Ciao, sono Claudia, questo è il mio blog :) Invento storie e scrivo romanzi fantasy, benvenuti nel mio mondo!

giovedì 29 settembre 2022

Un Giorno ad Armonia - anteprime 2023 - Patera Beatrice - Repetto Giada - Stumpo Edoardo

 

Buongiorno, Cari Amici Lettori, anche oggi torniamo ad Armonia e leggiamo in anteprima le storie di Beatrice, Giada ed Edoardo

che l'anno scorso hanno frequentato la classe 3^A, scuola Scafiti di Busalla (Genova) che faranno parte della futura edizione 2023. 

L'edizione 2022 è stata pubblicata ai primi di giugno (qui il post per saperne di più)

(cliccate invece qui per saperne di più sul laboratorio #armonialatuastoria)

 Patera Beatrice

GIULIA E LA MISSIONE SPAZIALE



Era l’estate di cinque anni fa e mio nonno era partito per una missione spaziale e non era ancora tornato, non avevo sentito neanche più sue notizie. Credevo fosse morto, siccome non lo sentivo più da cinque anni.

Arrivò settembre e io mi ero iscritta all'istituto di Armonia, dove si studiava la musica. Io sono molto brava con la musica.

Entrai in quella scuola e andai nel prato grande, tutti si presentarono. Quando toccava a me, mi alzai e dissi: “Ciao a tutti, sono felice di essere entrata in questa scuola, mi chiamo Giulia.”

In questa scuola si studiava con la musica, infatti, ad ognuno di noi era stato consegnato un flauto. Durante la settimana ci eravamo ambientati, si erano create amicizie. Avevo scoperto che per fare crescere le piante che coltivavamo, per far fare il latte alle muccoche, le uova ecc… bisognava suonare.

Al mattino, pomeriggio e sera si suonava. A Primavera iniziavano a crescere le piantine che gli alunni avevano seminato e c’era aria di novità.

Un giorno arrivò alla scuola un signore anziano, aveva iniziato a girare però non trovava niente di familiare, finché non arrivò davanti al grande edificio con il cartello dalla scritta: “Scuola di musica Armonia”.

Entrò nella Sala Comune dove c'ero io.

Gli dissi: “Salve, chi cerca” e lui: “Cerco una ragazza di nome Giulia”, e io: “Ce l'ha qua davanti” Lui mi riconobbe e disse: “Sono tuo nonno, quello che era andato nello spazio: sono tornato!”.

Io ero spiazzata perché non era cambiato per niente ed erano passati cinque anni.

Andammo dalla Preside e lei si ricordava benissimo del prof. Accordi, era molto contenta di rivederlo. Lui iniziò a raccontare cosa era successo, le sue avventure, gli incontri, allora la preside decise che il pomeriggio si sarebbe fatta una festa in suo onore.

La sua sostituta fu licenziata e lui tornò al suo posto, potendo raccontare ai suoi alunni la sua avventura: “Sono andato sulla luna e poi mi sono addormentato e mi sono svegliato su un altro pianeta. Non riuscivo più a tornare indietro. Un giorno sono riuscito a far ripartire l'astronave e sono atterrato qua, sono molto felice di essere tornato dove tutto è iniziato."

Dopo questi chiarimenti, continuammo l’anno scolastico con lui e tutti gli altri prof.

 Repetto Giada

VIOLA BEMOLLE AD ARMONIA



Era il 25 settembre quando cominciai il mio primo anno delle superiori ad Armonia, ero molto emozionata, perché Armonia non era una scuola come tutte le altre, era una scuola molto particolare ed ero molto curiosa di scoprire come fossero i luoghi, i professori, i compagni.

Quella mattina mi svegliai presto, mi vestii e avvolsi i miei capelli in una bella treccia. Quindi scesi lungo il corridoio.

Appena entrata nella Sala Comune per fare colazione, vidi tutti i ragazzi e le ragazze già seduti a parlare, sentii tutti gli occhi addosso, non so con quale coraggio decisi di presentarmi. Dalla mia bocca uscirono queste parole: “Ciao, sono Viola Bemolle”. Appena finito, mi sedetti vicino ad un ragazzo di nome Luca, che era stato bocciato in terza media, ma per qualche strano motivo era lì con noi.



Passati alcuni mesi da quel primo giorno tutto cambiò.



Avevo stretto un legame forte con Giulia, una ragazza determinata, ma allo stesso tempo fragile e sensibile. Lei mi aveva raccontato di suo nonno, il professor Accordi, dicendo che sua nonna le aveva raccontato che era morto, ma dentro di lei sentiva che non era così, per questo ci soffriva molto. Aveva pochi ricordi con lui, avrebbe voluto sapere qualcosa di più.

Una mattina, quando eravamo nel Grande Prato a destra dell’edificio, mentre facevamo lezione di Musicomagia, io e Giulia vedemmo che un signore abbastanza anziano ci stava fissando, me lo fece notare Giulia, perché a lei sembrava un volto familiare, come se lo conoscesse ma non ricordasse chi fosse. Noi due avevamo una strana sensazione.

Dopo un paio di giorni, quel signore entrò nella Sala Comune e gli altri professori lo riconobbero: era il professor Accordi, il nonno di Giulia.

Appena lei lo seppe ne fu felice, ma allo stesso tempo era arrabbiata, visto che sua nonna le aveva detto che era morto. Pensai che non avrei mai voluto essere nei panni di Giulia perché non avrei saputo che cosa fare. Fatto sta che in pochi giorni, Giulia instaurò un bel rapporto con suo nonno, sembrava che non si fossero mai separati. Lui le spiegò anche la storia della sua scomparsa e lei lo capì: non c’era tempo per arrabbiarsi e discutere, Giulia voleva solo passare del tempo con suo nonno, non voleva perderlo per la seconda volta.

Dopo quei giorni la vidi molto più serena e tranquilla, senza pensieri. Sembrava andare tutto per il verso giusto e l’anno scolastico passò in fretta tra emozioni e lezioni. Giulia è io passammo momenti bellissimi, vivendo molte avventure. Anche in estate ci vedemmo spesso, a settembre eravamo cresciute e pronte per ritornare ad Armonia.

Di nuovo il fatidico primo giorno di scuola. La mattina io e Giulia ci svegliammo nella nostra cameretta a due letti, eravamo pronte per ricominciare al meglio. Verso Febbraio ci diedero una bellissima notizia: si era creato un nuovo uovo di Animusi, poco tempo dopo l’uovo si schiuse, ma vedendo che l’Animusi non usciva dall’uovo, il veterinario decise di aiutarlo. Quando lo estrasse vide che era diverso dagli altri: era più grande, forse si trattava di un quarto tipo di Animusi. Invece, pochi giorni dopo si scoprì che aveva una malattia rara, mai vista prima, forse non sarebbe sopravvissuto. Insieme a Giulia, decidemmo di prendercene cura in prima persona, perché l'Animusi sì, era strano, però, era pur sempre un animale come tutti gli altri e qualcuno doveva prendersene cura. Fummo davvero felici di aver preso quella decisione.

 Stumpo Edoardo

LA NUOVA SCUOLA DI ANDREA E GLI ANIMUSI MISTERIOSI



Ciao, sono Andrea un ragazzo timido. Oggi non è un giorno come tutti gli altri. Oggi sto per entrare nella nuova scuola, Armonia. Ho un po’ paura di non fare amicizia con nessuno, per via della timidezza. Ho appena finito di fare colazione, adesso sto andando a prepararmi; visto che oggi è un giorno importante mi vado a vestire elegante. La mia cameretta è molto spaziosa: ci sono due letti a castello, una scrivania dove faccio i compiti mentre ascolto la musica e un armadio gigantesco, dove tengo tantissimi di vestiti. Comunque, non perdo altro tempo a descrivervi la mia cameretta perché se no faccio tardi a scuola.

Mentre percorro il corridoio, inganno la paura ascoltando musica in cuffia. Sono arrivato, la classe è davanti a me. Devo dire che l'edificio scolastico è splendido, mi piace perché affianco alla scuola vedo un prato grande dove, presumo, si possa fare ricreazione, al di fuori della scuola non vedo nessuno. Entro in classe, la porta fa un rumore strano. Ero già in ansia, figuriamoci con quel suono. Appena entrato in classe vedo la prof di musica. Nella mia scuola la musica è la materia basilare, tutto si basa su di essa.

Per salutare dico: "Buongiorno prof" poi il dramma avviene quando mi giro perché trovo tutta la gente che mi fissa come se fossi un estraneo. Subito divento tutto rosso, però con la calma di tutto il mondo riesco a sedermi.

I miei compagni sono vestiti uguali, con una giacca di lana verde scuro con il cappuccio, e dietro la schiena ricamato il cognome; una maglietta bianca a maniche corte con il colletto e un paio di pantaloni grigi, tipo jeans, ma morbidi come una tuta. Le femmine indossano una gonna pantalone a pieghe dello stesso colore dei maschi. Ognuno ha anche un piccolo sacchetto per il flauto da portare a tracolla.

All'inizio nessuno mi parlava, poi, però, ad un certo punto, un mio compagno di nome Leonardo ha iniziato a presentarsi e siamo diventati subito amici. I prof di questa scuola sono molto simpatici, mi hanno fatto vedere la scuola tappa per tappa, mi hanno fatto vedere il campetto da pallasuono, che è il posto dove facciamo ginnastica; c'è anche una biblioteca classica con scaffali giganti, in questa biblioteca ci saranno suppongo almeno 50000 libri. Nell'edificio vicino alla biblioteca, c'è l'ufficio della preside, mentre al piano superiore gli alloggi degli insegnanti. Il professor Filippo e la professoressa Diana sono spesso alle stalle o ai recinti dove ci sono gli animusi, degli animali mutanti, ed infine il signor Giorgio lo trovi negli orti o nella serra; l'ultima stanza che mi hanno fatto vedere è la mensa con tende e tovaglie color arancio, molti tavoli da sei o otto posti, e finestre piccole e rettangolari. Tutto l’arredamento è in stile rustico, molto accogliente e avvolto in un aroma di pino e pane caldo.

La prima giornata di lezione si è fatta meravigliosa alla terza ora: è arrivata la prof Trovato e mi ha interrogato e, visto che io so usare molto bene il flauto, le ho suonato la strofa che dovevo suonare e ho preso 10, così lei mi ha fatto molti complimenti. La giornata è stata divertentissima.

Il giorno successivo, purtroppo, un virus sconosciuto ha iniziato a infettare gli animusi. In breve tempo, si sono ammalati con conseguenze preoccupanti. Praticamente gli animusi con questo virus sono diventati dei mutanti giganti e l'unico modo per farli tornare come prima è usare il mio flauto per suonar loro una musica di Schoenberg: "Un sopravvissuto di Varsavia".

Gli animusi sono contagiosi, ogni persona che viene toccata o che si avvicina a questi ibridi diventa a sua volta un mutante malefico. La prof di musica è già stata contagiata, nel tentativo di salvare la scuola. Io non trovo il flauto ed sono su tutte le furie, però poi mi ricordo che l'ho lasciato nella biblioteca. Rimasto l'unico normale, trovo il flauto.

A questo punto esco dalla scuola e col mio flauto suono la canzone degli animusi "Arrogante" di Irama. Subito si compie la magia. Tutti stanno tornando come prima: animusi, persone e soprattutto la mia prof di musica.

Dicono che mi premieranno come miglior studente della scuola!

Molto bene! Con questi ultimi tre racconti abbiamo terminato le pubblicazioni in anteprima! Ringrazio di cuore ancora una volta i ragazzi e le loro fantastiche prof ;)

Per adesso ci salutiamo, mentre già sto organizzando i prossimi incontri nelle scuole per dare il via a una nuova serie di racconti e viaggi ad Armonia. (Qui il post con il lancio del laboratorio 2023)

Se vi va di intraprendere una diversa avventura, potete seguire gli episodi di Optima, da domani su Amazon, con il dibattito virtuale qui sul blog, su argomenti che riguardano la percezione di se stessi e il rapporto con gli altri. (Qui il post di presentazione del progetto).

A presto

Claudia :)



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