Buongiorno, Cari Amici Lettori, anche oggi torniamo ad Armonia con due racconti di Davide e di Mattia, dalla scuola Volta di Genova Cornigliano.
D’Amico Davide
LA PASQUA DELLA SAGA ARMONIA
Per la scuola di Giulia oggi è un giorno davvero speciale perché è Pasqua e a Pasqua i bambini si divertono. Ogni anno si fa la festa nella scuola dell’Armonia.
Giulia si è svegliata e ha subito aperto le uova colorate regalate dai genitori, ha ricevuto una bacchetta magica, una gomma colorata, un braccialetto che parla con gli animali e un cucciolo di tartacane molto piccolo che può nuotare e scavare delle buche anche abbastanza profonde.
Porta il suo tartacane nello zainetto con il braccialetto vicino al cucciolo, così possono parlare.
Quando vede Pietro gli fa vedere il suo tartacane che abbaia e lecca il cucciolo di Pietro. Vanno a scuola insieme ma vedono che c’è un toniglio e allora fanno una gara tra i cuccioli a chi lo prende per prima. Giulia sa che ha già vinto ma il suo cucciolo è un po’ lento e allora Giulia gli mette il braccialetto magico per farlo andare più veloce. Pietro se ne accorge, ma non dice niente. Dopo un paio di minuti i due cuccioli si arrendono e allora si incamminano verso la scuola.
I professori sono fuori dalla scuola che distribuiscono delle uova marchiate da uno stemma della scuola. Queste uova servono per iniziare il nuovo spartito da suonare. Dentro all’uovo c’è un animaletto che si usa quando bisogna suonare con lo strumento. Di questa cosa Giulia e Pietro sono contentissimi. Nella scuola ci sono banchetti che regalano magliette, dolcetti e trucchi per le femmine. Ci sono delle cassette per ogni angolo della scuola che emettono musica.
Durante Mattia
UN MAGO NASCOSTO
Lunedì mi alzai tardissimo, desideravo che fossero le sei in punto e tutto di un tratto la sveglia segno le sei in punto.
Alle otto entrai a scuola ancora molto spaventato per quello che era successo in precedenza, c’era un interrogazione di storia ma io non mi ero preparato. Mi chiamò ma sapevo tutto. Finito l’interrogazione per scherzare dissi: «Sono un mago».
Il giorno seguente ero in anticipo quindi misi un po’ di musica, i Pink Floyd, mentre ascoltavo la musica vidi un animale strano: un leone con le ali, rimasi stupito, lo inseguii per un quarto d’ora, lo persi e mi resi conto che ero in ritardo, tutto ad un tratto mi teletrasportai, involontariamente, davanti alla porta della mia classe, mentre mi teletrasportavo vidi una figura, simile ad un dio.
Cosi preso dalla curiosità andai nella libreria più vicina e andai nel reparto proibito che era sorvegliato da un cane a tre teste, Bifidus l’unico Cerbero ancora in vita. Dormiva quindi fu facile superarlo. C’era un libro della mitologia, lo trovai grazie all’apparizione, si chiamava Shmoul.
C’era scritto: Apparirà a colui che è stato scelto, riporterà il teschio d’oro in vita».
Io scappai subito via, andai a casa e mi ricordai che mio padre prima di morire mi aveva detto con un tono angosciato: «Riportami in vita, nomina queste parole». Io le pronunciai, si illuminò tutto il cielo e poi cadde un fulmine d’oro proprio dentro casa mia, poi si vide una figura, era alta e muscolosa, indossava una maschera d’oro, un teschio, poi si avvicinò a me. Aprii gli occhi ed eravamo nel deserto, lui mi abbracciò e si tolse la maschera: era mio padre e mi disse: «Figlio mio tu porterai avanti la tradizione del teschio d’oro, tu sei il mago più potente di tutto l’universo».
Io risposi: «Per quale malattia sei morto?»
Lui disse: «Anche tu morirai alla mia stessa età.» E sparì.
Dopo andai a cercare in tutte le librerie della mia città un libro che parlasse di questa maledizione.
Nulla, per due settimane cercai senza risultati. Continuai a cercare per un mese. Lo trovai, parlava di una certa maledizione di teschio d’oro, c’erano scritte cose terribili: uomini ritrovati senza cuore e senza bocca e naso, erano uomini vivi che indossavano una maschera d’oro, si facevano chiamare i seguaci. Staccai lo sguardo dal libro e rividi mio padre, per un nano secondo poi rimisi lo sguardo sul libro e notai, in basso a sinistra delle coordinate, incuriosito e spaventato per quello che mi stava accadendo, presi la mia bicicletta e mi diressi lì.
All’apparenza non c’era niente ma ad un tratto calpestai una zolla di sabbia e caddi giù, in un tunnel di vetro dove la gravità sembrava non esistere. Arrivai in fondo rilassato c’era un uomo che mi disse: «Ce ne hai messo di tempo.»
Io gli dissi mezzo addormentato: «Chi sei?».
Lui disse: «Sono colui che ti prende lentamente giorno dopo giorno».
Io dissi: «La morte?»
E lui: «Esatto, è arrivato il momento di morire e quindi ti trasformerai».
Io: «Trasformerai?»
Lui: «Sì, non morirai eternamente ma per esattamente centodieci ore poi ti trasformerai nella maledizione, la puoi distruggere ma sarà difficile e hai solo venticinque anni prima di morire, tuo padre li ha esauriti proprio ieri».
Io dissi: «E ci è riuscito ?»
La morte: «No,ci stava per riuscire.» Poi sparì e io venni liberato e portato via.
Ora dopo venticinque anni sto raccontando a tutti voi la storia di come un ragazzino sconfisse la maledizione più potente del mondo.
Bene, una bella storia allegra di Pasqua e una noir. Complimenti a Davide e a Mattia per i loro racconti e grazie per aver partecipato al mio laboratorio.
A presto, Claudia ♥
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