Ciao, sono Claudia, questo è il mio blog :) Invento storie e scrivo romanzi fantasy, benvenuti nel mio mondo!

lunedì 27 marzo 2023

Un Giorno ad Armonia 2023 - Scuola Chiossone - 1A, I gruppo



 

Buongiorno, Cari Amici Lettori, eccoci di nuovo pronti per un viaggio ad Armonia, questa volta assieme ai ragazzi della 1A della scuola Chiossone di Arenzano (Genova).

Leggiamo insieme i nuovi racconti nati dalla mente fantasiosa di: Buscaglia Eleonora, Di Carmine Miriam, Calcagno Stella, Cozza Virginia, Damonte Luca, Conti Simone, Bruzzone Diego e Pippo Chiara.

Potete nel frattempo scaricare la raccolta dello scorso anno (qui il post per saperne di più)

(cliccate invece qui per saperne di più sul laboratorio #armonialatuastoria)

Buscaglia Eleonora, Di Carmine Miriam


LE AVVENTURE DI CATHERINE E BEATRICE


La sveglia di Catherine suonò. Lei si alzò con fatica, non voleva arrivare in ritardo per la sua lezione preferita di cura degli animusi. Catherine aveva lunghi capelli rossi ramati con meches marroni, lentiggini, occhi verdi a mandorla con ciglia lunghe, labbra carnose e naso alla francese. Aveva 17 anni e frequentava il quarto anno di Musicomagia. Quel giorno si mise una gonna verde con pieghe e una camicia bianca (la sua divisa). Prese il suo gattofalla e lo mise nella sua borsa. Scese per le scale, che portavano al piano terra, e incontrò Beatrice, la sua migliore amica. Beatrice aveva i capelli biondi, gli occhi azzurri, un piccolo naso ed era vestita come Catherine. Anche lei aveva 17 anni. Quando arrivarono alle stalle, però, scoprirono che il professor Filippo… era scomparso!

Nelle stalle si era sollevato molto caos e tutti erano preoccupati e spaventati. Poi arrivò la preside e annunciò: “State tranquilli perché le guardie stanno indagando e presto troveranno il professor Filippo”.

Catherine proseguì la sua giornata e alla sera Filippo non era stato trovato. Così Catherine e Beatrice decisero di intervenire e andarono ad interrogare le ultime persone che l'avevano visto. La prima persona che decisero di interrogare fu la professoressa Diana. Le due ragazze giunsero all'appartamento della professoressa e bussarono, ma senza risposta. Si guardarono sorprese e si dissero: "E se fosse scomparsa anche lei?". Dopo un po' scoprirono che anche lei era scomparsa!

Le ore passarono così in fretta che all'ora di cena andarono in mensa e incontrarono Giacomo, uno degli aiutanti di Filippo e decisero di interrogarlo: "Ciao Giacomo, quand'è stata l'ultima volta che hai visto Filippo e Diana?" chiesero.

Ma Giacomo con un'aria preoccupata gli rispose in modo sgarbato: "E cosa ne so io? Mi state accusando senza nessuna prova?"

Catherine e Beatrice si guardarono in modo confuso e risposero: "Giacomo, noi ti abbiamo solo domandato se tu li avevi visti, non ti stiamo accusando."

Giacomo si guardò intorno e scappò via.

"Molto sospetto" disse Beatrice e Catherine annuì.

Scese la notte e Catherine ospitò Beatrice nella sua camera, visto che aveva due letti. Ma durante la notte sentirono un rumore proveniente dal Lago Sussurrate…

Con aria spaventata si incamminarono verso il lago sussurrante, e videro Giacomo. Appena le vide scappò via lasciando svolazzare per strada un foglietto, Catherine e Beatrice andarono curiose a vedere cosa ci fosse scritto in quel foglietto sospetto. Arrivarono sulle rive di quel lago e trovarono il biglietto per terra, lo guardarono e confuse lo lessero, c'era scritto:

“Rapimento di Emma, passaggio 1: attirarla al campetto da calcio, passaggio 2: aspettare che tutti se ne vadano e passaggio 3: rapirla mettendole una fascia intorno alla bocca".

Emma era la loro professoressa preferita ovvero la professoressa di arte. Finalmente Catherine e Beatrice riuscirono a capire chi aveva rapito i due professori e così con calma si avviarono al bosco percorrendo la strada fatta da Giacomo.

Andando nella strada intravidero un piccolo falò dove c’era seduto proprio Giacomo. Dietro di lui si vedevano dei "bunker" dove si sentivano le voci preoccupate dei professori che urlavano aiuto, allora Beatrice e Catherine si avvicinarono sempre di più fino a quando da lontano avvistarono Giacomo che si era addormentato. Allora ne approfittarono e si avvicinarono per aprire i bunker dove trovarono i due professori preoccupati. Beatrice e Catherine tirarono fuori dai bunker i due e mentre ancora Giacomo dormiva chiamarono le guardie che dopo 10 minuti erano lì.

Arrestarono Giacomo per rapimento e lo misero in prigione. Finalmente confessò che aveva rapito i due professori perché voleva vendicarsi di suo padre, vecchio alunno di Armonia che era stato espulso.

Come ringraziamento dell'aiuto che Catherine e Beatrice avevano dato, tutta la scuola regalò loro una coppa d'oro, finalmente tutti erano al sicuro e Giacomo dovette stare in prigione per otto anni.


Calcagno Stella , Cozza Virginia

IL DUELLO SUI PIANETI DI ARMONIA

Dafne si svegliò ad Armonia: era il suo primo giorno.

Il professor Filippo le consegnò il suo uovo, che dopo alcuni giorni scoprì essere uno scoiape: era a strisce gialle e nere con due ali azzurre e lo chiamò Vio.

La professoressa Diana teneva la lezione di Musicomagia e tutti gli studenti iniziarono a provare alcune melodie molto semplici.

Dopo la lezione Dafne andò sulle sponde del Lago Sussurrante: era attratta da quelle acque, così calme, ma allo stesso tempo oscure e misteriose, proprio come lei.

Si era appena assopita quando delle mani la spinsero dentro il lago e si ritrovò tutta bagnata con l'acqua fino al collo.

Era stata Giulia Accordi, quella smorfiosa, odiosa e ipocrita che si era ritrovata compagna di camerata.

Dafne si accorse che il suo violino (l’oggetto a cui teneva di più) era caduto insieme a lei e si era impregnato di acqua: non poteva più suonare…

Scoppiò a piangere e quando si voltò vide Giulia che rideva sguaiatamente.

Dafne, anche se presa dalla rabbia, con calma e determinazione provò ad aggiustarlo e dopo ore di lavoro il violino era ridiventato quasi come nuovo.

Tempo dopo Giulia chiese a Dafne di non essere più nemiche, ma lei non accettò, non le aveva ancora perdonato il brutto scherzo.

Ma, riflettendo su quanto era successo, Dafne volle dare alla compagna una seconda opportunità e disse a Giulia che, se voleva che tornassero amiche, avrebbe dovuto sfidarla con un duello di Musicomagia.

Giulia accettò e Dafne le disse che il duello si sarebbe svolto presso il Lago Sussurrante.

Dafne suonò una melodia con il suo violino e si teletrasportarono sulla luna che ogni sera splendeva nel cielo sopra ad Armonia.

Giulia stupita chiese perché si stavano ritrovando in quel mondo sconosciuto e Dafne rispose che si era dimenticata di dirle che il duello sarebbe proseguito sulle lune satelliti di Armonia.

Nella prova le due ragazze avrebbero potuto utilizzare varie melodie capaci di produrre incantesimi.

Iniziò Dafne che, suonando un particolare brano musicale, trasformò Giulia in un’ape.

Allora Giulia prese a sua volta il suo strumento e, suonandolo, trasformò Dafne in uno scoiattolo.

La giovane si accorse che i due "animali" messi insieme avrebbero formato il suo animusi, così prese il suo violino e, suonando un piccolo accordo fece apparire uno scoiape, simbolo di quanto avrebbero potuto essere unite e forti insieme e così le due ragazze diventarono finalmente amiche.

Damonte Luca, Conti Simone, Bruzzone Diego



La mattina del primo giorno di scuola ero molto ansioso e quando sentii mia mamma gridare:

- Giacomo, vieni a fare colazione! - scesi subito al piano di sotto ma riuscii a mangiare solo due biscotti.

Mi preparai, uscii di casa con mia mamma, salii in macchina e, dopo mezz’ora, arrivammo ad Armonia.

Conoscevo già questa scuola perché mia mamma me ne aveva parlato molto.

La preside Orchestri, che ci aspettava sul piazzale, accompagnò me e gli altri ragazzi all’ingresso della scuola, poi attraversammo una porta verde e raggiungemmo un’ampia sala. Tutti i professori si presentarono e uno di loro consegnò a ciascuno un uovo di animusi: strani animali che si nutrono di musica!

Misi immediatamente il mio uovo nello zaino e mi voltai a parlare con il mio nuovo amico Pietro.

Pochi istanti dopo, quando mi voltai di nuovo, mi accorsi però che lo zaino era aperto e l’uovo era scomparso!

Ero disperato e così Pietro si offrì subito di aiutarmi a cercarlo: chiedemmo informazioni agli altri ragazzi presenti nella sala e un compagno ci disse che aveva visto un uovo con la coda vagare per la scuola, anche se non ne era sicuro.

Guardammo allora dappertutto, persino nei dormitori, ma il mio uovo non c’era.

All’ora di pranzo non lo avevamo ancora trovato, quindi provai a suonare una melodia in re maggiore per chiamarlo ma purtroppo anche questo non servì.

Dopo la lezione di Musicomagia, ci sdraiammo sul prato, io ero veramente triste, ero così giù di morale che non avevo quasi toccato cibo per tutto il giorno.

Pietro mi si avvicinò e mi disse di non preoccuparmi perché lui non mi avrebbe lasciato solo e che insieme saremmo riusciti a trovare l’uovo.

Rincuorato dalle sue parole, pensai di tornare nella sala, ormai vuota, dove avevo perso l’uovo per cercare delle tracce e infatti lì vedemmo proprio delle impronte!

Le seguimmo e ci condussero fino alla fattoria della scuola: dentro era tutto buio e si sentivano degli strani rumori.

C’erano tantissimi animusi: muccoche, coniglioche, pappacrici… e all’improvviso, in mezzo a tutte quelle strane creature, mi accorsi di un uovo già mezzo schiuso e dissi a Pietro: - È il mio uovo e si sta schiudendo!

Era un cucciolo di… Serpengatto!!!

Aveva la testa di un gatto con il pelo color grigio chiaro e gli occhi arancioni mentre il corpo era da anaconda verde, era lungo meno di un metro, ma era tanto carino.

Ipotizzammo che il mio Serpengatto fosse uscito solo a metà dal suo guscio e che avesse strisciato tutto solo verso la fattoria degli animusi, dove lo avevano accolto e aiutato fino al nostro arrivo, proprio come Pietro aveva fatto con me!

Li ringraziai quindi di cuore e, assieme a Pietro, portai il mio piccolo amichetto nei dormitori dove decisi di chiamarlo Serpi.

Fu così che, quel primo giorno alla scuola di Armonia, capii che l’amicizia aiuta a superare ogni difficoltà!!!


Pippo Chiara



Giulia si sveglia presto per esercitarsi a suonare. Dopo aver preso lo spartito si accorge che il suo flauto non è in camera sua.

Dopo aver controllato dappertutto, chiama Pietro per aiutarla a cercarlo: "Pietro! Non trovo più il mio flauto! Puoi aiutarmi?"

Pietro le risponde: "Certo Giulia!".

Per prima cosa decidono di controllare nella camera di Pietro ma neanche lì c'è traccia dello strumento. Improvvisamente a Giulia viene un'idea: "Andiamo a controllare nell’aula di musica, potrei averlo lasciato lì". Una volta entrati, non appena Pietro apre l'anta dell'ultimo armadietto, i due ragazzi vengono risucchiati da un misterioso portale che li scaraventa in un modo del tutto nuovo.

Guardandosi intorno Giulia e Pietro capiscono subito dov'è finito il flauto perduto: è nel paese della Regina dei flauti.

Tutto intorno è formato da flauti: le case, gli alberi, le montagne e i lampioni assomigliano a enormi strumenti musicali. I due ragazzi vanno al palazzo per chiedere spiegazioni alla regina. Una volta superato il portone i due vengono accolti da un'allegra banda musicale composta solo da flauti che annuncia l'arrivo della Regina.

La sovrana spiega loro: "Ho rubato il tuo flauto perché è uno strumento prezioso e magico capace di mettere di buon umore a qualsiasi persona che lo ascolta compresa me e non ho intenzione di ridartelo".

Giulia cerca di convincerla in tutti i modi finché non le dice: "Tutte le volte che vorrai suonare il flauto verrò in questa città a portartelo."

La Regina finalmente è d'accordo. Ripreso il flauto i ragazzi attraversano il portale e tornano ad Armonia.

Tornati a Armonia la preside era preoccupata e allo stesso tempo arrabbiata. "Ragazzi dove siete andati!? Vi siete saltati tutte le lezioni!"

Giulia le risponde : "La Regina dei flauti mi aveva rubato il flauto! Eravamo tornati a prenderlo!"

La preside non vuole sentire scuse. Li mette in punizione nelle loro camere.

La sera a cena si ritrovano con Camilla che di mattina era al campo estivo. "Ragazzi dove eravate? Ero preoccupatissima!" Dice Camilla, Pietro le risponde: "La Regina dei flauti aveva rubato il flauto a Giulia e siamo andati a riprenderlo."

Dopo cena i ragazzi si salutano e vanno nelle loro camere stanchi ma entusiasti della loro avventura.

Facciamo in complimenti ai ragazzi per le storie divertenti e avventurose che ci hanno raccontato, bravi!
Noi ci vediamo presto con nuovi racconti
Claudia

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