pezzo di legno cambiare forma sotto i loro occhi. “Come pensavo: tu hai un nuovo potere che potrebbe essere molto utile qui. Ne parlerò con la Preside e dovrai imparare a controllarlo.”
“Spero di riuscirci… Non sono mai stata molto brava nel controllo delle cose in generale.”
“Stai tranquilla. Ti aiuterò io.”
Detto questo Giulia andò verso l’ufficio della Preside.
La sera Chiara raccontò tutto a Rebecca: “Ma ti rendi conto?! Io ho un nuovo potere!!”
“Sono riuscita a parlare con il bel tenebroso.” disse Rebecca per cambiare discorso.
“Bel tenebroso?”
“Riccardo! Non è carino, è bellissimo!”
Chiara sorrise, ma non disse niente. Anche a lei piaceva da morire, ma non voleva turbare l’entusiasmo dell’amica.
Appena si fu messa a dormire, sentì bussare alla finestra. Si mise a sedere sul letto e vide Riccardo che le faceva segno di uscire. Lei non sapeva cosa fare: da una parte non voleva infrangere le regole, ma dall’altra voleva uscire con lui…
Alla fine decise di uscire. Aprì lentamente la finestra per non svegliare Rebecca, lui le prese la mano e la aiutò ad oltrepassare il davanzale, poi corsero fino al lago.
Il cielo era pieno di stelle e le due lune si riflettevano nell’acqua. “È tutto così romantico!!” pensò lei da sfrenata sognatrice quale era.
Quando arrivarono alla spiaggetta lui si sedette e lei accanto a lui, ma poi Riccardo fece qualcosa che non si sarebbe mai aspettata: la prese in braccio e la fece accomodare sulle sue gambe. Lei non disse niente e ringraziò, col pensiero, il buio della notte che nascondeva il suo rossore.
Lui la guardò, come se la studiasse, ma lei stranamente non si sentì a disagio: aveva uno sguardo che le infondeva sicurezza, così si perse in quell’azzurro infinito, che, col buio, sembrava un po’ più scuro; poi spostò lo sguardo sui capelli lisci e biondissimi, leggermente mossi dalla brezza notturna. Non poté resistere e gli passò una mano tra i capelli. Lui chiuse gli occhi e seguì quella carezza.
Riccardo affondò il viso nel collo di lei e inspirò profondamente: “Sai di mare!” le disse, poi si tirò su di scatto e la guardò seriamente: “Prima di decidere se volermi o no devi sapere una cosa. Ti ricordi quando ti avevo detto che non ho avuto un’infanzia allegra?” Chiara annuì “Tu mi avevi chiesto il perché e io non ti ho risposto.” Lei annuì di nuovo “Ecco… io…” Sembrava in imbarazzo, infatti abbassò lo sguardo. Allora Chiara gli prese il mento tra le dita e lo costrinse a guardarla: “Ehi! Puoi dirmi tutto quello che vuoi. Non devi sentirti a disagio.” Allora lui fece un respiro profondo e le disse: “Il punto è che tu mi piaci, davvero, ed è per questo che è difficile dirtelo.”
“Allora dimmelo e basta!”
“Bene, ma non ti farà piacere.”
“Riki, che succede?”
“Io… sono un Tecno.”
“Cosa?!” Chiara ebbe l’istinto di alzarsi e scappare, ma non lo fece. Non sapeva neanche lei il perché, ma qualcosa nella sua mente le disse di non fuggire e lui ne fu stupito.
“E che ci fai ad Armonia?”
“Sono scappato da Alfa Uno, perché lì non ci sono colori, è tutto così… triste.”
Lei lo guardava con tenerezza. “Come mai non scappi?” le chiese.
“Perché dovrei? Sto bene qui con te.”
Lui alzò lo sguardo stupito e poi lo fece scorrere dagli occhi di lei alle sue labbra: “Quanto vorrei baciarti!”
A queste parole lei si allarmò: “Non ho mai baciato nessuno! Potrei non esserne capace…”
“Nemmeno io.” le disse a poca distanza dalle sue labbra.
Lui appoggiò le sue labbra a quelle di Chiara e lei sentì un brivido correrle lungo la schiena. Le sue labbra erano morbidissime e quello era il bacio più dolce della sua vita e non solo perché era il primo… Avrebbe voluto che durasse per sempre, ma poi lui si staccò e la guardò con finto rimprovero: “E tu non avresti mai baciato?” Lei rise.
“È stato terribile, vero?” chiese lei un po’ preoccupata.
“Scherzi?! È stato bellissimo!!”
Lei sorrise, si appoggiò a lui: “Ti amo.” gli disse. Lui si girò verso di lei: “Anche io. Non sai quanto. Sai all’inizio credevo di essermi innamorato di te solo per la tua voce, ma poi, tutti i momenti che ho passato con te sono stati un’emozione indescrivibile e ho capito che non è stata la tua voce a farmi innamorare di te, ma proprio tu…”
Chiara sorrise: “Hai fatto bene a venire via da Alfa Uno. Tu non c’entri niente laggiù… Sei come una macchia di colore in mezzo alla nebbia.”
“Vedi perché ti amo? Riesci a trasformare tutto in qualcosa di così fantastico solo con una frase.”
Lei sorrise, poi si girò verso il Lago Sussurrante ed ebbe un sussulto: la Luna rossa stava per tramontare, segno che avevano ancora poche ore all’alba e, di conseguenza, alla campana.
Si alzò di scatto dicendo: “Dobbiamo tornare velocemente in camerata! Tra poco si svegliano tutti!!”
Si alzò anche lui e corsero verso le camerate. Si fermarono davanti alla finestra di lei e lui, prima di lasciarla andare, le rubò un altro piccolo bacio veloce, la aiutò a scavalcare il davanzale e poi raggiunse la sua camera.
Prima di addormentarsi, Chiara ripensò a quello che era appena successo e sperò con tutto il cuore che non fosse stato solo un sogno…

Allora, vi è piaciuto? Questo e altri divertenti racconti potete trovarli nella raccolta "Un giorno ad Armonia - Vol.2" - gratuitamente in edizione ebook, a soli € 7.99 l'edizione cartacea.
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Claudia  

venerdì 3 agosto 2018

Un regalo di mezza estate

Dal mondo della Musicomagia, in occasione del "compleanno" della Melodia Sibilante (4 anni!), ecco a voi, GRATIS, il romanzo: "La Melodia Vincolante". 
(In offerta per pochi giorni, approfittatene!)


Ed ecco alcune card, per invogliarvi alla lettura 😉








Che ne dite?

Fatemi sapere se vi è piaciuto!
Claudia 💖

giovedì 2 agosto 2018

Sei un topogallo o un aquilupo? Scopri che animusi sei 😊



Ecco un test divertente della personalità. Potete guardare il video o leggerlo con calma sul sito ufficiale della Saga di Armonia. Lì trovate anche il file PDF da scaricare con le domande e i risultati.
Condividetelo con i vostri amici e invitateli ad Armonia.

E ora un po' di pubblicità:

La Melodia Sibilante è il primo romanzo della Saga (Link Amazon)
A Prima Vista è un racconto indipendente e GRATUITO ambientato ad Armonia (Link Amazon)

Buon divertimento! 
Claudia 😃