Ciao, sono Claudia, questo è il mio blog :) Invento storie e scrivo romanzi fantasy, benvenuti nel mio mondo!

sabato 29 giugno 2019

Brizzolara Agata - Carpanese Anna


Due nuovi racconti dei ragazzi della scuola media D'Azeglio di Genova Prato che, anche quest'anno, hanno partecipato al laboratorio "Un giorno ad Armonia".
Tutti questi racconti faranno parte della nuova raccolta "edizione 2019" che uscirà quest'estate. Nel frattempo potete leggere quelle degli scorsi anni, gli ebook sono gratuiti! (Edizioni 2017 - 2018)

 Brizzolara Agata


Era notte fonda ed io stavo dormendo quando, improvvisamente, sentii dei rumori strani provenire da sotto il letto. Accesi la luce e mi accucciai per vedere cosa stesse accadendo. Si venne a formare una specie di tromba d'aria che mi risucchiò e mi fece girare. Io impaurita pensai: “E' solo un sogno, è solo un sogno... Devo stare tranquilla...”
In pochi secondi questo vortice mi trascinò di fronte a un cancello su cui era scritto: “SCUOLA DI ARMONIA”. Io, incuriosita, decisi di entrare ma questo fu il mio primo ostacolo, cioè non sapevo come entrare perché non c'erano campanello,citofono...niente. Dato che questa scuola era circondata da reti di protezione, proprio in una di queste c'era un enorme buco dal quale passai per entrare.
Arrivata all'ingresso vidi uno strano tizio che venne ad accogliermi e mi disse: ”Benvenuta alla scuola di magia dove tutto è possibile, se suonato con il flauto. Tieni il tuo animusi: per farlo schiudere dovrai suonare questo flauto!”
Io, ancora più incuriosita, gli chiesi: “Scusi, ma cos'è un animusi?”
Lui mi rispose: “Beh, sono due animali messi insieme che ne formano uno, per esempio: l'ippopotagrillo, la coccinelrana ecc...!”
Poi mi diede le chiavi della mia stanza, la “31 B”. Entrai: era davvero molto accogliente: le pareti erano decorate in modo armonioso e persino le coperte del letto erano intonate ai colori della stanza.
Improvvisamente si sentì una voce che diceva: “Tutti gli alunni sono pregati di recarsi in giardino!” e così feci.
La professoressa di questa scuola ci aveva chiamato; era giunto il momento di scegliere lo sport che si voleva praticare. Si poteva scegliere tra TORNADO (hockey su pista) e tra PALLASUONO (pallavolo con flauto).
Io, dato che sapevo giocare a pallavolo, scelsi PALLASUONO, ma non immaginavo cosa mi stava aspettando. Nel formare le squadre conobbi una bambina con cui feci subito amicizia; non incontrai solo un'amica, ma anche una nemica.
Mi si avvicinò un'altra bambina che mi disse: “Ti credi tanto forte, eh? In realtà non la sei, anzi sei una nullità!”
A queste parole risposi: “Senti, mia cara, non so chi tu sia e non mi interessa, ma voglio capire una cosa: perché mi vieni a dire queste parole senza conoscermi??”
Mi rispose, dicendo: “Perché ti vedo tanto sicura di te, ma non la sei, sei solo ridicola!”
Mi sentii molto infastidita e conclusi la brutta conversazione dicendole: “Senti, quella che si sta mettendo in ridicolo sei tu. Hai solo paura di me!”

Lei a quelle parole si zittì. Però non mi diede fastidio solo quel giorno, continuò per tutto l'anno. Per fortuna avevo la mia nuova amica, perciò la lasciai perdere. Nel frattempo il mio animusi si era schiuso, diventando una bellissima farfalgiraffa: era come se fosse il mio animale domestico. Giunse il termine dell'anno ed io ero triste perché questa esperienza non avrebbe potuto ripetersi un'altra volta... Questa scuola non la scorderò mai e poi mai!

 Carpanese Anna


Era un giorno come tutti gli altri ad ARMONIA ed io e i miei compagni di classe stavamo giocando a PALLASUONO: il mio gioco preferito qui alla scuola di Armonia! Ovviamente era la mia squadra in vantaggio! Stavamo proprio per vincere, quando Scarlett, l’arbitro e la più antipatica della scuola, mi fece uno sgambetto e fece vincere l’altra squadra. Io ero arrabbiatissima ma ho fatto comunque i complimenti alla squadra vincente. Dal mio punto di vista avrebbero dovuto fare vincere la mia squadra e il mio professore di Musicomagia sarebbe dovuto stare più attento alla partita!
Era finita la pausa di gioco e stavamo ritornando in classe, proprio quando avevo intravisto qualcosa dietro ad un cespuglio… mi ero avvicinata e avevo intravisto, per mio grande stupore, un animusi da combattimento. Io, senza farmi vedere, l’avevo portato nella mia stanza ma… aspettate un attimo, non mi sono ancora presentata!
Io sono Matilda, ho 12 anni e il mio animusi da compagnia è un canorso di nome Quaver. È dolce e tenero e non farebbe del male a nessuno. Comunque, torniamo a prima. L’avevo portato nella mia stanza ma il professor Crotchet mi aveva scoperto… mi aveva portata nel suo ufficio e lì mi ci aveva tenuta fino a che non gli avevo detto ciò che era successo. Sono stata costretta ad allevare baby animusi per un intero mese!
Ma con Quaver un giorno, sono scappata e ho seguito l’animusi da combattimento, fino a che non era arrivato ad una specie di arena, dove si esibivano tutti gli animusi da combattimento ed erano scelti per andare a controllare, insieme ai cavalcatori, l’isola di Musicians. Io non ci ho pensato due volte e sono partita subito con un animusi da combattimento. Ma sopra ci trovai Katrine, l’animusi di Scarlett! L’ho nascosta in una tasca dell’animusi e, in poco tempo, ho raggiunto l’isola di Musicians che si era rivelata essere ostile e nebulosa. Ero scesa dall’animusi e avevo portato con me, Quaver, che mi avrebbe di sicuro aiutata, Katrine, nel caso avessi visto Scarlett ed ero partita. Avevo intravisto un frutto particolare e l’avevo assaggiato ma non mi ero accorta che Quaver non era più lì con me e nemmeno Katrine. Grazie però alla loro scia luminosa, sono riuscita a ritrovarli e, con mia grande sorpresa, anche Scarlett c’era. Erano in una grotta illuminata di tanti cristalli colorati e luminescenti e ovviamente Scarlett ci stava attaccata come una cozza!
Ad un certo punto, si fece avanti una figura brutta e ricurva che sembrava una strega! Io mi ero nascosta e Scarlett invece ci parlava come se la conoscesse da anni e anche Katrine l’aveva seguita. Quando ebbe finito di parlarle, Scarlett mi fece cenno di seguirla. Mi portò fuori dalla grotta, che come per magia scomparve e mi svegliò. Ero confusa e Scarlett mi disse che avevo picchiato la testa e perciò mi portarono nella mia stanza. Avevo capito però che, dalla scoperta dell’animusi, era solo un sogno, ma un sogno magnifico! Scarlett mi prese per il braccio e mi trascinò fino al campo di gioco sorridendo per rifare un’altra partita a Pallasuono; ma la rivincita questa volta!
Finalmente aveva imparato a riparare dai suoi errori ed ora era pronta a fare l’arbitro al modo in cui va fatto! Finimmo in parità! Avevo deciso di dare un nome al mio sogno e cioè “UN GIORNO AD ARMONIA”!  

Che ne dite Amici Lettori? Vi sono piaciuti questi due racconti? A me molto. Lasciate un commento qua sotto per le nostre giovani autrici!

Alla prossima, con nuovi racconti!
Claudia

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