Buongiorno, Cari Amici Lettori, anche oggi ritorniamo insieme ad Armonia per le nostre lezioni estive e leggiamo in anteprima le storie di Ienia, Carina, Nicola e Beatrice
della classe 1^B, scuola Scafiti di Busalla (Genova) che faranno parte della futura edizione 2023.
L'edizione 2022 è stata pubblicata ai primi di giugno (qui il post per saperne di più)
Acampora Ilenia
GIORNATA AD ARMONIA
Ciao sono Giulia e oggi, la prof. di Musimatematica mi ha affidato il suo animusi si tratta di un cangupulci a cui sono affezionata. Oggi è domenica e andremo a giocare al parco, a lui piace correre e rotolarsi nell’erba ed io lo guardo divertita! Arrivata sera siamo tornati nella stanza per prepararci a un nuovo giorno.
Ma al mattino mi sveglio e il cangupulci non c’è più. Lo cerco per ore e alla fine penso che sia tornato dalla sua padrona, così vado nell’aula di matematica, ma li non c’è nessuno. Andiamo a cercarlo nella fattoria, nella Sala Comune con Camilla ma nulla, in biblioteca e infine nella stanza di Musicomagia e così mi arrendo…
È martedì ed sono in ansia per l’arrivo della professoressa; mi saluta e si avvicina dicendo:
“Giulia dove è il mio animusi?” rispondo: “Prof. vede….” e indovinate ?
Ecco il cangupulci sul mio banco!! Mi calmo e tiro un sospiro di sollievo.
Babaci Carina
ARMONIA
Caro Diario
Oggi ho passato un nuovo giorno ad Armonia.
È stato un giorno carico di lavoro ed emozioni, un giorno speciale! Sai che sono una ragazza emotiva e ferma sulle sue decisioni, ma oggi è stata una giornata un po’ storta.
Ti starai domandano il perché dica questo della mia giornata, ora ti spiego:
Oggi non avevamo lezione, ma una giornata di lavoro.
Ho aiutato il signor Martino con gli animusi e la prof Dana a sistemare le verifiche. E fidati non ci è voluto poco!
Ero con i miei amici al campo sportivo nell’ora di riposo ed avevo con me l’uovo del mio animusi. L’uovo era accanto a me e ad un certo punto ha iniziato a schiudersi, perciò sono corsa dalle stalle, dal signor Martino che si occupa degli animusi.
L’animusi si è schiuso era un topogallo con il beccuccio da gallo, il pelo azzurro che ricopriva delle piccolissime ali. Un bel carattere, gentile con tutti e non mi dava problemi, aveva un movimento bizzarro saltellava qua e là.
Dire bello è poco!
L’ho chiamato Rio in onore della mia serie preferita “LA CASA DI CARTA”! Devo prendermene cura come se fosse mio figlio!
Bhe… Io ci tengo tantissimo ❤️ a Rio ed non penso di poterlo mai lasciare!!! Ed infine dopo aver assistito alla schiusa dell’uovo [mio!] sono andata dalla preside a chiedere delle informazioni sulla scuola, mi sono annotata tutto su un block notes. Dopo mi sono diretta in camerata dove ho fatto gli esercizi ed ho studiato.
ORA TI SALUTO
NOTTE :)
Ciauu…
Berretta Nicola
All'inizio ero molto deciso su quale scuola scegliere ma, quando vidi la preside Orchestri che mi presentò Armonia, cambiai subito idea. Così mi iscrissi a questa scuola.
Dopo aver oltrepassato la porta verde, incontrai molte persone, ma quella che mi attirò di più fu Pietro, un ragazzo simpatico molto espansivo con degli occhi un po' a mandorla,bla testa ovale e delle gambe piuttosto lunghe. Mi intrigo' anche Camilla, una ragazza allegra bassa e con dei grandi occhiali. Infine Giulia: una ragazza solitaria ma molto gioiosa. Alta magra e con i capelli alquanto lunghi. Intorno a lei però percepivo qualcosa di strano.
Mi diedero anche Spartaco, il mio animusi. Spartaco è un animusi da combattimento. È un aquilupo, sebbene sia assai docile.
Mentre ci stavamo incamminando dal prof. Filippo, per una lezione sentimmo una voce che ci parlò e disse: "voi mi sembrate gli alunni più adatti per custodire questo segreto inestimabile. Io sono il nonno di Giulia Accordi: il prof Franco Accordi."
Giulia rispose: "Nonno? Il tuo spirito è sempre stato a fianco a noi?"
"Sì Giulia, soprattutto vicino a te e ai tuoi amici!"
E io dissi: "Ah, ecco che cosa c'era di strano prima, eri tu!"
Giulia era commossa ma molto felice, piangeva addirittura per aver sentito e visto per la prima volta suo nonno, lasciato nel mistero dal resto della famiglia.
E dissi a Pietro: "Sai, Pietro sono rimasto di ghiaccio da quanto sono stupito e contento per Giulia!"
Poi non sentii più nulla perché lo spirito del nonno mi aveva pietrificato per poter parlare in privato con Giulia.
Credo che il nonno le dovesse rivelare una magia tramandata da generazioni nella loro famiglia.
Anche Pietro e Camilla furono pietrificati.
Mi sentivo come chiuso in un barile sottacqua .
Quando mi risvegliai Giulia mi disse che erano passate due ore, sentimmo il nonno salutarci e sparire, andammo a cenare sapendo che qualcuno sarebbe stato con noi per sempre.
Casanova Beatrice
UNA GIORNATA AD ARMONIA
“E così questa è Armonia, la scuola di musica e di arti magiche…” Dico a me stessa davanti all’ingresso della scuola.
Ancora mi sembra impossibile essere lì, è stata un’esperienza troppo strana, sembrava un sogno. Tutto è cominciato solo pochi giorni fa, anche se sembravano passati mesi.
Ah, a proposito, io sono Beatrice, ho 14 anni, scusate la scortesia di non essermi presentata prima.
Abito con la mia famiglia in una piccola cittadina di provincia, lontano dal chiasso e dalla vita frenetica delle città. La mia vita è scandita da ritmi e consuetudini tranquille, senza fretta.
La scorsa primavera ho concluso le scuole medie; non ho particolari preferenze sulle materie che studiavo, a parte la musica. Con la mia tastiera riesco sempre a svolgere gli esercizi che mi vengono assegnati, e ricevo sempre un sacco di complimenti.
Il problema al momento della scelta era quello di trovare una scuola adatta alla mia passione: dove posso studiare musica? In famiglia, a quanto ne so, nessuno si è mai interessato alla musica, anche se mia nonna, ogni tanto mi racconta una strana leggenda che riguarda proprio la nostra famiglia.
Tutti i miei compagni hanno già scelto il proprio futuro. Dato che a Lucia piacciono le lingue straniere si è già iscritta al liceo linguistico. Fabio, invece, amante della matematica, allo scientifico, e così via. Io ho pensato molto alla scuola che dovrò frequentare, ho cominciato persino a considerarmi diversa dagli altri!
Una sera tardi ero a letto. Come al solito faticavo a prendere sonno, avvolta nei miei pensieri e paure. Improvvisamente un rumore ha attirato la mia attenzione. Dovete sapere che la mia camera da letto è la stanza più vicina alla porta d’ingresso.
Era un fruscio, o meglio, sembrava qualcuno che si avvicinava strisciando. Inizialmente ho avuto paura, e ho infilato la testa sotto alle coperte. Poi la curiosità ha preso il sopravvento, e mi sono detta: “Non sono più una bambina!”.
Piano piano mi sono alzata e mi sono avvicinata alla finestra, che dava proprio sul vialetto d’ingresso. Non ho visto effettivamente nulla di reale, ma solo un’ombra vicino alla cassetta delle lettere. Ho strabuzzato gli occhi e quando li ho riaperti tutto era sparito.
“Me lo sarò immaginato”, mi sono detta, e sono tornata subito a letto. La mattina dopo mi sono svegliata con la curiosità, sono andata subito a vedere la cassetta delle lettere e ci ho trovato dentro una busta.
Era piccola, ho letto l’indirizzo scritto a mano in bella grafia e ho visto che era indirizzata proprio a me! L’ho voltata ma non c’era nessun riferimento al mittente. Senza pensarci l’ho aperta; c’era un unico foglio, scritto su una carta ingiallita, che profumava di rose. Sempre più incuriosita, ho letto il contenuto della lettera.
Non capivo, sembrava che mi avessero letto nel pensiero, ma si trattava di un invito, mi proponevano di visitare la scuola di musica e arti magiche chiamata Armonia.
Musica! Non vedevo l’ora di dirlo a tutti; non appena i miei genitori sono rientrati dal lavoro li ho informati! Entrambi erano contenti dell’accaduto, prima di tutto perché hanno visto la mia gioia. L’unica persona che non ha partecipato alla festa era la nonna.
Nei giorni seguenti ho preparato con cura la valigia. La scuola è lontana da dove vivo e sono stata via qualche giorno. Ho preso il treno fino alla città sede della scuola. La scuola è in periferia, ma nella lettera c’era scritto che una navetta mi avrebbe aspettato per portarmi là.
Una volta arrivata suono il campanello e attendo; dopo un po’ il portone si apre ed esce un uomo sulla quarantina, capelli brizzolati: “Sono il professor Filippo, ma ti chiedo di chiamarmi semplicemente Filippo, odio le formalità. Tu devi essere Beatrice”.
Rimango stupita, come faceva a saperlo? “Sì, sono io”.
“Bene, seguimi, gli altri sono già arrivati”.
Intanto che seguo l’insegnante rimango colpita dall’interno del palazzo, pieno di quadri di vecchi professori, oggetti e foto antiche. In particolare mi stupisce l’uomo dipinto in uno di quei quadri: assomigliava tanto alle fotografie del nonno, che non ho conosciuto di persona.
Non riesco però a soffermarmi a guardarlo, Filippo è già lontano e sta entrando nell’aula magna, dove i miei futuri compagni stanno già aspettando. Ci fanno prendere posto nei banchi, poi entra la preside di Armonia, un’anziana signora che ci spiega cosa fa la scuola, cosa insegna e cosa impareremo a fare.
In pratica Armonia si trova in un luogo particolare, un pianeta alieno collegato al nostro da un portale dimensionale. Su questo pianeta ci sono animali strani, mescolanze di animali terrestri. Questi animali si chiamano “animusi”, creati da maghi buoni che per primi colonizzarono il pianeta.
“Potrete comunque vedere con calma tutto questo, avrete cinque anni per farlo” continua la preside, “Nel frattempo vi presento quelli che saranno i vostri professori”. Uno dopo l’altro tutti i professori si presentano e spiegano brevemente la materia e le cose che faranno.
Prende la parola anche Filippo, il quale ci dice: “Ciascuno di voi riceverà un animusi da crescere e accudire”.
Non sto più nella pelle, un animale a cui fare da mamma!
Usciamo dall’aula magna e ci rechiamo alla fattoria della scuola, dove vivono gli animusi, dal piccolo gattufo agli enormi tigrofanti, che fantastica esperienza!
Finita la giornata (che dura esattamente il doppio di quella della Terra) la preside fa l’appello per vedere se ci siamo tutti. Arrivata al mio nome (o meglio, al mio cognome) si blocca un istante e mi guarda. Non capisco il perché, ma noto che tutti adesso mi stanno guardando. Dio, che situazione imbarazzante!
Finita la cena a base di frutta, verdure e altre prelibatezze ce ne andiamo a nanna, ognuno nella propria cameretta. Mi chiedo ancora perché la preside si sia fermata proprio sul mio cognome.
Mi sveglio di buon’ora, appena prima della sveglia. Scendo con gli altri a fare colazione (latte, cacao, biscotti) e poi in camera a fare la valigia per il ritorno a casa. Tra due mesi cominceranno le lezioni e dovremo farci trovare pronti. La preside ci ricorda di mantenere il segreto su Armonia e ci congeda.
Torno sulla Terra e mi precipito a casa, vorrei raccontare tutte le cose che ho visto, ma non posso.
“Dai, racconta, com’è stata?” mi chiedono.
“Mah, bene…”
“Solo bene, cosa hai fatto?”
“Niente di che, ho conosciuto la scuola”. Che dispiacere non poter dire!
I due mesi passano in un lampo e mi trovo ancora ad Armonia.
I primi giorni sono spensierati, faccio amicizia con i compagni. Dopo un po’ i professori e la preside cominciano a dare segni di nervosismo, senza apparente ragione. Le lezioni continuano, ma mi accorgo che siamo più controllati. Fino a quando, in biblioteca, sento alcuni ragazzi del 4° anno parlare di segreti e di una certa “melodia strisciante”.
Subito mi incuriosisco e decido di rivolgermi a Filippo. Gli chiedo informazioni, ma lui è reticente e cambia discorso. Insisto e lui mi risponde in malo modo! Non era mai successo, comincio a preoccuparmi, la situazione è grave.
La notte non riesco a dormire, è nella mia natura preoccuparmi, ma mi sembra che stavolta ne abbia tutte le ragioni.
Sono al buio nella mia stanza, la luna illumina debolmente le pareti. All’improvviso una strana musica arriva alle mie orecchie. È una melodia strana, quasi stonata, ma con un senso che non riesco a cogliere, sembrano note che neppure esistono.
Mi metto a sedere sul letto, poi mi affaccio alla finestra e vedo nel giardino i professori che girano preoccupati alla ricerca di qualcosa.
Non capendo cosa stia succedendo, ma temendo che i professori possano vedermi, mi allontano dalla finestra e torno a letto, anche se so che trascorrerò la notte in bianco.
L’indomani mattina, in una pausa delle lezioni vado in biblioteca, voglio capire cos’era quella musica. Dopo un po’ trovo un vecchio libro, in cui si parla della melodia strisciante. “Ma è quella di cui parlavano quei ragazzi” penso.
Continuo a leggere. Il libro specifica che è solo una leggenda, ma sembra che in tempi remoti, assieme ai Musimaghi buoni che fondarono Armonia, vi fosse un mago cattivo e traditore.
Mentre i maghi buoni, ciascuno con il proprio strumento, creavano le bellezze e i pregi della scuola, il mago cattivo con il suo violino inventava melodie malate che distruggevano tutto.
Con la sua melodia strisciante infatti cercava di evocare il caos, personificato da un terribile ed enorme animusi con il corpo di gorilla e la testa a forma di piovra, che avrebbe annientato tutto.
Il suo nome era Enrico Zahn, ed era molto potente. Per batterlo e per fa tornare Armonia alla normalità venne chiamato un condottiero valoroso. Dopo un’epica battaglia, Zahn fu sconfitto e rinchiuso in un’altra dimensione, ma ogni duecento anni il suo spirito fa risuonare la sua musica e riesce a entrare nel corpo di un allievo di Armonia.
Adesso capivo tutto! La musica che avevo sentito, il nervosismo, Zahn era tornato!
Nell’ultima pagina del libro era riportato il ritratto del condottiero: era quello del dipinto che assomigliava al nonno! Vuoi vedere che…
Mi precipito dalla preside e le racconto tutto; sulle prime rimane dubbiosa, ma poi si convince e mi racconta che il condottiero era un mio avo. Adesso capisco la somiglianza con il nonno!
Chiama a raccolta i professori e insieme a loro studiamo un piano per fermare Zahn e ricacciarlo indietro. È sicuro che Zahn sia in mezzo a noi, ha assunto le sembianze di un allievo, bisogna trovarlo.
Per fortuna esiste un modo: una melodia attrattiva, da suonare con la tastiera, di notte, in un posto ben preciso.
“Dove?” chiedo io.
“Proprio di fronte al portale dimensionale”, mi rispondono.
“Poi abbiamo le melodie per ricacciare lo spirito indietro”
“Ci manca solamente qualcuno che sappia suonare la tastiera”.
“Ci sono io!”, replico.
“No, è troppo pericoloso!”
“Ma io sono la discendente del condottiero!”.
Dopo un tira e molla, si convincono.
La notte successiva mettiamo in atto il piano; mi siedo nel punto fissato e comincio a suonare. Per un po’ non succede nulla, ma all’improvviso uno studente del 3° anno si avvicina, quasi in trance.
È Zahn!
Quando è praticamente di fonte a me, i professori escono allo scoperto e intonano all’unisono la melodia. Lo spirito di Zahn urla, impreca, ma l’incantesimo è troppo potente e viene rispedito nell’altra dimensione.
La pace torna su Armonia, una grande festa suggella il tutto e io vengo portata in trionfo come un eroe!
Ringraziamo i ragazzi che ci hanno raccontato le loro magiche giornate ad Armonia. Complimenti a Beatrice, davvero una bella storia!
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