Ciao, sono Claudia, questo è il mio blog :) Invento storie e scrivo romanzi fantasy, benvenuti nel mio mondo!

lunedì 11 marzo 2024

Un Giorno ad Armonia 2024 - Scuola D'Azeglio - 1G - primo gruppo

 


Buongiorno, Cari Amici Lettori, finalmente ricominciano i nostri viaggi ad Armonia, iniziamo questa avventura assieme ai ragazzi della 1G della scuola D'Azeglio di Genova Prato. Sono i primi racconti della nuova raccolta!!

Ecco a voi le storie di: Buonocore Gaia e Guzzi Siranni Giulio e i disegni di Dellacasa Anna, Gronò Maura Virginia e Hysa Dion.

Potete nel frattempo scaricare la raccolta dello scorso anno (qui il post per saperne di più)

(cliccate invece qui per avere informazioni sul laboratorio #armonialatuastoria)

Buonocore Gaia

Arrivata ad Armonia, la scuola di Musicomagia, ero un po’ agitata ma anche curiosa di sapere chi sarebbe stata la mia compagna di stanza e di quale sarebbe stato il mio animusi.

La preside iniziò a indicare le camerate. Quando sentii il mio nome seguito da quello di Martina, ero molto incuriosita di sapere se era una ragazza simpatica.

In stanza ci presentammo. Era una ragazza alta, capelli rossi e lisci che le arrivavano quasi fino alle ginocchia, occhi verdi.

Dopo aver posato i bagagli e salutato i genitori, andammo oltre la porta verde, che era vietato oltrepassare senza il permesso della preside, perché in realtà questa scuola superiore si trovava su un altro pianeta che aveva due lune e un cielo magnifico, alcune volte viola, altre blu e perfino rosso ma il sole era piccolissimo da quella distanza.

Dopo ciò, tutti quelli del primo anno andarono a prendere un uovo di animusi da Filippo, un professore che preferiva essere chiamato solo col proprio nome.

Il mio uovo era arancione, giallo e marrone. Filippo disse che gli animusi si nutrivano con la musica del flauto e di solito di schiudevano dopo un paio di giorni. Dopo ci consegnò una borsa porta uovo. Poi la preside ci diede una specie di volantino con gli orari delle lezioni. Dopo facemmo cena e andammo nelle stanze. Io e Martina decidemmo di suonare il flauto per le nostre uova.

La mattina Martina mi svegliò di colpo dicendomi che il mio uovo si stava schiudendo. Era prestissimo ma ci recammo da Filippo. Dopo 5 minuti si schiuse dicendomi che era un Leoardo un misto sta un leone bianco e un leopardo. Filippo mi disse che era femmina e le diedi il nome Bianca. Era una leonessa ma con la coda di un leopardo, il pelo bianco con macchie nere e orecchie marroncine.

Poi andammo in stanza e ci preparammo per la lezione di pattinaggio. Io da piccola avevo fatto un mese di pattinaggio, quindi me la cavavo. Mentre pattinavo per la pista Bianca mi seguiva; poi c’era un po’ di tempo per cambiarci e per suonare ai propri animusi.

Dopo la lezione di teoria, aver pranzato e fatto amicizia con quasi tutti, c’era un’altra lezione in cui imparammo delle melodie da suonare ai nostri animusi.

Durante la lezione, l'uovo di Martina iniziò a schiudersi. Chiedemmo quindi alla professoressa di andare da Filippo. Arrivate lì si dischiuse subito: era un bellissimo Pagallo, un misto tra un pavone e un pappagallo. Aveva tutte le piume del corpo di colori caldi come rosso, giallo, arancione e aveva la coda come quella del pavone di colori freddi come azzurro, blu e viola. Nel suo caso era un maschio e lo chiamò Coco.

Visto che mancavano dieci minuti alla fine della lezione e poi c’era un po’ di tempo libero, Filippo ci presentò i suoi animusi preferiti come i canorsi e le cavane.

Ci disse anche che, quando era estate e non c’ era la scuola, travestivano gli animusi in animali domestici comuni. Mi disse che il mio lo avrei portato a casa in forma di cane, di preciso un cane lupo, perché avevano circa le stesse misure.

Dopo il tempo libero c’era la cena; più tardi Bianca si mise vicino a me nel letto a dormire e dopo che lei si addormentò mi addormentai anche io, felice di aver scelto quell’uovo.


Dellacasa Anna

Il Leoardo



Gronò Maura Virginia

Il Serpesce



 Guzzi Siranni Giulio

«Ahio, che male!». Giulio, appena arrivato di fronte al cancello verde della scuola di “Musicomagia” di Armonia, per la tanta euforia inciampò facendo volare la sua adorata coppola sul terreno.

I suoi occhi verdi incrociarono quelli di uno sconosciuto, che presto capirà trattarsi del temutissimo prof di musicoterapia, che lo scortò in camera dove conobbe Giovanni.

I due fecero conoscenza e parlarono di come erano arrivati ad Armonia. Giulio iniziò a raccontare: «I miei genitori volevano farmi studiare medicina e io, con soldi di comunione, cresima, regali vari, paghette e resti della spesa mai restituiti, sono riuscito a pagare la retta».

Giovanni gli narrò la sua storia: «La mia storia è più banale della tua, ho chiesto ai miei genitori di frequentare questa scuola e loro mi ci hanno iscritto».

Chiacchierando non si accorsero di dover andare dal prof Filippo a prendere l’uovo.

Toccò prima a Giulio. Il professore gli consegnò un uovo azzurro, grande all’incirca quanto la sua testa, poi consegnò a Giovanni un uovo lilla un po’ più grande del suo.

Filippo li radunò nel prato a suonare per le loro uova. Giulio tirò fuori il suo fedelissimo strumento che all’apparenza sembrava pure un flauto. Lo suonò e tutti notarono che non era stridulo come il flauto ma era più caldo e blues, era un pocket sax.

Allora anche Giovanni si mise l’uovo davanti, ma non aveva un flauto. Aveva appesa al collo una sorta di testa d’oca di ceramica tutta decorata; allora tappando e stappando buchi suonò una soave melodia.

A quel punto le uova si schiusero. Da quello di Giulio uscì un pappagatto: un animusi con il corpo da gatto egizio, le imponenti ali, lucenti artigli, una coda piumata, qualche piuma sulla testa e una colorazione blu di Prussia con qualche striatura viola. A Giovanni uscì un gattufo: un misto fra un gatto e un gufo.

Tornati in camera, entrò la preside Orchestri che gli parlò: «Buonasera ragazzi, complimenti per i vostri animusi, avete fatto un ottimo lavoro. Carissimo Giulio, devi sapere che aspettavamo da tanto tempo un musicista blues come te. L’animusi che ti è stato assegnato non è casuale, il padrone del suo bisnonno amava il blues come te, si tratta del famosissimo pianista Ray Charles».

E Giulio incredulo disse: «Non ci posso credere!» e la preside continuò: «Ray Charles aveva un pappagatto proprio come il tuo ma nessuno lo aveva mai visto perché mentre lui suonava l’animusi se ne stava nel pianoforte a farsi solleticare dai martelletti».

«Gentilissima Preside, sono onorato di essere stato scelto, lo chiamerò Hammond, come l’organo blues».

Giulio, ancora incredulo, espresse in silenzio un desiderio: andare in America, suonare il pianoforte di Ray Charles con Hammond dentro.

La Preside si rivolse a Giovanni: «Carissimo, siamo molto stupiti dal tuo strumento, pensavamo ti fossi dimenticato il flauto! Piuttosto, dimmi che cos’è».

E allora Giovanni iniziò a spiegare: «Questo strumento è un’ocarina, uno strumento tradizionale della mia terra, l’Emilia-Romagna, inventato nel 1853. Il mio sogno sarebbe quello di realizzarne una fatta col legno di ebano».

La preside se ne andò, Giulio chiese a Giovanni: «E dove troverai il legno di ebano che è difficile da reperire?»

Giovanni disse: «Io ho un segreto, ho rubato 3 kg di ebano dall’artigiano sotto casa!».

Il mattino dopo Hammond stava giocando con le margherite sonore, ma arrivò un canorso, litigarono e venne ferito.

Giulio, non sapendo che fare, suonò il suo pocket sax per calmare l’animusi, e la ferita si rimarginò!

Poi tutti vennero a sapere della guarigione della ferita di Hammond e si precipitarono verso di lui per curare tutti gli animusi feriti.

Così alla fine dell’anno guadagnò così tanto che andò in America con Giovanni e suonarono un po’ di blues con il pianoforte di Ray Charles con dentro Hammond e l’ocarina di ebano.

Dai tasti fuoriuscì una luce blu abbagliante, era l’emozione di Hammond che percepì l’anima del suo bisnonno pappagatto.

Hysa Dion

Bianca, il leoardo



Che bello ritornare ad Armonia, provare di nuovo l'emozione di varcare la porta verde, assistere alla schiusa dell'uovo di animusi...
Ringraziamo i ragazzi per le loro storie e la loro fantasia, noi ci rivediamo prestissimo con gli altri racconti della 1G,
Claudia

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