Ciao, sono Claudia, questo è il mio blog :) Invento storie e scrivo romanzi fantasy, benvenuti nel mio mondo!

sabato 8 maggio 2021

Sella Victoria - Un Giorno ad Armonia

   Buongiorno, Cari Amici Lettori, anche oggi torniamo ad Armonia con il racconto di Victoria, dalla scuola Pilonato di Vo' (in provincia di Padova).

Il laboratorio è basato sull'ambientazione del romanzo "La Melodia Sibilante."

I racconti dei partecipanti verranno pubblicati in una raccolta digitale gratuita, disponibile su mio canale Telegram, intanto potete scaricare le raccolte degli anni precedenti.
(Ci trovate anche altri ebook gratuiti con molti dei miei racconti ambientati ad Armonia!)
Approfitto per invitarvi sul mio sito a dare un'occhiata al mio nuovo romanzo "I Lupi Neri"

Sella Victoria

UNA SCUOLA PER EMILY


Il giorno più bello!

DRIN!... DRIN!...” ecco la sveglia!

Mi svegliai come sempre senza timpani, era una mattina come le altre e mia nonna mi chiamò per la colazione (vivo da mia nonna ormai da tre anni perché i miei genitori sono morti in un incidente aereo, ormai non ci penso più e quando succede mia nonna fa tutto il possibile per farmi dimenticare quella brutta notizia).

Feci la colazione meno salutare che ci fosse: 4 pancake alla Nutella, 1 ciambella rigorosamente al cioccolato e, quando stavo per esplodere, mia nonna aggiunse una pera.

Finii tutto, cioè quasi tutto e andai a prepararmi.

Dopo un po' mia nonna mi chiamò:

- Emily! È ora!

- Arrivo nonna! - risposi io.

Ah! scusate non mi sono ancora presentata! Io sono Emily Cordi, una ragazza di 13 anni, bionda, occhi verdi e marroni, alta 1,69m e definita da tutti asociale...dopo questa presentazione da Oscar, continuiamo!

Scesi al piano terra pronta per andare a scuola, misi il giubbotto e gli scarponi, salutai mia nonna e mi recai verso scuola.

Il 29 ottobre era un giorno speciale: avrei scelto le superiori!

Ancora non sapevo cosa scegliere, anche se una piccola idea mi risuonava in testa, cioè il liceo musicale (amo la musica, è l'unica materia che mi ha sempre dato una soddisfazione in più: sono brava in molte materie ma solo la musica mi emoziona e mi dà soddisfazione a scuola!), suonavo il flauto traverso e il flauto dolce però sarebbe stato il mio sogno imparare a suonare il pianoforte. Mi esercitavo ogni giorno per un’ora circa o fino a quando non mi stancavo.

Volevo frequentare una scuola musicale ma mia nonna avrebbe voluto che io facessi un istituto tecnico per continuare il sogno di mio papà, però a me non piaceva.

Entrai a scuola e mi diressi in auditorium pronta ad ascoltare i Presidi di ogni scuola.

Arrivarono man mano tutti gli studenti fino a quando l'auditorium non fu pieno.

Arrivarono anche i referenti di ogni scuola e ognuno presentò la propria.

Io aspettai, aspettai collezionando volantini di ogni tipo, fino a quando non si presentò una Preside particolare:

- Si chiamava Ludovica Orchestri (per gli alunni Preside Orchestri) e già dal nome mi ero un po' illusa su ciò che potesse presentare, anche se sapevo che un nome non identifica la professione di una persona;

- Avevo anche notato come era vestita (in tema musicale), speravo con tutto il cuore che presentasse un liceo musicale (ero tanto sulle spine nel sapere se presentava il mio sogno perché era l'ultima Preside a presentare la propria scuola e finora nessuno aveva parlato di musica, dopo di che avrei solo potuto scegliere una di quelle, ma non c'era nessuna che mi piacesse!)

Si presentò e disse quella parola magica che mi fece urlare dall'entusiasmo (tutti mi sentirono e si girarono verso di me con una faccia sconvolta, che imbarazzo!)

Mi misi tranquilla e mi preparai ad ascoltare la storia della scuola.

Consegnarono il volantino anche di questa scuola (che come aveva detto la Preside si chiamava Armonia), lo lessi ed emisi un leggero “” di felicità.

Nel volantino c'era scritto:


Scuola: ARMONIA;

Istituto: agrario, musicale, tecnico;

Preside: Ludovica Orchestri.


Non sapevo cosa aspettarmi per istituto “agrario” ma per “musicale” e “tecnico” sì!

Ero felicissima!

Finito di spiegare il Preside della mia scuola media ci disse di aspettare dieci minuti che i referenti delle scuole si sarebbero posizionati ognuno in una classe diversa per non creare assembramento con le iscrizioni e con le richieste.

Ci spiegarono poi come poter parlare con i referenti delle scuole.

Finirono i dieci minuti e mi recai subito nell'aula sette (che era quella della scuola ARMONIA).

Bussai: “Toc! Toc!”

- Avanti - disse una voce.

- Buongiorno! Mi chiamo Emily Cordi - dissi io.

- Buongiorno! Cordi hai detto?- mi chiese la Preside Orchestri.

- Sì! Emily Cordi, piacere!

- Accomodati. Perché sei qui Emily?-

- Sono qui per iscrivermi alla scuola di ARMONIA, adoro la musica: suono il flauto da tre anni e mi ha subito appassionata.

- Sono felice che ti piaccia la musica! Sai, la musica ti permette di esprimere te stessa senza l'uso delle parole, ti fai conoscere per la tua passione... finito questo discorso vorrei sapere se hai già parlato a casa delle iscrizioni.

- Sì, Preside, ma mia nonna vorrebbe che continuassi il sogno di mio papà che non ha niente a che fare con la musica, e io non voglio deluderla.

-Ti capisco, anche i miei genitori quando era il momento che io decidessi le superiori, volevano che seguissi un indirizzo linguistico, ma io ho insistito per fare ciò che mi piaceva, ed eccomi qui, secondo te che ho scelto? Devi fare quello che ti piace sennò non sarai mai felice.

- Lei ha ragione e se non le dispiace vorrei chiederle di parlare con mia nonna, forse mi aiuterà a convincerla.

- Sì, certo! Sarà bello aiutare una ragazza a realizzare il proprio sogno. Vengo oggi pomeriggio, basta che mi dai l'indirizzo.

- Grazie mille Preside! Questo è il mio indirizzo, a dopo!

E così uscii super contenta, pronta per dirlo a mia nonna anche se non sapevo quanto lei ne sarebbe stata felice.

Mi diressi a casa urlando e correndo dalla gioia.

Sotto sotto sapevo che mia nonna era felice che amassi la musica perché mia mamma era una brava musicista e io avevo preso da lei non soltanto l'aspetto fisico, ma anche la passione per la musica.

Tornata a casa ero pronta per le mille domande che mi avrebbe rivolto mia nonna.

Entrai a casa e salutai mia nonna che però non mi chiese niente e si limitò a salutarmi.

Io andai in camera mia e mi misi a suonare il flauto.

Ad un certo punto sentii il campanello suonare e affacciandomi alla finestra vidi la Preside Orchestri, rimasi in camera finché la Preside non finì di parlare con mia nonna.

Circa un'ora dopo la vidi uscire, entrare in auto e partire.


...


Subito dopo entrò mia nonna in camera mia e mi chiese seria:

- Vuoi davvero andare alla scuola di Armonia?

- Sì nonna, lo so che a te non fa piacere ma vorrei fare ciò che più mi piace, è il mio sogno e vorrei realizzarlo.

- D'accordo, l'importante è che tu faccia ciò che più ti piace e che ti appassiona!

- Grazie nonna! Sei la migliore!

Corsi da mia nonna e la abbracciai (io non amo le cose sdolcinate, ma in quel momento non sentivo più fastidio, era come se la mia anima fosse uscita dal mio corpo.)

Mia nonna mi raccontò che l'Open-Day per vedere la scuola di Armonia sarebbe stato dopo due mesi (il ventinove gennaio), mi disse anche che Armonia aveva un particolare che mi avrebbe reso molto triste, cioè che questa scuola era un college con i dormitori, quindi non avrei più visto mia nonna per tutto l'anno scolastico.

Tuttavia lei sapeva che sarei rimasta con lei nel cuore e nelle lettere che le avrei spedito.


Arrivò il giorno dell'Open-Day, ed io ero molto in ansia.

Dentro di me creavo domande senza senso.

Salimmo in macchina dopo una colazione sana (questa volta) e partimmo.

Arrivammo dopo tre ore di macchina ad Armonia.

Parcheggiammo davanti al cancello verde dell'entrata della scuola.

Stranamente eravamo in anticipo, e dovemmo aspettare altri venti minuti.

Io ne approfittai per ripassare un po' con il flauto in caso avessimo dovuto far vedere che eravamo capaci di suonarlo (e io non volevo fare brutta figura come a scuola).

Ad un certo punto arrivò una macchina e poi un'altra, fino a quando il parcheggio non si riempì completamente.

Scendemmo dall'auto e subito vidi un sacco di ragazzini della mia età.

Eravamo vestiti tutti uguali (con dei completi che ci aveva raccomandato di procurarci la Preside Orchestri al colloquio), con una tuta per i maschi e un vestito per le femmine, era bellissimo! Io l'ho adorato subito.

Dopo pochi minuti che erano arrivate tutte le macchine, il cancello si aprì e spuntò fuori la Preside Orchestri.

Ci disse che l'Open-Day si sarebbe svolto all'esterno del cancello perché la scuola era in fase di manutenzione.

Ero un po' triste perché avrei tanto voluto vedere la scuola ma almeno quando sarei entrata a scuola tutto sarebbe stato una sorpresa!

Ci diede una mappa della scuola in cui illustravano man mano tutte le stanze.

Due cose mi sorpresero: c'era la stalla con molti animali e una grande serra con un sacco di verdure.

Questo mi fece venire in mente il volantino della scuola in cui c'era scritto istituto AGRARIO!

Finalmente avevo capito perché fosse anche un istituto agrario (impareremo anche ad allevare gli animali e a coltivare!)

- Le cose che mangerete le dovrete coltivare con l’aiuto della musica! - ci spiegò la Preside.

Ero abbastanza sconvolta ma allo stesso tempo felicissima e curiosa.

Io avevo anche una forte passione per gli animali quindi ero molto felice di imparare a trattarli bene.

Prima che l'Open-Day finisse la Preside disse:

- Ci rivedremo a settembre! -

Tutti ringraziarono e salutarono (compresa io).

Io e mia nonna risalimmo in macchina e ripartimmo.

Dietro di noi intanto il cancello verde si richiudeva e le macchine facevano la coda per uscire dal parcheggio.

Arrivammo a casa e subito corsi a segnarmi sul calendario la data di quello che sarebbe stato un nuovo inizio.


...

Arrivarono le vacanze: non stavo più nella pelle!

Le scuole medie erano appena finite e cominciava una nuova avventura!


Durante le vacanze: mi riposai ma soprattutto continuai ad esercitarmi con il flauto e con il pianoforte (avevo cominciato a suonare il pianoforte appena finito scuola nei corsi estivi di musica.)

Ero molto felice, ancora non ero molto brava però stavo facendo del mio meglio per riuscire a diventare una brava pianista!

Dopo le vacanze ricomincia la scuola...


La serata prima dell'inizio scuola fu la più stressante della mia vita (avevo l'ansia per ogni cosa, avevo paura di dimenticare come si suonasse il flauto)!

Preparai la valigia: ero felice ma anche in ansia.

A mia nonna era arrivata un E-mail con scritto il materiale da portare ad Armonia:

- il proprio strumento musicale (di piccola taglia in caso di strumenti molto grandi, spaziosi e pesanti ci penserà la scuola);

- il proprio spazzolino da denti e dentifricio;

- la/il propria\o tuta\vestito consegnata il giorno di visita;

- vestiti di ricambio;

- vestiti adatti all’attività sportiva;

- un attrezzo a scelta per ginnastica;

- NON portare telefoni, tablet, computer;

- NON portare orologi.


Ecco tutto, non era molto ed io ero scettica.

Preparai la valigia con tutte queste cose e poi andai a letto molto presto perché il giorno dopo mi sarei dovuta svegliare molto presto, alle cinque di mattina.


La sveglia suonò e subito andai a fare colazione.

Mi tenni leggera con la colazione perché non volevo esagerare.

Mi vestii di fretta e dopo aver messo il giubbotto e le scarpe partimmo.

Ero molto stanca ma la felicità e la curiosità prendevano il sopravvento su di me!

Approfittai del lungo viaggio per dormire un po'.

Mi addormentai dopo solo cinque minuti dalla partenza.

Mia nonna non mi svegliò per due ore fino a quando la macchina non si fermò tutta d'un colpo: sentii un rumore assordante.

Dopo un po' aprii gli occhi e vidi davanti a me mia nonna che mi guardava preoccupata.

Mi ripresi e per prima cosa chiesi:

- Cos'è successo?

- Una macchina ci ha tamponato ma non è questo l'importante: tu stai bene?

- Io sto bene nonna, ma che ore sono? Ed è grave il tamponamento?

Mia nonna alla prima domanda rifiutò di rispondermi (io non amo arrivare in ritardo il primo giorno di scuola.).

Alla seconda invece rispose:

- No, tranquilla, non è grave possiamo ripartire subito.

Mia nonna risalì in macchina (si io ero già in macchina) e ripartimmo.

Subito guardai l'ora: era presto!

La Preside Orchestri ci aveva dato appuntamento alle ore nove ed erano le sette e trentadue.

Chiesi a mia nonna quanto ancora ci avremmo messo ad arrivare ad Armonia e lei mi rispose soltanto trenta minuti! Ero felicissima!

Arrivammo davanti al cancello verde della scuola, in largo anticipo (ero sempre la prima ad arrivare).

Avevamo fatto prima del previsto! Molto prima!

Le luci della scuola erano spente.

Ad un tratto si accesero.

Dal cancello si riusciva ad intravedere la serra e le stalle.

Ne approfittai per:

- fare una bella passeggiata vicino alla scuola, dove c'era un bellissimo prato verde.

- ripassare un po' il flauto traverso e dolce.

Suonai, suonai e suonai fino a quando il cancello non si aprì e la Preside Orchestri si fece viva.

Poi mi chiese:

- Buongiorno Emily, ti stiamo aspettando!

- Ma dove sono gli altri, sono arrivata in ritardo?

- No, Emily. Ho dato un orario diverso a tutti voi affinché riusciate ad ambientarvi. Ora vieni, prendi i bagagli, saluta tua nonna ed entra.

Dopo un saluto lunghissimo, entrai dal cancello e seguii la Preside dentro la scuola, mi spiegò che io ero la prima ad arrivare.

Mi accompagnò ai dormitori e mi disse di aspettare, che sarebbe ritornata con una sorpresa.

Ero curiosa e approfittai del tempo per sistemare i miei bagagli, dopo un po' persi completamente il senso del tempo.

Ad un certo punto sentii bussare alla porta, entrò la Preside e vidi dietro di lei una ragazza; sembrava impaziente di entrare. Appena dentro la camera, la Preside me la presentò e lei sembrava veramente felice di conoscermi.

Ci salutammo e nel frattempo la Preside uscì dalla stanza, pronta ad accogliere nuovi studenti.

La ragazza poi mi disse:

- Ciao! Mi chiamo Angela Piano e come avrai già intuito sono la tua compagna di stanza! Tu come ti chiami?

- Ciao, io mi chiamo Emily Cordi - (dissi con una faccia schifata).

- Diventeremo compagne di stanza e anche migliori amiche! Beh, sai, io non è che avessi avuto così tanti amici, quindi tu sarai la migliore!

Secondo me era molto energica ed agitata, però la capivo: neanch’io ero molto esperta di amicizie.

Poi notai che stava parlando con qualcuno fuori dalla porta, così le chiesi:

- Con chi parli?

- Ehm... Cosa? Ah, scusa! Non ti ho ancora presentato mio fratello!

Aprì la porta e dietro ad essa si presentò un ragazzo carino (identico a sua sorella)!

Si presentò:

- Ciao, io sono Manuel!

-Piacere, Emily.

Credo di non aver fatto una buona impressione (guardando le loro facce).

Sentimmo dei passi e intuimmo la voce della Preside.

Manuel ci salutò e corse verso camera sua.

La Preside durante il “colloquio” ci aveva spiegato che i ragazzi non potevano andare nella sezione dei dormitori delle ragazze, e viceversa.

Passarono ore fino a quando tutti i dormitori non furono pieni e nel frattempo Angela mi spiegò la storia della sua vita (io mi addormentai tre volte e lei non se ne accorse mai!)

Arrivò ora di pranzo e la Preside ci chiamò per andare a mangiare.

Tutti la seguimmo nella sala da pranzo: era enorme!

Il soffitto blu notte stellata faceva contrasto con il pavimento a piastrelle con tonalità sul verde scuro (era così bello che appena entrata nel salone ho espresso tutto quello che provavo con un “WOW”), poi c'erano cinque tavoli, uno per ogni classe (almeno così avevo presupposto) e poi davanti ai tavoli ce n’era uno più piccolo con sette sedie: quello dei professori e della Preside.

Arrivarono anche i professori nel frattempo, tutti presero posto.

Io all'inizio mi ero cercata di isolare dagli altri ma Angela ovviamente mi sedette a fianco.

Notai che solo il nostro tavolo era occupato ma mancavano tutte le altre classi!

La Preside ci presentò i professori e le professoresse uno ad uno ed erano:

Filippo: il professore di agraria;

Claudia: la professoressa di Musicomagia;

Giorgio: il professore di botanica;

Veronica: la professoressa di pattinaggio;

Sergio: il professore di tornado;

La Preside Ludovica Orchestri;

Il Direttore: Mario d'Ampolla.

Sembravano simpatici a parte D’Ampolla che aveva uno sguardo fisso su di noi, con dei baffi così lunghi da sembrare capelli storti... mi vennero i brividi.

Il Prof. di agraria ci presentò accuratamente il pranzo. Io intanto osservando la stanza notai diversi dipinti molto belli e fantasiosi.

Mi iniziò a salire l'acquolina proprio nel momento in cui il Prof. finì di parlare e a tutti iniziarono ad arrivare i piatti.

Notai che di fianco al piatto avevo un foglio in cui mi accorsi che c'erano tutti i cibi di cui ero allergica… infatti avevo cose diverse da Angela e Manuel proprio per quel motivo.

Poi iniziò a parlare la Preside, fermando molte bocche piene di carne.

- Prima che vi ingozzate vorrei chiarirvi una cosa: come potete notare ci sono altri quattro tavoli, su di essi tra qualche giorno troverete alunne di altre classi; in questo momento non ci sono perché volevamo darvi del tempo per fare amicizie e ambientarvi meglio. Questo pomeriggio ci avrete a disposizione per un tour della scuola; chi non fosse interessato e volesse farsi un giretto da solo lo può fare, ma deve rimanere lontano dal lago.

Dopo che la Preside parlò molti iniziarono a farsi domande.

- Allora, che aspettate? Forza, mangiate!

Subito tutti si dimenticarono del discorso (almeno per me fu così).


Finito di mangiare io mi diressi in camera per sistemare le ultime cose e arredare la stanza al meglio o almeno dal mio lato.

Mi diressi fuori dai dormitori, vidi i Proff. Filippo e Giorgio iniziare il tour della scuola.

Decisi di unirmi, vidi nel gruppo sia Manuel che Angela parlarsi incuriositi, guardando verso il lago,

Chissà cosa ci trovavano di interessante!

Filippo decise di portarci subito in stalla dove ci aspettava una sorpresa; percorremmo tutta la stalla dove c'erano animali molto strani. Arrivammo in un recinto dove all'interno c'erano molte uova di diverso colore e profumo, notai che ogni uovo emanava una canzoncina diversa.

Il professore iniziò a parlare:

- Vedete queste uova? Se notate ce n’è una a testa! Dovete entrare uno alla volta e prendere l'uovo che vi attira, vedrete che nessuno vorrà quello dell’altro! Ok, cominciamo, andiamo in ordine alfabetico: in questo modo non ci si può confondere. Ah ecco la mia agenda e l'elenco... ok cominciamo! Mi raccomando, prendetene solo uno e fate attenzione a non rompere le altre: partiamo con...


Io ero una dei primi ma quando fu il mio turno mi dissero di aspettare.

Ero curiosa ma accettai e aspettai che tutti i ventiquattro ragazzi si prendessero le loro uova, compresi Angela e Manuel: le loro uova erano stupende perché Manuel aveva un uovo con brillantini e macchie azzurre e Angela uguale, però rosa.

Finito di consegnare tutte le uova, Filippo disse:

- Ok, ora che avete le vostre uova seguite Giorgio nella serra.

Io invece rimasi lì nella stalla e sia Manuel che Angela mi seguirono.

Io dissi al Prof.:

- Mi scusi Prof., ma il mio uovo?

- Tranquilla Emily, adesso te lo do ma tu ne avrai uno un po' più speciale… e non volevo far esaltare tutti.

- In che senso “far esaltare tutti”? E poi perché a me un uovo speciale? Non ho fatto niente!

- Scusa Emily ma tutte queste domande dovrai farle alla Preside perché io non sono autorizzato a dirti nulla, mi dispiace! - Mi disse in tono serio e continuò. - Comunque questo è il tuo uovo!

E mi pose un uovo un po' più grande rispetto a quello di Angela e Manuel, tutto arcobaleno: era stupendo!

Rimasi a bocca aperta come Angela e Manuel, ancora non capivo perché solo a me questo uovo speciale, il problema era capire come portarlo in giro!

Chiesi a Filippo che decise di darmi una specie di borsetta in lana, contenente una coperta .

Vedendo le facce di Angela e Manuel capii e così chiesi delle borsette anche per loro.

Mettemmo via l'uovo e corremmo verso la serra dove Giorgio stava presentando alcune piante.

Appena arrivammo ci salutò e si presentò, poi iniziò a spiegare alcune cose sulle nostre uova e ci disse come farle crescere per poi vederle schiudersi.

Le uova venivano nutrite con la musica, ci disse Giorgio, la musica che sentivamo provenire proprio dalle uova, una fantasia a nostra scelta!

Poi ci disse (ed io rimasi sbalordita) che quando le uova si sarebbero schiuse ne sarebbero usciti animaletti carini, un miscuglio di razze!

Io incredula guardai verso Angela che non era per niente sconvolta, anzi era più serena che mai!

La giornata proseguì con il tour della scuola e la cura delle uova, poi dopo un po' di relax arrivò l'ora di cena e dopo una deliziosa cena andammo tutti a letto, sfiniti dalla giornata. Io e Angela però decidemmo di suonare un po' per le nostre uova, prima di metterle al sicuro e dormire.

TO BE CONTINUED...


Bellissimo il racconto di Victoria! Molto simpatico e divertente. Aspettiamo il continuo, magari il prossimo anno! 
A presto con nuovi racconti!
Claudia 

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