Buongiorno, Cari Amici Lettori e buona domenica. In questa bella giornata primaverile, visto che dobbiamo stare in casa, facciamo un bel viaggio con la mente e raggiungiamo la scuola di Armonia. Ecco un nuovo racconto, proveniente dalla scuola Volta di Genova Cornigliano, che farà parte della raccolta "Un Giorno ad Armonia 2020" nata dal laboratorio #armonialatuastoria.
Ricordo che l'iniziativa è aperta a tutti.
Ma adesso leggiamo il racconto di Valerio.
Selva Valerio
Era una fredda mattinata di
settembre, il vento faceva oscillare delicatamente i piccoli fili
d'erba, il Lago Sussurrante rifletteva i raggi del sole andando a
svegliare uno degli inquilini della scuola.
Il ragazzo che si era svegliato
si chiamava Michele Brugnara, veniva dal Veneto e al tempo
frequentava il terzo anno della scuola di Armonia.
Pochi minuti dopo suonò la
campanella che avvertiva gli studenti che la colazione era pronta.
Dopo una sostanziosa colazione
entrò in classe con il suo migliore amico Stefano Misseri. Le prime
due ore del lunedì si faceva biologia strumentale.
La professoressa Rossi, quel
giorno, decise di portare l'intera classe a studiare la flora esterna
e come veniva manipolata dai brani suonati attorno ad essa.
Durante la lezione successe un
fatto strano.
Proprio mentre la professoressa
stava conducendo la lezione, Michele sentì un brivido corrergli
lungo la schiena; incuriosito voltò lo sguardo nella direzione
opposta e vide un'ombra che si muoveva tra la vegetazione in
direzione del Lago Sussurrante.
Nei giorni successivi Michele
vide l'ombra dappertutto e non riusciva a capire se fosse frutto
della sua immaginazione oppure una presenza che lo stava seguendo nel
suo quotidiano. Una sera, prima di andare a letto, si confidò
finalmente con il suo amico e coinquilino Stefano.
Michele rivelò i suoi pensieri e
suoi timori, Stefano rimase scioccato dalle rivelazioni dell'amico.
La notte passò silenziosa e la
mattina successiva, Michele venne chiamato nell'ufficio del preside,
al tempo il preside era una donna severa di nome Maria Renella.
Appena varcata la soglia
dell'ufficio capì subito cosa stava succedendo: Stefano aveva
rivelato al preside ciò che gli aveva confidato.
Il tutto finì fortunatamente
abbastanza velocemente senza ripercussioni, però Michele non
dimenticò mai il tradimento subito da Stefano.
Nei giorni successivi Michele
continuò a vedere l'ombra dappertutto finché una sera vedendola
l'ennesima volta dalla finestra di camera sua decise di affrontare il
mistero alla radice, proprio dove l'aveva vista la prima volta: nella
foresta attorno al Lago Sussurrante.
Michele aspettò la notte per
agire proprio mentre tutti stavano dormendo, si calò silenziosamente
dalla finestra e si inoltrò nella foresta.
Dopo diverse ore di cammino,
Michele scrutò per l'ennesima volta l'ombra che lo perseguitava da
settimane, andare verso una costruzione, ormai in disuso da talmente
tanto tempo da essere confusa con la vegetazione.
Per capire il motivo per il quale
l'ombra lo stesse conducendo in questo posto isolato e inquietante
pensò di entrare. Più si inoltrava all'interno e più si sentiva
sicuro che la struttura doveva essere un tempio, infatti tra le
piante e le radici che stavano invadendo la costruzione si scorgevano
scritture rupestri mai viste prima e disegni misteriosi che non
riusciva a interpretare. Michele continuò la sua scoperta del tempio
guardando rapito le pareti quando l'appoggio al pavimento venne meno
e cadde per alcuni metri in quella che sembrava una grotta
sotterranea. Ripreso dallo spavento, si assicurò di non essersi
ferito tuttavia sembrava impossibile risalire.
Poco dopo, proprio mentre Michele
si stava facendo prendere dal panico, udì alcune melodie diverse da
quelle che conosceva perché più tetre e spettrali. All'improvviso
Michele intravide quell'ombra che per tutto quel tempo lo aveva
spiato. Michele sentì un calore avvolgerlo e iniziò a levitare
finché non fu fuori. Appena uscito, il ragazzo rimase incantato da
quell'essere, non riusciva a smettere di guardarlo.
Prese coraggio e si avvicinò
alla creatura, non appena la toccò capì come mai l'ombra era così
sfuggente. Questa creatura si era messa in contatto con lui e in
qualche modo Michele rivisse i suoi ricordi. Erano ricordi terribili,
era terrorizzato: decine di ombre fuggivano impaurite da persone e
utilizzavano suoni con l'intento di scacciarle; erano Musimaghi.
Le ombre erano state cacciate perché erano considerate malvagie.
Michele capì che la scuola di
Armonia era stata costruita grazie alle prepotenze perpetrate ai
danni di una popolazione pacifica. Come scoprì in seguito, queste
ombre venivano scacciate dalla propria casa solamente perché i
Musimaghi
non capivano la loro cultura e la consideravano pericolosa perché
"anormale" e diversa dalla loro.
Michele, deluso da quello che
aveva studiato e creduto fino ad allora, non tornò ad Armonia, bensì
sposò questa nuova causa: visse con l'ombra e pochi altri superstiti
della sua specie cercando di aiutare e far rispettare i diritti delle
ombre.
Beh, che dire. Una storia davvero originale. Mi ha fatto impressione pensare ai Musimaghi come ai "cattivi", ma le parole di Valerio devono farci riflettere. Non sempre noi siamo i buoni, anche se inconsapevoli.
Complimenti a Valerio per la particolare sensibilità, nonché per la struttura del racconto e la correttezza del linguaggio, bravo!
A presto,
Claudia
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