Ecco due nuovi racconti dalla scuola D'Azeglio di Genova.
Potete trovarli, insieme a tanti altri, nella raccolta: Un Giorno ad Armonia - Vol.2
Cambiaso Bianca
La nascita del mio animusi!
Io mi chiamo Charly e ho vent’anni. Qualche anno fa studiavo nella
scuola di “Armonia”, su un pianeta in un mondo parallelo alla
Terra.
Una mattina di ottobre del primo anno delle superiori, mi alzai alle
7:00, come sempre. Svegliai Monica, la mia migliore amica, ci
vestimmo, poi prendemmo le nostre uova magiche e, uscendo ci avviammo
per la sala comune a far colazione.
Io stavo per sedermi vicino a Gaia, una nostra compagna di classe, ma
Monica mi afferrò un braccio e mi trascinò verso un tavolino
solitario: sembrava preoccupata.
In quel preciso istante, mi disse: “Charly, credo che il mio uovo
si stia per schiudere. Che cosa devo fare?”
Presa dal panico, le consigliai di portarlo a Janet, la professoressa
(tra l’altro la mia preferita) che ci aveva affidato le nostre
uova, per farglielo controllare.
Andammo alle stalle e Janet auscultò l’uovo con uno stetoscopio,
mentre lo accarezzava: l’animusi che conteneva stava bene,
ma non era ancora pronto per venire alla luce; protetto dal suo
guscio, si era solo mosso un po’. Così tornammo a fare colazione e
poi andammo in aula.
Nel primo pomeriggio, sentii degli scricchiolii, ma non mi
preoccupai, pensando che l’animusi si fosse solo mosso.
A fine giornata, io e Monica ci trovammo sul prato a
parlare, quando sentii uno scricchiolio più forte e notai una crepa
sul guscio. Corremmo come
forsennate alla stalla: Janet non c’era.
Così ci precipitammo alle camerate e, per
fortuna, trovammo la prof. nella sua stanza. Quando bussammo, lei ci
fece entrare subito. Ci disse di prendere delle coperte, perché
l’animusi appena nato avrebbe avuto molto freddo e ci disse
anche di non preoccuparci per il piccolino.
La prof. avvolse l’uovo con una coperta e bussò un paio di volte
sopra il guscio, in modo che l’animusi fosse facilitato ad
uscire.
Nel momento in cui il piccolino, o meglio la piccolina, uscì
completamente dall’uovo, ci precipitammo lì con le coperte, ma
Janet sobbalzò dallo stupore: com’era possibile? Era un animusi
da caccia, precisamente una Iegre, un incrocio tra una iena ed una
tigre, e non da compagnia, quindi non era adatta a stare con una
studentessa perché essendo un animusi selvaggio avrebbe
potuto provocare danni dentro la scuola e anche ai miei compagni.
Alla fine, la prof. trovò una giusta soluzione: la
Iegre, che io chiamai Finny, rimase nel recinto con gli altri animusi
da caccia, e lei mi consegnò un altro uovo, particolare con il
guscio verde a pois rosa e azzurri.
Mi aspettava una seconda avventura!
Decisi che appena nato il mio secondo animusi, che avrei
chiamato Lola, sarei andata ogni giorno a trovare Finny, per
fargliela conoscere, e l’avrei fatto fino alla fine della scuola.
Adesso, anche se ormai frequento l’Università, riesco sempre a
fare un salto ad Armonia, per salutarle e giocare con loro.
Mi è rimasta però una curiosità.
Com’era finito un uovo di Iegre in mezzo a tutte le altre uova di
animusi domestici?
De Mai Alessia
Io ad Armonia!
Mi chiamo Alessia, ho quattordici anni e studio ad Armonia, una
scuola di Musicomagia, in un mondo parallelo alla Terra. Sono
arrivata qui con mia cugina Miriam e il mio migliore amico, Vincenzo.
Insieme siamo inseparabili.
Miriam ha degli occhi color ghiaccio e per questo ha sempre avuto
tanti ragazzi a corteggiarla, ha dei capelli fantastici! Tutti dicono
che oltre ad avere lo stesso taglio, abbiamo anche gli stessi difetti
in comune! Lei è affettuosa, solare, imprevedibile come me: proprio
come me si caccia sempre nei pasticci!
Vincenzo è il mio migliore amico. È molto magro, ha degli occhiali
grandissimi che gli coprono mezzo viso e un ciuffo cangiante che da
castano diventa biondino; è simpaticissimo, divertente e anche lui è
un gran “combinaguai”. Insomma, siamo un trio davvero con i
fiocchi!
Una mattina, ci siamo recati da Filippo, il mio insegnante preferito;
lui ha una voce talmente calda che mi fa sentire sempre “a mio
agio”. Adoro i suoi piccoli gesti che sanno rendermi sempre felice.
Appena arrivati alle stalle, ci ha indicato quali tra le varie uova
potevamo scegliere. Ero così emozionata che non facevo altro che
riempire di domande Filippo:
“Cos’è? Cosa c’è nell’uovo? È
pericoloso?”
Filippo mi spiegò:
“Ma no! Non è pericoloso! L’uovo che hai scelto è un animusi
da compagnia, stai serena!”
Così per avere un’idea chiara ce ne ha fatto vedere alcuni. Super
elettrizzata, gli ho chiesto:
“Posso scegliere il colore?
“Ma certo!” Ha risposto lui con la sua voce calda.
Dopo circa un’ora siamo usciti tutti e tre con il nostro uovo di
animusi, eravamo strafelici! Così ci siamo recati nel parco
per suonare qualcosa alle nostre uova, proprio come ci aveva spiegato
il nostro insegnante Filippo.
Verso sera ci hanno mostrato le camere, sì perché ad Armonia, ad
ogni stagione c’è un cambio di posizione! E così la scoperta:
Eravamo noi tre in stanza insieme!
Ero elettrizzata al solo pensiero di passare tutti quei giorni, con
le due persone che amavo da sempre, insieme al mio piccolo animusi,
che presto sarebbe nato!
Appena finito di sognare i giorni futuri ad Armonia, ci siamo accorte
io e Miriam, che Vincenzo non era ancora tornato. Era uscito per
gironzolare intorno; allora abbiamo deciso di lasciare i bagagli e
le uova di animusi sul letto, per andare a cercarlo per tutta
la scuola.
Lo abbiamo trovato fuori dalla porta della Preside Gloria,
rannicchiato contro la parete, con le mani nei capelli, ma non
riuscivamo a capire il motivo della sua presenza li. Cosa aveva mai
potuto combinare? Ci siamo chieste io e Miriam. In che guaio si era
cacciato?
Abbiamo aspettato tutti e tre fuori la porta increduli a quanto
raccontato da Vincenzo; nell’attesa di ricevere la sentenza,
decisa dalla preside, speranzose che potesse capire che quanto
accaduto era stato solo un equivoco.
Ebbene dalla porta uscì lei… la preside… con uno sguardo quasi
di ghiaccio e con voce austera, ci informava della sua decisione:
“Vincenzo, sebbene tu sia da quasi un anno in questa scuola,
sebbene tu abbia mangiato le uova dei “CONILCINI” (che sono un
incrocio fra un coniglio e un pulcino), non sapendo che fossero uova
di animusi, hai recato un danno a questa scuola, pertanto con
gli altri insegnanti abbiamo deciso che sarai ESPULSO!”
Io e Miriam abbiamo cercato di spiegarle che quelle uova erano
piccole come confetti e lui le aveva scambiate per tali. D'altronde
Vincenzo non sapeva che quelle erano uova di conilcini, ma lei ci ha
ignorato. Ormai non c’erano più uova, erano state tutte mangiate
si sarebbe dovuto aspettare l’anno successivo per vedere di nuovo
quei piccoli animaletti, poiché nascevano solo nei giorni vicini
alla Pasqua.
In quel momento tutti e tre ci guardammo negli occhi e iniziammo a
piangere.
Tornati in camera trovammo due ragazzi del terzo anno che aspettavano
Vincenzo per aiutarlo a portare via i bagagli, ci abbracciammo forte
e lui andò via.
Scosse da quanto accaduto, eravamo sedute sul letto nella nostra
camera, in lacrime, e in quel momento notai una crepa sul mio uovo:
il mio animusi stava rompendo il guscio. Ero sorpresa non
avevo mai visto un animaletto così strano: un tigrospino! Aveva le
sembianze di un tigrotto, era piccolo come un porcospino e la sua
schiena era ricoperta da aculei. Avevo paura che mi pungesse ma poi
capii che lo faceva solo quando si spaventava. Il suo musetto era
buffo e quasi mi sembrava che miagolasse. Decisi di chiamarlo Pako.
Quello fu uno dei tanti giorni trascorsi ad Armonia, un giorno ricco
di sorprese e di avvenimenti che mi hanno dato tante emozioni,
Armonia è un mondo in cui la fantasia e la realtà si alternano
quotidianamente come quella volta in cui…
Ma questa è una altra storia!!
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