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Fronda Fabiano
L'anno scorso un ragazzo di nome Alberto decise di frequentare la
scuola di Musicomagia. Quando riuscì ad aprire il suo uovo di
animusi trovò un canorso... ma questo era strano: aveva una
zampa enorme e una piccolissima, inoltre anche il colore era
inusuale: verde. Da lì iniziò la famosissima storia di questo
ragazzo con l'animusi diverso. Proprio per questo motivo
Alberto aveva paura di andare per il secondo anno ad Armonia; alla
fine però si trovò molto bene, conobbe anche un amico di nome
Marco.
Il primo giorno dell'anno tutti gli studenti erano ad ascoltare un
discorso del preside che diceva: “Diamo il benvenuto alla
professoressa Gimbur. Lei insegnerà la nuova materia chiamata
Battaglia di Musicomagia”.
Alla fine del discorso Alberto e il suo inseparabile amico Marco
andarono a fare la nuova lezione. Questo sport era una specie di
tennis: col flauto si doveva far cambiare direzione alla pallina
lanciata da una persona chiamata Palliere. La prof. divise la classe
in gruppi da quattro; Marco e Alberto erano in squadra contro due
ragazzi di nome Steve e Mirco e alla fine Marco e Alberto vinsero.
La lezione di Musicomagia sembrava noiosa ma poi si rivelò
divertente: parlava di come far eseguire agli animusi cose
incredibili. Poi c'era il prof. di tornado, per tutti severo, e così
in effetti era. Peccato perché era un bello sport. Per fortuna
Alberto era molto bravo e quindi di solito le battaglie finivano in
pareggio. Adesso era il momento della pausa di dieci minuti. In
questo tempo Alberto fece tante nuove amicizie e si divertì come non
mai. Finita la pausa iniziarono la lezione di cura degli animusi
e Alberto era preoccupato perché il suo era strano. Quando lo videro
tutti rimasero a bocca aperta. Quando il prof. si avvicinò per
vedere cosa stava succedendo disse ad Alberto: “Sai questo canorso
non è malato, ma è una rara specie della sua razza”. A quel punto
tutti erano molto invidiosi di Alberto. La successiva lezione era la
difesa contro la Musicomagia cattiva, la lezione più attesa da
Marco. La lezione era spettacolare e molto interessante, ma anche un
po' pericolosa. Tutti ne uscirono contenti, Marco eccitatissimo. Era
il momento della seconda pausa di venti minuti. Questa pausa era
programmata per riposarsi dieci minuti e nei restanti fare un po' di
ginnastica ed eventuali ripassi per i test. L'ultima lezione, la più
riposante, era la spiegazione dei poteri degli animusi. Questa
materia la insegnava il prof. Giannini, l'unico di cui Alberto si
ricordava. Quando Giannini vide l'animusi di Alberto rimase
scioccato e senza dire niente rimase per cinquanta minuti a
raccontargli di tutte le potenzialità che il suo animusi
aveva. Quando finì di raccontare Alberto rimase di stucco: questo
giorno ad Armonia gli era piaciuto tantissimo.
Gioia Samuele
3 febbraio 2018
Ero appassionato di musica fin da bambino, infatti a dieci anni
ricevetti il mio primo flauto, a quattordici anni mia madre decise di
iscrivermi ad un conservatorio magico per approfondire la musica.
Ci si arrivava attraverso una strada diroccata vicino casa.
Il mio primo giorno fu un’avventura indimenticabile. Conobbi Jack e
Sara, due ragazzi simpaticissimi, che condividevano la mia stessa
passione.
Durante le prime due ore di scuola conobbi il prof. di “Musicomagia”
che ci spiegò alcune strane combinazioni da suonare con il flauto
per abbassare o sollevare gli oggetti.
Nelle due ore successive fu la volta del prof. di “animusi”; egli
diede a tutti un uovo da cui sarebbe magicamente uscito uno tra
questi “animusi”: il “gattufo”, il “canorso”, il
“ciccioriccio” o il “topogallo”.
A pranzo, mentre parlavo con i miei amici, mi accorsi che l’uovo
aveva una crepa: mi avvicinai lentamente e... puff... l’uovo si
schiuse!
Uscì il “ciccioriccio”! Probabilmente un riccio di terra che è
stato troppo tempo in letargo e, mangiando e dormendo, aveva
accumulato un sacco di grasso. Mi accorsi subito che perdeva i suoi
aculei, così lo portammo dal dottore “animusario” per farlo
visitare.
Dopo qualche riflessione ci disse che non si poteva fare niente, ma
poi aggiunse che gli aculei sarebbero ricresciuti in primavera e che
nel frattempo avrei dovuto accudirlo con tanto affetto.
Conclusi la mia giornata giocando a “tornado”, lo sport della
scuola: suonando il flauto si muoveva il disco di metallo cercando di
tirarlo nella porta avversaria.
Anche se perdemmo, ci divertimmo molto. Da allora io, Jack, Sara e il
“ciccioriccio “ diventammo grandi amici.
Leone Gloria
Finalmente sono alle scuole superiori, frequento una scuola
fantastica. Qui impariamo a fare delle magie suonando il flauto. Sono
molto contenta di essere ad Armonia. Sono nel banco con una ragazza,
Elena, che subito mi è piaciuta, è gentile e mi sorride spesso.
Iniziamo a parlare di noi, allora io le racconto, a ricreazione, di
Marco.
Marco è un ragazzo che ho conosciuto da poco, mi aveva invitato a
casa sua per passare qualche ora insieme ma... arrivati nella sua
stanza lui provò ad avvicinarsi verso di me per provare a darmi un
bacio ma non ci riuscì, io scappai e tornai a casa mia e mi misi a
piangere.
Passati un po' di giorni, però, dopo aver riflettuto decisi di
andare a trovarlo. Suonai, Marco aprì.
“Mi dispiace per l'altra volta, ma avevo paura” gli dissi.
“Stai tranquilla, scusami non lo farò più, se tu non vuoi” mi
rispose Marco.
“Elena cosa ne pensi? Secondo te posso fidarmi di lui?”
“Margherita, io penso che quello di Marco sia stato un
atteggiamento un po' forte, Marco è stato, secondo me, troppo
precipitoso… però ti ha chiesto scusa, forse ha capito che non
dovrà più comportarsi così. Perciò stai tranquilla, andrà tutto
a posto”.
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