Buongiorno, Cari Amici Lettori, ecco a voi il primo racconto che farà parte della nuova raccolta "Un Giorno ad Armonia 2020" nata dal mio laboratorio #armonialatuastoria.
Ricordo che l'iniziativa è aperta a tutti.
Ma adesso leggiamo il racconto di Maddalena, siete pronti?
Allegrini Maddalena
Era l’ultimo giorno di scuola ad Armonia, una parte di me voleva
restare, lì in quell’imponente castello pieno di stranezze e di
magia, anche se, in fondo in fondo mi mancavano molto i miei
genitori. Cercai di non pensare a quello che sarebbe successo in
quell’estate e facendo così cercai di godermi pienamente l’ultimo
giorno di scuola.
Mi svegliai, Luca era sempre li con me, notai che era già in divisa.
“Sei diventato improvvisamente mattiniero, eh?” gli sussurrai
scherzosamente.
Poi Luca mi indicò l’orologio ridendo “Veramente sei tu che hai
dormito troppo Greta.”
In effetti erano già le sei e cinquanta, dovevo riuscire a
prepararmi entro 10 minuti per arrivare in orario alla lezione della
prof. Guerri.
Luca uscì dalla stanza facendomi l’occhiolino.
“E’ proprio pazzo” pensai.
L’ora di ginnastica passò piuttosto velocemente, andammo tutti a
fare colazione e io mi sedetti vicino a Virginia, la mia migliore
amica, subito Luca si infiltrò nel nostro tavolo, forse era un po’
troppo invadente, ma mi piaceva averlo sempre vicino. Non mangiai
molto, solo due fette di pane con un po’ di marmellata, ero molto
triste e preoccupata, mi sarebbe mancata quell’atmosfera divertente
a tavola.
Virginia notò subito che c’era qualcosa che non andava, le parlai
e lei cercò di rassicurarmi. “Greta, non preoccuparti quest’estate
continueremo a sentirci, non ci perderemo mai.”
Quella ragazza aveva un cuore d’oro, mi faceva stare meglio anche
solo sentire il suono della sua voce.
Finalmente erano le otto mi diressi verso le stalle, quella era la
mia ora preferita, potevo prendermi cura del mio animusi Zack.
Era un bellissimo esemplare di canorso dai denti aguzzi e dal pelo
morbido color miele. Mi veniva il magone solo a pensare che sarei
dovuta stare tre mesi senza di lui. Cercai di godermi al massimo
quella lezione, siccome non avrei rivisto Zack per molto tempo. Prima
di lasciarlo andare in letargo lo presi in braccio e lo strinsi forte
a me, lui mi leccò la guancia lo rimisi a terra e lo lasciai
zampettare verso la sua cuccia.
Passò qualche ora e arrivarono le undici mancava sempre meno alla
fine della scuola. Luca mi tirò su di morale facendo facce buffe e
melodie strambe durante l’ora di Musicomagia,
stranamente la Prof Orchestri non ci rimproverò.
Alla fine della lezione la Professoressa mi prese in disparte e mi
disse: “Non lasciar perdere quel ragazzo, si vede proprio che gli
piaci.”
Io piacevo a Luca? Molto improbabile! Era solo il mio migliore amico.
Nella pausa pranzo riflettei molto a quello che mi aveva detto la
Prof Orchestri. Luca era estremamente affettuoso con me: molto spesso
mi prendeva in braccio scherzando, mi sorrideva dolcemente ogni volta
che lo guardavo e ogni sera scavalcava il terrazzo per darmi la buona
notte. Forse non era un semplice amico, forse poteva essere qualcosa
di più.
Dopo la pausa pranzo le lezioni terminarono definitivamente, siccome
era l’ultimo giorno di scuola la Preside aveva deciso di lasciarci
un po’ di spazio per parlare con i nostri amici e divertirci. Forse
quella era proprio l’occasione per chiarire con Luca. Lo cercai in
tutta Armonia in tutte le stanze ma non c’era, andai da Virginia,
magari lei sapeva dove era finito.
Aprii la stanza 233 quella di Virginia, Luca era lì con lei aveva un
mazzo di rose, avevo sbagliato tutto.
Corsi a piangere nella mia stanza e arrivò Luca. “Vattene
via”urlai disperata, lui in realtà non aveva nessuna colpa non
c’era bisogno di urlargli contro in quel modo.
“Cosa devi dirmi?” sbuffai.
“Io dovrei darti una cosa.” Luca mi porse delle rose, delle
bellissime rose rosse.
Lo abbracciai con tutte le forze che avevo.
“Ti amo” mi sussurrò.
Non avevo mai provato quel tipo di emozione, l’amore. Lo baciai
dolcemente, tra le sue forti braccia mi sentivo a casa.
Attraversammo un portale e ci ritrovammo a casa, sulla Terra.
Luca mi passò le dita fra i capelli. “Spero che quest’estate
passi velocemente, Greta.”
Bellissimo e davvero molto romantico! Brava, Maddalena!
Dovete sapere che questo racconto, che inaugura la nuova raccolta 2020, ha avuto una storia travagliata. Per una serie di inspiegabili circostanze non fortunate è stato escluso dalla raccolta dell'anno scorso. Quindi, per farci perdonare da Maddalena, quest'anno, a lei l'onore di dare il via a queste nuove meravigliose avventure!
Lasciate un commento! I ragazzi li leggeranno qui sul blog e potranno anche rispondere alle vostre domande.
tenerissimoooo
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