Oggi per la rubrica "Un libro a caso, una pagina a caso" farete un salto con me ad Armonia, la scuola di Musicomagia.
PAGINA 67
«Molto bene, ragazzino, sei in squadra.» Arci le tese la mano. «Come ti chiami?»
Dopo un attimo di esitazione Giulia rispose stringendo la mano al capitano. «Leoni, Pietro Leoni.» Poi abbassò gli occhi incapace di reggere oltre lo sguardo.
Ce l’ho fatta! Sono così fiera e soddisfatta!
Avrebbe voluto urlare, ma si trattenne.
«Allora Leoni, da domani presentati agli allenamenti.» Le strinse forte la mano e le diede una pacca sulla spalla. «Sei mingherlino, ma sei una vera scheggia» commentò. «Se ti impegni, farai strada, entrerai presto nella rosa dei titolari.»
Giulia ringraziò e si allontanò senza guardarlo in faccia, dovette trattenersi per non saltare al collo di Pietro che l’aspettava insieme a Ciccio, ma appena furono fuori dalla vista del resto della squadra, esultarono e poterono festeggiare.
«Sono in squadra!»
«Sei stata fantastica!» A Pietro brillavano gli occhi per l’entusiasmo. «Li hai lasciati tutti a bocca aperta. Non avevo dubbi, sai?»
Giulia gli sorrise grata, per il sostegno.
Quella sera Giulia era così stanca che si infilò a letto presto, un po’ la tensione per l’imbroglio, un po’ lo stress fisico per la prova, si sentiva veramente esausta. In lontananza sentì la voce di Pietro che era venuto alla finestra per salutarle. Voleva alzarsi, stava provando con tutta se stessa a muovere un piede, ma non ci riuscì. Poi sentì qualcuno che si appoggiava al suo letto.
«Ma quante regole mi tocca infrangere per te?» Era Pietro che aveva varcato il confine proibito della finestra e si era sdraiato accanto a lei per abbracciarla e darle il bacio della buonanotte.
Giulia mugolò una risposta incomprensibile, Pietro le stampò un bacio sulla guancia. Sentì i suoi capelli sfiorarle il viso, erano bagnati.
Gavettone.
«Buonanotte» sussurrò lui e scappò via.
Così, da quel giorno, tutti i pomeriggi, Giulia si recava agli allenamenti e Pietro era sempre lì a fare il tifo assieme a Ciccio. Camilla no, aveva già dato in escandescenze quando le avevano raccontato la loro fantastica idea e non voleva stare tutti i giorni a guardare Giulia che fingeva di essere Pietro, con lui che stava lì fuori.
«E se arrivasse un professore? Se qualcuno vi riconoscesse?» aveva chiesto Camilla. «Mi sento male solo al pensiero.» Così se ne andava alla serra e li aspettava.
Finito l’allenamento la raggiungevano e le raccontavano tutto ridendo come pazzi. Giulia era proprio soddisfatta.
«Domani glielo dico che sono una ragazza, voglio vedere che faccia fanno!» diceva Giulia ogni sera, ma poi il pensiero di non giocare più la faceva desistere dai suoi propositi.
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