Persichetti Nicholas
Una notte mi svegliai, sentii
un grande rumore e senza riuscire a capire cosa fosse, guardai sotto
il letto e vidi una signora che mi disse: “Vuoi venire alla scuola
di Armonia?” E io, sbalordito e stordito, tra sogno e realtà,
decisi di andare. Mi infilai sotto il letto e a carponi le andai
dietro.
Era veramente una scuola
armoniosa, era una scuola magica dove i sogni diventano realtà:
appena entrato mi affidarono un uovo dal quale venne fuori, al suono
del mio flauto, un mostriciattolo dalla testa di leone e il corpo da
giraffa che decisi di chiamare Leonaffa.
Da quel giorno non volli più
andarmene dalla bella scuola armoniosa.
Andreoni Giorgia
Ora vi racconterò cosa mi è successo alla mia scuola “di
Armonia”:
Iniziamo…
Era un giorno come tutti e con i miei amici andai in classe e dopo
una verifica il nostro prof. ci disse: «Ragazzi
ho due sorprese per voi. »
Non ce le disse subito ma dopo un’ora ce le fece vedere, la più
bella la lasciò all’ultimo. Ci portò a vedere un concerto con
degli strumenti che suonavano da soli e ci divertimmo tanto.
Poi cominciammo a suonare con loro. Passammo due ore a suonare e
cantare con gli strumenti e il prof, due ore bellissime.
L’ultima sorpresa furono delle uova che non avevamo mai visto. Il
prof. ci spiegò che dentro c’erano delle creature: le animuse,
degli incroci tra animali diversi che si nutrivano della musica.
Il prof ci disse: «Dovete
prendervene cura, e quando l’uovo si schiuderà, portatele a scuola
per capire che incrocio è, e vi farò vedere come dargli da
mangiare.»
È stato un giorno bellissimo e non vedevo l’ora che l’uovo si
schiudesse per scoprire che animuse era.
Due giorni dopo l’uovo si schiuse e uscì un Canguristello, un
animale con le ali da pipistrello, il corpo e il muso da cane, le
zampe e la coda da canguro.
Lo portai a scuola e alla maggior parte dei miei compagni l’uovo
non si era ancor schiuso. Con i miei amici confrontammo le animuse
e ci giocammo fino alla fine del giorno. Dopo scuola tornai a casa
con il Canguristello e ci giocai fino a tarda notte.
Si fece tardi, andai a dormire e l’indomani tornai a scuola con la
mia animuse.
Sanna Davide
Per Andrea, un ragazzo come
tutti gli altri, era già il secondo giorno ad Armonia e aveva già
capito che non era una scuola come tutte le altre. Gli avevano già
dato il suo uovo di animusi
e lui sperava in un gattufo. Ad Andrea piacevano tanto gli animusi
e gli sarebbe piaciuto parlare con gli altri ragazzi dei loro animusi
solo che a nessuno interessava.
Quando si svegliò si preparò
per andare a lezione. Uscito dalla camera un ragazzo non molto alto e
magro gli disse: “Ciao.”
Andrea non conosceva quel
ragazzo così pensò che stesse parlando con qualcun altro e andò
avanti, ma gli disse di nuovo: “Ciao, parlo con te.”
Così Andrea capì che stava
parlando con lui e gli disse: “Ciao, ci conosciamo?”
Lui rispose di no e gli chiese
come si chiamava.
“Andrea, tu?”
Gli rispose: “Filippo, ti
piacciono gli animusi?”
E dal quel punto iniziarono a parlare di animusi.
Dopo le lezioni Andrea parlò
di animusi
con Filippo e quando dovette andare a dormire salutò Filippo e si
mise a letto. Appena chiuse gli occhi sentì un uovo che si stava
rompendo e si accorse che era il suo e corse dalla professoressa.
Dopo un po’ nacque un
gattufo e corse da Filippo a dirglielo e scoprì che anche l’animusi
di Filippo era nato così decisero i nomi insieme e chiamarono uno
Leo l’altro Jonny. Ad un certo punto Andrea aprì gli occhi ed era
nel letto di casa sua e capì che era solo un sogno.
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Claudia
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