Ciao, sono Claudia, questo è il mio blog :) Invento storie e scrivo romanzi fantasy, benvenuti nel mio mondo!

mercoledì 24 aprile 2024

Scuola Scafidi - classe 1C - secondo gruppo - Un Giorno ad Armonia

     


Buongiorno, Cari Amici Lettori, eccoci in partenza per Armonia assieme ai ragazzi della 1C della scuola Scafidi di Sarissola. 

Leggiamo insieme i racconti di: Galtieri Nora, Goffredi Emanuele, Menegatti Sara, Summa Cecilia e Signorello Gabriele.

Potete nel frattempo scaricare gratuitamente dal mio canale Telegram la raccolta dello scorso anno che contiene tantissimi racconti (qui il post per saperne di più)

(cliccate invece qui per avere informazioni sul laboratorio #armonialatuastoria)

 Galtieri Nora

Pietro era tornato nella sua camera, cercando di dormire, ma non ci riusciva perché pensava troppo… era confuso, ma sapeva di essere innamorato di Giulia.

Si lasciò cadere nel sonno, ed il giorno dopo si svegliò di soprassalto. Era più presto del solito, erano solo le 5:57; allora Pietro si era alzato dal letto e si preparò per affrontare una nuova giornata. Siccome per prepararsi aveva impiegato soltanto 17 minuti, erano diventate le 6:14.

Era ancora presto, non sapeva che fare, quando gli venne in mente un’idea: “infrangerò una regola! Andrò nella camera di Giulia!”

Allora tutto contento, iniziò a scavalcare le finestre per arrivare dalla magnifica Giulia.

Quando giunse in camera, la vide rannicchiata sotto le calde coperte. Il cuore gli batteva all’impazzata, era davvero contentissimo! Ciccio si era svegliato sentendo il respiro di Pietro. Lui si era seduto ai piedi del letto quando sentì una vocina arrivare da dentro la sua testa… “sdraiati vicino a lei e stringila forte”. Non sapeva che fare, ma Ciccio fece un gesto con la testa, come per dire: “Dai, vai che ti aspetta!”

Allora Pietro, nonostante l’ansia, prese coraggio e si mise vicino a Giulia, la sua amatissima Giulia.

Lei si stava svegliando. “Che fare?” Pensò tra sé e sé, ma ormai era troppo tardi. Giulia si svegliò, un po’ frastornata, non stava capendo più nulla!

“Perché sei qui?” chiese a Pietro.

“Avevo voglia di vederti” rispose lui con una voce tremolante.

Giulia sorrise, era contenta di vederlo, allora gli prese le mani e se le mise sui fianchi; con un filo di voce disse: “ti va di stare qui con me?” Pietro annuì contento.

Si addormentarono, quando Camilla si svegliò li lasciò dormire e disse ai professori che dovevano parlare di una cosa molto importante. Tutti loro capirono la situazione e quindi lasciarono correre la cosa.

Nel frattempo i due ragazzi si svegliarono, videro l’ora e diedero di matto; perché Camilla non li aveva svegliati?

Alzandosi, avevano visto una lettera da parte della loro amica che diceva: “Cari ragazzi, ho già avvisato i professori, spero che voi abbiate dormito bene! P.S: siete bellissimi insieme!”

Pietro pensò che fosse l’ora di dire quello che provava. “Giulia, devo dirti una cosa importante!

“Dimmi” rispose Giulia.

“Noi siamo amici giusto? Ma vorrei essere qualcosa in più di un semplice amico”.

Lei a quelle parole urlò a Pietro di uscire dalla camera, così Pietro, ferito, uscì. Rimase davanti alla porta perché era deluso.

Quando Giulia riaprì la porta, però, gli saltò in braccio, sorridendo. Pietro, confuso, la guardò intensamente per poi baciarla con passione. Combinazione, proprio in quel momento passò Camilla con Valeria, che avendo visto tutta la scena erano rimaste scioccate.

Camilla ridacchio e i due ragazzi la notarono, ma non si fecero troppi problemi quindi salutarono con gentilezza e Camilla chiese: “noi andiamo un po’ nel prato, venite?”

Giulia, che stava guardando Pietro, ridacchiò e annuì.

Tutti e quattro i ragazzi erano contenti.

Arrivati al prato iniziarono a parlare del più e del meno, e di quel bacio, quel bellissimo bacio di cui Camilla tanto parlava.

“Hey, tra poco arriveranno quelli del primo anno!” Disse tranquillamente Camilla trascinando Valeria.

Giulia era felice, curiosa e anche un po’ spaventata.

“Ma quindi…” disse Pietro con un filo di voce “… ti vuoi mettere con me?”

“Certo che sì” disse Giulia un po’ tesa, mentre apriva il suo zaino cercando il suo amato flauto, quando arrivò il pullman con i ragazzi più grandi.

Scesero tutti e Giulia era agitata, stava guardando tutti i ragazzi e le ragazze che scendevano dal pullman, ognuno con il proprio animusi, erano tutti bellissimi ma il suo Ciccio era il più bello di tutti, pensò.

Mentre faceva questi pensieri fu interrotta dalla preside che le disse: “Giulia! Vieni nel mio ufficio con Pietro tra 10 minuti!”

“Cosa è successo?” chiese Giulia preoccupata.

“Niente di brutto tranquilli!”.

Quindi dopo 10 minuti i due ragazzi andarono nell’ufficio della preside con un po’ di ansia.

“Buongiorno signora preside” dissero in coro i due.

“Abbiamo bisogno di voi! Tutto il mondo di Armonia ha bisogno di voi!” Disse la preside agitata.

“Certo signora preside, cosa sta succedendo?!” Chiese Giulia impaurita.

La preside rispose: “Armonia, ecco…”


Goffredi Emanuele

Ad armonia Giulio, Ludovica e Stefano stavano risolvendo la scomparsa degli animusi quando…


Giulio aveva 12 anni ed è un ragazzo alto e magro, con il viso liscio; era simpatico e luminoso, con i capelli corti, arruffati e ricci, di colore castano chiaro; aveva gli occhi chiari, piccoli, di colore azzurro come il cielo limpido, che esprimevano allegria e timidezza; lo sguardo sorridente e curioso; il naso piccolo e rosso come quando è congelato; era timido, amichevole, sereno e allegro, gli piaceva suonare il flauto, giocare a calcio, stare con gli amici e ascoltare la musica.

Per lui era una normalissima giornata di scuola media, giunta ormai alla fine, quando doveva preoccuparsi dell’iscrizione per la scuola superiore. Però Giulio non sapeva ancora che indirizzo scegliere allora rimase a scuola, per ascoltare i presidi degli istituti superiori, che raccontavano che cosa si faceva nelle loro scuole.

L'ultimo preside stava finendo la sua descrizione: era proprio quella la scuola dove sarebbe voluto andare Giulio! Era proprio quella di Musicomagia che si trovava ad Armonia.

Finite le vacanze estive, Giulio era in ansia di lasciare casa e di andare nella nuova scuola dove avrebbe anche dormito. Giunto ad Armonia conobbe due ragazzi di nome Ludovica e Stefano. Arrivò la preside per salutare tutti, e per dire ai genitori degli alunni che potevano salutarli per poi tornare a casa. Giulio allora andò a salutare i suoi genitori.

Dopo la preside chiamò tutti i ragazzi per far visitare loro la scuola: i dormitori, la mensa, il campo di Tornado, un gioco simile al calcio, e infine li riunì nell’aula magna per verificare che tutti avessero il flauto e per consegnare loro l'uovo di un animusi. Giulio, Stefano e Ludovica si chiesero cosa fosse un animusi e la preside spiegò loro che si trattava di un essere con le sembianze di due animali, uniti con la magia, che si nutriva di musica.

Dopo averne consegnato uno ciascuno li mandarono a cenare.

Subito dopo mangiato andarono nei dormitori e Giulio scoprì di essere in camera insieme a Stefano. La mattina seguente i tre amici si incontrarono a mensa e si raccontarono come era andata quella strana notte lontano da casa. Subito dopo andarono in classe per la lezione di biologia e dopo andarono dal maestro Marco, che insegna musica per nutrire i loro animusi.

Finita la giornata andarono nei dormitori per dormire, ma durante la notte sentirono dei rumori strani.

Quando Giulio si alzò guardò immediatamente dove aveva posato il suo uovo, ma non lo trovò.

Subito dopo sentì bussare alla porta e quando aprì vide che era Ludovica.

Giulio le domandò: “Anche tu non trovi il tuo animusi?”

E Ludovica rispose: “Sì, neanche io lo trovo!”. Allora corsero dal maestro Matteo per raccontargli l'accaduto.

Dopo aver parlato con lui, andarono tutti e tre dalla preside. Erano tutti preoccupati per la scomparsa degli animusi. Giulio dopo essere tornato nel dormitorio non riuscì ad addormentarsi, quindi passò tutta la notte sveglio.

La mattina seguente raccontò tutto a Stefano mentre si incamminavano verso la mensa, dove trovarono Ludovica triste per la scomparsa del suo uovo. Allora Giulio si avvicinò alla sua amica e le disse: “Io troverò tutti gli animusi, promesso, ma mi servirà un aiuto. Vorreste darmi una mano voi?”

Ludovica e Stefano risposero in coro di sì.

Allora iniziarono subito a cercare degli indizi e si ricordarono del maestro Luigi che li odiava, perché, quando era piccolo, il suo era nato con qualche problema e da quel momento aveva iniziato ad odiare gli animusi. Si avvicinarono al suo ufficio e sentirono il maestro confessare a qualcuno di aver nascosto lui gli animusi.

Subito dopo cercarono un modo per smascherarlo. A Giulio venne in mente di seguirlo durante la notte, così si diedero appuntamento a mezzanotte in corridoio. Seguirono la voce del maestro Luigi e arrivarono in mansarda dove c'erano tutte le uova degli animusi di tutti i nuovi alunni. Tornarono immediatamente in corridoio e andarono dalla preside per dirle dove erano le uova.

Dopo aver recuperato le uova e averle restituite a ogni ragazzo il maestro Luigi fu licenziato.

Alla fine Giulio e Stefano riuscirono ad entrare nella squadra di Tornado e Ludovica si fidanzò con Giulio.


 Menegatti Sara

Era il giorno più bello della mia vita: diventavo insegnante della scuola di Armonia.

Avevo appena preso i miei bagagli e li stavo mettendo in macchina, ero molto eccitata. Avevo già fatto l'insegnante tempo fa, ma non in una scuola come quella di Armonia che era una scuola magica, chiesi di restare lì per tutto l'anno scolastico.

Misi le mani sul volante feci un sospiro e incominciai la mia avventura.

Dopo un po' arrivai ad Armonia: non c’erano ancora gli alunni perché arrivavano dopo tre giorni.

Entrai e dopo aver fatto pochi passi e aver oltrepassato il portale arrivai nella sala dove si pranzava.

- Salve, lei dovrebbe essere la nuova insegnante di… storia della Musicomagia, giusto? - disse un uomo abbastanza alto e atletico.

- Sì, sono proprio io - risposi eccitata.

- Ah, scusi, non mi sono presentato: io sono l’insegnante esperto di animusi e mi chiamo Filippo, e lei signora?”

- Intanto mi dia pure del tu, e il mio nome è Sara.

- Bel nome ma… non so se resterai qui perché ho sentito che c'è un altro professore che insegna storia della Musicomagia.

Prima che potessi rispondere arrivò la preside che disse:

- Benvenuti professori, quest'anno abbiamo una nuova prof di storia della Musicomagia. - Fece una pausa e mi salutò.

Prima che la preside potesse dire un'altra parola, si sentì un rumore: le porte della sala si spalancarono ed entrò una signora che disse:

- Scusatemi ma sono io la prof di storia della Musicomagia!!

La preside un po' confusa disse:

- Mi scusi ma c’è stato un malinteso lei non l’ho mai vista.

Allora la signora disse:

- Visto che c’è stato un malinteso, allora io e questa nuova prof faremo una sfida: alla fine dell'anno gli studenti dovranno votare la prof preferita. E chi vincerà si terrà il lavoro invece chi perderà sarà licenziato. Che ne pensa preside?

La preside ancora un po' confusa disse:

- Ok va bene ma in questa elezione non ci sarà uso di magia, capito?

- Ricevuto! - E la donna se ne andò dicendo: - Ah me lo stavo per dimenticare, mi chiamo Alessia.

Io in tutto questo ero rimasta scioccata da questa nuova persona, non ci stavo capendo nulla, andai nella mia camera e mi addormenti subito.

I giorni seguenti passarono in fretta, fino a che non arrivarono gli studenti, quindi iniziai la mia prima lezione con quelli del secondo anno.

La preside mi aveva detto che alla fine della lezione avrei dovuto spiegare ai ragazzi tutto quello che era successo in sala da pranzo, e così feci.

I giorni passarono e un giorno mentre leggevo in biblioteca vidi Alessia che si stava intrufolando nel reparto proibito e prendeva il libro delle magie proibite, guardandosi in giro per paura che qualcuno la vedesse, suonò il flauto e sparì.

Il giorno dopo chiesi alla preside se aveva dato il permesso ad Alessia di prendere un libro dal reparto proibito, lei disse di non aver mai dato a nessuno il permesso di andare in quel posto, allora io decisi di indagare e dopo qualche settimana scoprii che voleva comandare con la mente e con il suo flauto le anime degli studenti per farsi votare alla fine dell’anno.

Allora, dopo aver raccolto delle prove concrete dissi tutto alla preside che licenziò Alessia e la mia carriera continuò lì con gli studenti e con i professori.


 Summa Cecilia

"Questa sarà una giornata speciale."

Vittoria si stava preparando per andare a scuola.

Era molto agitata... avrebbe dovuto andare a visitare la scuola di Armonia.

All’inizio non aveva saputo che scuola scegliere ma quando aveva sentito nominare Armonia aveva deciso subito di andarla a visitare.

Prima che uscisse di casa la madre le chiese: “Hai preso la folina, hai preso le gocce di FerCfol, hai fatto colazione?”

Vittoria le rispose: "Sì mamma, ho preso tutto” (sbuffando).

Vittoria non era una ragazza come tutte le altre, lei non si truccava, si vestiva sempre in modo adeguato e non era fidanzata, al contrario di tutte le ragazze della sua classe.

Sua madre non poteva accompagnarla perché doveva andare a lavorare

Così decise di andare in treno ma ne dovette prendere due e poi un autobus che la portò proprio davanti al cancello della scuola che aveva scelto… era molto emozionata, si fece coraggio ed entrò.

Si trovò subito davanti un professore che le disse:

“Buon giorno Signorina lei cosa ci fa qui?”.

Vittoria rispose un po’ spaventata: “Io… io sono Vittoria Pace e sono qui per visitare la scuola di Armonia, sono nel posto giusto?”.

Il professore rispose: “Io sono il professor Ugo Spina e insegno ad avere cura degli animusi. Sei da sola cara ragazza?”

Vittoria rispose: “Sì sono da sola, mia mamma non poteva portarmi perché doveva lavorare.”

Il professor Ugo le disse:” Ok , se hai voglia ti porto con me nella Sala Comune dove ci sono i ragazzi.”

Vittoria lo seguì e appena entrata in classe si accorse che tutti la fissavano in modo strano… tranne un ragazzo che la guardò con aria interessata e lei si sedette proprio vicino a lui: “Ciao mi chiamo Ludovico Cavo” si presentò subito.

“Ciao io sono Vittoria, piacere.”

La preside iniziò a spiegare le regole della scuola ed i metodi di studio e Vittoria si accorse che Ludovico non le toglieva lo sguardo di dosso.

Iniziarono a fare il giro delle aule e laboratori con i professori, la serra con gli orti, le stalle, le sale prova, gli spogliatoi, la biblioteca, la spiaggia e la pista di pattinaggio.

La sera tornò a casa e spiegò a sua mamma tutta la sua giornata e poi andò a dormire felice di aver scelto quella scuola.


Dopo qualche settimana giunse l’ora della partenza e iniziò a preparare le valigie. La mamma entrando in camera le disse: “Amore oggi ti accompagno io, inizio a lavorare più tardi.”

Vittoria rispose: “Mamma grazie mille non potevi farmi regalo più bello arrivo subito.”

Salirono in macchina e partirono. Ci impiegarono esattamente 40 minuti.

Arrivati abbracciò la mamma ed entrò attraverso il cancello della scuola. Tutti i professori e gli studenti la stavano aspettando. Fecero una riunione nella Sala Comune di benvenuto e poi la accompagnarono nella sua stanza.

La scuola era composta da due piani: al primo c’erano i maschi e al secondo le femmine.

Vittoria era in stanza con Andrea, una ragazza molto chiusa un po’ come lei.

Ludovico invece era in stanza con Alex un ragazzo che scherzava molto.

I ragazzi si prepararono indossando la divisa della scuola presero la pianola e si recarono nell'aula di musica dove ad attenderli c’era la professoressa che si chiamava Antonella Vatro che chiese a Vittoria di suonarle ‘Pippi Calzelunghe’ e, nonostante l’agitazione, Vittoria la eseguì tutta correttamente.

Poi chiese ad Alice se poteva andare a fare delle fotocopie di quella canzone da distribuire a tutti.

La seconda lezione fu come prendersi cura degli animusi con il Professor Ugo Spina, che spiegò come si nutrono, come giocarci ecc.

Prima della fine della lezione fece vedere agli alunni le uova e ne fece scegliere uno ad ognuno.

Il prof comunicò che la lezione era finita e che ad attenderli c’era la lezione di ginnastica con il professore Alessio Leone che li mandò a cambiarsi negli spogliatoi e diede loro dei pattini molto professionali.

Vittoria si decise ed entrò subito nella pista, dove Andrea, Ludovico e Alex la seguirono e dopo poco anche tutti gli altri compagni.

Ad un tratto Vittoria cadde per colpa della bulletta della scuola che si chiamava Irene Rossi e cadde proprio addosso a Ludovico che la prese al volo e la guardò con gli occhi innamorati. A interrompere questo momento fu la prof Chiara Severini che insegnava botanica, era molto giovane e aveva la voce da angelo.

In aula spiegò le regole da rispettare nelle sue ore: non parlare, non mangiare, non andare in bagno, e soprattutto non sbagliare niente!!!

Vittoria rimase un po’ scioccata perché pensava fosse un'insegnante brava invece era molto severa.

Poi pranzarono nella Sala Comune. Dopo si radunarono in sala prove dove provarono a creare una melodia poi fecero merenda e giocarono un po’ .

Passarono le settimane fino a quando si schiusero le uova ed uscì un bellissimo animusi: era un gattufo e Vittoria era molto felice.

Ludovico invece ebbe un topogatto, Andrea un topogallo ed ad Alex purtroppo gli morì nell’uovo prima di uscire.

Vittoria lo chiamo Scintilla, era una femmina la nutrì, ci giocò e la coccolò.

Passarono un po’ di mesi…

Ludovico chiese a Vittoria se potevano fidanzarsi e lei rispose: “Sìì!”

Arrivati a fine anno c’era l’esame e Vittoria studiò moltissimo.

Finito l’esame andò a preparare le valigie salutò i prof, i suoi amici e Ludovico.

La mamma la stava aspettando erano 9 mesi che non si vedevano, si abbracciarono forte e le presentò il suo nuovo amico Scintilla...

Vittoria era felice sapeva che un’estate stupenda l’attendeva.


Signorello Gabriele

Carlo ha deciso di andare all’Istituto Agrario Alternativo, ad Indirizzo Musicale,(I.A.A.I.M.) e le lezioni con orario provvisorio, inizieranno domani. Dovrà portare una grossa borsa per la lezione di musica.

Carlo è alto e robusto, ha i capelli bruni e occhi verdi, il suo naso è piccolo. È un ragazzo gentile, simpatico e a volte un po’ sciocco. Sua madre Marta è molto contenta per suo figlio, perché sta crescendo, inizia una scuola nuova, imparerà cose nuove e avrà nuovi amici.

Il primo giorno di scuola, Carlo si veste come sempre in tuta e arriva la mamma che dice: “Carlo sbrigati altrimenti perdi il pulmino!”

E Carlo risponde: "sì mamma mi sbrigo!”

Fa tutto di corsa e riesce a prendere il pulmino al volo.

Arrivato a scuola vede i suoi nuovi professori: uno ha i capelli rossi come il fuoco e occhi strani, simili a quelli di un drago.

Quando arrivano tutti i ragazzi, una professoressa dice: “buongiorno a tutti sono la professoressa 123 insegno matematica; non potete ancora entrare, perché non è ancora arrivata la preside! È sempre lei che apre l’ingresso il primo giorno di scuola! Scusate dobbiamo aspettare ancora qualche minuto!”

Nell’attesa i ragazzi parlano tra di loro e iniziano a fare conoscenza. Carlo vede due suoi vecchi compagni di classe e li va a salutare; sono Marco ed Emanuele.

Insieme a loro c’è una ragazza un po’ strana e silenziosa; e Carlo chiede “ragazzi, ma chi è questa ragazza che è con voi?”

I suoi amici in coro dicono: “non te la ricordi?! È Sofia la nostra vecchia compagna di classe delle medie!”

Carlo riguardandola, la riconosce e la saluta. Sofia ricambia il saluto e gli chiede: “Carlo tu conosci la nuova preside?”

Carlo risponde: “mi dispiace, ma non la conosco”.

All’improvviso si sente il rumore di un auto da corsa: è una macchina rosa, nera e rossa, da cui scende una signora molto rock forse troppo; era robusta, bassa, capelli rossi e rosa, occhi gialli come un serpente e con il naso a patata.

Questa signora dice: "buongiorno a tutti, scusatemi per il ritardo, io sono la preside GasGas!”

I ragazzi sono sorpresi dal suo arrivo e dal suo particolare aspetto! I professori tirano un sospiro di sollievo dicendo: “Fiu!”

Poi la preside accompagna i ragazzi dentro la scuola, Carlo si accorge che dentro sembra esserci il cielo, ma non è azzurro, ma blu scuro, luminoso e strano. Si dirigono poi all’interno di una stalla enorme con dentro tantissime uova gigantesche. Carlo chiede alla preside: “ma che uova sono queste? E perché si trovano qui?”

La preside risponde: “sono uova di animusi!”

Carlo, sorpreso: “sono uova di anicosa?!”

Tutti si chiedono cosa siano questi animusi.

E la preside dice: “gli animusi sono degli animali che si nutrono di musica e oggi avrete un uovo per uno da accudire”.

L’uovo di Carlo è tutto rosso sangue. Dopo averlo preso Carlo comincia a sentirsi accaldato e si mette a pensare: “non riesco a capire perché mi sento andare a fuoco”.

Poi accompagnano i ragazzi nella mensa, che è lunga e stretta. Lì mangiano tante grandi pizze e patatine fritte. Tutti continuano a fare domande sugli animusi. Dopo mangiato lì conducono nelle loro stanze e Carlo chiede: “dormiremo qui a scuola?! Senza tornare a casa?! E i nostri genitori lo sanno?!”

La preside risponde: “Si, certo lo sanno”

Poi tutti si cambiano e vanno a letto.

Carlo pensa: “incredibile, ho un uovo di animusi e dormirò a scuola; non vedo l’ora che sia domani per scoprire cosa accadrà.”

Al mattino presto sente dei rumori e si sveglia: è l’uovo che si sta schiudendo, Carlo è emozionato guarda incuriosito l’uovo aprirsi, da cui nasce uno strano animale metà drago e metà orso e Carlo pensa: “ma che cos’è? non è un uccello! ma un animale fantastico o mitologico! Forse è un dragorso, suona bene, chissà se si chiama così veramente!? Gli darò un nome lo chiamerò Kenny, anzi Kenny il guerriero!”

Al cucciolo di dragorso viene fame e inizia a volare in giro per la stanza poi drizza le orecchie e appena si accorge che la finestra è leggermente aperta vola subito fuori.

Carlo pensa: “ oh no! ora dove starà andando? Devo andare subito a cercarlo!”

Carlo lo cerca in tutta la scuola e poi lo trova dentro l’aula di musica dove alcuni ragazzi più grandi stanno provando musica con il professore dai capelli rosso fuoco. Dragorso è con la bocca spalancata, che aspira la musica e quel prof e i ragazzi lo guardano stupiti.

Poi Carlo dice: “buongiorno prof! chiedo scusa! è nato il mio animusi ed è scappato fino a qui!”

Il prof risponde: “Ciao Carlo, io sono il professore di musica Doremi! Quindi questo animusi è il tuo allora!” e Carlo: “ sì, gli ho anche già dato un nome, l’ho chiamato Kenny il guerriero!”

E il prof: “ è un nome proprio adatto perché è un animusi da combattimento! Tu forse non lo sai, ma quando nasce un animusi incrociato con un drago, significa che sono nati di nuovo anche degli stonamusi: animali che si nutrono di rumori e che se addestrati da persone malvagie possono diventare pericolosi e causare il caos!”

E Carlo: “gli stonacosa?

E Doremi dice: “ gli stonamusi! non ti preoccupare, poi ti spiegherò tutto meglio! Ora dobbiamo avvisare la preside della nascita del tuo dragorso!”

Carlo pensa: “ wow si chiama veramente come pensavo!”

Vanno dalla Preside Gasgas e la informano del dragorso e la preside: “dobbiamo subito iniziare ad allenare dragorso e Carlo per combattere contro gli stonamusi”

Il Dragorso al suono di quella parola, sbuffa arrabbiato e starnutisce, dal naso gli esce una lucina e poi ci sono tante piccole esplosioni. La preside guarda il prof Doremi e gli dice: “devi insegnare a questo ragazzo come preparare il suo animusi a combattere contro gli stonamusi!”

Carlo tutto preoccupato chiede: “io? combattere insieme a Kenny? Io non sono in grado né di combattere né di insegnare a farlo! Io non sono per niente coraggioso fatelo fare a qualcun altro!”

E la preside risponde: “ se il dragorso è arrivato a te significa che solo tu puoi aiutarlo a combattere, lui ha scelto te! Quindi vuol dire che sei molto più forte e coraggioso di quello che pensi!”

Carlo dice: “ ho paura, ma se non c’è altra scelta lo farò! E farò del mio meglio, ma non vi assicuro di essere in grado di farlo!”

Gasgas dice: “Professor Doremi, affido a te i nostri combattenti!”

Carlo: “ Al prof Doremi?! E cosa c'entra con la musica? Come mi può insegnare a far combattere Kenny il guerriero?”

E la preside: “Non sai ancora che il prof Doremi insegna anche ad allenare gli animusi e a farli combattere ed è pure famoso per questo?! Cominciate l’allenamento!”

Il prof e Carlo vanno ad allenarsi.

Passano molti mesi in cui Carlo e kenny si allenano duramente ogni giorno. Poi a scuola arriva un nuovo studente, che è molto prepotente con tutti, e vuole essere il migliore in tutto; in poco tempo diventa geloso di Carlo, perché è amato e ammirato da tutti!

Così il nuovo studente di nome Venom decide di cercare uno stonamusi per allenarlo a combattere e sfidare Carlo con il suo animusi. Trova lo stonamusi che era metà tigre e metà falco, un faltigro, tutto rosso e con gli occhi verdi e spaventosi; Venom lo chiama Carnage. Questo faltigro è sempre affamato e mangia ogni minimo rumore che sente. È stato difficile per Venom allenarlo, ma con molta pazienza e con la voglia di battere Carlo ad ogni costo, riesce a preparare Carnage al combattimento.

Appena si sente pronto va a scuola a sfidare Carlo.

Carlo accetta la sfida, ma è preoccupato per il suo Kenny il guerriero: è il suo primo combattimento e ha paura, ma tutti i compagni e il professor Doremi lo incoraggiano.

Inizia il combattimento che è molto duro; fino alla fine, non si capisce chi vincerà, sia Kenny che Carnage sono molto forti, ma alla fine Kenny riesce a vincere la battaglia; Venom scappa via e poi si ritira dalla scuola per la vergogna della sconfitta, e Carlo festeggia la sua prima vittoria, con i suoi compagni di scuola.

Chissà se Venom si è veramente arreso, o se trama qualcosa andando ad allenarsi in un altra scuola?!

Gli stonamusi! Che idea geniale, complimenti a Gabriele a tutti i ragazzi della 1C che salutiamo e ringraziamo di cuore per le nuove storie e i nuovi animusi che hanno inventato.
Ci rivediamo presto, con i racconti dell'ultima scuola che ha partecipato al laboratorio, Claudia :)

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