Oliveri Andrea
Era un giorno molto
importante alla scuola di Armonia, avrei ricevuto il mio uovo di
animusi dal prof. Giovanni.
Mi ero svegliato all’alba perché non riuscivo a dormire dalla
voglia di avere il mio uovo. Avevo raggiunto i miei due amici che mi
stavano aspettando per andare a fare lezione di giardinaggio dal
prof. Migliore.
Dopo il giardinaggio, era arrivata l’ora del prof. Giovanni
Musetti, un prof. molto severo con chi non si comportava bene.
Cominciò il discorso così: «Oggi
per voi è un grande giorno, riceverete il vostro uovo di animusi».
Io fremevo dalla voglia di sapere che specie fosse. Ci diede questo
uovo e io con cura lo misi in un borsello apposta.
«Per far schiudere le uova bisogna suonare melodie con il flauto che
vi hanno dato ad inizio anno» disse il prof. Giovanni.
Finita la lezione siamo andati a mangiare nella sala principale dove,
dopo aver mangiato, abbiamo suonato con il flauto ai nostri animusi.
Si vedeva “scrollare” l’uovo dalla felicità. Ma non era ancora
arrivato il momento della schiusa. Abbiamo visto in bacheca della
scuola che c’era il torneo di Tornado che era un gioco di
pattinaggio; mentre si correva sui pattini si doveva suonare il
flauto per far muover il dischetto che doveva andare in porta. Così,
io, Marco e Luca cominciammo ad allenarci. Ci siamo iscritti al
torneo che si sarebbe tenuto dopo due ore. Arrivarono le qualifiche
del torneo e io mi scontrai contro Ramiro che si diceva fosse il più
forte della scuola di Armonia. Dopo una dura lotta vinsi e passai ai
quarti di finale. Anche Luca passò ai quarti di finale, invece
purtroppo Marco non passò. Dopo tutte le fasi finalmente arrivai in
finale.
L’arbitro disse: «Gli sfidanti della finale sono Pietro Marchetti
e il capo cannoniere Bruno Ramirez.»
A metà partita mentre mi stavo difendendo dal tiro di Bruno sentii
nella borsa uno scricchiolo: era l’uovo di animusi che si
stava schiudendo.
Così abbandonai il campo di Tornado e andai a cercare il prof.
Giovanni. Lo trovai nella serra del giardinaggio a dormire per il
troppo lavoro che gli aveva procurato molta stanchezza. Lo svegliai
con una secchiata d’acqua e gli gridai: «Prof! Si sta schiudendo
il mio uovo!»
Lui fece un balzo felino e prese l’uovo. Si vedeva il corpicino
dell’animusi. Il prof disse: «È
un animusi da combattimento, la specie è leoaquila.»
Io felice tornai sul campo da tornado e vinsi il torneo. Tornai a
casa felice con la coppa ma soprattutto con la felicità di avere un
nuovo amichetto. Prima di salire sul pullman che mi portava a casa
dissi: «Il mio amichetto si chiama Bryan.»
Gugino Giorgia
Oggi appena entrata in classe il professore di flauto mi ha
consegnato il mio uovo, dicendomi: “Ecco, Giorgia, ti consegno il
tuo animusi, mi raccomando prenditene molta cura e ricorda che
loro si nutrono di musica, come noi.”
Io gli ho risposto: “Certo professore, avrò molta cura del mio
animusi, si fidi di me.”
A quel punto suona la campanella e inizia la lezione, io e tutti i
miei compagni eravamo emozionati all'idea di avere un animaletto
tutto nostro e pensavamo che forma potesse avere, io volevo che da
quell'uovo uscisse un delfiniglio.
Arrivata a casa sono stata tutto il giorno a fissare quel piccolo
ovetto, al solo pensiero che un giorno di questi avrei avuto il mio
animusi personale, mi veniva la pelle d'oca.
Il giorno dopo il professore che ci aveva consegnato l'uovo passava
per i banchi a vedere quanto affetto avevamo dato al nostro uovo,
arrivato al mio banco mi ha detto: “Giorgia, le uova dei tuoi
compagni già si stanno schiudendo, il tuo è ancora tutto chiuso!”
Io gli ho risposto: “Prof. ho un'idea! Dato che i nostri animusi
si nutrono di musica, magari se suonassi qualcosa con il flauto verrà
fuori.”
Lui mi ha risposto: “Ottima idea, possiamo provare adesso.”
Io ho tirato fuori il flauto dalla custodia e ho incominciato a
suonare una melodia classica e, da non crederci, dopo cinque minuti
da sotto l'uovo è sbucata una piccola coda azzurra come il cielo.
Il professore mi ha detto: “Ottimo lavoro, ora tocca a te con la
tua musica far schiudere l'uovo.”
Giorno dopo giorno continuavo a suonare melodie classiche al mio
animusi ma non si vedeva altro che quella coda azzurra, avevo
suonato tutte le melodie possibili per far sì che si schiudesse ma
non successe niente.
Una sera avevo perso la speranza di far schiudere l'uovo, così dopo
cena, mi sono messa seduta sul letto a pensare cosa avevo fatto di
sbagliato poi ho preso l'uovo e me lo sono messo tra le braccia
abbracciandolo forte.
Sono arrivata in classe e ho chiamato il prof. di flauto, gli ho
detto: “Prof non si schiude, ho suonato di tutto, ma quello che è
sbucato è solo una coda azzurra.”
Il prof mi ha detto: “Hai provato a portarlo con te quando esci?”
Io ho ribattuto: “No, quello non l'ho fatto.”
Il prof mi ha risposto: “Tu prova a farlo e un'altra cosa ancora…
Che animusi vorresti che uscisse dall'uovo?”
Io gli ho risposto: “Ho sempre sperato che uscisse un delfiniglio,
cioè metà delfino e metà coniglio.”
E allora lui ha ribattuto: “Perfetto, il tuo sogno si sta
avverando, è sbucata dall'uovo una coda azzurra, questo significa
che è la coda di un delfino. Quindi continua a credere che il tuo
animusi sarà un delfiniglio.”
Io ho annuito con la testa e ho appoggiato il mio uovo sul davanzale
insieme agli altri. Vedevo che le altre uova erano molto più schiuse
del mio, ma sapevo che il mio animusi sarebbe stato il
migliore.
Passata circa una settimana, erano le sette di sera, mi sono sdraiata
a leggere un libro mettendo il mio uovo sotto le coperte insieme a
me, a un certo punto ho sentito un rumore tipo quando mangi un
cracker, mi sono voltata e ho visto che dal mio uovo erano spuntate
delle orecchie lunghe e morbide. Ero al settimo cielo, ora sapevo
cosa serviva a far schiudere l'uovo… serviva l'amore.
Ogni giorno trattavo l'uovo come se fosse il mio fratellino minore,
lo portavo ovunque, a volte si vedevano le orecchie che andavano su e
giù e la coda avanti e indietro.
Una settimana dopo nell'ora di flauto, è successo quello che
aspettavo da un mese: finalmente l'uovo si è schiuso del tutto ed
era l'animusi che volevo.
Il prof. si è recato subito da me, dicendomi: “Hai visto che il
tuo animusi si è schiuso, ti piace?”
Io gli ho detto: “Sì, è come lo volevo, piccolo e paffutello con
degli occhi a palla, che se li guardi ci anneghi dentro, insomma
prof. grazie di tutto quello che ha fatto.”
Il prof. mi ha fatto un cenno con il dito, credo che volesse dire
prego o qualcosa del genere.
Il mio animusi non faceva niente, stava lì, fermo a guardarsi
intorno.
Allora ho deciso di prendere il mio flauto e di suonargli qualcosa di
classico, dopo un po’ ha iniziato a muoversi e dopo ancora a fare
dei versi strani.
Sapevo che al mio animusi mancava qualcosa e dopo un po’
sono riuscita a capire cosa: il modo di comunicare con lui e lui con
me e a un certo punto ho avuto un'idea.
Ho pensato che magari avrei potuto fare una piccola magia con il
flauto magico, ho incominciato a suonare e a pensare quello che
volevo ed ecco fatto, il mio animusi sapeva parlare.
I giorni non erano più noiosi come un tempo, ora avevo il mio
animusi che mi stava accanto ogni momento. Insomma la mia vita
era cambiata, con lui giocavo, dormivo, mangiavo, suonavo e la cosa
più divertente: quando aveva fame, io gli suonavo quello che voleva
e lui cercava di acchiappare le note per mangiarsele.
Quando avevo lezione di flauto il prof mi chiedeva: “Come sta
andando?”
Io gli dicevo:”Tutto bene, il mio delfiniglio è fantastico.”
Un giorno il prof. durante la lezione ha detto che a fine anno avremo
dovuto fare un testo sul nostro animusi e che cosa abbiamo
fatto con lui.
Tutti, compresa io, sono impazziti perché era una cosa stupenda fare
un testo sul nostro animuso e poi davanti a tutti.
Purtroppo è arrivata la fine dell'anno e tutti noi siamo pronti a
presentare i nostri piccoli animaletti.
Arrivato il mio turno mi sono messa a leggere era come se non finissi
mai, quando ho finito il testo ho ringraziato davanti a tutti il
prof. di flauto che è stato un esempio per me e il mio animusi.
Finiti i testi di tutti ognuno si salutava, io ero triste che l'anno
era finito ma sapevo che era stato un anno fantastico alla scuola
musica magia.
Nessun commento:
Posta un commento