Ciao, sono Claudia, questo è il mio blog :) Invento storie e scrivo romanzi fantasy, benvenuti nel mio mondo!

mercoledì 10 aprile 2024

Un Giorno ad Armonia 2024 - Scuola Scafidi - classe 1A - secondo gruppo

  


Buongiorno, Cari Amici Lettori, ritorniamo ad Armonia assieme ai ragazzi della 1A della scuola Scafidi di Sarissola, tenetevi pronti per tante nuove avventure! 

Ecco a voi le storie di: Lanzarone Filippo, Masala Lorenzo, Montaldo Adele, Motta Giacomo e Nesticò Fiorenza.

Potete nel frattempo scaricare gratuitamente dal mio canale Telegram la raccolta dello scorso anno che contiene tantissimi racconti (qui il post per saperne di più)

(cliccate invece qui per avere informazioni sul laboratorio #armonialatuastoria)

Lanzarone Filippo

IL MIO AMICO ERNESTO

Filippo si ritrovò in una nuova scuola, che si chiamava Musicomagia, piena di colori, dove gli alunni, oltre a studiare matematica, italiano ecc… avevano un compito un pochino strano ma interessante, cioè prendersi cura di un uovo particolare.

L'uovo era molto grande, quello di Filippo era di colore verde ed era pesante. La prof gli disse: “Filippo tieni il tuo uovo sempre con te fino a quando non si schiude”.

Filippo ebbe un po' paura perché non sapeva bene cosa fare, ma poi capì che con amore e dolcezza poteva prendersi cura del suo uovo.

Lo portava sempre con sé, gli parlava di ogni cosa e di tutto quello che lo circondava. Un giorno, mentre era ai giardinetti, sentì un rumore strano, era l’ uovo che si stava schiudendo.

Andò di corsa nella sua stanza e vide che il guscio si iniziava a rompere e dopo qualche minuto uscì fuori un gattufo.

Per farlo sentire a suo agio Filippo iniziò a cantare una canzone e lui fu molto felice.

Decise di chiamarlo Ernesto, era molto carino di colore bianco e nero, aveva gli occhi grandi di colore azzurro, il pelo morbido, orecchie e zampe piccole.

Il mattino Filippo portò Ernesto in classe. Tutti furono incuriositi e felici di poterlo accarezzare e giocare un po’ con lui.

Non vedeva l'ora che le lezioni finissero per poter stare con Ernesto e fare tanti giochi insieme.

A fine giornata Filippo mise dentro una scatola il gattufo con una copertina per poter passare la notte, ma gli promise che il giorno dopo avrebbe fatto una casetta speciale tutta per lui.

La notte passò in fretta e finite le lezioni Filippo si mise subito a lavoro.

Si procurò dal falegname della scuola dei pezzetti di legno e dei chiodi, impiegò delle ore ma finalmente realizzò una bella casetta di legno.

Filippo era molto felice perché con le sue mani aveva fatto un bel lavoro.

Andò subito a prendere Ernesto che era rimasto nella classe con i bidelli, e subito lo fece entrare nella sua casetta dove dentro c'era una calda coperta rossa, una pallina gialla e una ciotolina con il suo mangiare.

Ernesto era felicissimo, iniziò a rotolare nella coperta e da quel momento lui e Filippo diventarono inseparabili.

Masala Lorenzo



Come ogni mattina Matteo era in ritardo quindi dopo aver spento la sveglia 3/4 volte dovette arrivare sua madre a svegliarlo.

In fretta e furia tirò fuori dall'armadio una camicia bianca e dei jeans abbastanza vecchi, poi prese una felpa nera e delle scarpe giallo fluo; corse in cucina prese un panino e scappò urlando un "ciao a dopo" a sua mamma mentre divorava la colazione.

Arrivò quindi un po’ in ritardo e vide tutti gli indirizzi ma secondo lui erano tutti banali: voleva una scuola originale, lesse dunque una scritta “Musicomagia” e andò a chiedere informazioni alla preside che si rivelò una signora gentile.

Dopo qualche minuto di dialogo con la preside decise di iscriversi ma sapeva che suo papà non avrebbe accettato perché voleva farlo diventare un idraulico, perciò chiese alla preside di convincerlo.

Lui ci provò molte e molte volte ma senza risultati, pure la mamma ci provò ma il padre diceva: “Non sento ragioni, lui DEVE diventare qualcosa di importante per la società”.

Allora ci provò la preside e dopo 2 ore di dialogo riuscì a convincerlo.

Qualche settimana dopo Matteo andò con i suoi genitori all'orientamento ma davanti al cancello si separarono allora iniziò il viaggio; partirono dalla fattoria e l'alunno vide tutto senza distrarsi, erano tutti insieme e quindi cercò di fare amicizie conobbe un ragazzo di nome Luigi Balnassini era un ragazzo alto e biondo portava un paio di occhiali piccoli e rotondi insieme continuarono il tour.

Entrarono in un corridoio che finiva con una piccola porta e la preside disse: “Alla vostra destra la biblioteca" ma a Matteo non interessava visto che non amava leggere, poi girarono a sinistra e la preside disse: "A destra gli alloggi dei professori mentre a sinistra la Sala Cure", nemmeno questa parte interessò particolarmente Matteo visto che era intento a parlare con il suo nuovo amico Luigi.

Poi uscirono e si sentì un odore di rose estremamente forte, Matteo amava le rose perché da quelle si ricava lo sciroppo che lui adorava.

Ad un certo punto si trovarono davanti ad un edificio: la Sala Comune. Intanto la preside continuava a guidare i ragazzi alla scoperta della scuola. "Là ci sono le camerate" disse, indicando in alto.

Matteo andando avanti vide le stalle e altri edifici, poi vide una serra ma a lui la botanica non interessava. Poi passarono affianco a un lago, una ragazza volle provare ad andarci ma la preside disse che non si doveva toccare l'acqua allora per scherzo disse: "e perché, c'è il mostro di Locness?" Tutti risero; andando avanti si entrò nella serra, era piena di piante magnifiche ma a Matteo non piacciono le piante a parte le rose e le violette.

Finalmente finì il tour della scuola e la preside li portò nella Sala Comune e disse che gli avrebbero offerto uno spuntino il che era un bene visto che Matteo aveva una fame da lupo. Divorò il pane con la marmellata e attese che i suoi genitori arrivassero e poi tornò a casa… in fremente attesa dell'inizio della scuola.


Montaldo Adele

IL SOGNO DI GIULIA

continua…

La mattina dopo, Giulia si svegliò e vide un uomo seduto su una poltrona vicino al suo letto. Lei subito non capì chi fosse ma poi vide che teneva in mano una foto di sua mamma così capì che era suo nonno. Corse ad abbracciarlo ma lui non disse niente, sorrideva solo come fosse sorpreso e felice di rivedere sua nipote. Ad un certo punto la strinse forte. Lei si sedette sulla sua gamba come faceva da piccola e lui iniziò a raccontarle la storia della scuola.

“La scuola è molto bella ma anche misteriosa” disse “a volte succedono cose strane, scompaiono persone e poi riappaiono senza ricordarsi nulla di quello che è successo. Un giorno successe anche a me di scomparire ma fui l’unico a ricordarmi quello che era successo. Non l’ ho mai svelato a nessuno fino ad oggi, quando ho incontrato te. Tempo fa accadde che una mattina dando da mangiare ai miei animali sospettai qualcosa di strano, era tutto grigio non c'era nessuno. Caddi a terra e mi risvegliai in una stanza dove c'era un gruppo di ex studenti musicisti che erano stati espulsi per comportamento non adeguato. Loro volevano vendicarsi per essere stati esclusi dalla scuola facendo scomparire le persone e volevano far sì che la scuola acquistasse una cattiva fama e che chiudesse. Ricomparii il giorno dopo, all’alba nella mia stanza capii quello che stava succedendo ma non ebbi il coraggio di denunciarlo. Anni dopo mi pentii di non averlo fatto, ma tu che sei coraggiosa insieme a i tuoi amici potrai farlo facendo in modo che la scuola riacquisti l’importanza di un tempo.”

Giulia si svegliò e capì che era tutto un sogno, ma era felice di avere incontrato suo nonno e di poter salvare la scuola.


 Motta Giacomo

IL CANPAPA

Giacomo, finite le medie, andò alla scuola di Musicomagia. Era un ragazzo socievole e si fece subito degli amici, l'unico problema era la sua diffidenza nei confronti dei ragazzi grandi.

Un giorno perse una cosa a cui teneva molto. A ritrovarla fu un ragazzo più grande e Giacomo, per farsela restituire, dovette affrontare la sua paura.

A scuola andava bene, prendeva dei bei voti, non andava molto bene in italiano ma stava simpatico a tutti i professori.

Non riusciva a dormire come il suo compagno di stanza, l'unica cosa che lo tranquillizzava erano le stelle e il suo animusi, un canpapa, un misto tra un pappagallo e un cane.

Tempo prima aveva sentito dei rumori sotto il letto, aveva guardato e visto un piccolo animusi tutto impaurito. Adottando il piccolo animaletto aveva esaudito il suo desiderio di avere un animale e da quel giorno i due erano diventati inseparabili.

Un giorno il suo canpapa scomparve, Giacomo lo cercò da tutte le parti, era disperato perché già da quando era alle medie avrebbe voluto tantissimo un animale ma non lo aveva mai avuto perché non c'era molto spazio nella sua casa, sua mamma era tutto il giorno a lavorare e non poteva occuparsene.

Quella notte pregò la Melodia della notte di riportargli il suo piccolo grande amico, e la mattina seguente il suo canpapa ricomparve sul suo cuscino. Giacomo si rese conto che l’animusi non era sparito, ma che erano state le sue paure a impedirgli di vederlo…


Nesticò Fiorenza

CICCIO E I PATTINI

1 LA PRESENTAZIONE

Ciao a tutti! Io mi chiamo Ciccio e sono un animusi di razza topogallo.

Sono nato dentro un uovo di colore azzurro e mi sono schiuso di notte.

Ho fatto un po' fatica ad uscire ma la mia padroncina mi ha intonato una canzoncina che mi ha dato forza per uscire e ci sono riuscito!

Io ho un manto di piume azzurre, delle ali dietro la mia schiena che quasi non si vedono e un becco.

Appena sono nato ho conosciuto la mia padrona, aveva gli occhi lucidi, per la commozione e mi ha detto che sono la cosa più preziosa di sempre!

Lei si chiama Giulia ha occhi verdi capelli castani, devo dire che è molto carina!

La mattina dopo mi sono svegliato in un giardino molto spazioso dentro una specie di borsa-cestino vicino a Giulia, e ho sentito urlare: (ancora due piegamenti!) oppure: (ora tre ponti...ANIMO!)

Per fortuna l'allenamento mattutino è durato solo dieci minuti, perché mi stanno per esplodere le orecchie! Poi mi sento un po’ osservato….

Beh, forse perché sono il primo animusi del primo anno.

A ricreazione Giulia mi ha fatto conoscere i suoi amici: Camilla e Pietro che mi hanno coccolato tantissimo.

Adesso Giulia ha pattinaggio, non vedo l'ora! però prima mangiamo.

Il mio sogno è quello di pattinare sul ghiaccio, ho provato a chiederlo alla mia padroncina ma lei ha detto che preferiva evitare per non farmi male, in effetti ha ragione dato che in pista ci sono tante persone, rischio veramente di essere tagliato in mille pezzettini.

Mentre la vedo sfrecciare sulla pista, io sto seduto sulla panchina a progettare un piano per salirci. Accadrà nella lezione di matematica, quando di sicuro non mi vedrà nessuno.

2 IL PIANO

Sono le 2:00 e Giulia è appena tornata dalla Sala Comune lamentandosi con Camilla del pranzo:

- ma a chi piacciono i broccoli, dai!

- ci vogliono far morire di fame?!

Lei continua a blaterare e così il mio pancino fa: BLOORF

e sono scoppiate a ridere.

La mia padrona si sta preparando la cartellina per andare a lezione.

Io sono pronto a sfrecciare come un ninja per non farmi vedere.

Okay, è ora di attivare il mio piano.

Ho messo solo una sciarpa, poi a tenermi caldo ci pensano le mie piume, prendo anche la mappa, non conosco bene il posto.

Finalmente sono arrivato e nessuno mi ha visto! devo solo trovare i pattini. Hhmm… non li trovo, provo a vedere dietro al bancone…..eccoli!

Ora li ho trovati, ma ci sono pattini grandi e piccoli...quali prendo???

Ci dovrebbe essere un misura zampe o piede..no? Guardo nel magazzino dove ho trovato i pattini, eccolo! Ora provo… io ho il ventinove, strano.

Ora devo trovare i pattini di numero ventinove.

- quaranta...no

- trentasei...no

- trenta...no

...non c'è il ventinove, ora cosa faccio?!

Vabbè, prendo il trenta è solo un numero in più.

Ora entro in pista, eccomi! Inizio dalle basi, pattino abbastanza bene, ora provo a fare una piroetta, che bello sembra fluttuare!

Si è fatto tardi, meglio andare prima che Giulia finisca la lezione.

3 IL FINALE

Sono arrivato, finalmente posso rilassarmi un po’, ma-ma dov'è Giulia?????!!

Vabbè sarà andata in bagno,poi io sono stanco.

- Ciccio

- Ciccio

- Cicciooooooo

Mi sono svegliato e vedo che Giulia stava ripetutamente urlando il mio nome.

- DOVE SEI STATO?!

Io volevo dirglielo alla mia padroncina dove sono stato ma io non so parlare...

- TI HO CERCATO TUTTA LA GIORNATA!

Spontaneamente, mordendole i pantaloni, l'ho tirata diritta verso la pista di pattinaggio. A primo impatto Giulia ha visto che sparse per tutta la pista ci sono mie piume.

- E ORA?SE LA PROF VEDE TUTTE QUESTE PIUME SARÒ NEI GUAI!

Allora io sono entrato nella pista senza pattini e ho iniziato a raccoglierle poi anche Giulia è entrata,

- NON CE LA FAREMO MAI,SONO TROPPE!!!

Allora, sentite queste parole inizio a pattinare più velocemente sfreccio sulla pista come se fossi un pattinatore professionista, e in men che non si dica tutte le piume sono sparite.

- NON CI CREDO,CHE VELOCITÀ!

- ORA TORNIAMO AL DORMITORIO, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI!

Siamo appena tornati dalla pista, sono le 6:00 è ora di cenare, siamo andati nella Sala Comune, Giulia mi ha intonato una canzoncina molto buona, invece lei ha concluso la giornata con un bel hamburger con patatine fritte.

Per me la giornata non si è conclusa qui, sono nel dormitorio, a un certo punto arriva la professoressa di pattinaggio, ci guarda e esclama:

- VOI DUE, DRITTI NEL MIO UFFICIO.

In questo momento provo tutte le emozioni possibili, paura, tristezza…

Ci fa sedere in una poltroncina e con un telecomando accende una strana scatola nera che comincia ha proiettare un video, siamo rimasti con gli occhi spalancati, in quel video ci sono io che pattino.

La prof stoppa il video e ci guarda…

Beccato! Ahaha! Molto divertente il racconto di Fiorenza, ma facciamo i complimenti e ringraziamo tutti i ragazzi per averci regalato nuove storie e averci fatto tornare ad Armonia assieme a loro!
Ci vediamo prestissimo con gli ultimi racconti della 1A
Claudia :)

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