Due nuovi racconti dei ragazzi della scuola media D'Azeglio di Genova Prato che, anche quest'anno, hanno partecipato al laboratorio "Un giorno ad Armonia".
Tutti questi racconti faranno parte della nuova raccolta "edizione 2019" che uscirà quest'estate. Nel frattempo potete leggere quelle degli scorsi anni, gli ebook sono gratuiti! (Edizioni 2017 - 2018)
Cristiani Manuel
Un giorno, qualche mese prima delle medie, un giovane di nome Xavier
Foster si mise a cercare la scuola che avrebbe frequentato.
Ad un certo punto trovò il link di una scuola di magia e, curioso
come era, ci cliccò sopra: così gli apparve Armonia, un mondo
magico e fantastico. Subito più in basso c’era scritto che
l’autobus per raggiungere Armonia sarebbe passato di lì a poco e
che la fermata si trovava proprio vicino a casa sua.
Xavier non perse tempo e si avviò alla fermata. Appena salito
sull’autobus entrò in un tunnel spaziale che conduceva ad un’altra
dimensione. Arrivò un drone che gli consegnò una divisa, un flauto
magico e una cartella.
Arrivato a destinazione, Xavier scese dall’autobus e gli si
presentò un mondo incredibile. Era giunto finalmente ad Armonia.
Il primo compagno che incontrò fu Victor, un ragazzo del secondo
anno molto bravo, che diventò il suo migliore amico e anche il suo
compagno di stanza.
La prima ora di Xavier e Victor fu un incubo. Avevano sbagliato aula
e Xavier non sapeva come gestire il suo canorso, un incrocio tra un
cane e un orso e cosa più disastrosa, Xavier aveva chiamato maestra
la professoressa.
Con il passare delle ore, fortunatamente, tutto andò meglio. Xavier
imparò a gestire il suo canorso e anche a fluttuare in aria suonando
il flauto e sempre suonando a creare sfere d’energia. Xavier così
tornò a casa stremato ma felice.
Deferrari Greta
Oggi mi sono svegliata alle 8.00, mentre mi vesto per andare a scuola
d’Armonia, penso che oggi è una giornata decisamente speciale.
Sono agitata perché non conosco nessuno e penso che sia difficile
legare con i nuovi compagni di classe.
Sono appena entrata e mi rendo subito conto che non è una scuola
come le altre ma è “stramba”. Ci stanno facendo vedere tutta la
scuola e il suo magnifico giardino. Ci portano in una classe e il
prof di musica, il sig. Fazzini, ci consegna dei flauti e degli
animusi.
Tutti ci stiamo chiedendo cosa sono e il prof ci dice che sono degli
animali strani racchiusi in un uovo, per farli schiudere bisogna
suonargli delle canzoni. Durante la ricreazione faccio subito
amicizia con Pio, un tipo un po’ strano ma simpatico. Finita la
lezione decidono le camere, io spero di capitare con il mio amico,
perché devo ancora conoscere bene gli altri compagni di classe. Gian
Luca capita in camera con Gian Franco, Peppina con Pina, Mariagrazia
con Grazia, Elia con Lia, Siria con Maria, Ilaria con Aria, Gabriele
con Gioele, Mattia con Pia, Jacopo con Giacomo, Annalisa con Lisa e
per finire io e Pio. Andiamo in camera tutti e due curiosi come delle
scimmie di scoprire che animale strano ci è capitato, iniziamo a
suonare ai nostri animusi.
Andiamo a mangiare e arrivano dei piatti con dei nomi un po’ strani
“Burrina Freschina”, “Lasagna Birichina” e per finire il
dolce “Torta della nonnina Pina”.
Andiamo a dormire, ad un certo punto Pio si sveglia alle 4.00 di
notte, perché vede che si stanno per schiudere gli animusi.
Corriamo tutti e due dal prof di musica, ma ci accorgiamo dopo un pò
che non siamo soli ma ci sono anche Elia e Lia.
Vediamo il sig. Fazzini che è nel recinto di un animusi
che si chiama Canaquila, è bellissimo con queste ali dorate e gli
occhi azzurri come il mare, ma nello stesso tempo molto pericoloso;
ho proprio il desiderio di volarci sopra. Il Prof di musica quando ci
vede ci dice di allontanarci subito dal recinto, poi ci chiede che
cosa ci serve, gli abbiamo risposto che si stanno per schiudere gli
animusi, lui grida:
«Continuate a suonare
veloce! 123… BOMMM… BOMMM… BOMMM… BOMMM».
Quattro rumori che si susseguono. Il sign. Fazzini ci dice i nomi
degli animusi, il mio è un Topopesce, quello di Pio un
Canlupo, quello di Lia un Gatpappagalloe quello di Elia un
Porcrinoceronte. Noi, presi dalla felicità gridiamo evviva!
Poi andiamo a dormire e sogno quel Canaquila troppo bello, facilmente
entro nel recinto e lo cavalco, è come stare sulle nuvole, sembra
tutto vero, quando ad un tratto mi sveglio.
Vado a fare colazione insieme ai miei compagni, prendo il flauto e
suono una canzoncina al mio Topopesce, poi andiamo dal Canaquila.
Arrivati lì mi ritrovo davanti la guardia di nome Oscuro che non fa
avvicinare nessuno, io faccio un passo e lui mi grida:
«STAI LONTANA!»
Presa dalla paura scappo via come un furetto. Faccio le lezioni, ma
non seguo niente, sto escogitando un piano su come entrare.
Arrivata la sera andiamo a dormire tutti tranne io che sono uscita.
La guardia non c’è, io ho molta paura. Entro, salgo sopra e inizio
a volare nelle nuvole proprio come nel sogno. Quando se ne accorge
Oscuro sbarra gli occhi perché nessuno è mai riuscito a cavalcarlo.
Quando scendo la guardia chiama tutti i professori e gli alunni.
Arrivati mi fanno un applauso per la mia bravura e mi danno un
diploma, dicendomi che il Canaquila è ormai mio. Io sono
contentissima e presa dalla felicità dico:
«Ho superato la mia
PAURA!»
Per l’estate ritorno a casa e dico ai miei genitori che voglio
ritornare in quella scuola piena di fantasie e armonia.
Allora, che ne pensate? Se vi sono piaciuti questi due nuovi racconti pieni di fantasia ed entusiasmo, lasciate un messaggio per i giovani autori, Greta e Manuel.
A presto con nuovi racconti!
Claudia
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