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Gemma è una ragazza molto bella, ma avendo ricevuto un’educazione rigida e oppressiva è diventata insicura. “La bellezza è la virtù del demonio” le ripete sempre sua madre.
Finalmente lontana da casa e in compagnia della sua migliore amica Dalia, fin dal primo giorno di scuola conosce due affascinanti giovani: Vincenzo Leoni e Rodolfo Accordi.
L’uno affabile e simpaticamente invadente, l’altro scontroso e distaccato. Almeno in apparenza.
Frequentando la scuola di Armonia, Gemma scopre il nuovo, sorprendente mondo della Musicomagia, ma anche quello dentro al suo cuore, rimasto soffocato per anni.
Apriamo insieme la prima pagina, vi va?
CAPITOLO 1
Scintille a prima vista
«Gemma sei bellissima!» Dalia le saltellava attorno come un cagnolino «Lo sapevo! La divisa della scuola ti sta d’incanto!»
Era così agitata ed entusiasta che Gemma cercò di non deluderla. La camicetta bianca e la gonna grigia non erano poi un granché, ma... sì, certo, le calzavano a pennello, forse un po’ troppo. La camicia le cadeva sui fianchi mettendo in bella mostra le sue forme aggraziate e... lei si sentiva in grande imbarazzo.
Gemma sapeva di essere bella; tutti glielo ripetevano in continuazione. Era alta, snella ma con forme armoniose, aveva lunghi capelli biondo scuro e gli occhi, i suoi grandi e luminosi occhi verdi; quelli le erano stati decantati da quando era piccola.
Dalia l’aveva convinta a lasciare sciolti i capelli, che le arrivavano a metà schiena. Lei li teneva sempre raccolti in una treccia stretta e severa anche se, da quando aveva compiuto dodici anni, talvolta si concedeva uno chignon che la faceva sembrare più grande. I capelli sciolti erano disordinati, così le avevano insegnato. Dalia glieli aveva fermati appena ai lati con due forcine.
Gemma sorrise forzatamente alla cara amica, ma, non appena Dalia si voltò, emise un silenzioso sospiro di frustrazione.
Odiava essere bella. Certo, poteva sembrare assurdo; chi mai non avrebbe voluto essere bella e ammirata da tutti?
Beh, proprio lei: Gemma Silvestri.
Sua madre, fin da quando lei potesse ricordare, le aveva sempre ripetuto: “Essere belle è una maledizione” e “La bellezza è la virtù del demonio.” In casa sua non c’erano specchi, se non uno molto piccolo in bagno, che serviva solo per controllarsi dopo aver lavato i denti.
Invece lì ad Armonia, nella sua nuova cameretta, ce n’era uno bello grande in cui si poteva vedere interamente la propria immagine riflessa.
Gemma si voltò di scatto, non voleva guardarsi più; non doveva guardarsi più.
«Devi smetterla di pensare a tua madre» la rimproverò dolcemente l’amica. Lei sapeva.
Dalia Orchestri era la sua migliore amica. Abitavano nella stessa via, si conoscevano da sempre, ma non sarebbero potute esistere due persone più diverse fra loro. Gemma era molto seria e assennata, Dalia una pazzerella; una che non sapeva mai tenere la bocca chiusa e che aveva poca considerazione per le regole. Anche fisicamente erano molto differenti, perché Dalia era bassina e molto magra, aveva gli occhi azzurri e il volto pieno di lentiggini, il tutto sovrastato da una folta capigliatura rosso acceso. Le loro compagne delle medie, per prenderla in giro la chiamavano “il fiammifero” anche perché prendeva “fuoco” per un nonnulla.
Gemma, però, l’adorava. Era riuscita a non andare fuori di testa, per tutte le imposizioni disciplinari e morali che le inculcava sua madre, solo per merito dell’amica. Senza contare, poi, che solo grazie all’intercessione del signor Orchestri era riuscita a convincere i suoi genitori a iscriverla ad Armonia, la scuola di Musicomagia frequentata da suo padre.
Buon inizio scuola a tutti!
Claudia
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