Ciao, sono Claudia, questo è il mio blog :) Invento storie e scrivo romanzi fantasy, benvenuti nel mio mondo!

giovedì 3 marzo 2022

Un Giorno ad Armonia - Chiesi Lorenzo - Demurtas Valerio

 

Buongiorno, Cari Amici Lettori, oggi torniamo insieme ad Armonia,

leggiamo le storie di Lorenzo e di Valerio.

(dalla classe 1^F, scuola D'Azeglio di Prato)

(cliccate qui per saperne di più sul laboratorio #armonialatuastoria)

 Chiesi Lorenzo


LA SCUOLA DI MUSICOMAGIA


È di nuovo Settembre e, come ogni anno, nella scuola di Musicomagia c’è un gran fermento. Tutti gli animusi aspettano con ansia di essere affidati a un alunno.

Kurama ha il presentimento di venire affidato a una ragazza e infatti eccola lì, Francesca, dalle bionde trecce: “Ciao, io sono Francesca e spero diventeremo grandi amici.”

“Io mi chiamo Kurama. Piacere di conoscerti!”

I due iniziano a girare per la scuola e ad ammirare tutti i quadri appesi alle pareti. Arriva l’ora di andare a dormire, i due nuovi amici sono molto stanchi e si addormentano in un attimo.

La mattina dopo Kurama si sveglia e si accorge che Francesca non è nel suo letto. Inizia a cercarla per tutta la scuola, ma non riesce a trovarla da nessuna parte. La chiama a squarciagola senza ottenere risultati, fino a quando una delle custodi del palazzo gli dice:

È inutile che urli, per trovare la tua padrona dovrai superare delle sfide.”

Kurama, un po’ perplesso, risponde: “Ok, ma quali? Cosa devo fare?”

È molto semplice, le prove da superare sono tre: dovrai volare senza utilizzare le ali, risolvere gli enigmi dell’ascia parlante e, se ci riuscirai, entrerai nella stanza dove è imprigionata Francesca e dovrai riuscire a liberarla.”

Kurama si chiede come poter volare. Passa davanti alla stanza delle scope magiche, ne prende una, ci sale sopra e impara a volare. Con la scopa volante riesce ad arrivare in cima alla montagna dove si trova la fortezza custodita dall’ascia parlante.

Sa che difficilmente riuscirà a superare tutti e dieci gli enigmi dell’ascia, così gli fa una proposta:

“Visto che sei molto brava a fare gli enigmi, sei altrettanto brava a risolverli?”

“Ma certo, io sono la regina degli enigmi, fammene uno, se non saprò rispondere potrai entrare.”

“Risolvi questo allora” dice Kurama “Quando sono in piedi loro sono sdraiati, quando sono sdraiato loro sono in piedi. Chi sono?”

L’ascia ci pensa un po’, poi dice: “Complimenti, puoi entrare, però dimmi la soluzione!

“Sono i piedi, non era poi così difficile” risponde Kurama.

Poi entra nella fortezza dove era incatenata Francesca e pensa a come liberarla. Vede una bacchetta magica che è caduta a una delle guardie, la raccoglie e, con un incantesimo, libera Francesca. I due si abbracciano e Francesca ringrazia di cuore Kurama.

È passata solo una settimana e i due amici sono pronti a trascorrere un nuovo anno scolastico insieme.

 Demurtas Valerio


Era una tiepida giornata di primavera e Giulia stava ancora dormendo, ma al suono della campana si svegliò, si stropicciò gli occhi e si alzò dal letto. Ancora assonnata, prese il suo flauto e iniziò a suonare una canzone a Ciccio, il suo animusi. Dopo essersi cambiata e aver messo Ciccio nella sua borsa si incamminò insieme a Camilla nel prato fuori dalla scuola, per fare esercizio fisico. Come sempre, Giulia, Camilla e Pietro si riunivano per parlare del più e del meno, poi si avviarono verso la Sala Comune per fare colazione, mangiarono fette di pane tostato con la marmellata di pesche proveniente dal loro orto.

Stranamente, Pietro, che di solito mangiava tanto a colazione, quel giorno mangiò solo metà della fetta di pane tostato; quando Giulia e Camilla gli chiesero se stava bene, lui rispose solo: “Si, sto bene, ma non ho molta fame.’’ Detto questo, si allontanò.

Giulia e Camilla però avevano notato che Pietro era un po’ pallido, ma decisero di non infastidirlo.

La prima lezione della giornata era pattinaggio, come sempre, Camilla si divise da Pietro e Giulia per andare nel gruppo dei più bravi. Pietro quel giorno cadde molte più volte di quanto cadeva normalmente e Giulia sempre più preoccupata chiese di nuovo a Pietro se stava bene, ma lui rispose di nuovo: “Si, sto bene Giulia.’’

Nella lezione successiva, quella di Musicomagia, in cui Pietro era di solito più attento, quel giorno si addormentò in classe. Giulia e Camilla erano preoccupate per la salute di Pietro e quindi andarono in infermeria e riferirono alla dottoressa tutto quello che era successo nella mattinata e insieme chiesero: “Pietro è malato?’’ la dottoressa rispose:

“Probabilmente, ma non ne sono sicura, controllatelo a pranzo, se si comporta in maniera strana avvisatemi.’’

Giulia e Camilla si incamminarono verso la Sala Comune, lì venne servito il pranzo e iniziarono tutti a mangiare, tutti tranne Pietro, che aveva la pelle di un colorito leggermente verde ed era anche sudato. Giulia e Camilla, finirono velocemente di mangiare e corsero subito in infermeria, ad avvertire la dottoressa. Corsero tutti e tre in sala comune, dove Pietro stava ancora lì a guardare il piatto senza toccarlo.

La dottoressa si avvicinò a Pietro e gli toccò la fronte per sentire se aveva la febbre. Quando tolse la mano, Pietro cadde in avanti svenuto e venne portato in infermeria, dove la dottoressa prese da una tasca il suo flauto e intonò una melodia che avvolse il corpo di Pietro. La dottoressa, vedendo lo sguardo preoccupato di Giulia le disse: “Tranquilla, è una magia che controlla lo stato di salute di una persona, mi mostrerà perché il vostro amico è ridotto in questo stato.’’ Giulia, meno preoccupata, si sedette su una sedia lì vicino ed aspettò che la dottoressa finisse il controllo. Dopo aver finito, la dottoressa comunicò alle due ragazze l’esito del controllo e disse: “Allora, il vostro amico non è stato ridotto in questo stato da un incantesimo, ma dal morso di un ragno magico.’’ Disse indicando il collo di Pietro, su cui erano comparsi i due puntini del morso del ragno, “con la mia magia, posso trovare un rimedio alla sua ferita, ma ci vorrà un po’ di tempo.’’ Detto questo, riprese il suo flauto e intonò un’altra melodia, dopo, dal collo di Pietro fuoriuscì una lunga ragnatela, la dottoressa spiegò alle due ragazze che seguendo quella ragnatela avrebbero trovato una cura per Pietro. Giulia disse alla sua amica: “Tu resta qui a controllare Pietro, io seguirò la ragnatela.’’ Camilla annuì, e fatto questo, Giulia iniziò a seguire la ragnatela.

La ragnatela fluttuava nell’aria e condusse Giulia lungo un percorso che costeggiava il lago, fino ad arrivare ad una grotta. La grotta era molto buia, quindi Giulia prese il suo flauto ed intonò una melodia per fare una sfera di luce magica. Creata quella sfera di luce, Giulia riprese a seguire la ragnatela, che la portò in una parte della grotta meravigliosa, al centro, Giulia vide un albero immenso che era circondato da pozze di acqua luminosa. La ragazza, seguì con lo sguardo la ragnatela e vide che stava circondando un frutto di quell’albero magnifico. Saltò le pozze d’acqua luminosa e si arrampicò sull’albero, fino ad arrivare al frutto, mentre stava per raccoglierlo però il ramo si spezzò. Giulia, fortunatamente riuscì ad aggrapparsi alla parte del ramo che non era ancora caduto. Ciccio, dalla borsa ,vide che il frutto stava cadendo, quindi, spiccò il volo, afferrò il frutto e planò verso il suolo, dove aspettò Giulia che stava già scendendo dall’albero. Ciccio passò il frutto alla sua padrona, saltò nella borsa e Giulia si mise a correre verso l’uscita. Si fermò un attimo per riprendere fiato e felice, tornò verso l’infermeria.

Aprì la porta e mostrò alla dottoressa il frutto. La dottoressa prese il frutto e con il flauto, intonò la melodia per trasformare il frutto nella medicina. Subito dopo aver fatto ingerire a Pietro la medicina, lui riprese un po’ di colorito.

Due giorni dopo, si sveglio, un po’ frastornato e vide al suo fianco addormentate Giulia e Camilla. Vicino alla porta vide la dottoressa, che notò il suo sguardo e disse: “Oh, finalmente ti sei svegliato!’’

Pietro, un po’ spaventato da questa esclamazione chiese: “Da quanto tempo sto dormendo?’’

La dottoressa rispose: “Beh, ormai da tre giorni.’’

E guardandosi intorno Pietro domandò: “E loro due?’’

La dottoressa sorrise e rispose: “Sono lì da quando sei svenuto.’’ Pietro, sorridendo baciò entrambe sulle guance e mise la sua coperta sulle sue due amiche.


Davvero tantissimi complimenti sia a Lorenzo che a Valerio per i loro racconti, ben strutturati e scritti in modo corretto e scorrevole, bravi!
Claudia 

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