Ciao, sono Claudia, questo è il mio blog :) Invento storie e scrivo romanzi fantasy, benvenuti nel mio mondo!

domenica 15 marzo 2020

Selva Valerio - Un Giorno ad Armonia


Buongiorno, Cari Amici Lettori e buona domenica. In questa bella giornata primaverile, visto che dobbiamo stare in casa, facciamo un bel viaggio con la mente e raggiungiamo la scuola di Armonia. Ecco un nuovo racconto, proveniente dalla scuola Volta di Genova Cornigliano, che farà parte della raccolta "Un Giorno ad Armonia 2020" nata dal laboratorio #armonialatuastoria.
Ricordo che l'iniziativa è aperta a tutti. 
Ma adesso leggiamo il racconto di Valerio.

 Selva Valerio


Era una fredda mattinata di settembre, il vento faceva oscillare delicatamente i piccoli fili d'erba, il Lago Sussurrante rifletteva i raggi del sole andando a svegliare uno degli inquilini della scuola.
Il ragazzo che si era svegliato si chiamava Michele Brugnara, veniva dal Veneto e al tempo frequentava il terzo anno della scuola di Armonia.
Pochi minuti dopo suonò la campanella che avvertiva gli studenti che la colazione era pronta.
Dopo una sostanziosa colazione entrò in classe con il suo migliore amico Stefano Misseri. Le prime due ore del lunedì si faceva biologia strumentale.
La professoressa Rossi, quel giorno, decise di portare l'intera classe a studiare la flora esterna e come veniva manipolata dai brani suonati attorno ad essa.
Durante la lezione successe un fatto strano.
Proprio mentre la professoressa stava conducendo la lezione, Michele sentì un brivido corrergli lungo la schiena; incuriosito voltò lo sguardo nella direzione opposta e vide un'ombra che si muoveva tra la vegetazione in direzione del Lago Sussurrante.
Nei giorni successivi Michele vide l'ombra dappertutto e non riusciva a capire se fosse frutto della sua immaginazione oppure una presenza che lo stava seguendo nel suo quotidiano. Una sera, prima di andare a letto, si confidò finalmente con il suo amico e coinquilino Stefano.
Michele rivelò i suoi pensieri e suoi timori, Stefano rimase scioccato dalle rivelazioni dell'amico.
La notte passò silenziosa e la mattina successiva, Michele venne chiamato nell'ufficio del preside, al tempo il preside era una donna severa di nome Maria Renella.
Appena varcata la soglia dell'ufficio capì subito cosa stava succedendo: Stefano aveva rivelato al preside ciò che gli aveva confidato.
Il tutto finì fortunatamente abbastanza velocemente senza ripercussioni, però Michele non dimenticò mai il tradimento subito da Stefano.
Nei giorni successivi Michele continuò a vedere l'ombra dappertutto finché una sera vedendola l'ennesima volta dalla finestra di camera sua decise di affrontare il mistero alla radice, proprio dove l'aveva vista la prima volta: nella foresta attorno al Lago Sussurrante.
Michele aspettò la notte per agire proprio mentre tutti stavano dormendo, si calò silenziosamente dalla finestra e si inoltrò nella foresta.
Dopo diverse ore di cammino, Michele scrutò per l'ennesima volta l'ombra che lo perseguitava da settimane, andare verso una costruzione, ormai in disuso da talmente tanto tempo da essere confusa con la vegetazione.
Per capire il motivo per il quale l'ombra lo stesse conducendo in questo posto isolato e inquietante pensò di entrare. Più si inoltrava all'interno e più si sentiva sicuro che la struttura doveva essere un tempio, infatti tra le piante e le radici che stavano invadendo la costruzione si scorgevano scritture rupestri mai viste prima e disegni misteriosi che non riusciva a interpretare. Michele continuò la sua scoperta del tempio guardando rapito le pareti quando l'appoggio al pavimento venne meno e cadde per alcuni metri in quella che sembrava una grotta sotterranea. Ripreso dallo spavento, si assicurò di non essersi ferito tuttavia sembrava impossibile risalire.
Poco dopo, proprio mentre Michele si stava facendo prendere dal panico, udì alcune melodie diverse da quelle che conosceva perché più tetre e spettrali. All'improvviso Michele intravide quell'ombra che per tutto quel tempo lo aveva spiato. Michele sentì un calore avvolgerlo e iniziò a levitare finché non fu fuori. Appena uscito, il ragazzo rimase incantato da quell'essere, non riusciva a smettere di guardarlo.
Prese coraggio e si avvicinò alla creatura, non appena la toccò capì come mai l'ombra era così sfuggente. Questa creatura si era messa in contatto con lui e in qualche modo Michele rivisse i suoi ricordi. Erano ricordi terribili, era terrorizzato: decine di ombre fuggivano impaurite da persone e utilizzavano suoni con l'intento di scacciarle; erano Musimaghi. Le ombre erano state cacciate perché erano considerate malvagie.
Michele capì che la scuola di Armonia era stata costruita grazie alle prepotenze perpetrate ai danni di una popolazione pacifica. Come scoprì in seguito, queste ombre venivano scacciate dalla propria casa solamente perché i Musimaghi non capivano la loro cultura e la consideravano pericolosa perché "anormale" e diversa dalla loro.
Michele, deluso da quello che aveva studiato e creduto fino ad allora, non tornò ad Armonia, bensì sposò questa nuova causa: visse con l'ombra e pochi altri superstiti della sua specie cercando di aiutare e far rispettare i diritti delle ombre.

Beh, che dire. Una storia davvero originale. Mi ha fatto impressione pensare ai Musimaghi come ai "cattivi", ma le parole di Valerio devono farci riflettere. Non sempre noi siamo i buoni, anche se inconsapevoli. 
Complimenti a Valerio per la particolare sensibilità, nonché per la struttura del racconto e la correttezza del linguaggio, bravo!
A presto,
Claudia 

Nessun commento:

Posta un commento