Ciao, sono Claudia, questo è il mio blog :) Invento storie e scrivo romanzi fantasy, benvenuti nel mio mondo!

lunedì 15 aprile 2024

Un Giorno ad Armonia - classe 1B - scuola Scafidi - primo gruppo

 


Buongiorno, Cari Amici Lettori, ecco a voi le nuove storie raccontate questa volta dai ragazzi della 1B della scuola Scafidi di Sarissola.  

Torniamo insieme ad Armonia con: Balan Mathias Nicolò, Biazzo Noemi, Campi Alice, Caserta Giulio, Gaggini Davide e Giannesi Nicola.

Potete nel frattempo scaricare gratuitamente dal mio canale Telegram la raccolta dello scorso anno che contiene tantissimi racconti (qui il post per saperne di più)

(cliccate invece qui per avere informazioni sul laboratorio #armonialatuastoria)

Balan Mathias Nicolò

KHROSERVILLE

Un giorno tutta la scuola andò in gita in un villaggio lontano chiamato Khroserville. Tutti gli studenti e tutti i docenti si prepararono una valigia a testa. Dopo un’oretta si recarono davanti al portone della scuola ad aspettare l’autobus. Giulia, Pietro e Camilla salirono sul pullman e si misero in fondo. Giulia chiese: “Quanto tempo ci vorrà? È lontano questo villaggio?” Pietro e Camilla dissero nello stesso momento: “Non lo sappiamo!” Nessuno sapeva che il viaggio sarebbe durato almeno 10 ore.

Appena arrivati la preside Orchestri disse a tutti: “Vi annuncio che adesso andremo alla locanda.” Gli studenti erano stanchi, quindi erano felici di poter finalmente dormire in un letto. Giulia chiese a Camilla ed a Pietro: “Volete andare ad esplorare l’intero villaggio senza tutta la scuola?” Loro annuirono, così Giulia disse nuovamente: “Perfetto! Però ci potremo andare solo di notte.”

Dopo qualche ora, quindi, si svegliarono e si prepararono per andare al centro del villaggio. Giulia si guardò intorno e notò che una luna era scomparsa e vide anche un poster su cui c’era scritto:

“Attenzione! Ci sono stati avvistamenti di una creatura che gira intorno alle lune costantemente. È un drago? Un mostro? Secondo alcuni potrebbe anche rubare una delle lune! Attenzione!”

Giulia si rivolse ai due amici e chiese: “Proviamo a catturare questo mostro per riprenderci la luna?” Pietro disse: “Oh mamma mia! Chi ha preso la luna?” Camilla sconvolta stette in silenzio e subito dopo gridò: “Guardate delle impronte! Andiamo!”

Corsero seguendo le tracce che li portarono dietro all’angolo di una casa, per poi trovare Ciccio che giocava con un Cervassero, un incrocio tra cervo e passero. Tutti li guardarono delusi.

Pietro disse a Giulia: “Guarda c’è qualcuno là in fondo”. Si misero a correre per trovare il mostro cattivo che aveva rubato la luna e si fermarono davanti a una grotta bloccata da un masso gigante; non sapevano cosa fare, ma sospettavano che la luna fosse là dentro. A un certo punto arrivarono i due animusi. Il cervassero, con le sue corna possenti, spostò il masso gigante. Giulia lo prese in braccio e gli promise: “Ti suonerò una melodia per ringraziarti.” Ciccio la guardava male e lei aggiunse: “Anche a te Ciccio!” L’animusi sorrise.

Il gruppo di amici attraversò la grotta e si ritrovò davanti alla luna rubata. Il mostro era un enorme drago che aveva squame bianche con sfumature azzurro-celeste, occhi rossi come il sangue, ali possenti e forti e coda lunga, ruvida e splendente.

Camilla svenne dalla paura.

Giulia intervenne subito e gridò: “Perché hai rubato la nostra luna, tu creatura malvagia?” Il drago rispose: “Oh, povera umana, ho rubato la luna perché è luccicante, perfetta e brillante, esattamente come me e quindi deve, ESSERE MIA! Adesso che ti ho detto il motivo del furto ti potrò abbrustolire!” Il drago stava per incenerire Giulia e i suoi amici, ma poco prima della loro morte la preside Orchestri, che li stava seguendo, suonò una melodia che fece addormentare il drago per sempre.

Alla fine della gita rientrarono a scuola, la luna tornò al suo posto e tutto fu come prima.


Biazzo Noemi

CICCIO È SCOMPARSO

Un giorno Giulia andò dal professor Filippo e lasciò Ciccio da solo in camera. Dopo qualche ora, tornò a riprenderlo, ma non lo trovò più: era scomparso. Giulia e il professore erano preoccupati e iniziarono a cercare ovunque, ma non lo trovavano da nessuna parte. Era proprio sparito.

Pietro lo aveva preso e voleva tenerselo. Giulia andò anche da Pietro e gli chiese se lo avesse visto, ma Pietro mentì e rispose di no. Giulia, accorgendosi della bugia, voleva entrare nella camera per controllare, ma lui non glielo permetteva, così Giulia lo spinse ed entrò. Vide il suo topogallo svenuto, forse per la paura, così lo prese e corse, preoccupata, dal professor Filippo.

Arrivata dal professore raccontò l'accaduto. Il professor Filippo, mentre cercava di rassicurarla, prese una pozione magica e la fece bere a Ciccio. Il piccolo animusi si riprese rapidamente. Giulia cominciò a suonare una allegra melodia, che ridiede energia a cucciolo.

Fortunatamente la pozione aveva funzionato. Il professore e Giulia erano molto contenti di riavere Ciccio con loro, ma, da quel momento, Giulia non volle più essere amica di Pietro.


Campi Alice

IL GIRVALLO SCOMPARSO

Un mattino Giulia si svegliò con Ciccio che stava cercando di scendere dal letto senza svegliarla; lo prese e lo appoggiò al suolo. Camilla si svegliò sentendo Giulia suonare un suo pezzo per Ciccio.

“Buongiorno, come sta Sofy?” disse Giulia.

Camilla rispose: “Molto bene, forse ha un po’ di fame, ma non è un problema, anzi le suono subito qualcosa!”. Così Camilla cominciò a suonare per lei.

Poco dopo arrivò Pietro con Toby: “Vedo che qualcuno qui si è svegliato presto, ho sentito una melodia molto dolce, eri tu Giulia?”

“Si” rispose lei.

“Beh capisco perché l’hai chiamato Ciccio, sei sempre a suonare pezzi per lui!” disse l’amico scherzando. Giulia rise insieme alla sua compagna di camera e in un certo senso anche Ciccio rise, emettendo uno strano verso acuto.

Pietro appoggiò Toby sul pavimento vicino a Sofy e Ciccio.

Giulia disse: “Pietro avevi detto che oggi avresti giocato a Tornado!”

Pietro rispose: “Davvero? Non mi risulta! Ricordo di avervi detto che quando me ne fosse venuta voglia avrei giocato.…”

Camilla aggiunse: “Io e Giulia abbiamo giocato ieri, ora devi giocare anche tu! Che ti piaccia o no!”.

Pietro affermò: “Va bene… giocherò! Però Giulia potresti venire un attimo? Devo dirti una cosa importante”. Giulia accettò.

Dopo poco arrivò il prof. Filippo e disse: ”Ragazzi scusate se vi disturbo, ma è scomparso il Girvallo”.

I ragazzi chiesero stupiti: ”Il Girvallo?”

“Si! Il Girvallo” e aggiunse: “È un incrocio fra giraffa e cavallo”.

Pietro chiese: “Professore dove l’ha visto l’ultima volta?”

Lui pensieroso spiegò: “Mmmm... ah… ecco, nella stalla!”. Il Professore disse a Giulia e ai suoi amici di seguirlo e precisò “Ragazzi il girvallo è un cavallo con un collo lungo e dei cornini, quindi si dovrebbe trovare facilmente!”.

Giulia esclamò: “Povero Girvallo! Avrà molta fame!”.

Allora a Pietro venne una brillante idea:” Se noi suonassimo un pezzo magari potrebbe arrivare!”.

Il professore disse:” Perfetto ragazzi, allora suonate!”.

Pietro e i suoi amici si misero a suonare, ma il Girvallo non arrivò. Il professore era disperato. Gli studenti, mentre cercavano di tranquillizzarlo, decisero di andare a cercare il Girvallo nel bosco vicino alla scuola.

Pietro si accorse che era sparito anche Luca, così gli venne il dubbio che il Girvallo non fosse scappato, ma che Luca l’avesse rapito. A quel punto studiarono un piano per cogliere Luca con le mani nel sacco e, visto che a lui non era ancora stato consegnato l’uovo di animusi, usarono questo pretesto e gli diedero appuntamento nella stalla per la consegna. Luca entusiasta del suo uovo si allontanò e Giulia, Pietro e il professore lo seguirono di nascosto nel bosco.

Ecco il Girvallo!

Scorrazzava in un recinto. Il professore andò su tutte le furie e sgridò Luca. Lui si giustificò dicendo che si era affezionato tantissimo al Girvallo e che si sentiva solo perché non aveva un suo animusi. Il professore vedendo il Girvallo felice in compagnia di Luca decise di lasciarglielo e di riprendersi solo l’uovo. Dopo aver sistemato la situazione andarono tutti nelle loro camere.

Pietro chiese a Giulia di andare con lui, quindi la portò fuori dalla camera e le disse: ”Tu sei più di un’amica per me, vorresti essere la mia beh… come posso dire... la mia fidanzata?”

Giulia arrossendo rispose: “Anche tu sei più di un amico, però deve rimanere un segreto tra me, te e Camilla…”.

Pietro esclamò: “È il giorno più bello della mia vita!”.

Giulia e Pietro ritornarono dall’amica che vedendoli disse: “Oh mio Dio! Pensavo non sareste più tornati!”.

I giorni passarono velocemente, ma arrivò il giorno che nessuno dei tre voleva che arrivasse...inizio dell’estate. Pietro, Giulia e Camilla diventarono migliori amici per sempre, tanto è vero trascorsero le vacanze insieme fino all’inizio della seconda superiore.


Caserta Giulio

UNA GIORNATA AVVENTUROSA

Un mattino Giulia scese in mensa a fare un'abbondante colazione e al tavolo trovò, come ogni giorno, i suoi cari amici Pietro e Camilla. Una volta terminata, andarono dai propri animusi per vedere come stavano; lì trovarono il professor Filippo, che chiese loro se gentilmente potevano aiutarlo a mungere le muccoche. I ragazzi accettarono senza esitazione, perché era un compito molto divertente.

Finito si recarono alla pista di pattinaggio per le lezioni con la professoressa Diana; per Pietro quell'ora era un vero inferno perché non riusciva a reggersi in piedi e cadeva sempre. Era proprio una frana!

Arrivò l'ora di andare a pranzare, quindi tutti gli studenti si incamminarono verso la mensa chiacchierando allegramente, mentre Pietro lungo il tragitto si lamentava di continuo perché era acciaccato a causa delle numerose cadute. Una volta seduti al tavolo tutti si abbuffarono e, finito il ricco pasto, Giulia si andò a sdraiare sul prato con Ciccio.

Mentre stava accarezzando il piccolo animusi, all'improvviso si addormentò. Al risveglio notò che Ciccio era scomparso e allora iniziò a preoccuparsi. Andò a chiedere aiuto ai suoi amici Pietro e Camilla gridando: "Ciccio è scomparso!"

Pietro rispose: "Che tragedia, andiamo subito a cercarlo e non perdiamo la calma!"

I tre amici, senza esitare, corsero dal professor Filippo. Giulia gli disse: "È scomparso Ciccio, ci può dare una mano a cercarlo per favore"? Il professore senza neanche pensarci acconsentì e si divisero. I sospetti di Giulia ricaddero su Lucia, con la quale aveva avuto degli screzi in passato dovuti ad un lavoro fatto insieme. Lucia per gelosia aveva raccontato falsità su Giulia che, tuttavia, se ne era accorta e la aveva smascherata. Per vendicarsi Lucia aveva deciso di rubarle il suo animusi Ciccio.

Iniziò la ricerca, Pietro e Giulia da una parte e Filippo e Camilla dall'altra. Pietro e Giulia lo cercarono in cucina mentre Filippo e Camilla nelle stalle, ma nulla da fare, lì non c'era. Allora provarono al campo sportivo, ma anche lì niente, poi nell'orto, ma non c'era nessuno.

L'ultimo luogo che mancava erano le camerate. Allora fecero una corsa su per le scale e trovarono Ciccio in braccio a Lucia nascosti dentro l’armadio. Giulia si rasserenò, ma chiese spiegazioni a Lucia del perché avesse fatto quel gesto così impulsivo. Lei le rispose che era pentita: lo aveva fatto solo per fare un dispetto. Si scusò scoppiando a piangere, chiedendo di essere perdonata e di tornare amiche. Giulia la perdonò, abbracciò il suo simpatico animusi e tornarono tutti a sorridere.

Che giornata avventurosa per i tre amici che andarono a dormire tranquilli, ma sempre dopo aver divorato di gusto la deliziosa cena!


Gaggini Davide

IL RISVEGLIO DI CICCIO

I ragazzi stavano continuando il loro percorso scolastico, studiando e divertendosi con i loro animusi. Una sera Ciccio, l’animusi di Giulia, andò a dormire come al suo solito alle ore 22.30, dopo una bella giornata in compagnia di tutti i suoi amici.

La mattina seguente, quando Giulia lo andò a chiamare per fare colazione insieme, dormiva ancora profondamente; Giulia lo chiamò ripetutamente, ma lui non si svegliò. Giulia iniziò a preoccuparsi e corse subito a chiamare il professor Filippo spiegandogli tutto l’accaduto.

Durante la spiegazione, Giulia si rese conto che, forse, Ciccio poteva essere stato vittima di un sortilegio. Il professore le consigliò di consultare alcuni medici e Giulia così fece: si recò quindi dal primo dottore che le disse di suonare la scala di do maggiore per cinque volte e, a quel punto, l’animusi si sarebbe dovuto svegliare, purtroppo però questo non accadde: Ciccio continuava a dormire profondamente.

Giulia andò dal secondo dottore consigliatole; questo le disse di provare a suonare la scala di re maggiore con le stesse modalità indicate dal primo dottore, purtroppo però anche questa terapia non funzionò. Giulia sempre più preoccupata per il suo animusi continuò a consultare dottori e tutti le diedero la stessa terapia, ma con scale musicali diverse. Nessuna di queste però funzionò e Giulia oramai aveva perso tutte le speranze di vedere nuovamente Ciccio sveglio.

Parlò con i suoi amici che indagarono approfonditamente e capirono che Ciccio era stato avvelenato da Arianna, una ragazza che frequentava la loro scuola. Le chiesero perché avesse fatto questo al povero Ciccio e lei rispose piangendo che era molto dispiaciuta e che si vergognava di quello che aveva fatto, ma era stata l’invidia per la loro amicizia a portarla a questo brutto gesto. I ragazzi le chiesero perché fosse invidiosa della loro amicizia e lei spiegò loro che era molto timida e aveva sempre sognato di poter essere loro amica, ma si vergognava a chiederlo. A quel punto i ragazzi le spiegarono che aveva messo in pericolo di vita Ciccio e che ora era il momento di riparare a quanto fatto, salvando l’animusi dal sonno profondo in cui lo aveva cacciato.

Arianna, sempre più presa dai sensi di colpa, aiutò Giulia dandole l’antidoto, dopodiché Ciccio si risvegliò e Arianna fu perdonata. I ragazzi iniziarono una bella amicizia che durò per sempre.


Gianessi Nicola

IL TORNEO DI PIETRO

Un giorno, ad Armonia, Pietro volle provare a giocare a pallasuono. Si divertì molto, quindi si volle iscrivere al corso. Si allenò con impegno e diventò il capitano della squadra, collezionando diverse vittorie.

A fine anno fu organizzato un torneo importante, così l’allenatore avvisò i ragazzi che avrebbero dovuto allenarsi due volte in più a settimana: al martedì ed al giovedì.

Fecero anche un ripasso delle melodie per comandare la palla; servivano a parare, battere e fare punto.

Arrivò il giorno della partita e Pietro non riusciva a trovare il suo flauto per dare i comandi. Andò comunque a giocare, si fece prestare uno strumento e vinse.

Prima che la giornata finisse, trovò il suo flauto spaccato in due nella spazzatura degli spogliatoi. Dopo diverse indagini con il suo amico Federico, scoprì che era stato il capitano della squadra avversaria, per metterlo in difficoltà. Pietro era felice perché, oltre ad aver vinto la partita, aveva anche smascherato l’avversario.

La preside Orchestri convocò Pietro e Federico e regalò loro un nuovo flauto con nuove magie.

Che belle avventure! Ringraziamo i ragazzi per le storie che ci hanno raccontato e noi ci vediamo prestissimo per ascoltare nuovi racconti,
Claudia :)

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