Buongiorno, Cari Amici Lettori, anche oggi ritorniamo insieme ad Armonia e leggiamo in anteprima le storie di Cristian, Viola, Alessia e Gabriele
della classe 2^A, scuola Scafiti di Busalla (Genova) che faranno parte della futura edizione 2023.
L'edizione 2022 è stata pubblicata ai primi di giugno (qui il post per saperne di più)
Bessi Cristian
INFEZIONE LETALE
Era una mattina nebbiosa e molto molto fredda, mi svegliai alle 5; così, scesi nella Sala Comune e, dalla finestra, immerso nella nebbia tra le colline boscose, scorsi un lago verde scuro, lo chiamavano Lago Sussurrante.
Ho sentito dire che è molto pericoloso ed è lì che è morto il nonno di Giulia. Non so perché mi venne in mente di recarmi al lago dopo la lezione.
A scuola non ascoltai nulla durante le lezioni, studiai il sentiero per raggiungere il lago. Quando suonò la campanella, corsi in camera, presi lo zaino già preparato la mattina presto e mi incamminai verso il lago.
Superai le stalle e arrivai ai piedi della collina, entrai nel maestoso bosco e mi persi nella meravigliosa fauna e flora: c'erano moltissimi fiori particolari e un sacco di animali: scoiattocapre, capricervi, lupofalle, cinghiazebre e un coccopuma.
Arrivai sulla riva del lago e vidi delle bolle, poi il lago si agitò e dalle acque uscì un mostro enorme, ricoperto di melma, con dei bubboni che sembrava stessero per esplodere. Iniziai a scappare, correvo e correvo ma il mostro mi inseguì fino alla scuola. Entrai urlando e allertando tutti del pericolo.
I professori si radunarono nella Sala Comune, mentre il mostro era fuori dalla scuola che si mangiava le muccoche.
Il veterinario radunò tutti gli animusi. Questi, quando videro il mostro iniziarono a compattarsi in un unico enorme animusi!
L'enorme animusi uscì dalla scuola e affrontò il mostro. Il combattimento durò fino a che il mostro del lago non svenne. A quel punto intervenne il veterinario con un fucile pieno di anestetizzante, sparò in testa al mostro.
Il mostro si alzò di scatto, prese il proiettile al volo e lo distrusse, si scagliò contro l'animusi gigante che cadde a terra.
L'animusi enorme era più arrabbiato che mai: prese il mostro e gli staccò la testa, il mostro si nebulizzò.
Rimase al suo posto un uomo che barcollava. I professori uscirono, mentre noi ragazzi dovevamo restare al sicuro. L'uomo era il nonno di Giulia!
Lo portarono in clinica e dopo accurati esami si scoprì che era stato morso da un animusi molto pericoloso: lo squalla. Questo, con il suo morso era in grado di infettare il DNA umano e trasformare un uomo in mostro.
Il veterinario, per paura che ciò accadesse ad altri umani, partì e andò a catturare il pericoloso animusi nelle acque del lago. Lo prese, lo portò in laboratorio e lo uccise con un'iniezione letale.
Il problema fu risolto per sempre.
Oggi ci sarà una doppia festa: per il ritorno del nonno di Giulia e per lo scongiurato pericolo.
Nonostante tutto, anche questa è stata un’emozionante avventura!
Breschi Viola
RITORNO DA ARMONIA
Mi trovai in un luogo completamente diverso da casa mia, un letto e una camera diversi, pure il mio cane era diventato più piccolo!
Pensando fosse un sogno mi rimisi a dormire, convinta che mi sarei risvegliata in camera mia.
Invece, nulla da fare! Appena arrivo gli occhi, continuavo a trovarmi in quella stanza che, per quanto fosse un luogo stupendo, non era casa mia.
Con me c'era un piccolo cucciolo, quello che avevo scambiato per il mio cane. Spuntò come per magia sul mio letto.
Mi decisi ad alzarmi, mi vestii con gli abiti che trovai piegati sulla sedia e, aggirandomi per i corridoi di quella che compresi essere una scuola, incontrai altri ragazzi e ragazze con i loro cuccioli di strani animali.
Tornai in stanza, mi accorsi che ci dormivano altre due ragazze, decisi di provare a capire cosa stesse accadendo e come mai quel cucciolo mi conoscesse.
A questo punto mi sdraiai nuovamente sul letto, ma giusto due secondi per riflettere. Una signora dalla faccia severa fece capolino agitando una campanella che faceva un baccano insopportabile. La donna urlava:
"Sveglia, il sole è alto e vi sta aspettando" e lo ripeteva continuamente, affinché tutti noi, ragazze e cuccioli, ci svegliassimo.
Una volta svegli, la signora dalla faccia severa, chiamata professoressa Griselda, ci disse di vestirci e andare nella Sala Comune, dove si faceva colazione, lasciando gli animusi (ovvero gli animaletti strani in dotazione a ciascuno di noi) liberi di razzolare un po’.
Scendendo in sala non capivo perché le persone sembravano conoscermi così bene, io quelli non li avevo mai visti!
Dopo aver fatto colazione ci fecero spostare nelle classi. Solo allora mi resi conto…
Torniamo indietro di un anno.
Ero da mio nonno, in campagna, lui aveva una fattoria e una casetta bellissima.
Nel fienile della fattoria c'era una strana porta che il nonno non voleva aprissi, ma io, giustamente, disobbedii e, aprendola, finii nella scuola incantata chiamata Armonia.
Passato l'effetto del jet lag (una specie…), avevo capito che stavo viaggiando nello spazio-tempo e che per poter tornare a casa dovevo ritrovare il portale con cui ero arrivata!
Nel frattempo strinsi amicizia con il mio animusi, che mi aiutò nel trovare il portale per fare ritorno a casa.
Ogni mattina ci alzavamo presto, facevamo colazione e ci avviavamo nelle classi dove insegnavano come curare i propri animusi, come fare magie con la musica e tante altre materie.
Dopo la solita routine io e Trixi, il mio animaletto, avevamo notato che in giardino c'era un certo tombino a cui nessuno aveva mai osato avvicinarsi e tanto meno entrarci.
Io e Trixi dovevamo schifosamente entrare per forza dentro a quel coso per capire se fosse il portale.
Il pomeriggio stesso prendemmo coraggio e ci avventurammo nella ricerca del portale.
Una volta dentro, ritrovai una porta identica a quella nella fattoria del nonno. Purtroppo, dovetti salutare Trixi. Ero molto dispiaciuta, ma non era quello il mio posto.
Mi svegliai nel mio letto, corsi in cucina sentendo il profumo del pane appena sfornato e, mentre lo gustavo, mi accorsi che forse il viaggio era stato un sogno…
Caruso Alessia
NELLA SCUOLA DI ARMONIA
Era una giornata come le altre ad Armonia; i ragazzi andavano alle lezioni, si comportavano correttamente e tutto si svolgeva normalmente.
I giorni passavano ed era sempre tutto regolare, monotono, oserei dire: quasi noioso.
Fino a quando fu il giorno dei nuovi arrivi.
Il giorno che tutti aspettavano.
Il giorno più rumoroso dell’anno.
Entrarono molti ragazzi e ragazze e iniziarono a presentarsi. C’erano ragazzi e ragazze di ogni etnia, ragazzi alti, ragazzi bassi, magri, in carne, ma tutti insopportabilmente normali.
Poi arrivò il turno di due gemelli, si presentarono: “Salve a tutti, io mi chiamo George Hallow”, disse uno dei fratelli.
“Io mi chiamo Fred hallow” affermò il secondo.
“Noi siamo…” “due gemelli e…” “finiamo la frase uno…” “ dell’altro!!!”, dissero i due ragazzi dandosi il cinque.
Fred e George erano identici e vestivano nello stesso identico modo. Avevano i capelli rosso chiaro, gli occhi marroni ed erano alti per la loro età. Indossavano una camicia bianca a maniche corte con il colletto, avevano dei pantaloni grigi e scarpe nere. Nessuno riusciva a distinguerli e, quando un professore li confondeva uno con l’altro, loro si arrabbiavano parecchio, o meglio, fingevano di arrabbiarsi. In realtà, era proprio la cosa che più li divertiva il fatto che la gente li confondesse, tanto che facevano sempre in modo da essere più uguali possibile.
Andavano bene a scuola, erano bravi in tutte le materie e avevano voti altissimi, tranne il voto di comportamento. Il loro unico difetto, infatti. Era che adoravano fare scherzi a tutti, sia ai loro compagni che ai professori.
Un giorno, mentre cercavano di spaventare un ragazzo nuovo di nome Neville, si nascosero nella biblioteca dell’istituto dove il ragazzo andava ogni pomeriggio a studiare.
Era una biblioteca in stile classico, tutti i mobili erano in legno, lucidi, senza un granello di polvere. C'erano lampadari in cristallo che decoravano il soffitto.
I due gemelli volevano spaventare Neville fino al punto di farlo svenire. Avrebbero dato la colpa ai topi, perché Neville ne era terrorizzato e li vedeva ovunque, anche dove non c’erano.
Erano settimane che preparavano questo scherzo, solo che qualcosa andò storto. Mentre si nascondevano, George si inciampò sopra Fred e andarono a sbattere contro uno scaffale facendo cadere un libro! Iniziarono ad insultarsi l’uno con l’altro, poi notarono che le pagine del libro che avevano fatto cadere si giravano da sole come se qualcuno le sfogliasse, l’unico problema: lì non c’era nessuno oltre a loro due. Il libro si fermò su una pagina molto strana e preoccupante.
Nella pagina c’era un’ immagine molto spaventosa: il cielo era completamente scuro e la scuola era distrutta come se qualcosa o qualcuno l’avesse fatta in mille pezzettini, gli alberi del giardino erano polverizzati e c’erano fiamme e scintille ovunque.
Sotto quell’immagine terrificante c’era una scritta una spiegazione, una profezia!
La scritta recitava: “Il giorno in cui il sole scomparirà dal cielo e tutti i pianeti saranno allineati, la scuola verrà distrutta. Un’antica maledizione fu lanciata secoli or sono da…” , ma si interrompeva perché una macchia d’inchiostro aveva coperto il seguito.
Riprendeva più in basso e diceva: “solo coloro che sono due ma sembrano uno potranno cambiare il destino, coloro che non possono nemmeno parlare l’uno senza l’altro, coloro il cui spirito è puro, coloro che… con una risata…”. Anche qui mancavano alcune parole, ma i gemelli capirono che la profezia parlava di un’eclissi di sole totale e che erano loro e solo loro a poter fermare il terrificante destino.
I gemelli si guardarono negli occhi, presero il libro e scapparono a gambe levate.
Arrivati in camera iniziarono a discutere su chi o cosa avrebbe potuto distruggere la scuola; all’inizio pensarono a Viola Bemolle, una ragazza molto strana, che adorava distruggere tutto quello che incontrava.
Poi pensarono ad una creatura che poteva essere apparsa dal lago verde-scuro detto anche Lago Sussurrante. Era un lago molto pericoloso anche se aveva l’aspetto tranquillo perché si narrava che orribili e spietate creature vivessero nelle sue profondità.
Pensarono ancora ad un altro compagno di nome Amadeo Sol, era un ragazzo che amava il pericolo e le persone che soffrivano gli davano una specie di forza, come se assorbisse le emozioni negative e le trasformasse in energia.
Avevano tante idee su chi potesse essere stato ma non sapevano come scoprirlo.
Mentre cercavano di capire chi sarebbe stato l’artefice della distruzione, si resero conto di un altro fatto importante… mancavano solo due settimane all’eclissi totale e quindi avevano poco tempo a disposizione per trovare e fermare colui o colei che avrebbe distrutto la scuola.
Erano preoccupati e molto agitati.
Pensarono a lungo poi si addormentarono accasciati sulle loro scrivanie.
La mattina dopo si svegliarono in ritardo, si vestirono e corsero subito a lezione, il professore diede loro anche una nota ma ai gemelli non importava, avevano cose più importanti a cui pensare, dovevano trovare una soluzione per l’imminente disastro.
Iniziarono a spiare Amadeo Sol e scoprirono che si stava procurando della polvere da sparo che avevano venduto a un uomo incappucciato di cui i gemelli non videro il volto.
Poi andarono da Viola Bemolle, anche lei stava maneggiando dei potenti esplosivi e anche lei li diede allo stesso uomo incappucciato che avevano visto poco prima.
Ma chi era quell’uomo? Perché entrambi gli avevano dato degli esplosivi?
Fred e George decisero di seguire l’uomo incappucciato ma, seguendolo, andarono nell’unico luogo in cui non sarebbero dovuti andare perché il regolamento scolastico lo vietava espressamente: il lago sussurrante.
Quando arrivarono rimasero sorpresi perché c’erano tantissimi topi e si misero a ridere perché avevano pensato entrambi che Neville sarebbe morto dalla paura se fosse stato lì con loro. Fred però rise troppo forte e l’uomo con il cappuccio li sentì e andò verso di loro…
I gemelli si tapparono la bocca e rimasero immobili. L’uomo incappucciato per fortuna fu distratto da due gatti che inseguivano i topi e i gemelli ne approfittarono per scappare.
Corsero più veloce che poterono e appena arrivarono a scuola andarono nell’ufficio della preside per raccontarle l’accaduto, ma lei, invece di ascoltarli attentamente, li sospese per una settimana, perché non avrebbero dovuto andare al lago.
I gemelli la scongiurarono ma lei non cambiò la sua decisione, quindi entrambi dovettero abbandonare la scuola.
I gemelli sapevano che il tempo era poco e una settimana lontano dalla suola proprio non ci voleva. Appena tornati fecero i conti e si accorsero che mancava solo una settimana all’eclissi totale! Avevano sempre meno tempo per trovare il colpevole. Non avevano tempo da perdere, di giorno andavano a lezione per non dare nell’occhio e la notte cercavano di capire come salvare la scuola.
Mancavano due giorni all’eclissi totale e non avevano scoperto ancora chi sarebbe stato il colpevole; non sapevano cosa fare e dove cercare.
Mentre pensavano decisero di riportare il libro in biblioteca così nessuno si sarebbe accorto che mancava, soprattutto chi voleva distruggere la scuola. Arrivati in biblioteca, però, sentirono un uomo parlare e, visto che erano molto curiosi, si avvicinarono per ascoltare meglio.
Videro Amadeo Sol e Viola Bemolle dare altri esplosivi in cambio di soldi al misterioso uomo incappucciato! L’uomo incappucciato sparì senza lasciare traccia e Fred e George tornarono in camera.
Mancava un giorno all’eclissi e i gemelli non avevano più tempo! Decisero quindi di tornare in biblioteca per cercare degli indizi che avrebbero potuto servirgli per cercare l’uomo misterioso.
Appena arrivati iniziarono a cercare e subito si bloccarono… avevano intercettato l’uomo incappucciato! Stava parlando con un topo dicendogli: “manca poco alla fine, amico mio mettiti in salvo, ma adesso devo recitare il mio ruolo di fifone o ci scopriranno”. L’uomo misterioso si abbassò il cappuccio rivelando la sua vera identità...
Era Neville!
Come era possibile?! Perché voleva distruggere la scuola? Lui, il fifone per eccellenza! E per giunta parlava con i topi da cui diceva di essere terrorizzato!
Poi a Fred venne in mente una cosa.. Guardò il gemello e disse: ”George non sappiamo” e George continuò: “il cognome di Neville".
“Se sapessimo come si chiama” disse George, “potremmo capire cosa succede” continuò Fred.
Iniziarono a chiedere in giro ma nessuno sapeva rispondergli. Alla fine un bidello molto anziano disse loro che il ragazzo era iscritto a scuola senza cognome, ma che il suo volto gli ricordava un vecchio studente, un certo Paciock.
Andarono subito a cercare il cognome Paciock e scoprirono che dei suoi lontani parenti, per la precisione i nonni dei suoi nonni, avevano frequentato anni prima la stessa scuola e che erano stati espulsi perché accusati della morte di un loro compagno.
Anni prima, infatti, uno studente era morto per un esperimento con degli esplosivi e insieme a lui, nell’aula di scienze, c’erano i parenti di Neville rimasti miracolosamente illesi. Tutti li avevano accusati di essere i responsabili, ma in realtà la colpa non era la loro ma di quello studente che era rimasto ucciso.
Il ragazzo infatti aveva sbagliato l'esperimento saltando in aria e i trisavoli di Neville si erano salvati per pura fortuna. Nessuno però aveva creduto a quella versione e i due giovani erano stati espulsi.
Il trisavolo di Neville, però, era un potente stregone e aveva lanciato una maledizione sulla scuola. Il racconto di quanto successo venne tramandato negli anni prendendo la forma di una profezia. Il giovane Neville venuto a conoscenza della storia decise quindi di vendicare i suoi parenti.
Ora sapevano chi era l’uomo incappucciato. Dovevano trovare un modo per fermarlo!
Tornarono in camera e fecero nuovamente il conto
di quanto mancava all’eclissi totale… mancava un’ora soltanto.
In dieci minuti trovarono una sola possibile soluzione:
improvvisare.
Seguirono Neville fuori dalla scuola e urlarono: “Fermati immediatamente, Neville non puoi far esplodere la scuola.”
Neville rispose: “Mi avete beccato, ma non mi importano le vostre parole, quello che è fatto è fatto!”
Neville riprese il discorso: “sentite Fred e… aspetta dove è George?”
In quel preciso momento George diede una pentolata sulla testa a Neville e così la scuola fu salva.
La scena risultò quasi comica agli occhi degli altri studenti, che scoppiarono in una fragorosa risata.
La preside si scusò con i fratelli e gli chiese cosa avrebbero voluto in cambio come ricompensa per aver salvato la scuola.
I gemelli pensarono per qualche minuto, poi si guardarono e dissero: “Vogliamo fare scherzi a tutti"... "quando vogliamo e", “senza prendere note”, “fino alla fine della scuola”. I gemelli come al solito parlavano finendo uno le frasi dell’altro.
La preside scoppiò a ridere e accettò.
Da quel giorno Fred e George diventarono le Celebrità della scuola e tutti volevano essere come loro!
Caserta Gabriele
LO STRANO CASO DEGLI ANIMUSI
Una tranquilla mattina verso le 06:45 mi alzai per fare colazione; scesi in cucina e mi preparai latte e caffè perché sapevo che mi aspettava una lunga giornata.
Finita colazione mi lavai i denti, mi preparai per recarmi verso la mia aula. Le prime due ore ero in servizio nella classe secondaria 5 C per una lezione sul mio lavoro di veterinario, successivamente mi aspettavano tre ore nella classe 4 B sempre sullo stesso argomento.
Finito il mio servizio, si era fatta ora di pranzo così, insieme ad altri due professori, ci recammo nella Sala Comune della scuola. Mentre aspettavamo i primi piatti parlavamo di come era andata la giornata. A un certo punto, i due colleghi mi invitarono a giocare nel pomeriggio a Pallasuono.
Quando finimmo di mangiare ci recammo verso il campo di Pallasuono, che si trova dietro la scuola; una volta arrivati tutti i partecipanti scegliemmo due capitani per fare le squadre. Io capitai nella squadra con il prof di geografia musicale. Iniziammo la partita, solo che, dopo due minuti di gioco, la squadra avversaria ci fece punto, riuscimmo a recuperare segnando l' 1-1 e, dopo aver segnato, finì il primo tempo. Nel secondo tempo segnammo due punti andando sul 3-1; mancavano dieci minuti alla fine della partita quando all'improvviso gli avversari segnarono due punti. Eravamo 3-3. Quando mancava un minuto alla fin, segnai su battuta, facendo vincere alla mia squadra la partita 4-3!
Quando andai a cambiarmi mi arrivò una telefonata inaspettata: era il fattore che si occupava della gestione degli animusi, disse che uno degli animusi aveva uno strano aspetto e si sentiva male, così mi recai di corsa alla fattoria. Una volta arrivato notai qualcosa di strano, sembrava che il cucciolo avesse preso qualche infezione. Mi misi a fare le mie analisi, capii che si trattava di un virus chiamato "Peste Animusa". Il virus era stato trasmesso da un animale chiamato "Barbon Slime" proveniente dalla Mongolia.
Contattai subito il laboratorio per capire se ci fosse qualche antidoto, ma non trovarono niente. Chiamai dei miei vecchi amici di scuola per vedere se insieme saremmo riusciti a trovare un vaccino o un antidoto per far guarire gli animali dalla Peste.
Dopodiché, andai a vedere come stesse l'animusi ammalato. Le sue condizioni erano peggiorate molto. Dopo un po' di tempo arrivarono i due amici che avevo contattato. Insieme andammo a cercare i vari componenti per creare un vaccino, prima che fossero deposte le uova, cosa che sarebbe accaduta a breve. Si rischiava che i nuovi nati fossero contagiati.
L'indomani mattina partimmo per il Monte Aquila, lì avremmo trovato ciò che ci serviva:
• due piante di arsenio (800 g)
• corteccia di pino (600 g)
• 1 kg di bacche
• mezzo chilo di castagne e funghi.
Una volta arrivati ci dividemmo: io e Luca da una parte, Marco e Gianni dall'altra. Il primo passo era trovare le piante di arsenio in un determinato punto del bosco, precisamente sotto un pino.
Io e Luca prendemmo il sentiero che ci condusse alle piante di arsenio, nel tragitto contattai il laboratorio per dare la notizia che saremmo riusciti a creare il vaccino antipeste. Dopo mezz'ora arrivammo nel punto esatto e iniziammo a cercare la pianta, Luca mi chiamò per dirmi che aveva trovato l'arsenio. Prendemmo la bilancia e ne pesammo 800 g. Successivamente ci recammo in un altro punto per cercare la corteccia di pino, la mappa indicava che si trovava esattamente a un chilometro di dove eravamo noi. Ci recammo verso ovest, senza perderci in chiacchiere prendemmo il sentiero che portò alla corteccia di pino. Durante il cammino Luca, via radio, sentì Marco e Gianni e chiese loro se avessero trovato il chilo di bacche. Risposero di sì, dicendo che si stavano recando verso nord per cercare il mezzo chilo di castagne e funghi. Una volta arrivati ci mettemmo a cercare le bacche. Le trovai quasi subito, Luca prese il sacchetto e ci incamminammo al punto d'incontro, dove ci attendevano Marco e Gianni.
Marco ed io andammo in laboratorio, mentre Luca e Gianni andarono alla fattoria per vedere come stesse l'animusi. Una volta arrivati in laboratorio iniziammo a schiacciare, diluire e mescolare i vari ingredienti, fino ad ottenere un liquido verde castagna. Facemmo le analisi per vedere se il vaccino fosse adatto a debellare la "Peste Animusa", dall'analisi ci risultò che l'antidoto era corretto. Chiamammo Gianni per dirgli che stavamo arrivando con l'antidoto pronto. Una volta arrivati alla fattoria iniettammo il vaccino all'animazione.
Dopo un quarto d'ora stava meglio! Quella fu la prova che la cura funzionava. Una volta finito di iniettare a tutti gli animusi ammalati l'antidoto, salutai i miei amici e li ringraziai per l'aiuto che mi avevano dato. Mi raccomandai con il fattore che, se ci fosse stato qualche problema, mi avrebbe dovuto chiamare, quindi mi recai nella mia stanza.
Dopo una giornata così stancante mi feci un tè e poi andai a dormire.
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