Buongiorno, Cari Amici Lettori. Oggi vi propongo ben due racconti provenienti dali'IC di Molassana. Anche questi faranno parte della raccolta "Un Giorno ad Armonia 2020" nata dal laboratorio #armonialatuastoria.
Ricordo che l'iniziativa è aperta a tutti.
Ma adesso leggiamo i racconti di Alessio, Simone e Fabiana.
Badagliacca Alessio-De Marchi Simone
Il
mio nome è Rodolfo. Sono contento di vivere qua, ad Armonia, perché
il mio padroncino, Antonio, mi ha aspettato con curiosità, guardato
da subito con occhi felici e mi tratta bene ogni giorno. Ah! Sono un
piccolo topogallo e quindi ho corpo di gallo e testa di topo. Buffo,
vero? Se poi vi dico anche che sono di colore birulò, la mia
descrizione è completa. No. Non vi ho detto che su un’ala ho un
segno particolare, una cicatrice che mi sono procurato nei miei primi
giorni di vita andando a sbattere contro un albero.
Adesso
sto aspettando Antonio, dentro la mia gabbia, insieme ad altri
topogalli. Deve portarmi la colazione o, per meglio dire, la mia
canzone preferita “Montagne verdi”. Qui tutti noi animusi
ci nutriamo di musica e la colazione “Montagne verdi” mi fa
cominciare bene la colazione perché mi rende felice ed energico,
visto che la mattina non voglio mai alzarmi. La mia giornata prosegue
con l’addestramento degli animusi che dura due ore al
giorno, dalle otto alle dieci. Poi, abbiamo un’ora libera, quando
di solito parlo con gli altri animusi di come sono andate le
scorse giornate. Poi pranziamo. Sembrerà strano ma noi animusi
pranziamo alle undici e finiamo alle dodici. A me piace la musica
leggera perché se no mi sento male negli allenamenti. La musica per
me è una cosa bellissima e mi aiuta a superare momenti difficili.
Dopo pranzo andiamo a dormire un’ora per poi stare con i nostri
padroni e fare merenda. Dalle sedici alle diciotto giochiamo a palla.
Un
giorno Antonio lasciò la gabbia aperta. Visto che mi annoiavo,
scappai con i miei amici. Feci un giro nella scuola e incontrai molte
persone che mi accarezzavano. Notai che gli umani sono diversi da
noi, sono più alti, camminano su due zampe e parlano con una strana
lingua. Quando il mio padroncino mi vide, iniziò a rincorrermi, ma
io ero più veloce di lui… entrai in un’aula e mi nascosi sotto
una cattedra… Antonio è molto simpatico e bravo e un po’ mi
spiace di essere scappato quel giorno… Mi feci prendere. Mi riportò
nella mia gabbia insieme ai miei fratelli. Mi nutrì con la mia
canzone preferita e mi fece molte coccole.
Da
quel giorno Antonio ha continuato a lasciare la gabbia aperta… Io,
tutti i giorni, scappo… verso sera faccio un giretto, libero dagli
orari della scuola… ma poi, da solo, rientro nella mia gabbia. Così
viviamo la nostra reciproca fiducia.
Canepa Fabiana
Stavo suonando il mio flauto,
quando sentii come uno scricchiolio provenire dall'uovo del mio
animusi. All'inizio pensai di avere fatto qualcosa di
sbagliato, ma dopo mi ricordai che gli animusi si
nutrono di musica e così continuai a suonare. In quel momento non
suonavo una melodia che avevo imparato, ma una composizione che mi
veniva spontanea e, devo dire, che stavo facendo un buon lavoro. Ad
un certo punto notai una crepa sull'uovo. Continuai a suonare per un
po' di minuti fino a che udii uno scricchiolio ancora più forte di
quello di prima. Guardai l'uovo e notai un musetto buffo spuntare, ma
quel musetto non assomigliava a nessun muso degli animusi.
Dopo un po' l'uovo si schiuse e
da lì' uscì un animaletto piccolo, con la testa da chihuahua e un
corpo da… pipistrello!?
Presi il mio animusi
e mi diressi verso le stalle, dove c'era il professor Filippo.
Appena gli mostrai il mio
animusi, pure lui sembrò perplesso. “ Fabiana…
Penso che il tuo amichetto sia un nuovo tipo di animusi.”
mi disse il professore. “Potrebbe essere chiamato Pipicane!”
continuò lui, io risi un po' a quel nome per la specie del mio
animaletto. “È un po' stupido come nome per la sua specie, però
ci sta!!” dissi io.
“Penso pure di sapere come
chiamare il mio Pipicane… Canestrello!” Il professore mi
guardò per un po' e dopo scoppiammo a ridere entrambi.
E da lì iniziò la mia vita con
il mio animaletto Canestrello.
Dopo la risata che ci facemmo io
e il professore, mi ricordai che dovevo andare a lezione.
“Accidenti! E' già tardi!”
pensai io.
Subito dopo salutai il professore
e andai a lezione.
Alla fine, comunque, arrivai lo
stesso tardi sebbene avessi fatto una corsa velocissima verso le
aule.
Nelle ore di lezione non riuscii
a concentrarmi più di tanto, poiché pensavo solo ad una cosa…
Canestrello. Non riuscivo proprio a togliermi l'immagine del mio
amichetto. Riuscivo solo a pensare a Canestrello e alla sua faccetta
carina e buffa. Ero così tanto occupata a pensare al mio animusi
che non mi ricordai più che lezione stavo “seguendo”.
L'ora di pranzo arrivò molto
lentamente, andai immediatamente nel mio dormitorio per prendere
Canestrello e dargli da mangiare.
Gli suonai una melodia molto
conosciuta dai fan dei fantasy. Infatti la canzone che stavo suonando
era la “Hedwig's Theme” cioè la theme di Harry Potter.
In effetti la scuola di Armonia
mi ricordava un sacco quella di Hogwarts.
Però c'era una differenza...
Nella scuola di Armonia non c'era un uomo senza naso che cercava di
uccidermi, con i suoi schiavetti, perché ce l'aveva a morte con
tutti...
Nel pomeriggio i miei compagni
tartassarono di ”coccole” il mio povero Canestrello, che a quanto
pareva, era l'ultimo nato tra tutti gli animusi.
Studiammo veramente poco ma almeno… avevamo appreso la struttura
corporea di Canestrello!
La sera arrivò velocemente
rispetto all'ora di pranzo, cenai, poi misi immediatamente il mio
pigiama e andai a letto sotto le coperte per leggermi un buon libro.
Diedi un'ultima occhiata a
Canestrello e notai che stava già dormendo!
Incredibile! Lui non aveva fatto
niente in tutta la giornata ed era stanchissimo.
Che pigrone! ...Ma sapete come si
dice… Gli “animali” prendono dai propri padroni.
Un topogallo birulò e un pipicane! Non c'è che dire, questi ragazzi sono davvero simpatici! Complimenti a tutti e grazie per averci fatto sorridere.
A presto,
Claudia
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