Due nuovi racconti dei ragazzi della scuola media D'Azeglio di Genova Prato che, anche quest'anno, hanno partecipato al laboratorio "Un giorno ad Armonia".
Tutti questi racconti faranno parte della nuova raccolta "edizione 2019" che uscirà quest'estate. Nel frattempo potete leggere quelle degli scorsi anni, gli ebook sono gratuiti! (Edizioni 2017 - 2018)
Brizzolara Agata
Era notte fonda ed io stavo dormendo quando, improvvisamente, sentii
dei rumori strani provenire da sotto il letto. Accesi la luce e mi
accucciai per vedere cosa stesse accadendo. Si venne a formare una
specie di tromba d'aria che mi risucchiò e mi fece girare. Io
impaurita pensai: “E' solo un sogno, è solo un sogno... Devo stare
tranquilla...”
In pochi secondi questo vortice mi trascinò di fronte a un cancello
su cui era scritto: “SCUOLA DI ARMONIA”. Io, incuriosita, decisi
di entrare ma questo fu il mio primo ostacolo, cioè non sapevo come
entrare perché non c'erano campanello,citofono...niente. Dato che
questa scuola era circondata da reti di protezione, proprio in una di
queste c'era un enorme buco dal quale passai per entrare.
Arrivata all'ingresso vidi uno strano tizio che venne ad accogliermi
e mi disse: ”Benvenuta alla scuola di magia dove tutto è
possibile, se suonato con il flauto. Tieni il tuo animusi: per
farlo schiudere dovrai suonare questo flauto!”
Io, ancora più incuriosita, gli chiesi: “Scusi, ma cos'è un
animusi?”
Lui mi rispose: “Beh, sono due animali messi insieme che ne formano
uno, per esempio: l'ippopotagrillo, la coccinelrana ecc...!”
Poi mi diede le chiavi della mia stanza, la “31 B”. Entrai: era
davvero molto accogliente: le pareti erano decorate in modo armonioso
e persino le coperte del letto erano intonate ai colori della stanza.
Improvvisamente si sentì una voce che diceva: “Tutti gli alunni
sono pregati di recarsi in giardino!” e così feci.
La professoressa di questa scuola ci aveva chiamato; era giunto il
momento di scegliere lo sport che si voleva praticare. Si poteva
scegliere tra TORNADO (hockey su pista) e tra PALLASUONO (pallavolo
con flauto).
Io, dato che sapevo giocare a pallavolo, scelsi PALLASUONO, ma non
immaginavo cosa mi stava aspettando. Nel formare le squadre conobbi
una bambina con cui feci subito amicizia; non incontrai solo
un'amica, ma anche una nemica.
Mi si avvicinò un'altra bambina che mi disse: “Ti credi tanto
forte, eh? In realtà non la sei, anzi sei una nullità!”
A queste parole risposi: “Senti, mia cara, non so chi tu sia e non
mi interessa, ma voglio capire una cosa: perché mi vieni a dire
queste parole senza conoscermi??”
Mi rispose, dicendo: “Perché ti vedo tanto sicura di te, ma non la
sei, sei solo ridicola!”
Mi sentii molto infastidita e conclusi la brutta conversazione
dicendole: “Senti, quella che si sta mettendo in ridicolo sei tu.
Hai solo paura di me!”
Lei a quelle parole si zittì. Però non mi diede fastidio solo quel
giorno, continuò per tutto l'anno. Per fortuna avevo la mia nuova
amica, perciò la lasciai perdere. Nel frattempo il mio animusi
si era schiuso, diventando una bellissima farfalgiraffa: era come se
fosse il mio animale domestico. Giunse il termine dell'anno ed io ero
triste perché questa esperienza non avrebbe potuto ripetersi
un'altra volta... Questa scuola non la scorderò mai e poi mai!
Carpanese Anna
Era un giorno come tutti gli altri ad ARMONIA ed io e i miei compagni
di classe stavamo giocando a PALLASUONO: il mio gioco preferito qui
alla scuola di Armonia! Ovviamente era la mia squadra in vantaggio!
Stavamo proprio per vincere, quando Scarlett, l’arbitro e la più
antipatica della scuola, mi fece uno sgambetto e fece vincere l’altra
squadra. Io ero arrabbiatissima ma ho fatto comunque i complimenti
alla squadra vincente. Dal mio punto di vista avrebbero dovuto fare
vincere la mia squadra e il mio professore di Musicomagia
sarebbe dovuto stare più attento alla partita!
Era finita la pausa di gioco e stavamo ritornando in classe, proprio
quando avevo intravisto qualcosa dietro ad un cespuglio… mi ero
avvicinata e avevo intravisto, per mio grande stupore, un animusi
da combattimento. Io, senza farmi vedere, l’avevo portato nella mia
stanza ma… aspettate un attimo, non mi sono ancora presentata!
Io sono Matilda, ho 12 anni e il mio animusi da
compagnia è un canorso di nome Quaver. È dolce e tenero e non
farebbe del male a nessuno. Comunque, torniamo a prima. L’avevo
portato nella mia stanza ma il professor Crotchet mi aveva scoperto…
mi aveva portata nel suo ufficio e lì mi ci aveva tenuta fino a che
non gli avevo detto ciò che era successo. Sono stata costretta ad
allevare baby animusi per un intero mese!
Ma con Quaver un giorno, sono scappata e ho seguito l’animusi
da combattimento, fino a che non era arrivato ad una specie di arena,
dove si esibivano tutti gli animusi da combattimento ed erano
scelti per andare a controllare, insieme ai cavalcatori, l’isola di
Musicians. Io non ci ho pensato due volte e sono partita subito con
un animusi da combattimento. Ma sopra ci trovai
Katrine, l’animusi di Scarlett! L’ho nascosta in
una tasca dell’animusi e, in poco tempo, ho raggiunto
l’isola di Musicians che si era rivelata essere ostile e nebulosa.
Ero scesa dall’animusi e avevo portato con me,
Quaver, che mi avrebbe di sicuro aiutata, Katrine, nel caso avessi
visto Scarlett ed ero partita. Avevo intravisto un frutto particolare
e l’avevo assaggiato ma non mi ero accorta che Quaver non era più
lì con me e nemmeno Katrine. Grazie però alla loro scia luminosa,
sono riuscita a ritrovarli e, con mia grande sorpresa, anche Scarlett
c’era. Erano in una grotta illuminata di tanti cristalli colorati e
luminescenti e ovviamente Scarlett ci stava attaccata come una cozza!
Ad un certo punto, si fece avanti una figura brutta e ricurva che
sembrava una strega! Io mi ero nascosta e Scarlett invece ci parlava
come se la conoscesse da anni e anche Katrine l’aveva seguita.
Quando ebbe finito di parlarle, Scarlett mi fece cenno di seguirla.
Mi portò fuori dalla grotta, che come per magia scomparve e mi
svegliò. Ero confusa e Scarlett mi disse che avevo picchiato la
testa e perciò mi portarono nella mia stanza. Avevo capito però
che, dalla scoperta dell’animusi, era solo un sogno,
ma un sogno magnifico! Scarlett mi prese per il braccio e mi trascinò
fino al campo di gioco sorridendo per rifare un’altra partita a
Pallasuono; ma la rivincita questa volta!
Finalmente aveva imparato a riparare dai suoi errori ed ora era
pronta a fare l’arbitro al modo in cui va fatto! Finimmo in parità!
Avevo deciso di dare un nome al mio sogno e cioè “UN GIORNO AD
ARMONIA”!
Che ne dite Amici Lettori? Vi sono piaciuti questi due racconti? A me molto. Lasciate un commento qua sotto per le nostre giovani autrici!
Alla prossima, con nuovi racconti!
Claudia
Nessun commento:
Posta un commento