Alec si alzò e si voltò per
uscire «Se prometti che non farai sciocchezze ti preparerò una
sistemazione decente» le disse mentre usciva.
Giulia si accoccolò a terra
tenendosi le ginocchia. Si rintanò nella sua mente, suonò ancora il
canto curativo, doveva rinforzarsi. Poi cominciò a leggere tutti i
messaggi di Pietro.
Le aveva scritto tutti i giorni, anche due o tre volte. Per darle un riferimento aveva sempre messo la data e l’ora, così capì che era rimasta priva di sensi ben cinque giorni. Accidenti, Pietro aveva rischiato di impazzire, ma mentre stava parlando con Alec, le aveva già risposto, molto sollevato sapendo che si era risvegliata.
Le aveva scritto tutti i giorni, anche due o tre volte. Per darle un riferimento aveva sempre messo la data e l’ora, così capì che era rimasta priva di sensi ben cinque giorni. Accidenti, Pietro aveva rischiato di impazzire, ma mentre stava parlando con Alec, le aveva già risposto, molto sollevato sapendo che si era risvegliata.
Le raccontò com’erano
andate le cose. I Guardiani
avevano rovinato tutto, il flauto era rimasto in mano al nemico.
Erano tutti mortificati e lo pregavano di scusarsi con lei.
Giulia sospirò, accidenti,
era stato tutto inutile? Poi pensò ad Alec. Forse no. Forse in
qualche modo lo avrebbe convinto a restituire il flauto. Anche lui
pareva in qualche modo sentirsi molto coinvolto con lei, sicuramente
non le avrebbe fatto del male.
Mandò ancora un messaggio a
Pietro. Rassicurandolo che stava meglio e che appena si fosse sentita
più in forze avrebbe aperto lo specchio mentale. Continuò a suonare
il canto curativo, poi si analizzò, percepì qualcosa che l’aveva
intossicata. Probabilmente le avevano dato qualche sedativo o dei
medicinali. Il suo corpo era come avvelenato, suonò anche il canto
disintossicante, poi crollò stremata.
Fu svegliata da un dolore al
fianco molto forte. Qualcuno la stava prendendo a calci.
«Svegliati! Maledetta
strega!» una voce decisamente poco amichevole le penetrò nella
mente.
Aprì gli occhi. Una ragazza
in uniforme Tecno,
stava lì, a distanza di sicurezza, aveva un vassoio in mano. La
guardava con odio e paura.
«Buongiorno anche a te»
rispose Giulia cercando di mettersi seduta «a cosa devo tutta questa
gentilezza?» la guardò meglio. Doveva avere pressappoco la sua età,
aveva i capelli castani scalati e gli occhi chiari.
«Qua c’è il tuo pranzo»
le disse acida «lui vuole che mangi e che ti rimetta in forze»
sembrava molto infastidita «È preoccupato per te» la guardò
veramente malissimo.
Giulia percepì chiaramente
che la detestava e avrebbe voluto che sparisse. Abbassò gli occhi,
perfetto, proprio quello che le ci voleva: una ragazza gelosa!
Questa pagina è poco più avanti di quella che abbiamo letto un mesetto fa (vedi post). Giulia scopre quanto le sostanze che mangia, respira e le medicine stesse che le somministrano la stiano intossicando.
Nonostante la paura, l'ostilità delle persone e del mondo alieno che la ospitano, cerca comunque di capire e creare un rapporto con il suo "nemico".
L'atteggiamento di ascolto dovrebbe essere d'esempio per tutti noi; immaginate quante discussioni, contrasti, addirittura guerre si potrebbero evitare impegnandosi ad ascoltare l'altro.
Impegniamoci anche noi nel nostro piccolo a mettere in pratica questo modo di essere, sono sicura che ci stupiremo di come si riesca a vivere meglio.
Meditateci su!
Claudia
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