Ciao, sono Claudia, questo è il mio blog :) Invento storie e scrivo romanzi fantasy, benvenuti nel mio mondo!

giovedì 11 maggio 2023

Un Giorno ad Armonia 2023 - scuola Chiossone - 1B gruppo III

  


 

Buongiorno, Cari Amici Lettori, torniamo ad Armonia, assieme ai ragazzi della 1B della scuola Chiossone di Arenzano (Genova). Sono gli ultimi racconti!!

Leggiamo le storie di: Perra Irene, Piacentini Greta, Ronzitti Matteo, Vaglica Avana e Ventura Filippo.

Potete nel frattempo scaricare la raccolta dello scorso anno (qui il post per saperne di più)

(cliccate invece qui per saperne di più sul laboratorio #armonialatuastoria)

Perra Irene

Finalmente era arrivato il giorno delle crepes ai frutti di bosco!

Alle otto in punto ci siamo radunati davanti alle serre per la tanto attesa gara della raccolta. Il silenzio che si sentiva era assordante. Eravamo tutti in posizione, come per una staffetta. Nel percorso tra le piantine si trovavano dei segni colorati, ognuno dei quali indicava una prova da superare. Quando si vedeva il segno blu si doveva suonare una melodia di almeno trenta secondi; se si incontrava il giallo si doveva nominare tre piante con la lettera "A". Se, invece, c’era il segno rosso si dovevano eseguire tre calcoli nel minor tempo possibile. Il tragitto era diviso in tre parti e alla fine di ognuna si trovava un membro della squadra a cui passare il cestino. La mia squadra era composta da me, Pietro e Camilla. Ognuno di noi era ben preparato in una materia: io ero brava a suonare , Pietro a fare i conti, mentre Camilla era portata per la botanica e si ricordava a memoria tutti i nomi delle piante che abbiamo studiato.

La gara era combattuta e tutte le squadre erano molto agguerrite e determinate. "Pronti via!" esclamò il professore. La prima a partire fu Camilla, che in un tempo record elencò: "Abete, Acanto, Acero". Con molta abilità raccolse i frutti da nove piante e passò il cestino a Pietro. Lui scattante subito partì. Dopo circa due minuti si ritrovò davanti al secondo ostacolo di colore blu. Pietro non era molto bravo a suonare e per questo, perse un po' di tempo nell'esecuzione. Tuttavia riuscì a consegnarmi il cestino. Quando me lo diede, la mia mano stava tremando. Ero consapevole che spettava a me risolvere le espressioni di matematica. Raccoglievo e raccoglievo, facevo il più veloce possibile. Ed ecco davanti a me il temibile segno rosso! Presi velocemente il bigliettino e lessi senza capire nulla. Pietro era dietro di me; non mi poteva aiutare, però mi supportava con molta carica. Persi molto tempo, gli altri ragazzini erano molto più avanti di me. Erano quasi tutti arrivati al traguardo.

Solo in quel momento ricordai che la cosa che mi aiutava di più a concentrarmi: la voce della nonna. Me la immaginai davanti a me: "Dai Giulia, puoi farcela!". Mi ripetevo. Così presi la penna e come una calcolatrice mi misi a contare.

Ed ecco fatta la prima!

Intanto, intorno a me, era come se si fosse fermato il tempo: erano tutti immobili. Sorpresa, mi alzai. Notai il mio animusi che svolazzava.

"Cosa ci fai qui ?" gli chiesi. "Ti avevo lasciato con tutti gli altri, insieme al professor Filippo".

Un po' impacciato e stranito mi rispose: " Non so cosa è successo, ho sentito che avevi bisogno e così sono corso qui".

All'istante ricordai le parole del professore Filippo: "Tutti gli animusi hanno un legame speciale con il proprio padrone; nel corso del tempo questo legame di sviluppa e diventa un potere".

Ci guardammo negli occhi: "Ma è fantastico! " urlai felice di gioia. Il legame tra me e Ciccio era talmente forte che già aveva sviluppato un potere. Ero così felice che non mi ricordavo che il tempo si fosse fermato. Scontrai la preside che ci stava osservando. Subito mi scusai; non sentendo risposta, realizzai che prima di tutto era necessario sbloccare la situazione. Impiegammo molto tempo, provando qualsiasi metodo di magia per tornare alla normalità, ma non ottenemmo alcun risultato.

Allora, sconsolati, andammo nella biblioteca della scuola. Con l'aiuto di un catalogo dei libri ne cercammo uno che potesse fare al caso nostro. Ma non c'era neanche un pezzo di carta che desse una minima informazione. Uscendo dalla stanza mi cadde l'occhio sul grande orologio a pendolo che si era fermato. Notai un bigliettino incastrato fra le lancette. Lo presi e lessi ad alta voce: Per qualunque problema inerente al tempo chiamare Tempus".

Mi rivolsi al mio animusi che mi aveva seguito: "Come faccio?! Io non ho il numero di telefono di questo Tempus".

Proprio in quel momento una vocina vecchia e pacata disse: "Piacere! Io sono Tempus, il saggio del tempo".

Non potei neanche salutarlo e spiegare la situazione che subito continuò: "Se vuoi riattivare il tempo devi dire: tempo reverso e nello stesso istante immaginarti di nuovo nel tempo in cui vuoi tornare." Poi concludendo, si raccomandò: "Ricorda: il tempo non va manipolato. Per questo, devi usare il tuo potere solo se strettamente necessario".

Tornai così nell'esatto momento in cui il tempo si era fermato.

Nel frattempo, mi ricordai le formule corrette. Come se non fosse successo nulla, continuai a raccogliere i frutti di bosco e, anche se per ultima, tagliai il traguardo. Finita la gara, mi diressi subito dal professor Filippo e gli raccontai tutto. Lui, sorridendo, mi confessò che molti anni prima aveva avuto un potere molto simile al mio.

Quel pomeriggio preparammo le crepes. La preside, attratta dal buon profumino, ne assaggiò una e si congratulò: "Queste crepes sono le più buone che io abbia mai mangiato!"

 Piacentini Greta

Buongiorno Armonia, oggi è il decimo giorno in questa meravigliosa scuola dove, insieme a Camilla e Pietro, scopro sempre qualcosa di nuovo ed emozionante.

I ragazzi grandi ormai sono arrivati tutti, i loro animusi sono diversi dal mio Ciccio. Sono grandi e maturi e lui, in confronto a loro, sembra ancora un cucciolo indifeso. Si diverte a guardarli, mentre insieme ai loro padroni provano a fare cose da grandi: che ridicolo!

Oggi incontreremo la professoressa Lucrezia Pilotta, insegnante di Musicoprotezione.

Questa materia è riservata agli studenti dell'ultimo anno perché noi piccoli potremo non capirla e combinare disastri. La preside ha detto che ci permetterà, solo per conoscere la materia, di assistere ad una dimostrazione generale; poi approfondiremo nei prossimi anni!

Io, Pietro e Camilla siamo molto eccitati e per una volta sembra che anche loro non sappiano cosa aspettarsi...

Prima però dobbiamo svolgere le nostre mansioni quotidiane quindi: per noi latte a colazione, per Ciccio, Tobi e Sofi un po’ di melodie con note forti per dare loro energia.

Nella sala colazioni noto subito Andrea, un ragazzo grande, non è come Pietro: non è dolce e tenero, ma scontroso, non ha lo sguardo gentile ed i suoi occhi, neri come il carbone, sono profondi e sembrano nascondere dei segreti. Si diverte a prendere in giro noi piccoli e a fare scherzi fastidiosi.

È arrivato il momento: comincia la lezione per iniziare a capire qualcosa in più di Musicoprotezione! La preside ci accompagna in una delle aule dedicate ai grandi e ci dice di sederci nelle prime file. Di fronte a noi c’è la professoressa Lucrezia Pilotta: che tipo strano! Bassa e cicciottella, appoggiati sul naso aquilino indossa degli occhiali verdi, di forma rettangolare attraverso cui ci guarda con un'aria severa mentre ci spiega l’importanza della sua materia: “La Musicoprotezione è una materia che vi permetterà di instaurare un legame ancora più forte con il vostro animusi” dice la professoressa rivolgendosi a noi piccoli.
“Imparerete a suonare delle melodie molto speciali che vi permetteranno di chiedere aiuto al vostro animusi; dovrete stare attenti, però, non dovrete abusare di tale magia altrimenti tutto si complicherà”.

Per mostrarci tutto questo, la professoressa chiede a Federica, la ragazza modello della scuola, la più brava e gentile del terzo anno, di suonare davanti a noi qualche nota per Fuffi, il suo adorato gattufo.

Senza alcuna esitazione Federica si posiziona al centro dell’aula con Fuffi appoggiato su un banco vicino a lei; si nota subito che tra i due c’è un rapporto speciale; appena la ragazza avvicina il flauto alla bocca il suo animusi spalanca gli occhioni e inizia a scodinzolare. La melodia di Federica è un qualcosa di totalmente nuovo per noi; del SI BEMOLLE non sappiamo neanche l’esistenza, ma la cosa più emozionante è vedere come reagisce Fuffi. Già dalla prima nota il pelo dell’animusi inizia a gonfiarsi e a diventare di color brillante; intorno a lui si crea come un leggero bagliore e la magia si sprigiona nell’aria. In questo momento a Federica non potrebbe accadere nulla di brutto poiché la magia della Musicoprotezione è intorno a lei.

Finita la splendida dimostrazione Federica torna a posto accompagnata da un grande applauso di noi piccoli.

Prima ancora che la professoressa potesse riprendere la lezione ecco che Andrea interviene: “Prof. ora ci penso io a far vedere a questi mocciosi qualcosa di bello”;
in un attimo Andrea prende il flauto e inizia a suonare una melodia.

Lui avrebbe voluto far diventare il suo canorso Rag più protettivo nei suoi confronti, ma ha sbagliato melodia e non è finita come voleva lui.

Avendo impostato la sua melodia magica in FA DIESIS e non in SI BEMOLLE il suo animusi si è rivoltato contro di lui davanti a tutti noi. Rag ha iniziato a mordergli i pantaloni e a ringhiare forte; un boato di risa è scoppiato nella classe.

Adesso gli occhi di Andrea, che sembrava nascondessero segreti, sono vuoti e imbarazzati. Che vergogna!

La cosa ancora più strana è che in quel momento Camilla che era seduta vicino a me e Pietro si è alzata in piedi pronta a suonare una contro-melodia!

A questo punto, però, interviene la professoressa dicendo: “Sono felice che tu voglia essere brava quanto tua sorella Federica, ma ora lascia fare a lei”.

Io e Pietro ci guardiamo stupefatti: “Perché Camilla non ci ha mai parlato di sua sorella Federica?”

Per noi piccoli era già stato abbastanza e quindi la preside ci invita ad andare nelle nostre camere. Con un po’ di tristezza obbediamo tutti ma in realtà dentro di me penso: “Ora Camilla mi racconterà tutto!”.

Nemmeno il tempo di sederci sul letto, Camilla mi dice: “Ti prego Giulia scusami, non volevo non essere sincera con te, non volevo tenerti all’oscuro, ma è una delle regole della scuola: non potevo raccontarti di mia sorella; tutti i rapporti di parentela vanno tenuti nascosti”.

Capita la situazione decido di non essere arrabbiata con Camilla, ma di continuare ad essere sua amica anche perché le emozioni in questa giornata sono state intense e so che questa scuola ha ancora tanto da regalarmi.

Confusa, ma felice, decido quindi di intonare una dolce melodia al mio Ciccio.

 Ronzitti Matteo

Arrivai di sera, un po' in ritardo, ma almeno arrivai nel prato grande ad aspettare che qualcuno mi vedesse, per illustrarmi la camera in cui avrei dovuto dormire; finalmente una sagoma nera.

L'accoglienza non fu molto calda, venne il prof. Filippo, completamente assonnato, mi fece entrare in un dormitorio: "Ecco il tuo dormitorio, a domani." Queste furono le sue parole, quindi, mi organizzai e cominciai a dormire avvertendo una presenza nella stanza.

Verso le 6:30 un ragazzo di nome Pietro si alzò e facemmo conoscenza: "Ciao, come ti chiami?" Io gli risposi subito: "Mi chiamo Matteo e sono arrivato ieri sera"

Pietro fece un'espressione sorpresa e quindi gli dissi: "Forse ieri sera non mi hai sentito, comunque, ho letto che c'è ginnastica mattutina alle 7:00." Pietro annuì.

Finita ginnastica andammo in camera a cambiarci, perché eravamo sudati, alle 7:30 dovevamo essere nella Sala Comune, ed è lì che feci conoscenza con Giulia e Camilla che erano molto simpatiche.

Dopo la colazione ci trovammo nelle stalle e il professore Filippo mi diede l'uovo: "Tienilo bene mi raccomando, si schiuderà quando gli suonerai una melodia." Il professor Filippo spiegò come prendersi cura degli animusi; dopo la spiegazione andammo subito nell'aula 1 dove avremmo fatto teoria della Musicomagia. Entrammo in aula e la preside ci spiegò che quel giorno sarebbe stato il giorno più bello di tutti i cinque anni, avremmo visto lo "Spartito Magico".

La preside disse: "Questo oggetto dà forza a tutta la scuola e senza di esso tutto il liceo non può esistere, entreremo nella camera blindata, con laser di sicurezza, quindi state attenti."

La preside aprì la porta ma, a sorpresa, la teca era rotta e dello spartito non c'era neanche l'ombra. Nello stupore generale si celava la paura di non ritrovarlo mai più.

A quel punto, fecero andare tutti gli studenti nelle proprie camerate, mentre i professori iniziarono la ricerca dello spartito perduto.

Pietro, Camilla,Giulia e io incamminandoci verso le camere, notammo una persona coperta da un mantello che stava entrando dentro una botola; noi d'istinto cominciammo a inseguirlo.

Ci ritrovammo nei sotterranei di Armonia, l'uomo non aveva più fiato e noi quattro lo raggiungemmo con facilità e capimmo che era il custode.

Uscendo dai sotterranei andammo diretti dalla preside a mostrarle il colpevole ed essa, meravigliata, chiese al custode il motivo di questo gesto e lui spiegò: "Quando mi avete rifiutato come professore di Musicomagia io decisi di restare in questo liceo come custode, ma promisi a me stesso di rovinare per sempre questa scuola."

Con dispiacere, la preside decise di allontanare per sempre il custode dalla scuola.

La giornata era stata molto movimentata ed io insieme ai miei compagni tornammo nelle camerate soddisfatti per aver salvato Armonia.

Vaglica Avana

Il cielo si faceva sempre meno scuro, il sole sorgeva lentamente, il battito delle ali degli uccellini si sentiva sempre più. Arrivò il suono della campanella a rovinare la bella atmosfera che si era creata: era ora di alzarsi.

Avana era ancora rannicchiata sotto le coperte speranzosa che lo strillo della campanella fosse un sogno. Con fatica si alzò e andò a svegliare le sue altre compagne di classe, che a differenza di lei, erano ancora nel mondo dei sogni. Come ogni mattina le lamentele delle compagne si facevano sentire:

- Mmm io ho ancora sonno!

Avana era una studentessa come le altre nella scuola di Armonia, una scuola fantastica che probabilmente già conoscete; ribelle era il suo carattere, passava la maggior parte del tempo con i maschi e ci assomigliava anche: capelli corti, skate a portata di mano… ma con l'arrivo in questa scuola molte cose erano cambiate, passava più tempo con le ragazze e piano piano si stava facendo crescere i capelli, ovviamente senza trascurare le sue passioni un po' da maschiaccio.

Una volta pronta, scese le scale insieme alle sue due amiche: Anna, una ragazza alta con i capelli raccolti sempre in una coda, un po' timida, ma sempre sorridente e Greta, carattere forte, molto brava a scuola con occhiali simpatici. Si diressero verso il prato principale a fare gli esercizi mattutini.

Quella mattina era particolarmente stanca e sognando la colazione fece i soliti dieci piegamenti. Dopo colazione, alle stalle, Avana e i suoi compagni costruirono la casetta per i propri animusi. Arrivò l'ora di Musicomagia e Avana accorgendosi di aver dimenticato il suo quaderno andò nella sua camera insieme a Francesco, il suo migliore amico, che come lei doveva recuperare il quaderno. Francesco era un ragazzo dal viso dolce buono, aveva i capelli neri con il ciuffo che gli copriva a malapena l'occhio.

All'apertura della porta, però, Avana rimase basita: libri, letti, vestiti, tutti in disordine lasciati in giro senza cura, qualche foglio strappato del suo diario si muovevano leggermente trasportati dal venticello che entrava dalla finestra. Non capendo che cosa stessero succedendo chiamò Francesco che senza esitare un momento disse con voce leggera:

- Ava, qualcuno è entrato in camera tua, probabilmente ti ha rubato qualcosa… e se fosse il tuo cappello!? - sembrava più preoccupato di lei in quel momento. Tutti sapevano ad Armonia quanto Avana tenesse al proprio cappello, infatti non era un cappello come gli altri, quando lo indossava diventava invisibile, questo però lo sapeva solo Francesco, sorse così la domanda: chi lo sapeva oltre a lui?

Dopo le lezioni spiegò tutto a Greta e Anna che un po' sconvolte decisero di aiutarla a trovare quel cappello, a patto che, una volta ritrovato, glielo avesse fatto provare. A sapere di ciò furono anche Irene e Lorenzo, due fidati amici di Avana. Non si potevano permettere di saltare le lezioni. Tanto meno di dirlo ai professori che, dopo aver scoperto il potere di quel cappello glielo avrebbero sequestrato. Così escogitarono un piano da attuare quella i notte, dopo che le luci si fossero spente.

A cena Avana e suoi amici guardavano tutti con sguardo losco e diffidente. Arrivò l'ora di andare a dormire, anche se quello che fecero fu tutto il contrario. Si riunirono tutti nella stanza di Ava, Anna e Greta. Si divisero in due gruppi, per cercare più velocemente.

- I nostri obbiettivi sono quelli di trovare il libro "come trovare persone invisibili", che è nella sezione proibita. E trovare indizi su Gabriele e Filippo, oggi a cena sembrava sbucare a entrambi qualcosa dallo zaino, qualcosa di molto simile al mio cappello. Ah già, controlliamo anche Rebecca… oggi era ansiosa come se nascondesse qualcosa - disse Avana con tono deciso.

Si diedero velocemente i walkie talkie e silenziosamente cominciarono la ricerca. Avana, insieme ad Anna e Francesco andó in biblioteca, nella sezione proibita, non era mai stata lì. Era buio, ma quello che la sua torcia illuminava erano tantissimi libri impolverati, con copertine spesse, ricoperte di ragnatele. Un libro dopo l'altro finalmente Anna trovò il libro tanto cercato: aveva la copertina rossa e logora, le pagine erano giallastre e molto fragili, le scritte però erano ancora leggibili. Nel mentre Lorenzo, Irene e Greta cercarono nelle stanze di Filippo e Gabriele: per loro fortuna erano in camerata insieme. Non emettendo un solo fiato, camminarono nervosamente nella loro stanza. Cercarono a fondo, ma non trovando niente. Rivistando nella scrivania disordinata di Filippo, per errore, Lorenzo fece cadere una penna, un suono che di giorno è indifferente, di notte è rumoroso. Matteo, che era in camera con loro, aprì gli occhi, tornando però, con sollievo, a dormire. Avana Anna e Francesco stavano tornando in camera quando, nel buio del corridoio, apparve una figura. Fecero tutti un sobbalzo, per poi tranquillizzarsi riconoscendo il viso illuminato dalla torcia:

- Che cosa ci fai in giro Alice? - chiesero.

- Che cosa ci fate voi!?- rispose a tono.

Erano tutti basiti, ma in poco tempo trovarono una soluzione veloce: - Noi non ti abbiamo visto e tu non hai visto noi, ok? - disse Francesco con voce losca.

Alice annuii. Si ritrovarono in camera con il libro. Irene lesse le prime righe. Saltarono molte pagine e lessero la parte interessante: "Come capire se c'è qualcuno di invisibile vicino a te".

- Sentire fiati o passi anche se oltre a te in apparenza non c'è nessuno. Sentire qualcosa toccarti. Ma, se si vuole vedere anche le persone invisibili basterà bere la pozione che è a pagina 148. - continuò Irene.

A pagina 148 c'era la ricetta per la pozione: quantità per una persona, durata effetto due ore, ingredienti: bava di salamandra, una piuma di un animagus, una lacrima di tristezza e una di felicità. Ingredienti semplici da trovare ad Armonia.

Andarono da Anna e Lorenzo a prendere la bava la piuma e le lacrime di tristezza, mancavano solo quelle di felicità. Cominciarono con la piuma di animagus a fare il solletico a Francesco e a raccontare barzellette, lui era solito piangere di felicità. Dopo qualche minuto ecco la lacrima, raccolta subito da Greta e miscelata col resto. Decisero di tenersi la pozione per la mattina successiva.

Il mattino seguente Avana bevve la pozione: aveva un sapore orrendo, sapeva di calzini sporchi e frutta andata a male.

Nel mentre la Sala Comune e tutti i muri dei corridoi erano ricoperti di poster con su scritto: "Scomparso il mio animusi" con la foto di un topogallo.

Avana, nonostante la pozione in corpo non notava nulla di strano. A un certo punto però, durante l'ora di Musicomagia, guardando dalla finestra notò qualcosa di sospetto, era un topogallo con indosso il suo cappello. Le sembrò un allucinazione, ma controllando più volte, l'animusi era sempre lì. Non chiese nemmeno il permesso e subito uscì dall'aula.

Dopo qualche salto riuscì a prendere per una zampa l'animusi. Gli tolse il cappello e consegnò il tenerissimo animaletto a Ludovico, che lo cercava disperatamente da ore. A quel punto i ragazzi pensarono che fosse stato Ludovico a rubare il cappello, e che per errore lo avesse preso il suo topogallo. Nel sentire queste parole Ludovico sembrava stranito, innocente.

Dopo qualche minuto di riflessione Avana capì quello che era successo: il topogallo, Fil, di Ludovico e l'animusi di Greta, Bugo, erano amici, probabilmente Fil non trovando nessuno, dato che Greta era in stalla con Bugo, si era messo a rovistare nella speranza di trovarlo. Si era imbattuto però nel cappello e non riuscendo più a toglierselo nessuno lo poteva vedere a parte Ava, che aveva bevuto la pozione per vedere gli oggetti, animali o persone invisibili.

Alla soluzione di questo problema e al ritrovamento del cappello, fecero tutti un grande respiro di sollievo mettendosi a ridere per il fatto che un animusi fosse riuscito a diventare un ladro in un giorno!

Ventura Filippo

Questa è la mia giornata alla scuola di Armonia:

- Drin, drin, drin - sono le sei e mezza, perciò quella è la sveglia.

Mi dirigo subito alla palestra, perché dovevo fare la ginnastica mattutina; dopo qualche corsetta e qualche flessione si sono fatte le sette e mezza.

Subito ci dirigiamo verso la sala da pranzo per fare colazione, in seguito andiamo ai servizi dove ci laviamo, facciamo i bisogni e ci cambiamo i vestiti.

Alla prima ora, alle otto andiamo alla stalla a prenderci cura degli animali, l'ora passa molto velocemente, alla seconda ora abbiamo Musicomagia, durante la lezione suonando si fanno delle magie, questa è una delle mie ore preferite della giornata.

La lezione successiva con la professoressa Gloria facciamo tecnologia, a me questa materia non piace molto! L’ora dopo abbiamo orto, per me una materia molto noiosa. Poi ci rechiamo in palestra per una delle materie più belle: pattinaggio. In seguito, musica teoria, che a me piace molto perché sono sempre stato bravo a suonare il pianoforte da quando ero piccolo. Poi alle ore dodici arriva il momento di pranzare.

Dopo pranzo ci rechiamo di nuovo verso la stalla per curare i nostri animali. Successivamente andiamo nell'aula di Musicomagia e imparo un nuovo incantesimo. Poi ci rechiamo verso la sala dell’uso della tecnologia e poi infine andiamo con il prof Filippo a studiare gli animusi. Finalmente è arrivata l'ora dello spuntino.

Poi decido di prendere ripetizioni di musica strumento.

Alle sette di sera ceniamo e alle nove ci iniziamo a preparare. Si fanno subito le nove e mezza e da lì tutti a dormire; io non riesco a dormire perché sono consapevole che il giorno dopo mi sveglierò nel mio letto.

E con questi ultimi racconti salutiamo e ringraziamo i ragazzi della 1B.

I nostri viaggi ad Armonia sono per il momento finiti, ma entro la fine del mese sarà disponibile la nuova raccolta che conterrà tutti i racconti del 2023, saranno più di 500 pagine!! 
Tenete d'occhio il blog per novità e approfondimenti
A presto
Claudia

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