Prevelloni Silvia
Mi chiamo Emma e ho 14 anni.
Mi sono appena svegliata e la
luce del sole è così forte che quasi mi acceca.
La stanza in cui dormo, che
condivido con Camilla, è molto spaziosa, si trova in fondo al
corridoio e ha una vista spettacolare sul lago Sussurrante.
Ieri il Professore Orchestri
ha affidato un uovo a tutti gli studenti del primo anno.
Ci ha spiegato che all'interno
c'è un animusi
(cioè un animale nato dalla fusione di due bestioline) e che questo
si nutre di musica. WOW!
Oggi alla prima ora ho lezione
di pattinaggio con la Professoressa Accordi che ha organizzato una
gara di velocità ed io mi sono aggiudicata il primo posto!!
All'ultima ora invece ho
storia della Musicomagia,
ma appena seduta in aula, mi sono incantata a fissare gli occhi
stupendi di Pietro. HO GIÀ PRESO INFORMAZIONI SU DI LUI.
Pietro è un ragazzo alto, ha
gli occhi scuri e profondi, i capelli castani e folti e sembra molto
simpatico.
All'improvviso si gira e mi
sorprende a guardarlo, imbarazzata chino la testa ed arrossisco...
SPERIAMO NON SE NE SIA ACCORTO!
Pietro: " Ciao! Mi chiamo
Pietro, piacere. Tu come ti chiami?"
Io: "Ciao, io sono Emma,
piacere."
Mi porge la mano ed io per
gentilezza accetto un po' imbarazzata.
Mentre mi giro, la sua voce
dice: " Da dove vieni? Hai fratelli o sorelle? Ti piace il
gelato?"
Io: " Scusa ma devo
andare, comunque ho due sorelle Morena ed Elisa, sono al terzo anno.
E... sì, mi piace."
Pietro: "Ci vediamo dopo
a mensa."
Si gira verso Camilla, sembra
deluso.
Si avvicina Vanessa: "Ehi,
che fai? Vuoi stare un po' con me e Angelica?"
Io: "Mi spiace ora non
posso, se mai dopo."
Vanessa si gira irritata e si
allontana con Angelica, la sua unica amica. CHISSÀ COME MAI?!
Ma Pietro torna all'attacco:
"Scusa per prima, volevo solo conoscerti meglio. Sai, sei molto
simpatica e anche ..."
Arriva Camilla: "Ciao
ragazzi, di cosa parlate?"
Pietro: "Niente, niente."
Camilla: " Tutto bene,
Pietro? Sembri arrabbiato?"
Pietro: "Non sono
arrabbiato, tutto a posto."
Camilla: "Ok, sarà stata
una mia impressione."
Li interrompo: "Ragazzi
piantatela, l'uovo si sta schiudendo!"
Pietro: "Calmati Emma,
dobbiamo andare dal Professore Orchestri, è l'unico che ci può
aiutare."
Io: "Dove sarà ora? Ci
dobbiamo sbrigare."
Camilla: "Dovrebbe essere
dalle stalle."
Corriamo veloci, l'uovo è
quasi schiuso e mi sto agitando sempre di più.
In lontananza intravedo il
Professore che vedendomi preoccupata accelera il passo per venirci in
contro.
Professore: "Cosa succede
ragazzi?"
Io: "L'uovo si sta
schiudendo."
Pietro: "Stai tranquilla,
andiamo alle stalle e aspettiamo la sua schiusa."
La sua voce è così
rassicurante che mi calmo subito.
Mentre aspetto la nascita,
pensierosa ma felice, finalmente vedo uscire dall'uovo una zampetta
rosa che piano piano si libera dal guscio."
Professore: "È una
canestrello."
Io: "Che carina! La
chiamerò Lola."
Pietro: "Bel nome, le si
addice proprio."
Io: "Grazie."
Professore: "Ora tornate
nelle vostre stanze che è tardi."
Pietro: "Ti accompagno
io, Emma."
Io: "Buonanotte,
Professore!"
Professore: "Buonanotte,
ragazzi!"
Torniamo verso le camere e ora
è il momento di salutare Pietro e mi dispiace.
Pietro: "Buonanotte,
Emma, ci vediamo domani."
Io: "Buonanotte, a
domani."
PECCATO, IN FONDO, FINO
ALL'ULTIMO CI HO SPERATO ...
IN UN BACIO!
Marku Morena
«Morena, Morena svegliati
è tardi.» Mi sento dire
da Elisa.
Ad un certo punto mi sveglio e chiedo ad Elisa: «Cosa c'è, perché
mi hai svegliato così?»
«Siamo in ritardo! Oggi c'è la consegna delle uova degli animusi.»
«È vero!» Ho esclamato.
Eravamo ancora tutte e due in pigiama, ci siamo cambiate velocemente
e ci siamo vestite con la solita divisa. In fretta e furia andiamo in
classe, ma inciampo in una pietrolina... Mi rialzo e proseguiamo.
Entrate in classe abbiamo visto la prof. Tamburelli illuminata da un
raggio di sole che proveniva dalla finestra nella parete a sinistra
della porta. Il mio posto è vicino ad un ragazzo non molto carino,
magro, capelli neri, occhi marroni con gli occhiali e ha pure le
lentiggini.
La prof. chiede il silenzio e annuncia la consegna dell'uovo. Ci
chiama tutti a sceglierne uno. Io ne scelgo uno verde con alcune
sfumature di azzurro. Non vedo l'ora di vedere il mio animusi.
Ognuno di noi fa delle domande, io ho chiesto come cibarli e come
farli schiudere. La prof. mi risponde che per farli schiudere e
nutrirli bisogna suonare il flauto.
Suonata la campanella andiamo nelle nostre camere con le nostre uova.
Inizio subito a suonare al mio animusi con il mio flauto di
legno. La prima canzone che gli ho suonato è una canzoncina che mi
cantavano sempre i miei genitori quando ero piccola per andare a
dormire. Però poi smetto perché era ora della lezione di
pattinaggio, che io adoro.
La prof di pattinaggio si chiama Maria Pentagramma, è molto gentile
e curata nel suo linguaggio, la sua voce è molto rilassante. La
lezione è stata divertentissima perché la prof ci ha insegnato
molte cose, ad esempio come frenare. Io sono caduta e un ragazzo,
Luciano, molto carino, mi ha aiutato ad alzarmi. Ero un po' in
imbarazzo però sono riuscita a ringraziarlo.
Mentre torniamo nelle nostre camere, io e Elisa per sbaglio ci
scontriamo con due ragazze, Camilla e Silvia. Ci perdiamo un po' in
chiacchiere, ci conosciamo meglio e diventiamo subito amiche; siamo
di fronte alla loro camera.
Quando entro in camera non trovo più l'uovo nel mio zaino, mi
spavento molto!
Chiedo ad Elisa di aiutarmi a cercarlo e trova l'animusi nella
mia valigia! L'uovo si è già schiuso! È
una femmina di colore rosa pastello.
«Andiamo dalla prof. Tamburelli, lei mi dirà che animusi è»
dico ad Elisa.
La prof mi spiega che il mio animusi è un gattufo. Sono
felicissima, ora ho un amichetto peloso. Però ora tocca al nome...
la chiamo Pinky.
«Ora torniamo in camera» dico a Pinky.
Mentre andiamo, Pinky fa inciampare Luciano, è una pazza scatenata.
«Scusa, è che il mio animusi è un po' scatenato».
Luciano mi risponde: «No, tranquilla, anche io ho un animusi
pazzerello che saltella da tutte le parti, ora è in camera».
Ci salutiamo e andiamo nelle nostre camere ma Luciano mi ferma e mi
dice: «Ma io ti ho già vista da qualche parte. Ah si! Quando sei
caduta alla lezione di pattinaggio e io ti ho aiutata a rialzarti. Ti
devo confessare una cosa... Ti guardavo sempre... Sei così carina!»
Mi sussurra arrossendo.
«Grazie, anche io ti guardavo sempre» ammetto chinando la testa
verso il basso e arrossendo. «Ci possiamo conoscere meglio, se vuoi,
ti va domani di andare a mensa insieme?»
Dentro di me scoppio di gioia!
«Certo, allora ci vediamo domani».
Si è fatto tardi, torno in camera a dormire con la mia Pinky
sdraiata sulla mia pancia, non vedo l'ora che sia domani.
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