Ciao, sono Claudia, questo è il mio blog :) Invento storie e scrivo romanzi fantasy, benvenuti nel mio mondo!

mercoledì 12 maggio 2021

Sallemi Francesca - Un Giorno ad Armonia

 

   Buongiorno, Cari Amici Lettori, anche oggi torniamo ad Armonia con il racconto di Francesca, della scuola Volta (di Genova Cornigliano).

Il laboratorio è basato sull'ambientazione del romanzo "La Melodia Sibilante."

I racconti dei partecipanti verranno pubblicati in una raccolta digitale gratuita, disponibile su mio canale Telegram, intanto potete scaricare le raccolte degli anni precedenti.
(Ci trovate anche altri ebook gratuiti con molti dei miei racconti ambientati ad Armonia!)

Approfitto per invitarvi sul mio sito a dare un'occhiata al mio nuovo romanzo "I Lupi Neri"

Sallemi Francesca

Fino a qualche mese fa, una ragazza di nome Andrea, di 11 anni, per una settimana continuava a fare un sogno che non riusciva a portare avanti, perché vedeva solo un cancello e quando provava ad entrarci, il sogno si interrompeva.

Solo nella notte del 14 Settembre, il giorno dell’inizio della scuola, per felicità o per ansia, la ragazza era riuscita, sempre in sogno, a varcare quell’antico cancello verde un po’ arrugginito.

Al suo interno si trovava un antico castello, fatto in mattoni sbiaditi e rovinati per il passare del tempo, in cima, invece, era collocato un bel cartello in legno, con scritto “BENVENUTI ALLA SCUOLA DI MUSICOMAGIA”, ad Armonia.

Andrea era rimasta un po’ perplessa perché sembrava tutta una favola ciò che stava vivendo, ma cercava ugualmente di dare confidenza alle sue compagne sedute nel cortile, accorgendosi che erano le stesse che avrebbe incontrato il giorno dopo nella vita reale a scuola, visto che si era iscritta in un collegio per sole “ragazze”.

Cercava di tranquillizzarsi e nel frattempo, da lontano, vedeva arrivare una signora, con capelli ricci e biondi a caschetto e occhi azzurri, era la preside Orchestri, che aveva dato il benvenuto alle ragazze molto frettolosamente, e senza troppe spiegazioni, le aveva portate nella camerata a cambiarsi.

I vestiti che dovevano indossare erano una maglia verde a maniche corte col colletto, pantaloni di jeans neri e, se alcune ragazze volevano, c’erano a disposizione anche delle gonne grigie, le scarpe invece erano semplici anfibi neri.

Per quanto riguarda i pigiami dovevano cucirseli da sole con la musica del flauto, infatti, tutte quante erano andate subito in aula musica dove si trovava il professor Bruno, che doveva insegnare loro a suonare.

Alla fine erano riuscite tutte a suonare il flauto, nonostante le parole del professore che si perdeva in discorsi di poco conto, rendendosi anche molto buffo.

Il pigiama di Andrea era formato da un pantalone grigio, con sopra disegnati tanti frappè e una magliettina rosa con sopra una ciambella morsicata.

Passata la prima notte, la giornata ricominciava e riprendevano le lezioni.

Il professor Filippo faceva uscire dalla camerata una persona alla volta per consegnare un uovo a ciascuna di loro, comunicando a tutte che l’uovo conteneva un animusi, ovvero un animale mischiato ad un altro e uniti in un solo corpo.

Esistevano quattro categorie di animusi:

  • gli animusi da combattimento, di cui facevano parte il tartaceronte (tartaruga più rinoceronte), l’aquileone (aquila più leone), l’aquilupo (aquila più lupo), il serpesce (serpente più pesce) e l’orcalligatore (orca più alligatore);

  • gli animusi da allevamento, di cui facevano parte la gallicora (gallina più pecora), la muccoca (mucca più oca), l’apesciolina (ape più pesciolina) e il cavalfante (cavallo più elefante);

  • gli animusi da compagnia, dove c’erano il topogatto (topo più gatto), il gattufo (gatto più gufo) e il canorso (cane più orso);

  • gli animusi mitostorici, dove c’erano il pegalion (pegaso più leone) e l’elesauro (elefante più dinosauro). Ma di quest’ultima categoria non se n’erano mai visti in giro.


Andrea era molto in ansia per aver ricevuto un uovo dal professor Filippo diverso dagli altri, visto che era di color oro e aveva iniziato già a scricchiolare durante la notte.

Infatti, la mattina dopo, sul letto, era seduto un piccolo leone bianco con le ali e gli occhi verdi, era l’animusi di Andrea!

Era un piccolo pegalion (pegaso più leone), e Andrea era molto felice, non stava più nella pelle e aveva voglia di farlo vedere alle sue migliori amiche, Lola e Greace, ma non lo voleva dire al professor Filippo, visto che era un animusi che fino a quel momento non si era mai visto.

Le due amiche, dopo averlo visto, erano molto contente per Andrea e speravano che le loro uova si schiudessero al più presto per vedere il loro animusi.

Quella mattina, ad aspettarle in classe, sedeva la preside Orchestri con la piantina della scuola e dopo tutte le altre lezioni, come quella di botanica con il professor Giorgio e la lezione della cura degli animusi col professor Filippo, finiva la giornata scolastica.

Le ragazze quel giorno si divertirono fino a tarda notte, ovviamente senza farsi scoprire da nessuno e mentre le altre andavano a dormire, Lola, Greace e Andrea si erano spinte fino all’ufficio della preside.

Curiosavano guardandosi intorno, Greace e Andrea vedevano in giro molte foto di una collana, mentre Lola trovava proprio quella collana e la faceva vedere alle altre due, dicendo che secondo lei non era una semplice collana ma un medaglione magico.

Lola aveva ragione, perché l’animusi di Andrea, chiamato Leo, aveva fatto cadere involontariamente la collana dalla scrivania e come per magia se l’era ritrovata al collo, trasformandosi in umano.

Le ragazze erano rimaste a bocca aperta, a dir poco stupite, stavano ammirando Leo che si era trasformato in un ragazzo biondo con occhi verdi.

A quel punto si misero ad osservare meglio il medaglione e si accorsero che sopra ad esso c’era il cognome della preside e quindi capirono che tutti i docenti erano degli animusi, visto che avevano notato che anche gli altri professori avevano una collana.

La notte dopo decisero nuovamente di far visita all’ufficio della preside per prendere il medaglione ed esaminandolo bene, si erano accorte che dietro c’era un piccolo puzzle da completare.

Lola, Greace e Andrea completarono il puzzle e si accorsero che formava una mappa che le avrebbe portate fino ad un altro collegio di soli ragazzi.

Le tre ragazze incuriosite e senza alcun dubbio, decisero di cominciare questa avventura per trovare questo collegio.

Il mattino successivo, all’alba, partirono dopo aver preparato delle sacche con dentro del cibo e il medaglione.

Durante il cammino per arrivare al lago sussurrante indicato nella mappa, da una sacca uscì fuori Leo che si era intrufolato per seguirle ed aiutarle e le tre amiche non si arrabbiarono per niente, anzi, erano felici che ci fosse anche lui.

Arrivati al lago però, decisero di proseguire senza Leo, visto che era troppo profondo e pericoloso, ed inoltre davanti a loro c’era anche una fitta nebbia destinata ad essere attraversata da queste coraggiose ragazze.

Lola, Greace e Andrea attraversarono il lago e ben presto si accorsero di non essere sole, il lago era attraversato da altri esseri non viventi e che magicamente prendevano vita grazie alla loro presenza non gradita…erano dei pirati kiwi!

Spuntando dal nulla, dalla loro imbarcazione, attaccarono le tre amiche, riuscendo a rapire Greace e buttandola in un vulcano oltre la nebbia.

In quel momento Lola e Andrea, spaventate ma con forza e decisione, attraversarono il muro di nebbia per cercare di salvare la loro amica.

Raggiunsero la cima del vulcano per cercare di trovare tracce di Greace e salvarla, ma a quel punto vennero sorprese alle spalle da un gigante formato da rocce, che le catturò e le portò nella sua grotta dove c’era anche la loro amica salvata da lui.

Lola, Andrea e Greace sorprese dall’esistenza di questo gigante erano molto incuriosite e piene di domande, non riuscivano a capire come potesse esistere un gigante di rocce e quel bosco magico.

Il gigante non sapendo parlare cercava di spiegarsi attraverso dei segni fatti con una piccola pietra su un muro, solo che Andrea, essendo piuttosto distratta si era voltata un attimo e aveva visto tre ragazzi della loro età che le stavano spiando.

Le tre amiche, senza pensarci due volte, decisero di inseguire quei ragazzi che non sapevano più dove nascondersi, ma il gigante con un urlo fermò tutti e con altri disegni spiegò loro che i ragazzi erano suoi amici e facevano parte del collegio “VITA”, composto da soli maschi.

Questo collegio si basava su cinque simboli: il fuoco rappresentato da una volpe infuocata, il vento dall’aquila d’oro, l’acqua dalla razza illuminata, la terra dai giganti come lui e il ghiaccio dall’orso bianco che viveva molto lontano da tutti gli altri perché col passare degli anni era diventato cattivo.

Infatti da quella grotta erano usciti fuori tutti gli animali nominati dal gigante e si misero tutti in cerchio meditando e per magia, nel centro del cerchio, uscì un ologramma delle tre ragazze che erano diventate a tutti gli effetti delle vere guerriere che combattevano per proteggere i due collegi.

Ad un certo punto una scossa di terremoto fece saltare tutti in aria, era stato l’orso che aveva le braccia, una zampa e un occhio da robot.

L’orso robot aveva una cesta in mano con dentro Leo e le due uova degli animusi di Lola e Greace, perché nel frattempo che le tre ragazze erano nella grotta, lui era andato alla scuola Armonia a rubare diversi animusi per poi ricattare le ragazze.

Loro non volevano farsi ricattare e non stettero al suo gioco, anche se preoccupate per i loro piccoli animusi, e con le mani iniziarono a fare dei segni che il cattivo orso robot non capiva, per poi decidere di attaccarlo di sorpresa.

Lola, essendo più vanitosa delle altre, portava sempre con sé la boccetta di profumo che teneva in tasca e con astuzia e velocità decideva di spruzzarlo negli occhi all’orso.

Questo non vedendo più niente cadde sbattendo la testa e svegliandosi diventò buono, la botta presa in testa aveva fatto bene e tutti quanti lo accolsero nuovamente.

Anche il gigante voltandosi e abbracciando il suo vecchio amico tornato in sé, vide svanire lentamente le tre ragazze e con le lacrime agli occhi salutò anche loro.


Finalmente arrivò il primo giorno di scuola, Andrea si svegliò per prepararsi e sotto casa sua la stavano aspettando Greace e Lola.

Vedendo le due amiche e i loro occhi sgranati e increduli, capì con cenni d’intesa che tutte e tre avevano fatto lo stesso sogno e quindi, Andrea si tranquillizzò ed entrò a scuola contenta di avere perlomeno qualche amica, visto che non conosceva nessuno.


Complimenti a Francesca per il suo bel racconto, davvero molto fantasioso e ben strutturato. Lasciate un messaggio per lei nei commenti!
A presto con nuovi racconti, siamo agli sgoccioli!
Claudia

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