È tornato il caldo! Sarà meglio rintanarci ad Armonia. Venite con me e con i ragazzi della scuola media D'Azeglio di Genova Prato. Questi sono gli ultimi racconti dei ragazzi che hanno partecipato al laboratorio "Un giorno ad Armonia".
Come vi ho già spiegato, tutti questi racconti faranno parte della nuova raccolta "edizione 2019" che uscirà a fine estate. Nel frattempo potete leggere quelle degli scorsi anni, gli ebook sono gratuiti! (Edizioni 2017 - 2018)
Vallebona Christian
Giulia è una ragazza di circa 20 anni che vive nella periferia di
Roma con i suoi genitori e suo fratello minore.
Spesso deve badare a quest'ultimo, dato che papà e mamma lavorano
per gran parte della giornata.
Come tutte le sue coetanee, Giulia ha tanti sogni e molti desideri
che vorrebbe realizzare, ma non
sempre questo è possibile e lei lo sa bene.
Per questo motivo continua a vivere la sua vita al meglio continuando
a coltivare il suo sogno più grande che vorrebbe veder realizzato:
quello di poter frequentare un'Università dove tutti sono felici e
passano il loro tempo a giocare con tantissimi animali in una foresta
ricca e rigogliosa e dove l'elemento più importante è la musica.
Un posto dove anche la persona più stonata può cantare a
squarciagola e dove l'eco delle voci arriva lontanissimo, senza che
qualcuno possa ordinare di smettere di cantare, di gridare, insomma,
di potere essere felici e spensierati.
In effetti, vicino a casa di Giulia, un bosco c'era, ma non era certo
una foresta; ma era un bosco che metteva quasi paura, buio, tetro nel
quale il sole riusciva a stento a fare entrare la sua luce
attraversando a fatica le intricate chiome degli alberi coperte da
numerosissime foglie e sul quale erano inoltre state raccontate
paurose storie, tanto da diventare spaventose leggende; nessuno per
questo motivo vi si addentrava, a parte gli amici della ragazza che,
forse per gioco o forse per sfida, ci andavano invece spesso a
passeggiare.
Quel giorno Giulia, senza sapere come, venne convinta dagli amici ad
andare proprio a fare un giro in quel bosco.
“Vieni con noi Giulia, vedrai che ti divertirai!” Per poterci
andare lei si fece forza del fatto che sarebbe stata insieme agli
amici e quindi niente le sarebbe potuto accadere, in fondo erano solo
leggende metropolitane.
Entrando nel bosco ben presto gli amici si nascosero, forse per
spaventare Giulia o forse per farle vivere un'avventura; rimasta sola
ed intimidita non appena sentì un rumore forte e sinistro, iniziò a
correre cercando un'uscita senza trovarla: seguitò così a girare in
tondo e continuava a trovarsi in un posto che sembrava proprio quello
da cui era scappata!
Sentiva il cuore che le batteva forte e le gambe erano già stanche
quando inciampò in una grossa radice e cadde a terra.
Sfinita e tanto spaventata, iniziò a piangere singhiozzando, quando
all'improvviso sentì sulla sua testa un leggero e morbido tocco che
ebbe però il merito di tranquillizzarla; controllò subito con la
mano che cosa l'avesse sfiorata e sentì qualcosa impigliato nei
capelli, lo prese tra le mani e si accorse con stupore che era un
semplice pezzetto di carta con su scritto: "tocca per
iscriverti".
Subito fu scettica; non riusciva a capire il senso della frase, ma la
sua curiosità era più grande, sfiorò così comunque con un dito la
scritta e di colpo il paesaggio attorno cambiò: il sole aveva ora
inondato con i suoi raggi il bosco che da buio e cupo, come lei
conosceva, si trasformò in una grande pianura verde e rigogliosa,
ricca di fiori profumati ed ora affollata da piccoli e simpatici
animaletti.
Stupita, Giulia si asciugò le lacrime e si alzò per ammirare quella
meraviglia; camminando tra i verdi prati si accorse che c'erano in
lontananza due file di alberi posti perfettamente in riga uno di
fronte all'altro e che avevano un qualcosa di quasi magico; al
termine di questi alberi si vedeva chiaramente un edificio alto tre
piani, molto luminoso.
La ragazza si avvicinò alla costruzione e per soddisfare la sua
curiosità entrò al suo interno; con grande stupore vide che la
parte al piano terra era simile alla palestra della sua scuola, ma
molto più ampia e ricca di attrezzi; salendo trovò invece tante
aule, ognuna dedicata ad una materia specifica: oltre all'ufficio del
Preside, c'era l'aula di arte, l'aula di storia, l'aula di italiano,
quella di matematica, ma ciò che attirò di più la sua attenzione
era un'aula molto colorata e dalla quale usciva un suono dolcissimo:
era l'aula di musica!
Giulia salì ancora un piano e lì le cose erano ancora diverse:
c'era un unico spazio enorme chiamato stanza dell'accudimento.
La ragazza non capì bene il fine o il senso di un simile spazio e
decise quindi di scendere ed entrare nell'ufficio del Preside,
pensando che fosse vuoto come il resto dell'edificio, ma così non
era; entrando vide la figura di un uomo alto e un po’ in carne che
con una voce calda e paterna disse alla ragazza: "Qual buon
vento ti porta ad Armonia?"
Giulia rispose così all'uomo raccontando quello che le era capitato
nel tetro bosco trasformatosi in splendida prateria e gli fece vedere
il biglietto che aveva portato con sé.
A quel punto il preside disse: "Ora puoi tornare: leggi il
foglietto".
Giulia, nuovamente stupita, voltò il biglietto e lesse il messaggio
scritto che prima non c'era e che diceva: "non avere paura,
potrai tornare indietro".
Non ebbe nemmeno il tempo di capire cosa stesse succedendo che l'uomo
si mise a gridare: "Matteo! Matteo! Presto! Vieni ! C'è
qualcosa per te!"
Giulia ancora non capiva e non sapeva proprio di chi stesse parlando
il preside; chi mai sarà stato Matteo?
"Lo so che ti stai chiedendo chi è Matteo, ma non temere, ora
lo conoscerai" disse sorridendo il preside, notando nel viso e
negli occhi di Giulia tutte le sue incertezze su quanto le stava
capitando.
All'improvviso, nella stanza entrò un ragazzo molto alto, con
capelli rosso fuoco, occhi marroni profondi circondati da un paio di
occhiali dalla forma di un cerchio perfetto, vestito in maniera molto
formale, con pantaloni scuri e maglia nera.
Disse: "Eccomi, signor preside! Ai suoi ordini!"
Il preside subito rispose: "Vedi questa ragazza? Bene! Lei si
chiama....non ricordo il tuo nome, scusa..."
E lei: "Giulia, mi chiamo Giulia, signore".
"Ecco, Matteo, lei è Giulia, nuova del nostro posto e mi
farebbe piacere se tu la accompagnassi a fare un piccolo giro della
scuola".
Matteo, entusiasta, si affrettò così a prendere la mano della
ragazza e la condusse a fare un giro completo del luogo.
Ma, poco a poco, più tempo Matteo passava con Giulia, più lui si
sentiva in imbarazzo ed emozionato dalla presenza della ragazza,
tanto da arrossire ogni volta che lei volgeva lo sguardo verso di lui
o gli faceva domande riguardo le loro abitudini così bizzarre, ma
così uniche e particolari.
Talmente rapita da quel mondo, Giulia prese a frequentare tutti i
giorni il bosco che grazie a quel biglietto per lei si trasformava in
splendida prateria e così continuava a frequentare il suo nuovo
amico stringendo con lui un legame sempre più stretto e profondo;
Matteo non era più un semplice amico, si accorse che stava
diventando sempre più importante e lei lo stava diventando per lui.
Fu proprio in un giorno di sole caldo e splendente che Matteo, non
riuscendo più a nascondere i suoi sentimenti per la ragazza,
confessò di amarla e di voler passare il resto della sua vita con
lei.
Giulia, meravigliata ed innamorata, decise che era arrivato il
momento di trasformare l'amicizia con quel ragazzo in uno splendido
amore e, nonostante i due mondi di origine fossero così in contrasto
tra loro, la storia tra i due giovani continuò; avrebbero vissuto
insieme veramente, superando tutte le differenze e le diversità ed
avrebbero riso e pianto insieme, felici dei loro profondi sentimenti
e lo sarebbero stati per sempre.
Ye Filippo
Per Filippo arrivò il gran giorno, dopo aver dormito pochissimo per
l’ agitazione e dopo che per tutta la notte si era fatto dei film
su come sarebbe stato, la sveglia suonò e il ragazzo saltò giù dal
letto, pronto per il suo primo giorno nella scuola di Armonia dove
aveva desiderato andare fin da piccolo perché si poteva studiare
musica e capire gli animali, le sue più grandi passioni.
Raggiunse la scuola con il grande giardino pieno di alberi ancora in
fiore alla fine di settembre.
Il cortile era pieno di ragazzi, della sua età, tutti in trepida
attesa dell’appello nella sala principale dove c’era la consegna
dell’animusi.
C’erano tantissimi ragazzi, tutti diversi l’uno dall’altro:
maschi, femmine, biondi, bruni, alcuni erano rossi e altri
sfoggiavano una cresta colorata o una folta chioma simile ad un
cespuglio. Quando chiamarono il suo nome, Filippo si sentì tremare
le gambe.
La preside era una signora anziana e minuta che esitò un po’ prima
di consegnargli il suo uovo. Dopo qualche istante scelse un uovo
grigio con qualche puntino più chiaro.
Filippo sapeva che era quello giusto mettendolo nel suo zaino.
Incominciò ad immaginare chi poteva esserci dentro incrociando le
dita nella speranza che potesse nascere un Gattufo.
Era tanta la voglia di conoscere il suo compagno che Filippo non
smise più di suonare il suo flauto di legno, tutto il pomeriggio e
anche la sera. Fece tutte le melodie che aveva imparato fino a quel
momento quando poi, sfinito dal sonno si addormentò.
La mattina dopo si svegliò di soprassalto e andò a guardare dentro
lo zaino.
Non c’era più l’uovo!
Preso dallo spavento incominciò a vagare per la stanza quando trovò
tra le sue cose sparse e i cassetti rovistati, un bellissimo Gattufo
grosso e nero, con due occhi grandissimi e gialli.
Finalmente si era schiuso il suo uovo e aveva con sé un compagno
bellissimo che aveva sempre desiderato.
Complimenti, Christian, che storia romantica! E molto ben scritta! E grazie anche a Filippo per aver partecipato al mio laboratorio.
Questi erano gli ultimi due racconti delle scuole, ma, non temete, i racconti non sono ancora finiti.
Ne sto aspettando ancora alcuni scritti dai miei lettori e ce ne sono altri quattro scritti da me e da una mia carissima collega autrice di fantasy. Per leggere questi, però, dovrete aspettare l'uscita ufficiale!
Ne sarete entusiasti!
A presto!
Claudia
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