Questo racconto ci porta indietro nel tempo al primo giorno di Armonia. E quando dico primo, intendo proprio “il primo” in assoluto, dopo che la vita fu creata sul pianeta dei Musimaghi.
Per gli appassionati della Saga, ritroviamo Edoardo Leoni (lo ricordate, vero? Lo abbiamo incontrano nel romanzo “La Melodia Creatrice”, quando Giulia ha fatto il secondo viaggio nel tempo). Noi lo accompagneremo alla scoperta di Armonia.
La melodia creatrice è stata appena suonata e una nuova vita comincia per i Musimaghi che si sono rifugiati al di là del portale, dopo l’attacco degli Uomini della Scienza.
Pronti per un tuffo interdimensionale?
Edoardo
Leoni si mosse lamentandosi e cercò a fatica di aprire gli occhi.
Cos’è successo?
Si mise seduto e, dopo essersi sfregato energicamente il viso con le
mani, sollevò le palpebre.
Una grande luce lo costrinse a proteggersi con un braccio.
Rimase per un attimo in attesa e sentì un lieve tepore riscaldargli
la pelle: il sole.
Dunque siamo tornati nel mondo reale?
Poteva udire le voci soffocate e i sussurri degli
altri Musimaghi.
Percepiva le loro emozioni: erano stupiti e confusi.
Quando finalmente riuscì a guardarsi attorno, rimase stupefatto.
Era seduto nel bel mezzo di un grande prato verde, il cielo era
terso, mentre il sole splendeva emanando una luce insolita.
Tutti i colori erano molto vividi e intensi.
Questo non è il nostro mondo.
Fece uno sforzo per richiamare alla memoria gli avvenimenti appena
trascorsi.
Ricordava l’attacco che avevano subìto, la fuga
di tutti i Musimaghi
attraverso i portali per raggiungere il loro mondo segreto, quello
che tutti conoscevano come l’Aldilà.
Sospirò allibito.
Questo posto è molto diverso, non è come lo ricordavo.
L’Aldilà
era un luogo nebbioso e all’apparenza irreale, mentre l’ambiente
dove si trovava in quel momento era simile al mondo reale in una
bella giornata estiva.
«Ha funzionato.»
Si voltò e vide il suo amico
fraterno, Lorenzo Accordi, abbracciare l’amore della sua vita, la
bellissima Eleonora.
Edoardo sospirò, ma non sentì
il familiare dolore al centro del petto che aveva sempre provato da
quando lei aveva preferito Lorenzo a lui.
«Certamente.» Eleonora gli
sorrise raggiante. «I nostri vecchi sono riusciti a fare
l’incantesimo e nessuno è rimasto ferito.»
Incantesimo? Feriti?
Qualcosa, nell’animo di
Edoardo, si agitò.
Ricordava
vagamente. La melodia creatrice doveva essere suonata da un Musimago
dalla mente imperativa e un sacrificio sarebbe stato richiesto, era
quello che diceva l’antica profezia.
Se la nebbia era magicamente
sparita dal loro nuovo mondo, sembrava che si fosse assiepata nella
sua mente confusa.
Il contatto di una mano sulla sua
spalla lo fece voltare e si trovò di fronte la vecchia e saggia
Evelina Fedeli.
«Abbiamo suonato la melodia
offuscante per tutti. Credimi è meglio così, soprattutto per te.»
Perché per me?
Poi fu travolto da un abbraccio.
Era Lorenzo.
«Amico mio, siamo tutti salvi.»
Edoardo si sforzò di sorridere,
ma aveva una strana tensione allo stomaco, un senso di perdita…
«Fratelli
Musimaghi!»
La voce potente del vecchio Accordi reclamò l’attenzione di tutti.
Lentamente la
folla si radunò attorno a lui, capo spirituale e guida di tutti i
Musimaghi.
«Oggi è il primo giorno della
nostra nuova vita.»
Dopo qualche mormorio, si creò
un silenzio carico di aspettativa.
«Un mondo nuovo è stato creato
per noi, dai nostri desideri, grazie alla grande sciamana...»
Una
sciamana?
Un’immagine apparve nella mente
di Edoardo. Il volto di una giovane donna, leggermente imbronciato,
con vivaci occhi verdi dai quali traspariva una grande forza
interiore.
Io l’ho conosciuta, ne sono
sicuro!
Provò una fitta di malinconia.
«Ci è stata donata la
possibilità di vivere in un luogo sicuro, dove coltiveremo la nostra
cultura e potremo vivere in perfetta armonia con il creato. Questo
luogo si chiamerà...»
«Armonia!»
Edoardo sussultò al suono della propria voce. Non sapeva perché, ma
era sicuro che lei
lo avesse chiamato così.
Si accorse che tutti si erano
voltati verso di lui e sorrise alzando le spalle. «Era un’idea»
si giustificò.
«Un’idea molto appropriata,
figliolo.» Il vecchio Accordi sorrise e lo guardò con quei suoi
occhi penetranti a cui nulla poteva sfuggire. «È deciso allora,
questo luogo si chiamerà Armonia.»
Tutti applaudirono. Lorenzo gli
assestò una pacca sulla spalla e lo guardò sottecchi, come se
qualcosa non lo convincesse.
Si sentì imbarazzato, cosa
alquanto strana per lui.
«E ora prendiamo i nostri flauti
e intoniamo un canto rigenerante per la nuova terra e ringraziamo la
nostra sciamana, per il suo sacrificio.»
Sacrificio?
Edoardo si fece sfuggire il
flauto di mano.
In quel
momento una fredda consapevolezza calò sul suo animo come una
pioggia gelata: lei
si era sacrificata per loro.
I Musimaghi
intonarono la loro magia, ma lui non ce la fece.
Raccolse il flauto e si defilò
allontanandosi dalla folla. Gli occhi si erano offuscati per le
lacrime e un dolore che non riusciva a motivare gli dilaniò l’anima.
Il grande prato era delimitato da
un bosco, ma qualcosa lo attirò nella direzione opposta.
Camminò senza riuscire a pensare
lucidamente, tormentato da sensazioni confuse e dolorose.
Poi lo vide.
Un grande lago si estendeva di
fronte a lui circondato da dolci colline boscose. Le acque erano
torbide, ma calme, almeno in apparenza.
Si accucciò sulla riva e sfiorò
la superficie come se volesse accarezzarla.
Questo lago ha un legame con
lei.
Sospirò e sbatté le palpebre
per scacciare le lacrime. Era un uomo d’arme, valoroso, impavido e
non avrebbe dovuto lasciare che le emozioni lo travolgessero in
quella maniera.
Il suo sguardo si perse tra le
acque che parevano sussurrargli nella mente.
Chi è la
sciamana? Perché provo questi sentimenti per lei?
«Perché l’hai amata.»
Si voltò di scatto e vide la
saggia Evelina raggiungerlo e sedersi su uno scoglio accanto a lui.
«Pensavo fosse meglio fartela
dimenticare, ma il tuo cuore non vuole farlo.»
L’ho amata?
Evelina annuì
in risposta al suo pensiero. «Lei
ti ha liberato.»
...
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Buona lettura
Claudia
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