Odore di erba tagliata e di sterpaglie bruciate, ecco cosa si sente stamattina dalla mia finestra. È una bella giornata, fresca e soleggiata che fa venir voglia di mettersi al lavoro.
C'è chi traffica nei campi e chi con la fantasia, giusto? L'importante è creare e "fare cose".
Comunque questa atmosfera mi fa pensare alle nostre amiche Streghe e ai loro falò propiziatori.
Mancano ormai pochi giorni all'uscita del Rubino di Fuoco e oggi, per stuzzicare la vostra curiosità, vi propongo in anteprima le pagine iniziali del romanzo.
Erica
Ciao,
mi chiamo Erica e sono una Strega. Non ho mai conosciuto i miei
genitori naturali e, da che ho memoria, vivo a Casa del Pino assieme
alla mia migliore amica Melissa e alla nostra Congrega.
Lì
c’è una ricca e incantevole biblioteca, è il posto più bello del
mondo. Ci sono volumi di ogni tipo: romanzi, saggi e libri di magia!
Poi c’è il nostro Grimorio, che è tenuto strettamente sotto
chiave da Ortensia, la nostra Strega Anziana. Ma
io ho un segreto a proposito e forse prima o poi ve lo svelerò.
Che mi piacciono i libri lo avete capito, vero? E mi piace studiare
qualsiasi materia, ma soprattutto sono molto brava in matematica e ho
scoperto che la magia ha le sue regole, le sue formule, tutto segue
uno schema, cambiano solo i fattori di base. Non numeri, ma energie
che vengono dalla terra, dalle piante, dall’interno di ognuna di
noi.
Insomma è tutto molto affascinante, almeno per me. Sembra che le
altre Streghe della mia età lo trovino complicato e noioso. Melissa
ci prova a capire, ma poi mi dice “Mi fido di te” e impara le
formule senza sincerarsi di comprendere come e perché funzionino.
Fiordaliso, lei usa la magia in modo istintivo, è come se sapesse
già tutto, senza studiarlo e non le interessa minimamente capire a
fondo. Nessuna di loro ha la mia stessa voglia di studiare e poi
adesso sono tutte e due prese dai loro ragazzi.
Eh, già, nel giro di pochi mesi, sono diventata la zitella del
gruppo. Non fraintendetemi, sono felice per loro e sia Cris che
Alessio sono meravigliosi, anche con me.
È solo che… mi sento sola, diversa dagli altri, più del solito.
Non che a me non interessino i ragazzi, apprezzo anche io quelli
carini e simpatici, ma per il momento preferirei non aver a che fare
con nessuno di loro e comunque pensare a loro come persone, non
ragazzi.
Mel continua a insistere con Simone. Lui è in classe con noi, è
davvero un bel ragazzo ed è educato, cosa alquanto rara tra i nostri
compagni. Ma quando gli sono vicina io… Beh, vorrei scappare. Non
credo di avergli mai detto più di due parole. Prima lui
probabilmente non sapeva nemmeno che esistessi e a me stava bene
così. Speravo tanto che Mel la piantasse con questa storia, invece
adesso con Simone, Luca e suo fratello ci vediamo anche fuori dalla
scuola. Ci siamo fatte aiutare a risolvere la faccenda della fabbrica
di carta e, per sdebitarsi, Ortensia e Mel li hanno invitati alla
nostra festa di Yule! Mel voleva persino che ballassi con Simone. È
stato terribilmente imbarazzante, ma ho rifiutato. Io non so ballare,
avrebbe pensato di ballare con una scopa, ma non una Scopa delle
nostre, quelle sono vive e vibranti, intendo quelle degli umani: un
bastone.
Ragazzi a parte, comunque tutto prima era più semplice e chiaro:
avevamo il divieto di frequentare gli umani, ma Ortensia sembra aver
cambiato l’ordine delle cose. E io non sopporto quando mi cambiano
le carte in tavola. Se gli umani sono da evitare, deve continuare a
essere così.
Quindi mi dedico anima e corpo allo studio e ai libri. Quelli sono
una certezza, non cambiano mai e puoi sempre contare su di loro.
Anche la scuola umana non è male. Ci sono alcune materie meno
entusiasmanti di altre, ma io voglio imparare tutto. Dare il massimo.
Non mi importa di esser la prima della classe, anche perché questo
ci è proibito. Noi Streghe non dobbiamo attirare troppo l’attenzione
su di noi, quindi non posso prendere voti troppo alti, ma dentro di
me devo sapere di aver fatto il meglio.
Passate le feste di Yule o di Natale, come è conosciuto tra gli
umani, anche Fiordaliso inizierà a frequentare la nostra scuola e io
l’aiuterò a recuperare.
Fino a poco tempo fa, sua nonna Ginestra non voleva. Cercava di
tenerla lontana dal mondo degli umani e in particolare dai ragazzi.
Da quando Alessio ha aiutato Fiò a salvare il loro bosco, però,
sembra che si sia un po’ ammorbidita a riguardo.
Quindi la scuola ha un nuovo fascino, perché a me piace aiutare gli
altri a studiare, beh, dipende da chi siano gli altri.
Purtroppo questa mattina, quando siamo arrivate in classe, ho avuto
una terribile sorpresa.
Sapevamo già che la famiglia Baldassarre era rientrata in paese.
I Baldassarre sono Cacciatori, Cacciatori di Streghe.
Bene, immaginate la mia costernazione quando il professore mi ha
affiancato come nuovo compagno di banco Tommaso Baldassarre.
E il problema non è solo che lui è un Cacciatore e noi Streghe
dobbiamo stare alla larga da loro, ma Tommaso è il mio incubo
personale.
Avevo sette anni e da poco il mio potere peculiare stava
iniziando a manifestarsi. Quando questo accade, noi Streghe non
riusciamo ad averne subito un perfetto controllo.
Ah, dimenticavo, non vi ho ancora parlato del mio peculiare.
L’erica è un erba diuretica e non dirò altro.
A cosa può servire stimolare l’apparato urinario di qualcuno?
Ah, non so proprio cosa rispondervi. Conosco l’importanza della
purificazione, ma…
Comunque tornando al quel giorno, il mio peculiare mi giocava
brutti scherzi e, nonostante avessi sette anni e il perfetto
controllo del mio sfintere, delle esplosioni di potere mi creavano
dei momenti di grande disagio e imbarazzo.
Quando accadde, io e Mel stavamo giocando a palla nel parco del
paese. Sua nonna ci portava lì quando doveva incontrarsi con le
assistenti sociali alle quali doveva rendere conto della nostra
educazione familiare, fu lì che ebbi proprio quel
problema.
Mel era a conoscenza del mio momento difficile e subito corse ad
aiutarmi, mi prese per mano e ci nascondemmo dietro a un cespuglio.
Per evitare grossi problemi, indossavo sempre una gonna lunga a
pieghe, così non rischiavo di bagnarla. Mi tolsi le mutandine e
andammo a sciacquarle alla fontanella, poi le nascosi nella tasca del
mio zainetto.
Quel giorno l’universo doveva avercela con me, perché poco dopo mi
vidi le mie mutande appese a un bastone sventolare proprio davanti al
mio viso.
«Chi ha perso queste mutande con
le stelline? Sono tutte bagnate, che schifo!»
Era lui.
Tommaso Baldassarre.
Io non lo avevo mai visto prima
né conoscevo il suo nome. Mi ritrovai davanti questo ragazzino con
gli occhi verdi come un prato a primavera e che rideva sguaiatamente
mettendo in mostra il suo incisivo rotto.
Diventò il mio incubo personale.
Da quel giorno, ogni volta che mi incontrava mi salutava così:
“Ciao, Stellina.” E rideva come un matto.
Poi, dopo due anni, era sparito
dalla circolazione, ma ogni tanto lo sognavo ancora mentre mi
prendeva in giro davanti a tutti.
Ora è lì davanti a tutta la
classe e io sto sudando freddo.
Non può essere lui!
Che ne dite? Vi è piaciuto l'inizio della storia? Che succederà tra Erica e Tommaso?
Lasciatemi un commento!
Claudia
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