Due lunghi racconti dai ragazzi della scuola media Volta di Genova Cornigliano che hanno partecipato al laboratorio "Un giorno ad Armonia".
Tutti questi racconti faranno parte della nuova raccolta "edizione 2019" che uscirà quest'estate. Nel frattempo potete leggere quelle degli scorsi anni, gli ebook sono gratuiti! (Edizioni 2017 - 2018)
Della Costa Luisa
Era mattina presto, gli uccellini cantavano i fiori sbocciavano e la
rugiada scivolava lungo i bellissimi petali delle rose. Giulia quattordicenne
era molto eccitata stava per incominciare il suo primo giorno di
scuola; verso un cammino lungo pieno di montagne e da impetuosi e
spaventosi burroni da scavalcare. Pensate che stava già iniziando a
farsi i lavaggi di cervello per cercare di sembrare alle altre
persone una ragazza seria quando serve ma con un grande cuore per le
persone a cui tiene e che hanno bisogno.
Con grande fatica si alzò dal letto, si stropicciò gli occhi e
andò a fare colazione. Come ogni giorno la stessa routine ma quel
giorno era tutto più bello, con grande sorpresa la mamma aveva
preparato delle gustose crepes,
ma il bello viene ora: erano a tutti i gusti possibili e
immaginabili; erano al cioccolato fondente, al latte, con la
marmellata di pesche, ciliegie, more, frutti di bosco e tante altre.
Per un attimo Giulia non seppe quale prendere, poi si decise senza
pensarci tantissimo: prese la crepes
con la marmellata di rose, una squisitissima marmellata che aveva
quasi il gusto di lampone ma aveva un odore…indescrivibile!! La
mamma aveva fatto questa delizia con dei bellissimi e profumatissimi
petali di rosa presi dal giardino di fronte a casa che Giulia teneva
sempre molto in ordine. In questo giardino c’erano solo rose di
tutti i colori erano tutte, e quando dico tute significa proprio
TUTTE, tenute benissimo neanche una appassita o con un petalo marcio.
Finita l’intensa colazione decise di vestirsi e di avviarsi per
andare a scuola. Si mise un finissimo vestitino e immaginate un po’
che disegni aveva?? Enormi petali di rosa!! A parte questo piccolo
dettaglio Giulia si mise in cammino dopo aver dato un bacio ai suoi
genitori, aveva uno zainetto con lo stretto indispensabile per la
giornata: un piccolo quadernetto un astuccio e il suo libro preferito
(nel caso ci fosse stato un momento di delusione o di tristezza per
potersi confrontare con la sua amichetta Camilla del libro) aveva
anche un piccolo pupazzeto molto carino con degli occhioni a cui
Giulia non resisteva mai. Lo utilizzava spesso durante le ricreazioni
degli anni passati per non fargli pensare a quei ragazzi arroganti
che c’erano nella sua classe che non facevano altro che prenderla
in giro per i suoi continui look da hippie. Facendo così Giulia
veniva presa ancora di più in giro, certo parlare tutte le sante
ricreazioni con un pupazzetto non era certo normale e lo sapeva bene
anche lei.
Arrivata davanti alla scuola si accorse che mancavano ancora 20
minuti all’apertura della scuola e con un po’ di vergogna decise
di mettersi dalle scalinate a lato della scuola per mettersi a
leggere il suo libro che per fortuna aveva portato con se. Mano a
mano che passava il tempo arrivavano tantissimi ragazzi alcuni un po’
più robusti altri più magrolini e indifesi. Non passò molto al
suono della campanella che notò subito delle piccole e strane
persone che assomigliavano a dei folletti, avevano attaccata alla
giacca un’etichetta con su scritto ‘guardiani della scuola di
Musicomagia’ a Giulia scappò un sorrisino pensando
che delle personcine così piccole potessero fare da ‘guardiani’.
Avevano una stana divisa con dei piccoli flauti che ogni tanto
cambiavano forma come un’immagine specchiata nell’acqua che viene
poi rotta da un piccolo pesciolino che si muove. Giulia era rimasta
un po’ basita, infatti aveva assunto l’espressione di una persona
idiota: bocca aperta, sguardo che non si sa bene dove vada a finire,
e la forma del corpo ricordava molto l’uomo sapiens data la sua
schiena leggermente ricurva e le braccia a penzoloni. Immaginandosi
se stessa vista dagli altri si rimise bene senza neanche farsi tante
domande su quelle strane persone e abititni, anche perché tutti
erano belli tranquilli anzi sembrava quasi non vedessero ciò che
stesse succedendo, perciò pensò che fosse tutto frutto della sua
stupida immaginazione.
Arrivarono in bellissimo cortile sarà stato grosso come tre campi da
calcio ma pieno di fiori di tutti i colori, una piccola parte
dedicata allo svago infatti c’erano dei piccoli ombrelloni con
sdraio, un piccolo laghetto per darsi una rinfrescata, un campo da
Pallasuono….
Ogni tanto si vedevano spuntare qualche animaletto strano ma
adorabile con il proprio padrone un po’ meno. C’erano topogalli,
gattufi, apescioline, canorsi… ogni animale come avrete capito è
un mix tra due animali della nostra realtà. A tutte le domande di
Giulia ci furono abbastanza risposte dopo dieci minuti, quando furono
portati in una stanza dove si trovavano tante piccole uova colorate.
Spuntò un omone alto e robusto con un vocione che rimbombava da
tutte le parti; inizio il suo discorso con un gran bel ‘CIAO’ e
incominciò:
‘Cari ragazzi io sono Filippo, il vostro professore di ‘educazione
degli animusi’ spero di esservi simpatico e di non darvi
noia perciò tagliamo corto. Come avrete già visto ci sono delle
stupende uova davanti a voi. Ognuno di voi ne avrà una ma per fare
questo dovete prendere il vostro bel flauto e in cominciare a suonare
questa “melodia rivelante”, ecco fate scorrere questo testo,
mentre la suonate dovete metterci tutte le vostre emozioni, stati
d’animo e come dire… presentarvi e siate voi stessi!
Successivamente pensate ad un’immagine molto significativa per voi
spiegate il perché (sempre nelle vostre menti, mi raccomando) e, se
avrete eseguito tutto correttamente, un uovo di questi vi darà un
segnale cioè apparirà sul guscio l’immagine che gli avete
trasmesso! Stupendo vero?’
Finito il discorso c’erano persone che avevano già il loro adorato
uovo tra le mani con una bellissima immagine nel guscio, alcuni
avevano immagini della propria famiglia, altri con i propri amici ed
altri ancora con il loro amico a quattro zampe.
Giulia iniziò ad andare in panico, non riusciva a trovare il suo
uovo inizialmente pensò avesse sbagliato tutto che avesse sbagliato
addirittura tipo di scuola… poi ad un certo punto lo vide! Era il
più piccolo di tutti nascosto in fondo al fienile tra la paglia.
C’era rappresentata un’immagine molto significativa per Giulia:
lei da piccolina in braccio ai suoi carissimi nonni mancati tre anni
prima. Non aveva mai provato tutte quelle bellissime sensazione con
altre persone solo ed esclusivamente con i suoi carissimi nonni!
Filippo si congratulò con lei osservando attentamente l’immagine.
Quando tutti ebbero in mano il loro uovo iniziò a spiegare come
dovevano accudire il loro piccolo animaletto.
‘Gli animusi si nutrono di musica, ma non a caso solo ricca
di emozioni del proprio padrone’, spiegò anche che si sarebbe
saputo soltanto alla loro nascita che tipo di animusi fossero.
Lasciarono un po’ di tempo libero ai nuovi alunni per potersi
orientare nella scuola. Giulia fu subito attratta da un piccolo
roseto situato dietro la scuola, anche a cento metri di distanza si
poteva sentire il magnifico odore di rose che le facevano venire in
mente un mucchio di bellissimi ricordi. Bastò un attimo che Giulia
cadde in un sonno profondo cullata dal dolce sapore di rose; sognò
di diventare una ragazza mooolto intelligente con tantissimi amichi
…ma il bello venne ora, sognò di correre incontro ai suoi nonni,
divertendosi a fare dipinti del paesaggio e un pel pic-nic, ma poi
tutto si fermo, una voce la stava chiamando ma lei non ne voleva
saperne di aprire gli occhi proprio in quel momento tanto felice ma
poi uno scrollone la svegliò di colpo…
Era una signora di mezza età con occhi enormi e viso con qualche
rughetta qua e là, mani ben curate e un bel vestitino… anzi
aspetta un po’ era uno di quei vesti con i flauti che si muovono!!
Era oltre che ad un guardiano una signorina della servitù della
preside ed era andata a recuperare tutti gli alunni dispersi per la
scuola perché ci sarebbe stato il tanto atteso discorso della
preside.
Arrivarono davanti al portone dell’aula magna; un aula abbastanza
grande da poter ricevere tutti gli alunni della scuola, la signora la
invitò ad entrare e così fece. C’era un silenzio da cimitero e fu
proprio lei ad interromperlo aprendo quel portone tanto vecchio
quanto rumoroso. Tutti la guardarono con un puntò interrogativo poi
alzò lo sguardo e vide lo sguardo penetrante della preside.
‘Buongiorno, Giulia, come mai in ritardo ti sarai mica fatta un
sonnellino, giusto?? Forza accomodati fra i tuoi compagni.’
Giulia era tutta rossa gli occhi si erano appannati e non vedeva più
niente, non voleva stropicciarsi gli occhi per paura che qualcuno
pensasse che stesse piangendo così se ne andò a posto senza vedere
niente e prendendo, povera lei, un mucchio di spigoli dei tavoli nei
fianchi.
La preside incominciò il discorso: ‘A parte questo piccolo
inconveniente, vi auguro di incominciare bene l’anno scolastico, vi
faccio il mio imbocca al lupo, ma prima dovete sapere che questa
scuola è molto diversa dalle altre, se non avete voglia di lavorare,
studiare e di fare lavori in gruppo, bene, allora la porta è là -
anche se farete un po’ fatica ad aprirla visto che è un po’
vecchia - …qui trovate il vostro orario della settimana
provvisorio, mi raccomando andate a riposare presto non fate gli
scalmanati alla sera perché non vogliamo vedere zombie girare per la
scuola. Come vedrete soprattutto il primo anno sarà molto difficile
e faticoso, ma tranquilli durante l’anno ci saranno delle feste in
costume come la festa dell’amicizia e tante altre … vi auguro un
buon anno a tutti!!’
Subito dopo vennero assegnate le stanze, Giulia era insieme ad una
ragazzina di nome Camilla, già le stava simpatica aveva proprio il
come della protagonista del suo libro preferito e a guardarla bene
era molto simile anche nella descrizione fisica. Era molto bella con
delle lentiggini lungo il naso e le guance, capelli arancioni e occhi
verdi, assomigliava ad una bellissima principessa. Inoltre era anche
simpatica e si volevano già molto bene dopo la prima serata passata
insieme, parlarono della loro famiglia di avvenimenti successi molto
bizzarri ma poi suonò la campanella del copri fuoco e dovettero
andare a dormire.
Giulia si addormentò con un unico pensiero: farsi dei veri amici
come Camilla.
Dusnasi Lucia
"Signorina White, venga, ha vinto il premio per lo studio per la
medicina contro il cancro, non è felice?"
"Certo che lo sono..."
Neanche il tempo di prendere il premio e mi sveglio, peccato, era
solo un sogno, quella maledetta sveglia ha suonato di nuovo.
Vado in cucina e mi siedo a tavola, faccio colazione e dico a mia
madre del sogno bellissimo che ho fatto la scorsa notte, lei mi
sorride e mi dice:
"Sai non sempre c'è una spiegazione scientifica... Lo sai
maddy".
Io annuisco con la bocca piena di cereali, ah… Ma che stupida mi
sono dimenticata di presentarmi, mi chiamo Maddison White per gli
amici Maddy, ho tredici anni e il mio sogno nel cassetto è diventare
una scienziata, io penso che a tutto ci sia una spiegazione
scientifica. Non so perché sia così felice, oggi sarà il mio
ultimo giorno nella mia scuola. Mia mamma non mi vuole dire dove
andrò, da quel che ho capito è una scuola musicale, beh, io so
suonare a malapena la chitarra.
Mi avvio per andare a scuola, le lezioni come al solito sono noiose
meglio che non ve le racconti o vi addormentereste. Dopo aver
salutato i miei compagni vado a casa mi preparo le valigie e vado
alla stazione. Mia mamma mi rassicura, mi dice di stare attenta e di
essere prudente io le faccio un sorriso e le dico che andrà tutto
bene.
Salita sul treno vedo una ragazza con i riccissimi capelli rossi
tantissime lentiggini che guarda dal finestrino con aria malinconica,
non ci faccio molto caso, quindi mi metto a dormire.
Bipp, un rumore assordante mi sveglia, guardo dal finestrino del
treno e leggo fermata "Armonia".
Mi guardo attorno, tutte le persone sono sparite c'è soltanto la
ragazza dai capelli rossi che mi fissa, io mi giro per vedere se
dietro di me ci fosse qualcuno ma i suoi occhi sono sgranati verso di
me.
Prendo la mia valigia e scendo dal treno e wow, rimango a bocca
aperta. La Scuola è immensa, con un enorme portone, ci sono tutti i
ragazzi che entrano, quindi senza pensarci due volte li seguo.
Mi ritrovo in una grande stanza, tutti si siedono sulle poltrone e i
divanetti che sono rivolti verso i professori. Mi siedo su un
divanetto a tre posti e ho la sensazione di essere osservata, tutti
mi guardano e bisbigliano indicandomi.
Quando tutti hanno preso posto le porte della sala si spalancano.
Entra una signora alta con tante rughe intorno agli occhi, tiene i
capelli neri con una coda altissima, dall'espressione sembra rigida e
severa.
Si siede insieme ai docenti e a gran voce dice:
"Benvenuti alla scuola di Musicomagia di Armonia."
Tutti applaudono.
"Io sono la preside della scuola, la signorina Rouge, quest'anno
sarà un po’ diverso da quelli passati; diamo il benvenuto alla
signorina Maddison White…"
Io rimango pietrificata quando pronuncia il mio nome, mi dirigo verso
di lei e tutti mi applaudono.
Finita la cerimonia raggiungo la preside con mille domande nella
testa, appena la vedo le corro incontro, le dico: "Perché?"
Lei Con un sorriso come se sapesse a cosa mi stessi riferendo mi
dice: "Non lo sai?"
"No" le rispondo. Mi porta nel suo ufficio e rimango
scioccata.
"Maddison, tua madre veniva a scuola qui, questa non è una
scuola come le altre, lo sai che la magia esiste? Tua Mamma aveva
salvato questa scuola trent’anni fa da una catastrofe."
Io le chiedo: "Che catastrofe?"
"Una magia oscura aveva colpito la scuola e loro riuscirono a
trovare l'incantesimo per scacciarla, se non l'avessero trovata…
No,non voglio neache pensare cosa sarebbe successo".
Esco dall'ufficio della preside, sono scioccata e mi chiedo perché
mia madre non me l'avesse mai detto, scaccio questi pensieri andando
a dormire. Nel Corridoio incontri la ragazza con i capelli rossi e mi
dice: "Piacere, Lucy."
Io le sorrido: "Piacere, Maddison."
Sono passati tre mesi da quando sono arrivata ad Armonia, ho imparato
a fare magie con il flauto, sono un asso in tutti gli sport e Lucy è
diventata la mia migliore amica, io qui sono riconosciuta come la
ragazza speciale, ma non mi sento tanto speciale in fondo è mia
madre che ha salvato la scuola.
Adesso sono con Lucy nel nostro nascondiglio segreto, sotto la scuola
c'è un piccolo bosco con una grande quercia è lì che studiamo di
solito, oggi studiamo storiamagica; mentre sto sfogliando il libro
arriva un ragazzo alto, magrolino, con i capelli castani mi dice che
la preside mi vuole nel suo ufficio, io inizio ad avere il male alla
pancia dall'ansia.
Arrivata nell'ufficio, lei mi fa sedere mi guarda con aria felice e
mi dice: "Sei stata scelta per rappresentare la scuola di
Armonia, fra due settimane ci sarà una gara si chiama inventa la
pozione."
Le domandai: "Che cosa dovrei fare?"
"Dovrai inventare una pozione che sarà una cura per una
malattia che ti diranno i grandi maghi."
Io a questa proposta sono titubante ma rispondo di sì,comunque il
mio sogno è quello di trovare una sorta di cura per una malattia.
Vado subito da Lucy per dirle tutto ciò che mi ha detto la preside,
lei mi dice che è una bellissima opportunità e che non avrei dovuto
sprecarla, solo che ora c'è bisogno di un buon allenamento con le
pozioni.
È arrivato il grande giorno, mi sto dirigendo insieme alla preside
dove si terrà la gara. Appena arriviamo c'è una piccolissima porta
la apro e all'interno ci trovo una sala enorme con tutti i ragazzi
delle altre scuole, io mi posiziono sul tavolo e mi preparo le cose.
Entra nella stanza un uomo alto e grosso che ci dice: "Ragazzi
state pronti...3...2...1… Inizia la gara!!!!"
Io afferro il flauto e inizio con la formula magica, sul foglio che
ci hanno dato c'è scritto la malattia per cui dobbiamo trovare la
cura, la pestemagica una malattia che può venire solo ai maghi che
ti fa diventare un demone antimusica e sarebbe una catastrofe se
qualcuno la contraesse. Ho quasi finito e voilà.
"Finito!!!!" urlo.
L'uomo si dirige verso di me e mi dice di aspettare che gli altri
finiscano, appena tutti hanno terminato mettiamo la boccetta delle
pozioni in una scatola, così testeranno se è effettivamente la
pozione per curare la malattia.
Sono passate alcune ore da quando tutti gli scienziatimaghi si sono
messi a testare ogni singola boccetta di pozione; ad un certo punto
urlano: "Congratulazioni, signorina Maddison White, ha vinto!!!"
Io mi alzo ed esulto di gioia, prendo la mia boccetta di pozione.
Il signore alto e grosso mi dice: "Allora, non è felice?!!"
Gli rispondo: "Certo che lo sono!!"
E così mi ricordo del sogno che ho fatto prima di venire ad armonia
e tra me e me mi dico: "Wow , i sogni se ci credi possono
diventare realtà!!"
Wow, Luisa e Lucia, i miei complimenti, che belle avventure! Sono sicura che questi racconti piaceranno anche ai miei lettori, vero?
Lasciate un commento per queste ragazze, molto creative, chissà che non diventino autrici anche loro?
A presto con i racconti della scuola di Prato!
Claudia
Nessun commento:
Posta un commento