Giulia alzò le spalle «Non te l’ha detto la tua amichetta? Sono una strega» ridacchiò. Intanto, dopo aver spazzolato quasi tutta quella roba disgustosa, lo guardò.
Alec la stava studiando «Perché fai così?» scosse la testa «Se potevi liberarti, perché non lo hai fatto prima?»
«Ero troppo debole» gli spiegò.
Alec arretrò impercettibilmente «Adesso sei guarita» non era una domanda, ma sembrava stupito. Si avvicinò a sfiorarle il braccio, era sporco di sangue secco, ma la ferita profonda era guarita. «Come hai fatto?»
Giulia lo guardò divertita «Musicomagia…» disse in tono misterioso.
«Ma tu non hai il tuo flauto, non ti ho sentita suonare.»
«Per certe cose non serve» Giulia si alzò, aveva ancora fame, si guardò attorno per cercare ancora qualcosa.
Alec arretrò verso la porta, era decisamente spiazzato «Che vuoi fare adesso?» probabilmente temeva che volesse attaccarlo e scappare.
Giulia gli sorrise, poi indicò il vassoio «Ne vorrei ancora.»
Alec rimase un attimo perplesso, poi sorrise incerto «Certo» uscì e si chiuse la porta alle spalle.
Giulia rimase un po’ ad aspettare, siccome non arrivava, decise che era l’ora di dare un’occhiata in giro. Si concentrò sul catenaccio della porta e lo fece saltare, poi sorrise. In effetti per chi non conosceva la Musicomagia sembrava proprio una strega potente e pericolosa. Forte.
Suonò l’incantesimo del fantasma, almeno non sarebbe stata completamente visibile. Con la sua scossa fece saltare i neon d’illuminazione e sgusciò via tra le ombre dei corridoi. Aveva bisogno di pensare, anzi avrebbe voluto prendere una boccata d’aria, non ne poteva più di stare rinchiusa lì. Quell’aria carica di odori strani e acri, quelle luci abbaglianti… Doveva trovare una finestra, un balcone. Camminò e salì delle scale antincendio, arrivò al tetto. C'era una botola, la forzò e la sollevò. Fuori pioveva. Vide che le gocce che cadevano sul tetto metallico sfrigolavano, sembravano quasi scioglierlo. Era una pioggia acida. Accidenti.
Suonò mentalmente e trasformò l’incantesimo in quello della bolla, doveva lo stesso uscire. Si arrampicò. Non era un terrazzo, forse più una specie di cupola, si avvicinò al bordo leggermente scosceso.
Guardò il panorama buio, triste, una grande città, edifici alti uno vicino all’altro. Certo quello del laboratorio di Alec era più alto degli altri. Poteva vedere i tetti, le antenne i fumi che scaturivano da ogni costruzione. Una nebbia rossastra aleggiava in lontananza rendendo tutto ancora più… Squallido? Sospirò.
Sentì un rumore dalla botola, era Alec «Hai intenzione di volare via?» le chiese, aveva il suo mezzo sorriso, ma non era proprio convinto che non potesse farlo davvero.
La Melodia Dominante (Link al sito ufficiale) è uno dei romanzi più emozionanti che abbia mai scritto. Ci sono tantissime novità e colpi di scena, qui viene fuori la mia vena fantascientifica (anche se il fatto che Armonia si trovi su di un altro pianeta avrebbe dovuto già darvi un indizio), ma veniamo alla pagina in questione.
Allora, Amici, siamo su Alfa Uno; Giulia è stata catturata ed è tenuta prigioniera, ma di certo non bastano sbarre o catene per trattenerla. Ormai ha il pieno controllo dei suoi poteri ed è in grado di fare qualsiasi cosa. Non vi ricorda qualcuno?
Beh, non so se avete già letto La Melodia Vincolante, ma quando Rodolfo arriva sul pianeta dei Tecno (a quel tempo in fase di colonizzazione) sembra un supereroe imbattibile.
Ovviamente il rapporto tra carceriere e prigioniero è molto diverso: allora c'era Zorac, adesso Giulia ha trovato Alec.
Una bella sorpresa, eh?
Voi che avete pensato quando si è risvegliata e ha trovato davanti a lei Pietro con la barba?
Fatemi sapere e se avete qualche domanda lasciatela nei commenti
A presto
Claudia
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