Buongiorno, Cari Amici Lettori Anche oggi torniamo ad Armonia con il racconto di Maddalena.(della scuola D'Azeglio di Genova Prato).Maddalena ha partecipato con un altro racconto, potete leggerlo qui.
SCUSA SE TI AMO
Finalmente era arrivato quel giorno, il giorno in cui sarei entrata in quella bellissima scuola. La scuola che sognavo fin da bambina, quella dove i miei nonni insegnavano, quella che mia madre aveva frequentato, finalmente avrei varcato le porte o meglio, il portale che mi avrebbe teletrasportata ad Armonia.
Ero lì con la mia famiglia e ci annunciarono le classi, ero in 1A, notai subito un gruppo di ragazzi che sarebbero stati in classe con me.
“Spero di farmi qualche amico qui” dissi a mia mamma. Lei sorrise senza nemmeno rispondere, ai tempi non avevo molti amici e credo che i miei genitori non volessero farmelo notare. Udii la voce della Preside: “Non perdiamoci in chiacchiere attraversate il portale!”
Abbracciai forte forte la mia famiglia e corsi verso quella porta luminosa, mi ritrovai in un prato, ero sola. Sarò la prima ad aver attraversato il portale. Pensai. Così senza una guida incominciai ad esplorare la zona. Non riuscivo ancora ad accettare che in quel momento non mi trovassi più sulla terra.
Nonostante mi mancassero già tutti ero entusiasta. E per qualche motivo mi misi a cantare a squarciagola una canzone inventata sul momento. Mi voltai, mi accorsi che circa altre trenta persone avevano attraversato il portale, chiaramente erano la mia classe...
Feci finta di niente, ma nonostante ciò il mio viso si colorò di imbarazzo, le mie guance erano rosse, quasi bordeaux. Molti dei ragazzi non riuscirono a trattenersi le risate. Nonostante l’accaduto mi accodai al gruppo.
Le persone che avevo notato prima si diressero verso di me. “Ehi!” Feci un salto non mi aspettavo un approccio così immediato. Guardai dall’alto al basso ogni persona che formava il gruppo e mi soffermai su una ragazza. Sulla divisa era stampato in grande il cognome della preside. Mi sentivo lusingata.
“Piacere Greta” sospirai imbarazzata come sempre. Tesero le loro mani verso di me.
“Luca, Edoardo, Virginia, Giorgia e Monica”
“Piacere ragazzi!” Non sapevo cos’altro dire, ero ancora stupita che qualcuno si fosse interessato a me.
“Ti va di stare al nostro tavolo a cena?”
“Sì!” urlai. Tutti scoppiarono in una grande risata, troppo entusiasmo forse...
“Vieni con noi! Il prof Gentile assegnerà gli animusi!” Erano le 15.30 precise, mi ero completamente dimenticata della presentazione del Prof Filippo.
Seguiti da una guida arrivano in una specie di stalla. Era pieno di animali, ma non semplici animali, erano speciali. Nel primo anno ci avrebbero assegnato unicamente animusi da compagnia. Ma con il tempo si sarebbe potuti arrivare a quelli da combattimento.
Il Prof Gentile spiego: “A voi toccherà solo scegliere la specie del nostro animale, in qualche modo lui sceglierà voi.”
Tra tutte le categorie scelsi un canorso.
Uno dei tanti si diresse verso di me. Aveva una macchia nera sugli occhi. Per il resto era color miele. Notai che era diverso dagli altri. Quella macchia lo distingueva.
“Dovrete accudire i vostri animusi. Nutrirli, e dargli tanto amore. Iniziate dandogli un nome.”
Zac, lo chiamerò Zac. Era lo stesso nome che aveva dato mio nonno al suo primo canorso. Non glielo diedi solo per sua memoria, ma anche per tradizione.
Poco dopo la preside ci assegnò le stanze.
Grazie a Dio mi misero insieme a una delle ragazze del gruppo che avevo conosciuto.
Virginia, proprio lei la figlia della preside. Era una ragazza molto carina, sembrava timida ma tutti dicevano l’opposto di lei. Entrai in camera.
Feci per tirare fuori il telefono dalla tasca. Appunto per fare una foto da postare sui SOCIAL! Ebbene sì sono social dipendente.
Solo dopo qualche minuto mi ricordai che i cellulari lì non erano ammessi.
Adoravo la mia camera. Mi sembrava di essere in una favola. Per la prima volta mi sentivo una maga a tutti gli effetti. Non una mezzosangue come direbbero gli amici di Harry Potter.
Cos’è una mezzosangue vi chiederete. Mia madre è una famosa maga. Ma mio padre purtroppo ma anche per fortuna è una persona “nella norma”.
Molti per questo fatto mi presero male a scuola, mi sembrava proprio di essere a Hogwarts, ciò non era così male, siccome era il mio film preferito ma di sicuro viverlo in quella posizione non era una delle cose migliori che mi potevano capitare. Passò qualche giorno, mi feci moltissimi amici ma restavo sempre fedele al primo gruppo che avevo conosciuto.
Virginia era diventata la mia migliore amica, anche se in pochi giorni, io la consideravo già tale.
Ah, novità nessuno mi prendeva più in giro per il fatto di essere una “mezzo sangue“, avevano scoperto che mio nonno fino a tre anni fa era preside di questa scuola. Improvvisamente tutti volevano essere miei amici. Ma spesso li rifiutavo, pensavo avessero questo interesse solo per una questione di popolarità.
Oltre a Virginia conobbi molto molto meglio Luca, credo fosse uno dei più simpatici di quella scuola, riusciva sempre a combinare guai in classe credo fosse il peggiore. Nonostante questo tutti gli volevano bene, persino le prof! Era bellissimo, alto con gli occhi verdi e capelli ricci castano chiaro. Insomma! Un po’ il mio ragazzo ideale, ma non mi dovevo montare la testa! SIAMO SOLO AMICI.
Passò qualche mese, ero più o meno a metà quadrimestre. Ormai conoscevo tutti, e quelli che non conoscevo mi saltavano addosso appena mi vedevano. Lo ammetto mi sentivo una Star.
Ritorniamo un attimo alla realtà.
Sentii suonare la campanella!
“Greta! Sono le 10.00” mi urlò Luca, era così carino, mi ricordava sempre delle lezioni.
Corsi verso la pista di pattinaggio mi infilai la divisa e mi scusai con la Prof Guerri per il ritardo.
“Greta, Virginia, Giorgia, Monica! Voi quattro sempre in ritardo, eh!”
Non riuscimmo a trattenerci dalle risate.
La prof Guerri, con qualche strana magia, che probabilmente non avevo ancora imparato, ci teletrasportò nelle nostre stanze.
Almeno potevo stare un po’ con Zac.
Avvertimmo tutto il gruppo, di farsi sbattere fuori dalla porta. Così come ogni martedì ci ritrovammo tutti nella mia camera.
Luca ed Edo, facevano di tutto per farci scoprire dalla Preside, urlavano, correvano per la stanza...
E così fu, il Prof Filippo entrò nella stanza.
Ci preparammo alla ramanzina. Ma per qualche strano motivo, entrò nella stanza, ci salutò e tornò nella sua camera.
Passammo tutta la giornata insieme e come ogni sera Luca, rimaneva a dormire in camera mia, la mattina scappava dalla finestra, verso le cinque e mezza.
Mi svegliai Luca e Virginia, dormivano come ghiri.
“Sarà troppo presto pensai”. Controllai l’orologio e sfregai le mani sugli occhi. Le otto e mezza? Spero sia uno scherzo.
Mi affacciai dalla finestra erano già tutti in cortile. Provai a svegliare gli altri. Ma il tempo di andare in camera, che la preside ci interruppe con un grido.
“Spero solo che non ci sospenda” dissi a bassa voce.
“Ragazzi! In punizione per due settimane, dormirete in stanze singole, e farete lezioni extra, visti i vostri scarsi rendimenti.”
Ero triste ma sollevata, non era andata così male, almeno avevo Zack che mi avrebbe tenuto compagnia. Passarono le due settimane di punizione.
E finalmente uscimmo da quelle piccole stanze, il gruppo si era riunito.
Ogni volta che io mi assento succede qualcosa uffa!
Edo e Giorgia si erano messi insieme! Ero contentissima, feci un salto e li abbracciai fortissimo. Ma aspettate, girava voce di un altro coppia. Luca e Virginia arrivarono mano nella mano. Non ci potevo credere...
Dovevo essere felice per loro, erano i miei migliori amici.
Ma per qualche strano motivo non riuscivo ad accettarlo. Forse Luca per me non era SOLO UN AMICO.
Feci un sorriso, palesemente falso. Dopo ciò così in camera e chiusi a chiave, mi misi a piangere. Non sapevo nemmeno il motivo, forse è vero che quando si perde una persona si capisce veramente il valore che aveva. Ero così confusa, non ero mai stata innamorata di Luca. In quel momento avrei solo voluto essere a casa sotto le coperte magari con il mio zac, lui lo avrei portato, mi rendeva così felice. A differenza di loro due,
Ho sempre creduto che nessuno ci avrebbe separati, Che nessuno avrebbe separato quel gruppo, ma evidentemente mi sbagliavo.
Finì il primo quadrimestre mi ero completamente distaccata da tutti da tutti.
Certo avevo ancora “I miei fan” ma non mi bastavano io volevo loro.
Spesso mi cercavano mi invitavano al loro tavolo, volevano uscire con me.
Ma ormai ero diventata uno zombie vivente, me ne stavo tutto il giorno in camera, spesso saltavo lezioni e non parliamo della media dei voti. Mi ero persino fatta spostare in una stanza singola.
Dopo mesi, decisi di andare a parlare con loro, raccontare quello che provavo per Luca e il disprezzo che in quel momento provavo per Virginia, so che non aveva colpe, ma nella mia testa c’era un film e lei era la regina cattiva.
Mi sedetti al loro tavolo,
Mi corsero tutti incontro.
Non smettevo di piangere.
L’unica che rimase seduta fu Virginia. Quando lo notai il mio cuore si fermò.
Nonostante tutto eravamo sempre noi.
Greta e Virginia.
Consegnarono la cena, era il venti dicembre, e nell’attesa di Natale ci rimpinzavano di cibo.
“Le cuoche si sono impegnate” urlai, così forte che tutta la scuola si girò. E risero, proprio come la prima volta.
“Gre ci sei mancata” si alzarono di nuovo tutti per abbracciarmi.
Ma questa volta rimase al tavolo persino Luca. Dopo tanto ero di nuovo felice, e lui voleva rovinare tutto così?
“Ragazzi vi devo parlare” dissi con un tono piuttosto serio.
“Sicuramente vi sarete chiesti, perché io sia stata assente per così tanto tempo.”
“Il motivo qui non sono cose ne azioni, ma due persone. Luca e Virginia, alzatevi prego”
Scoppiarono tutti di nuovo in una grande risata, “Ragazzi state al gioco, sta scherzando!”
“Mai stata così seria” dissi.
“Voi mi avete rovinato la vita” gridai con tutta la forza che avevo persino le prof si rigirarono.
Corsi in camera a piangere.
Ormai era di routine.
Sentii bussare.
Era Luca.
Volevo sbatterlo fuori, ma lo feci entrare comunque.
“Hey, mi dispiace… di averti rovinato la vita.”
“COSA DOVREI DIRTI IO? SCUSA SE TI AMO?” mi liberai da tutto.
Mi ero confessata.
Luca mi strinse forte tra le tue braccia.
“Scusa se non ti ho mai detto di amarti.”
Da quel giorno la mia vita cambiò.
Ci vedevamo ogni venerdì di nascosto.
Lui rimase con Virginia.
Solo per un unico insignificante motivo, sarebbe stato espulso.
Lei era una persona molto vendicativa. Ed era la figlia della preside...
Con Luca stavo vivendo la storia d’amore più bella di sempre. Mi sembrava di essere in un film.
Tutto era perfetto.
Si erano persino lasciati.
Mi ero fatta spostare in stanza con Luca.
Eravamo solo noi due ... e Zac!
Nonostante la rottura della coppia rimanemmo al coperto.
Quei mesi stupendi passarono velocemente.
Era l’ultimo giorno.
Dopo la lezione della prof Guerri eravamo pronti a riattraversare il portale.
Abbracciai tutti i miei amici, il mio gruppo.
Sussurrai a Luca un ti amo.
Anche se in cuor mio sapevo che l’anno dopo saremmo stati: SOLO AMICI.
Un lungo racconto, molto romantico! Complimenti a Maddalena e grazie per averci regalato questa bella storia!
A presto con nuovi racconti, ne mancano solo due!
Claudia
SCUSA SE TI AMO
Finalmente era arrivato quel giorno, il giorno in cui sarei entrata in quella bellissima scuola. La scuola che sognavo fin da bambina, quella dove i miei nonni insegnavano, quella che mia madre aveva frequentato, finalmente avrei varcato le porte o meglio, il portale che mi avrebbe teletrasportata ad Armonia.
Ero lì con la mia famiglia e ci annunciarono le classi, ero in 1A, notai subito un gruppo di ragazzi che sarebbero stati in classe con me.
“Spero di farmi qualche amico qui” dissi a mia mamma. Lei sorrise senza nemmeno rispondere, ai tempi non avevo molti amici e credo che i miei genitori non volessero farmelo notare. Udii la voce della Preside: “Non perdiamoci in chiacchiere attraversate il portale!”
Abbracciai forte forte la mia famiglia e corsi verso quella porta luminosa, mi ritrovai in un prato, ero sola. Sarò la prima ad aver attraversato il portale. Pensai. Così senza una guida incominciai ad esplorare la zona. Non riuscivo ancora ad accettare che in quel momento non mi trovassi più sulla terra.
Nonostante mi mancassero già tutti ero entusiasta. E per qualche motivo mi misi a cantare a squarciagola una canzone inventata sul momento. Mi voltai, mi accorsi che circa altre trenta persone avevano attraversato il portale, chiaramente erano la mia classe...
Feci finta di niente, ma nonostante ciò il mio viso si colorò di imbarazzo, le mie guance erano rosse, quasi bordeaux. Molti dei ragazzi non riuscirono a trattenersi le risate. Nonostante l’accaduto mi accodai al gruppo.
Le persone che avevo notato prima si diressero verso di me. “Ehi!” Feci un salto non mi aspettavo un approccio così immediato. Guardai dall’alto al basso ogni persona che formava il gruppo e mi soffermai su una ragazza. Sulla divisa era stampato in grande il cognome della preside. Mi sentivo lusingata.
“Piacere Greta” sospirai imbarazzata come sempre. Tesero le loro mani verso di me.
“Luca, Edoardo, Virginia, Giorgia e Monica”
“Piacere ragazzi!” Non sapevo cos’altro dire, ero ancora stupita che qualcuno si fosse interessato a me.
“Ti va di stare al nostro tavolo a cena?”
“Sì!” urlai. Tutti scoppiarono in una grande risata, troppo entusiasmo forse...
“Vieni con noi! Il prof Gentile assegnerà gli animusi!” Erano le 15.30 precise, mi ero completamente dimenticata della presentazione del Prof Filippo.
Seguiti da una guida arrivano in una specie di stalla. Era pieno di animali, ma non semplici animali, erano speciali. Nel primo anno ci avrebbero assegnato unicamente animusi da compagnia. Ma con il tempo si sarebbe potuti arrivare a quelli da combattimento.
Il Prof Gentile spiego: “A voi toccherà solo scegliere la specie del nostro animale, in qualche modo lui sceglierà voi.”
Tra tutte le categorie scelsi un canorso.
Uno dei tanti si diresse verso di me. Aveva una macchia nera sugli occhi. Per il resto era color miele. Notai che era diverso dagli altri. Quella macchia lo distingueva.
“Dovrete accudire i vostri animusi. Nutrirli, e dargli tanto amore. Iniziate dandogli un nome.”
Zac, lo chiamerò Zac. Era lo stesso nome che aveva dato mio nonno al suo primo canorso. Non glielo diedi solo per sua memoria, ma anche per tradizione.
Poco dopo la preside ci assegnò le stanze.
Grazie a Dio mi misero insieme a una delle ragazze del gruppo che avevo conosciuto.
Virginia, proprio lei la figlia della preside. Era una ragazza molto carina, sembrava timida ma tutti dicevano l’opposto di lei. Entrai in camera.
Feci per tirare fuori il telefono dalla tasca. Appunto per fare una foto da postare sui SOCIAL! Ebbene sì sono social dipendente.
Solo dopo qualche minuto mi ricordai che i cellulari lì non erano ammessi.
Adoravo la mia camera. Mi sembrava di essere in una favola. Per la prima volta mi sentivo una maga a tutti gli effetti. Non una mezzosangue come direbbero gli amici di Harry Potter.
Cos’è una mezzosangue vi chiederete. Mia madre è una famosa maga. Ma mio padre purtroppo ma anche per fortuna è una persona “nella norma”.
Molti per questo fatto mi presero male a scuola, mi sembrava proprio di essere a Hogwarts, ciò non era così male, siccome era il mio film preferito ma di sicuro viverlo in quella posizione non era una delle cose migliori che mi potevano capitare. Passò qualche giorno, mi feci moltissimi amici ma restavo sempre fedele al primo gruppo che avevo conosciuto.
Virginia era diventata la mia migliore amica, anche se in pochi giorni, io la consideravo già tale.
Ah, novità nessuno mi prendeva più in giro per il fatto di essere una “mezzo sangue“, avevano scoperto che mio nonno fino a tre anni fa era preside di questa scuola. Improvvisamente tutti volevano essere miei amici. Ma spesso li rifiutavo, pensavo avessero questo interesse solo per una questione di popolarità.
Oltre a Virginia conobbi molto molto meglio Luca, credo fosse uno dei più simpatici di quella scuola, riusciva sempre a combinare guai in classe credo fosse il peggiore. Nonostante questo tutti gli volevano bene, persino le prof! Era bellissimo, alto con gli occhi verdi e capelli ricci castano chiaro. Insomma! Un po’ il mio ragazzo ideale, ma non mi dovevo montare la testa! SIAMO SOLO AMICI.
Passò qualche mese, ero più o meno a metà quadrimestre. Ormai conoscevo tutti, e quelli che non conoscevo mi saltavano addosso appena mi vedevano. Lo ammetto mi sentivo una Star.
Ritorniamo un attimo alla realtà.
Sentii suonare la campanella!
“Greta! Sono le 10.00” mi urlò Luca, era così carino, mi ricordava sempre delle lezioni.
Corsi verso la pista di pattinaggio mi infilai la divisa e mi scusai con la Prof Guerri per il ritardo.
“Greta, Virginia, Giorgia, Monica! Voi quattro sempre in ritardo, eh!”
Non riuscimmo a trattenerci dalle risate.
La prof Guerri, con qualche strana magia, che probabilmente non avevo ancora imparato, ci teletrasportò nelle nostre stanze.
Almeno potevo stare un po’ con Zac.
Avvertimmo tutto il gruppo, di farsi sbattere fuori dalla porta. Così come ogni martedì ci ritrovammo tutti nella mia camera.
Luca ed Edo, facevano di tutto per farci scoprire dalla Preside, urlavano, correvano per la stanza...
E così fu, il Prof Filippo entrò nella stanza.
Ci preparammo alla ramanzina. Ma per qualche strano motivo, entrò nella stanza, ci salutò e tornò nella sua camera.
Passammo tutta la giornata insieme e come ogni sera Luca, rimaneva a dormire in camera mia, la mattina scappava dalla finestra, verso le cinque e mezza.
Mi svegliai Luca e Virginia, dormivano come ghiri.
“Sarà troppo presto pensai”. Controllai l’orologio e sfregai le mani sugli occhi. Le otto e mezza? Spero sia uno scherzo.
Mi affacciai dalla finestra erano già tutti in cortile. Provai a svegliare gli altri. Ma il tempo di andare in camera, che la preside ci interruppe con un grido.
“Spero solo che non ci sospenda” dissi a bassa voce.
“Ragazzi! In punizione per due settimane, dormirete in stanze singole, e farete lezioni extra, visti i vostri scarsi rendimenti.”
Ero triste ma sollevata, non era andata così male, almeno avevo Zack che mi avrebbe tenuto compagnia. Passarono le due settimane di punizione.
E finalmente uscimmo da quelle piccole stanze, il gruppo si era riunito.
Ogni volta che io mi assento succede qualcosa uffa!
Edo e Giorgia si erano messi insieme! Ero contentissima, feci un salto e li abbracciai fortissimo. Ma aspettate, girava voce di un altro coppia. Luca e Virginia arrivarono mano nella mano. Non ci potevo credere...
Dovevo essere felice per loro, erano i miei migliori amici.
Ma per qualche strano motivo non riuscivo ad accettarlo. Forse Luca per me non era SOLO UN AMICO.
Feci un sorriso, palesemente falso. Dopo ciò così in camera e chiusi a chiave, mi misi a piangere. Non sapevo nemmeno il motivo, forse è vero che quando si perde una persona si capisce veramente il valore che aveva. Ero così confusa, non ero mai stata innamorata di Luca. In quel momento avrei solo voluto essere a casa sotto le coperte magari con il mio zac, lui lo avrei portato, mi rendeva così felice. A differenza di loro due,
Ho sempre creduto che nessuno ci avrebbe separati, Che nessuno avrebbe separato quel gruppo, ma evidentemente mi sbagliavo.
Finì il primo quadrimestre mi ero completamente distaccata da tutti da tutti.
Certo avevo ancora “I miei fan” ma non mi bastavano io volevo loro.
Spesso mi cercavano mi invitavano al loro tavolo, volevano uscire con me.
Ma ormai ero diventata uno zombie vivente, me ne stavo tutto il giorno in camera, spesso saltavo lezioni e non parliamo della media dei voti. Mi ero persino fatta spostare in una stanza singola.
Dopo mesi, decisi di andare a parlare con loro, raccontare quello che provavo per Luca e il disprezzo che in quel momento provavo per Virginia, so che non aveva colpe, ma nella mia testa c’era un film e lei era la regina cattiva.
Mi sedetti al loro tavolo,
Mi corsero tutti incontro.
Non smettevo di piangere.
L’unica che rimase seduta fu Virginia. Quando lo notai il mio cuore si fermò.
Nonostante tutto eravamo sempre noi.
Greta e Virginia.
Consegnarono la cena, era il venti dicembre, e nell’attesa di Natale ci rimpinzavano di cibo.
“Le cuoche si sono impegnate” urlai, così forte che tutta la scuola si girò. E risero, proprio come la prima volta.
“Gre ci sei mancata” si alzarono di nuovo tutti per abbracciarmi.
Ma questa volta rimase al tavolo persino Luca. Dopo tanto ero di nuovo felice, e lui voleva rovinare tutto così?
“Ragazzi vi devo parlare” dissi con un tono piuttosto serio.
“Sicuramente vi sarete chiesti, perché io sia stata assente per così tanto tempo.”
“Il motivo qui non sono cose ne azioni, ma due persone. Luca e Virginia, alzatevi prego”
Scoppiarono tutti di nuovo in una grande risata, “Ragazzi state al gioco, sta scherzando!”
“Mai stata così seria” dissi.
“Voi mi avete rovinato la vita” gridai con tutta la forza che avevo persino le prof si rigirarono.
Corsi in camera a piangere.
Ormai era di routine.
Sentii bussare.
Era Luca.
Volevo sbatterlo fuori, ma lo feci entrare comunque.
“Hey, mi dispiace… di averti rovinato la vita.”
“COSA DOVREI DIRTI IO? SCUSA SE TI AMO?” mi liberai da tutto.
Mi ero confessata.
Luca mi strinse forte tra le tue braccia.
“Scusa se non ti ho mai detto di amarti.”
Da quel giorno la mia vita cambiò.
Ci vedevamo ogni venerdì di nascosto.
Lui rimase con Virginia.
Solo per un unico insignificante motivo, sarebbe stato espulso.
Lei era una persona molto vendicativa. Ed era la figlia della preside...
Con Luca stavo vivendo la storia d’amore più bella di sempre. Mi sembrava di essere in un film.
Tutto era perfetto.
Si erano persino lasciati.
Mi ero fatta spostare in stanza con Luca.
Eravamo solo noi due ... e Zac!
Nonostante la rottura della coppia rimanemmo al coperto.
Quei mesi stupendi passarono velocemente.
Era l’ultimo giorno.
Dopo la lezione della prof Guerri eravamo pronti a riattraversare il portale.
Abbracciai tutti i miei amici, il mio gruppo.
Sussurrai a Luca un ti amo.
Anche se in cuor mio sapevo che l’anno dopo saremmo stati: SOLO AMICI.
Un lungo racconto, molto romantico! Complimenti a Maddalena e grazie per averci regalato questa bella storia!
A presto con nuovi racconti, ne mancano solo due!
Claudia
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