Due racconti dalla scuola d'Azeglio
Benincasa Nicolò
Il primo giorno ad Armonia era
passato, mi vedevo alle ore otto e mezza giù in mensa per fare
colazione con i miei amici Luca e Federica. Dopo aver fatto colazione
dovevamo andare alla lezione di musica dove ci avrebbero insegnato
come nutrire i nostri piccoli animusi
con la musica. Dopo la lezione avevo imparato che alcuni animusi,
le femmine andavano nutrite con note acute, con note gravi i maschi.
Mentre eravamo in giardino,
nell'ora di pausa, ci stavamo rilassando quando all’improvviso il
mio uovo iniziò a scricchiolare così chiesi aiuto al mio amico Luca
che era lì con me che si ricordava le parole del professore Giuseppe
Cantodoro che aveva detto: "appena il vostro uovo inizia a
scricchiolare venite da me e vi dirò cosa dovete fare".
Allora a gambe levate andammo
da lui eccitati dalla schiusa dell'uovo. Il professore Cantodoro mi
consigliò di suonare qualche nota grave perché il mio uovo era un
maschio, così avrei facilitato l'uscita dell'animusi
dall'uovo. Infatti, appena iniziai a suonare, l'uovo si aprì in due
parti e uscì la piccola testolina del mio animusi.
Il professore Cantodoro mi disse che il mio animusi
era un caniglio: un misto tra un cane e un coniglio. Io ringraziai il
professore per l'aiuto che mi aveva dato. Incominciai a pensare il
nome che potevo dargli, dopo un po' decisi di chiamarlo Dark, e lo
feci vedere a tutti i miei amici. Ero così emozionato dalla schiusa
dell'uovo che non andai neppure a cenare in mensa, ma decisi di
starmene in camera per godermi il mio piccolo Dark.
Quando Luca, il mio amico e
compagno di stanza, arrivò, mi misi a letto con il mio animusi
che si era addormentato in mezzo alle mie braccia.
Montaldo Laura
La finale di Tornado
Quella
sera tutti erano in ansia, anche Giulia, Pietro e Camilla lo erano,
tutti parlavano della finale di Tornado. Durante la cena, era Pietro,
con la sua voce calma, a dare conforto e sicurezza alle sue due
amiche. La notte in quella scuola vi era un silenzio quasi
inquietante, solo Giulia e Ciccio erano rimasti svegli.
La
ragazza si stava confidando con il suo animusi: “Ciccio,
sono spaventata, domani tocca a noi e per me è la prima volta che
gareggio in uno sport così… così strano”. La ragazza concluse
con: “Ora è tardi, dormiamo”.
Per
Giulia e i suoi compagni arrivò finalmente il giorno della finale.
Il più emozionato, ma che manteneva la calma, era Pietro. Aveva
“sudato” davvero molto per imparare a pattinare, era molto
soddisfatto di se stesso perché il suo impegno non si era dimostrato
vano ed ora voleva far vedere a tutti i suoi compagni cosa sapeva
fare.
Giulia,
Pietro, Camilla e gli altri erano molto agitati perché proprio la
sera precedente avevano scoperto che la squadra avversaria era la
vincitrice indiscussa da oltre quattro anni… impossibile da
battere!
Giulia
era nello spogliatoio insieme a Camilla; le ragazze si cambiavano e
si facevano coraggio a vicenda: “Giulia sei bravissima, le
batteremo sicuramente, non ti preoccupare”. La incoraggiò Camilla.
Nonostante gli incitamenti, Giulia non riusciva a smettere di
tremare.
Nel
mentre entrò il capitano della temutissima squadra avversaria, era
una ragazza, che le penetrò con quegli occhi castani con sguardo
deciso e cattivo e sogghignò a voler far capire che sapeva già di
vincere.
Tirò
fuori dalla borsa i suoi pattini che velocemente appoggiò sulla
panca e li nascose con la felpa. Giulia e Camilla non riuscivano a
toglierle gli occhi di dosso! Ad un certo punto si mise a suonare
il suo flauto che riportava gli stessi colori della divisa: giallo e
blu cobalto. Giulia attenta ad ascoltare la melodia che suonava,
pensò che fosse per il suo animusi, finché non si accorse
che da sotto la felpa traspariva uno strano bagliore, mai visto, ma
sicuramente magico.
Giulia
disse a Camilla: “Guarda sotto la felpa” indicando l’avversaria
“Si vede un bagliore!”.
Capirono
subito che quella ragazzina tanto decisa stava modificando i propri
pattini. In un lampo raccolse le proprie cose, uscì e chiuse le
ragazze dentro suonando una melodia in “mi acuto”.
Giulia
e Camilla non si persero d’animo, provarono ad uscire dalle
finestrelle sopra le panche ma per loro erano troppo piccole. Allora
pensarono ai loro piccoli grandi amici: gli animusi. Giulia
fece passare da una finestrella Ciccio e lo guidò fin da Filippo
grazie ad una melodia.
Il
Professore capì subito la situazione e corse a salvare le sue due
allieve che lo misero al corrente di ciò che avevano scoperto.
Di
comune accordo decisero di non dire nulla perché erano intenzionate
a vincere lealmente e non “a tavolino”; Filippo, però, non fece
finta di niente, prima dell’inizio della partita fece sostituire a
tutti i pattini così da non far gareggiare gli avversari con i
pattini truccati.
Dopo
una lunga e faticosa partita, la scuola di Armonia vinse e alla
premiazione Giulia e Camilla spiegarono ciò che avevano visto
affinché non ricapitasse questo spiacevole fatto nei successivi
anni.
Vennero
annullate le vittorie precedenti e date alle squadre avversarie.
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