Ciao, sono Claudia, questo è il mio blog :) Invento storie e scrivo romanzi fantasy, benvenuti nel mio mondo!

venerdì 30 settembre 2022

Optima Episodio 1 - Un nuovo ambiente


Buongiorno, Cari Amici Lettori, è uscito il primo episodio di Optima!

Vi invito a leggere qui il post di presentazione di questo mio nuovo progetto, se non lo avete ancora fatto.

Come vi ho spiegato, a ogni nuova uscita seguirà un mio approfondimento su uno degli argomenti trattati nell'episodio, in cui vi racconterò anche qualcosa di me, per invitarvi al dialogo. 

Quindi, prima di tutto, iniziate la lettura della storia e poi proseguite con questo post.

Se vi va di raccontarmi qualcosa potete farlo nei commenti oppure, se desiderate che la cosa rimanga tra noi, potete scrivermi una mail (claudia.piano@virglilio.it) mettendo nell'oggetto "Optima" e il numero di episodio a cui è riferito il vostro messaggio. Vi risponderò al più presto. Ci confideremo, ci sfogheremo, magari piangeremo insieme oppure ci faremo due risate... Chissà. Vi invito a scrivermi anche se volete approfondire qualche altro argomento, gli spunti sono sempre più di uno, quindi, non limitatevi e sentitevi liberi.

E adesso, siete pronti per leggere l'episodio?

Potete scaricare gratuitamente il primo episodio a questo link per alcuni giorni.



"L'arrivo"

In questo primo episodio abbiamo già parecchia carne al fuoco. Abbiamo conosciuto Tara e Teo e assistito al loro arrivo a Optima. Che ne pensate di loro? E della scuola? Abbiamo fatto una prima visita veloce, quindi vi sarete già fatti un'idea.

Capiamo subito che i due gemelli sono molto uniti e sembra che abbiano proprio un legame fantastico, che ci fa comprendere perché Tara non abbia voglia di aprirsi ad altre persone. 

Abbiamo anche intuito che a Teo è successo qualcosa di terribile che ha colpito sia lui che indirettamente Tara, visto che sembrano vivere in simbiosi, ma di questo parleremo in seguito.

L'argomento che vorrei affrontare in questo primo post è proprio quello di come ci si sente a inserirsi in un nuovo ambiente.

Tara e Teo cambiano scuola a metà anno, che è forse lo scenario peggiore che possa capitare, ma a tutti noi è comunque successo di doverci inserire in nuovi gruppi, anche semplicemente quando siamo passati dalle scuole primarie a quelle secondarie. A volte abbiamo un amico con noi, ma a volte siamo soli. Siamo costretti a incontrare tante persone che non abbiamo mai visto e imparare a conoscerle, ricordare i loro volti e i loro nomi (io dimentico sempre i nomi e non sono per niente fisionomista...😕), capire di chi ci possiamo fidare, chi invece è meglio tenere alla larga. 

C'è chi non ha problemi a parlare con persone che non conosce ed è fortunato, ma non siamo tutti uguali, e c'è chi invece vive tutto questo con grande difficoltà. Perché, anche se vorrebbe, magari non riesce a parlare con disinvoltura con gli estranei, perché si sente a disagio e ha paura di essere giudicato.

Il giudizio affrettato è una "brutta bestia" per chi deve affrontare un nuovo ambiente. Giudicare è sempre sbagliato, ma è un atteggiamento che fa in qualche modo parte di noi esseri umani, cerchiamo di inquadrare gli altri per difenderci da possibili pericoli ed è davvero difficile non attaccare etichette "sulla fronte" degli altri. 

Teo sente di aver fatto la figura dell'imbranato con Lorenzo, mentre Tara è più menefreghista riguardo a quello che pensano gli altri, ma pecca di superficialità ed è lei che dà un giudizio affrettato su Silvana. 

Come affrontate voi questo difficile momento? Vi è capitato di sentirvi come Teo o come Tara? 

Io quando devo affrontare un nuovo ambiente e conoscere tante persone ho questa fissa di "cercare di piacere per forza", tendo a scherzare (facendo a volte battute davvero stupide) e a mostrarmi con un maschera eccessivamente sorridente che non è la vera me... anche alla mia "veneranda" età... 

E ho sempre l'impressione che gli altri siano tutti più tranquilli e a loro agio di me. Quando dopo ci ripenso a mente lucida, mi viene il nervoso, ma è davvero difficile mostrarsi agli altri per come siamo davvero, lo è per tutti, quindi non sentitevi deboli e poco coraggiosi se non ci riuscite... Dobbiamo amare noi stessi anche per in nostri difetti. Se non lo facciamo noi per primi, come possiamo pensare che lo facciano gli altri? E comunque, a volte, da una brutta figura può nascere una risata che ci aiuta a rompere il ghiaccio.

Tornando alla storia... abbiamo lasciato Tara in una situazione davvero imbarazzante (lei sì che è una campionessa di brutte figure😂😂) ma non temete, il secondo episodio è già pronto per voi e uscirà tra due settimane.

Trovate il link nell'ebook, alla fine dell'episodio. 
Non dimenticate di scaricarlo subito, sarà gratis solo per qualche giorno!
A presto
Claudia :) 


4 commenti:

  1. Ho frequentato asilo, elementari e medie (quando ero bambina si chiamavano così!) sempre nella stessa scuola, per cui il primo giorno di liceo fu il mio primo ingresso in assoluto in un nuovo ambiente scolastico, con compagni che non conoscevo (tranne uno, che veniva dalla mia stessa classe, e infatti fummo compagni di banco per un mesetto). Ricordo distintamente la paura che provai, al punto che so cosa indossavo (felpa arancione, un codino di lato e jeans chiari), e dove mi sedetti (al primo banco ma accanto alla finestra, chiusa da una colonna alle mie spalle). Rispetto alle altre ragazze avevo un grosso svantaggio: non dimostravo 14 anni, ma undici o dodici, pesavo 34 chili, portavo il 34 di scarpa ed ero ancora bambina. Recuperai a metà dell'anno successivo, ma ormai ero quella piccola, da non prendere proprio in considerazione (e oltretutto studiosa, che non ha mai aiutato). Tuttora temo i capannelli di persone, anche di colleghi, in cui non so mai come inserirmi ("E se stessero parlando di me?"). All'epoca mi aiutò un vecchio romanzo di mia mamma, che conservo ancora, in cui una ragazza timida, in un pomeriggio tra amiche, scopre che la ragazza più carina e benvoluta della classe ha le sue stesse insicurezze, e che le supera con un trucco: "Non pensare a quanto sei tu a disagio, pensa sempre a mettere a proprio agio tutti gli altri." Funziona!

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  2. Prima di tutto complimenti per la storia, non vedo l'ora di continuarla.
    Per quanto mi riguarda inserirmi in un nuovo "gruppo" o in un nuovo contesto non mi ha mai dato grandi problemi (anzi mi piace conoscere nuovi ambienti), perché sinceramente non ho mai dato importanza a quel che gli altri pensano di me, sia positivamente che negativamente. Non mi piace l'idea di piacere per forza agli altri, spesso sono stata definita anche strana perché ad esempio non mi è mai piaciuto andare in discoteca, oppure mettermi in mostra con gonne e vestitini (sono sempre stata più per jeans e tuta)... se qualcuno mi apprezza voglio che lo faccia per come sono realmente, con tutti i miei difetti (e ne ho parecchi, ahahah). Uno su tutti sono molto diffidente! Nel senso mi hanno sempre giudicata timida perché parlo poco (soprattutto con persone che non conosco o conosco per poco... e ancora di più con persone che non mi piacciono, con queste tendo proprio a evitarle, anche perché non sono capace di mentire, e dalle mie espressioni si capisce subito se qualcuno mi sta antipatico), ma non è timidezza è appunto diffidenza perché preferisco osservare le persone, come si comportano, cosa dicono, cosa fanno, perché non stringo facilmente amicizia, sono poche le persone che negli anni sono diventate mie amiche e con cui mi sono aperta. Sono molto solitaria, e quindi anche con le persone tendo a isolarmi. Ma con la mia solitudine personalmente ci sto bene.
    Le uniche occasioni in cui vado nel panico è quando c'è un ragazzo che mi piace, qui allora o divento stupida dicendo proprio delle cretinate o perdo completamente l'uso della parola. Almeno all'inizio, poi se il ragazzo in questione continua a piacermi e anche lui ha un interesse per me allora un po' mi sciolgo, ma ho bisogno di tempo, rimango sempre agitata in sua presenza, manco avessi più 15 anni, ahahah :)

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    1. Grazie mille Ilaria per la tua condivisione. Quando piace qualcuno credo che sia normale agitarsi, a qualsiasi età ed è proprio il bello dell'amore: non ha età e non ha colori!

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