Ciao, sono Claudia, questo è il mio blog :) Invento storie e scrivo romanzi fantasy, benvenuti nel mio mondo!

venerdì 19 aprile 2024

Scuola Scafidi - 1B terzo gruppo - Un Giorno ad Armonia

   


Buongiorno, Cari Amici Lettori, ecco le storie dell'ultimo gruppo dei ragazzi della 1B della scuola Scafidi di Sarissola.  

Oggi leggeremo insieme i racconti di: Pellegrino Nicolò, Polloni Giacomo, Ratto Clara, Rebora Laura, Salvarezza Cristiano e Summa Elena.

Potete nel frattempo scaricare gratuitamente dal mio canale Telegram la raccolta dello scorso anno che contiene tantissimi racconti (qui il post per saperne di più)

(cliccate invece qui per avere informazioni sul laboratorio #armonialatuastoria)

 Pellegrino Nicolò

IL MIO PRIMO GIORNO DI VITA

In un bellissimo giorno di settembre, Federico, il mio padrone, mi prese ad Armonia, nella scuola di Musicomagia; io ero ancora in attesa di schiudermi dentro un elegantissimo uovo nero con alcune righe giallo oro. Ricordo che Federico, all’epoca, stava sempre con Nicola. Anche lui aveva un uovo, ma il suo era di un profondissimo blu scuro. Federico mi raccontò che quel giorno anche un altro ragazzo era interessato al mio tipo di uovo: fu soltanto per una questione di minuti, che Federico riuscì a prendermi con sé, in quanto il mio uovo era l’ultimo di quella tipologia.

Un giorno io riuscii ad uscire dall’uovo e vedere finalmente il mio padroncino: non mi aspettavo che il mondo al di fuori del mio guscio fosse così bello. Io ero un topogallo abbastanza basso e grassottello, da quanta musica mi aveva suonato Federico quando ero ancora nel mio uovo. Avevo delle zampette da gallo di un bell’arancione acceso, un corpo a forma di topo grigio scuro, una coda lunga e piumata e al posto della bocca, avevo un graziosissimo beccuccio giallo.

Appena uscito dall’uovo non vedevo l’ora di giocare con Federico: ero troppo agitato e felice!

Al pomeriggio andammo in camera e io mi riposai nella mia cuccetta nuova: era comodissima!

Più tardi, dopo la lezione di ginnastica, corremmo immediatamente ad assistere alla nascita dell’animusi di Nicola: quel matto lo chiamò Gianni! Era un aquilupo, magro e alto; aveva due enormi ali pelose che gli spuntavano dalla schiena, quattro possenti zampe e una folta coda come quella di un lupo. Era appena nato, ma da subito sembrava molto coraggioso e pronto a cacciare qualunque preda. Dopo aver fatto amicizia con Gianni ci recammo tutti quanti alla lezione di pattinaggio.

Non sapendo pattinare, Federico e Nicola si unirono al gruppo dei principianti: quante cadute quel giorno, poverini!

Finalmente giunse il tanto atteso momento della cena: dopo aver consumato il suo pasto, Federico mi suonò una dolce melodia che mi saziò.

Alla sera in camera, prima di addormentarci, io e Gianni passammo una buona mezz’ora a rincorrerci fino allo sfinimento. Appena addormentati, però, un’ombra misteriosa si avvicinò alle nostre cucce, procedendo a tentoni nel buio, ci afferrò di soppiatto e ci mise dentro ad un sacco; io mi svegliai immediatamente e, preso dall’ansia, svegliai anche Gianni che, come me, aveva molta paura.

Quel delinquente ci nascose in un cespuglio dove io e Gianni dopo un bel po’ ci addormentammo nuovamente, pensando che i nostri padroni ci avrebbero trovato e ci avrebbero recuperato in un secondo momento, quando le acque si fossero calmate.

Alle prime luci dell’alba, finalmente, ci svegliammo dal nostro profondissimo sonno, ma ci ritrovammo ancora prigionieri. Gianni ebbe un’idea geniale: io e lui ci mettemmo ad urlare il più forte possibile, sperando di essere rintracciati. Per fortuna, dopo circa un’ora, Nicola e Federico passarono nelle nostre vicinanze e ci sentirono: che sollievo poter ritornare dai nostri padroni!

Ci riportarono subito nella nostra camerata, dove, all’istante, ci addormentammo come sassi! Durante la lezione di pattinaggio del pomeriggio, si scoprì che era stato Riccardo a rapirci, perché era ancora arrabbiato per non essere riuscito a prendere l’uovo nero ed oro: era infatti proprio lui il ragazzo che Federico aveva preceduto nella scelta dell’animusi nei primi giorni di scuola.

Il mio primo giorno di vita è stato movimentato ma bellissimo: spero di viverne altri mille come questo!


 Polloni Giacomo

UNA GIORNATA DI… MUSICOMAGIA!

Era un gran bel giorno per Pietro perché sarebbe andato in gita a teatro! Dopo essersi svegliato, si mise a preparare in tutta fretta lo zaino che avrebbe portato con sé, ma, per paura di perdere l’autobus, continuava a sbirciare fuori dalla finestra. Pietro era molto contento perché sapeva che, in gita con lui, quel giorno ci sarebbe stata anche la sua migliore amica Giulia, una ragazza carina con i capelli biondi come il sole, occhi azzurri come l’inverno, la pelle abbronzata e le mani esili.

Appena arrivò il pullman Pietro salì a bordo e riuscì a sedersi vicino a lei. Tutti e due erano molto emozionati, non sapevano cosa aspettarsi da quella avventura! Dopo un lungo viaggio arrivarono a destinazione ed entrarono nel teatro; la sala era completamente buia e, piano piano, tutti i ragazzi presero posto.

Ad un certo punto si aprì il sipario e si accesero delle luci che illuminavano una batteria, una chitarra, un microfono e un flauto. All’improvviso spuntarono quattro animusi che iniziarono a suonare gli strumenti.

Pietro disse: “Giulia ti piace lo spettacolo?”

Giulia rispose: “Sì sì, è molto bello, sono molto emozionata!”

Un topogallo dalle splendide sfumature azzurre suonava il flauto, un gattufo con il suo musetto nero e le sue zampe da uccello suonava la chitarra, un bianconiglio suonava la batteria, un canorso, tozzo a tal punto che sembrava un chow chow, cantava con il microfono.

L’atmosfera era davvero magica e tutti i ragazzi erano coinvolti dallo spettacolo.

“Giulia, Giulia guarda il soffitto!” Esclamò Pietro.

Stava succedendo qualcosa di inimmaginabile: il tetto del teatro si stava aprendo e, all’interno, cominciò a nevicare. Tutti i ragazzi iniziarono a guardare verso l’alto sorpresi e in pochi minuti il teatro si ricoprì di neve. Il topogallo, che, tra gli animusi, era il più dispettoso, iniziò a tirare palle di neve verso il pubblico e i ragazzi a loro volta si difesero: in un attimo diventò una battaglia a suon di musica.

Ad un certo punto però Pietro si accorse che dal palco era sparito un animusi: il bianconiglio non si vedeva più! Insieme a Giulia cominciarono a cercarlo sotto le sedie e dietro al palco, ma niente. Andarono anche fuori dal teatro, ma del bianconiglio non vi era traccia!

“L’avrà rapito qualcuno?” chiese Pietro a Giulia.

“Oh no Pietro, sarebbe una cosa terribile!” rispose Giulia.

Neanche il tempo di capire cosa stava succedendo che i due amici trovarono in terra una gemma: era il ciondolo che il bianconiglio portava sempre con sé.

“Pietro!! guarda, lì c’è una persona che va via con un sacco tra le mani!”

I due amici corsero dietro al ragazzo che sembrava molto sospetto “Hey tu, facci vedere cosa tieni nel sacco!!?”

Il ragazzo spaventato iniziò a correre e, preso dalla paura, si liberò del sacco lanciandolo in mezzo alla strada.

Pietro, preoccupato, si mise a correre ancora più velocemente per evitare che il sacco finisse sotto ad una macchina. Pietro e Giulia riuscirono a recuperarlo per un soffio e non esitarono ad aprirlo immediatamente. Dentro c’era l’animusi tutto spaventato.

Quel brutto ladro cercava di portarlo con sé per tenerlo in gabbia e farlo vedere a tutti i suoi amici, vantandosi di avere un nuovo strano animaletto.

Il bianconiglio era così spaventato che gli serviva una melodia per calmarsi. Così Pietro e Giulia lo riportarono dentro al teatro dove la battaglia di palle di neve stava continuando tra le risate e gli schiamazzi!

Fu così che Pietro si impossessò del flauto e cominciò a suonare la scala di do maggiore. In poco tempo si unirono a lui tutti gli animusi, compreso il bianconiglio!

Tutti si fermarono ed iniziarono ad applaudire: il teatro si era trasformato in un luogo magico. Pietro e Giulia si abbracciarono dalla felicità, e anche il piccolo bianconiglio tornò a sorridere vicino alla sua batteria.

Lo spettacolo era finito e tutti i ragazzi, increduli per quello che era accaduto, rientrarono a scuola. Era stata una giornata davvero di…. musicomagia!


 Ratto Clara

LA GARA DI PATTINAGGIO

Pietro si alzò dolcemente dal letto di Giulia, uscì dalla porta e andò nella stanza dei maschi, che dormivano. Pietro si diresse verso il suo letto e si sdraiò vicino al suo animusi Tobi che stava dormendo. A Pietro venne in mente che l’indomani mattina ci sarebbe stata la gara di pattinaggio su ghiaccio, ma lui non era per niente bravo, così il suo cuore iniziò a battere fortissimo. Non riusciva a chiudere occhio da quanto era agitato e la notte passò senza che lui riuscisse a dormire.

La mattina seguente era stanchissimo anche per fare l’allenamento mattutino. La preside Accordi a un certo punto disse: “Allora, siete pronti?” e tutti risposero “Sì”, tranne Pietro!

La preside disse: “Tra pochi minuti inizieranno gli allenamenti di pattinaggio”.

Pietro si avvicinò a Giulia e a Ciccio e disse: “Mi puoi aiutare con l’allenamento?” e Giulia disse: “Ma certo!”.

Allora si misero i pattini, salirono sulla pista e piano piano Pietro fece tanti miglioramenti fin quando arrivò l’inizio della gara.

Prima che la preside chiamasse i concorrenti, Pietro vide un allievo di nome Marco che scherzando gli disse con un gran vocione: “Non ce la farai mai! Sei troppo scarso”. Così Pietro al richiamo della preside scappò.

Giulia lo inseguì fin nello spogliatoio dei maschi, entrò e lo vide piangere. Si avvicinò insieme all’Animusi Ciccio e gli disse: “Perché sei terrorizzato?”, lui rispose: “Primo: ho paura di perdere la gara, secondo: ho paura di non farcela”. Appena Pietro ebbe finito di parlare, comparve la preside e disse: “Cosa succede?”.

“Niente”, rispose Giulia “Pietro pensa di non riuscire a gareggiare”.

La preside si avvicinò, tirò fuori da una tasca un piccolo flauto e suonò una melodia bellissima che diede coraggio a Pietro.

Lui si alzò e disse: “Ce la posso fare!”.

Corse sulla pista e la preside disse nel megafono: “Si faranno due giri di corsa sui pattini”.

Camilla, Giulia e Pietro erano pronti per partire quando la preside dal megafono urlò: “Pronti? 3...2...1...via!!”.

Camilla e Giulia si portarono subito in vantaggio, ma, quando suonò la campanella dell’ultimo giro, Pietro iniziò a rimontare: fece sbalordire tutti!

Mancavano pochi metri per vincere, allora Pietro iniziò a prendere velocità e VINSE!!!

Un mare di persone travolse Pietro e, quando arrivò la sua coppa, si accorse che era grandissima e di oro massiccio.

Arrivò la sera e Giulia accompagnò Pietro nella sua camera. Prima di sdraiarsi Pietro disse: “Andiamo vicino alla finestra?” e mentre si avvicinarono Pietro e Giulia videro una stella cadente ed espressero un desiderio, ciascuno il suo.


 Rebora Laura

GIULIA E LO STREGONE FANTASTICO

In un giorno come gli altri Giulia portò Ciccio nelle stalle, quando, ad un certo punto, mentre si stavano incamminando, Giulia si accorse che Ciccio era sparito! Così, molto preoccupata, corse dal professor Filippo per chiedergli se poteva aiutarla a cercare il piccolo animusi scomparso.

Iniziarono subito a cercare Ciccio, ma dopo due ore e mezza di ricerca si fece buio, così Giulia e il professore dovettero tornare nelle stanze a dormire. La mattina seguente continuarono le ricerche con l'aiuto di Pietro e Camilla. Dopo un po' Giulia notò delle strane impronte e i ragazzi decisero di seguirle.

Ad un tratto videro una figura irriconoscibile: era scintillante, aveva un cappello largo e alto, aveva due scarponi neri come il carbone, occhi azzurri e capelli scuri. Nella sua bellezza si nascondeva qualcosa di oscuro. I ragazzi molto impauriti guardarono meglio e videro che dietro quest’individuo c'era Ciccio.

Così, tremanti dalla paura, si avvicinarono piano piano, e Pietro ebbe il coraggio di dire qualcosa: "Salve signore, mi scusi, credo che quell’animusi sia di nostra proprietà. Potrebbe restituircelo per favore?"

L’uomo si girò e, con voce cupa, disse: "Io, re delle tenebre, vi ordino di fare un passo indietro!"

I ragazzi capirono che si trovavano di fronte ad un malvagio stregone, così indietreggiarono, spaventati.

"Chi è il proprietario di questo bellissimo animusi?", tuonò lo stregone.

Giulia molto impaurita rispose: "Beh sono io!"

Lo stregone rispose ridendo maleficamente: "Allora, io!!". Poi con una velocità incredibile cercò di scappare via con Ciccio, ma Pietro riuscì ad afferrare l’animusi per la coda.

Ciccio sembrava morto, perché lo stregone lo aveva avvelenato. Giulia provò a rianimarlo fino allo sfinimento, ma Ciccio non si svegliava. Pietro, nel frattempo, aveva chiesto aiuto al professor Filippo che arrivò di corsa con degli spartiti magici: la melodia avrebbe fatto risvegliare qualunque tipo di animusi.

Giulia era molto sollevata, ma voleva sapere chi era quello stregone, perché aveva preso Ciccio e, soprattutto, perché lo aveva avvelenato.

Solo molto tempo dopo scoprì che quello che aveva visto non era altro che uno stregone che proveniva dalla foresta dei Lupogatti. Lì vivevano degli animusi malvagi come i loro padroni. Insieme erano soliti cercare di rapire gli animusi di Armonia per provare pozioni e sortilegi.

Giulia da quel giorno non lasciò mai più solo il suo amato Ciccio.


 Salvarezza Cristiano

COSA È ACCADUTO A GIULIA?

Un mattino Giulia si sentiva molto strana, come se vivesse su un pianeta estraneo. Si alzò prima di Camilla che si svegliò 10 minuti dopo.

Tutti i ragazzi uscirono normalmente dalle loro camere, tranne Giulia, ma nessuno se ne accorse. Gli altri ragazzi, compresi Pietro e Camilla, pensavano che fosse andata a colazione, ma si accorsero dopo che non c’era. Allora Pietro e Camilla si misero a cercarla: controllarono nella serra e nel campo di pattinaggio, ma non la trovarono. Andarono nella sala da pranzo, ma anche qui non la trovarono. Chiamarono la preside Orchestri che stava lavorando nel suo ufficio. La preside si preoccupò’ subito, forse perché aveva capito la sensazione che stava provando Giulia.

Le ricerche continuarono. Non la trovarono da nessuna parte, così, nel frattempo, arrivò l’ora di pranzo. I due ragazzi continuavano a pensare dove potesse essere l’amica. Invece di riposarsi provarono a cercare nel lago vicino alla scuola, ma Giulia non era anche qui. La preside allertò gli insegnanti e finalmente Camilla trovò Giulia in camera svenuta. Nel panico andò a chiamare Pietro e i professori.

Tutti erano sconvolti, ma il professor Filippo diede una medicina a Giulia. La mise sul letto e la preside Orchestri suonò una melodia che la fece risvegliare. Tutti sorrisero e gridarono dalla gioia: finalmente poterono rivedere Giulia.

Quando si svegliò, si scoprì che Marco, il compagno di stanza di Pietro, le aveva dato una pozione magica, perché era geloso del rapporto che aveva con Pietro.

Tutti rimasero sconvolti e la preside espulse il ragazzo dalla scuola. Dopo la scioccante notizia tutti andarono a letto senza ansia, felici per il fatto che Giulia fosse salva.


Summa Elena

DOV’È FINITO CICCIO?

Giulia si risveglia dopo una nottata molto strana e non trova più il suo amato animusi Ciccio. Subito sveglia Camilla e poi Pietro. Si recano correndo dal professor Filippo e gli raccontano l’accaduto; così, immediatamente, viene diramato l’allarme in tutta la scuola.

I ragazzi vanno a vedere i nastri delle telecamere ed infatti notano uno strano signore incappucciato che porta fuori Ciccio dalla camera di Giulia. Tutti si mettono alla ricerca dell’animusi. Giulia va nel bosco, ma non lo trova e Camilla va nella stalla, ma senza successo.

Pietro, cercando nel prato, sente degli schizzi provenire dal lago; subito corre a vedere ed infatti scorge sul fondo Ciccio. Così cerca di aiutarlo, ma con scarsi risultati, quindi va dal professor Filippo per chiedere aiuto. Il professore prende un flauto molto particolare, perché riesce a suonare sott’acqua. Pietro si tuffa nel laghetto e suona note acute per dar forza al piccolo Ciccio. Riesce a salvarlo e riportarlo a Giulia.

Dopo aver riportato nella gabbietta Ciccio, Giulia e Camilla vanno a fare un giro in tutta la scuola, chiedendo se qualcuno avesse visto quello strano signore. Luca, un amico di Giulia, dice di averlo visto andare verso le stalle ed infatti è nascosto dietro una muccoca che dorme.

Così chiamano il professor Filippo; riescono a catturarlo ed a portarlo fuori dalla scuola dove hanno messo dei petardi. Appena li calpesta scappa dalla paura.

Non c'è che dire, Ciccio è il personaggio più gettonato, quante nuove avventure per lui: rapimenti, avvelenamenti... di sicuro sarà entusiasta dell'affetto dimostrato dai ragazzi, anche se un po' spaventato da tutte queste emozioni forti... 

Ringrazio di cuore i ragazzi della 1B per averci regalato le loro storie e aver partecipato al mio laboratorio.

Noi ci vediamo presto con altri racconti, mancano ancora due classi all'appello!

Claudia :)


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