Ci siamo quasi, Cari Amici Lettori: la versione ebook de "Lo Spirito della Luna" è già in prenotazione e uscirà il 21 marzo, il primo giorno di primavera.
e, per i più curiosi, una sbirciatina alle prime pagine!
Una storia
“Si dice che la Luna ci protegga da lassù, che vegli su di noi che viviamo nei suoi amati boschi.
Invia i suoi lupi a sorvegliarci in modo che tengano ogni pericolo lontano da noi.
Ma i lupi sono creature istintive e irruente, a volte il loro lato bestiale prende il sopravvento e sangue innocente viene versato.
È allora che la Bianca Signora manda il suo Spirito tra noi, affinché riporti l’ordine e l’armonia.
E la Lupa Bianca appare nel bosco con il suo candido manto e il suo cuore puro, per riportare l’equilibrio con l’amore.”
(Antica leggenda dei boschi di Borgo)
Capitolo 1 – Una fuga di notizie
La Luna per me rappresentava tutto ciò che di buono e divino c’era nel mio mondo spirituale. Era il volto di Madre Natura, la Grande Madre che ci amava e ci proteggeva da lassù.
La nonna Elvira la chiamava la Bianca Signora e aveva una reale devozione e attenzione per le sue fasi; le celebrava con piccoli riti molto sentiti. Accendeva candele, creava piccole composizioni floreali o intonava canti dal sapore antico. Tutti gesti che avevano caratterizzato e arricchito la mia infanzia.
Il dolce astro notturno era spesso tra i miei pensieri ed era a Lei che rivolgevo le mie preghiere, a cui affidavo i miei sogni. Mi piaceva immaginare che la mamma e tutte le persone care che non c’erano più fossero lassù a vegliare su di me.
Fu il suo aiuto che invocai quel giorno, durante la seconda ora di lezione.
Avevamo una verifica di inizio anno di inglese, giusto per testare se ricordavamo ancora qualcosa dopo la pausa estiva. Una splendida idea della professoressa Baldini. Ma non era per quello che avevo bisogno di aiuto.
Certo, si sa, l’uso dei telefoni in classe è proibito. Soprattutto durante le lezioni. Se c’è un test, poi…
Eppure Stefania lo guardò e urlò mettendosi a piangere disperata.
Dopo il momento di sconcerto e qualche risata da parte dei più insensibili, la professoressa si avvicinò alla nostra compagna che stava mostrando a tutti lo schermo del suo smartphone nuovo di zecca, mentre crollava con la testa sul banco e il corpo scosso dai singhiozzi.
A quel punto mi sentii autorizzata a prendere il mio telefono per controllare che cosa fosse successo.
E la vidi.
Quell’immagine su Instagram che qualche insulso essere inumano aveva avuto il cattivo gusto di postare, sicuramente senza l’autorizzazione di nessuno, era una foto di Cinzia.
Cinzia Ricci della terza A.
Ed era morta.
Nemmeno per un momento pensai che fosse uno scherzo o una foto contraffatta per chi sa quale assurdo motivo.
La foto era troppo realistica, era vera. Lei era morta e aveva un terribile squarcio sul collo e uno sulla pancia, ma gli occhi erano aperti e…
Mi ero garantita innumerevoli notti insonni e una quantità infinita di incubi per gli anni a venire. Ancora dovevo dimenticare le foto che erano state pubblicate un mese prima di quel cadavere di donna trovato nel bosco. E adesso… Un'altra morte...
Mi sentii ghiacciare il sangue nelle vene.
Ci misi un po’ a reagire. Poi il cuore iniziò a martellarmi in petto.
Mio Dio! È una tragedia, una cosa terrificante, orribile…
Mi sembrava di non riuscire più a respirare. E fu allora che invocai l’aiuto della Luna.
Correte a prenotarlo!
Claudia :)
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