Buongiorno, Cari Amici Lettori, anche oggi torniamo ad Armonia con il racconto di Chiara, della scuola Volta (di Genova Cornigliano).
Sauvageon Chiara
UN COMPLOTTO A DOPPIOGIOCO
Stavo andando a scuola svogliata ed annoiata come tutte le mattine; il cielo era grigio ed aveva appena smesso di piovere.
Alzai gli occhi al cielo ed in un attimo di distrazione, misi un piede in una pozzanghera; improvvisamente mi ritrovai in un vortice che mi sballottava di qua e di là, facendomi atterrare malamente sulla schiena.
Mi rialzai, attorno a me tutto era cambiato, mi diedi un pizzicotto per capire se mi trovassi in un incubo ma, strofinando il braccio dolorante mi accorsi che era tutto vero.
Davanti a me si trovava un cancello chiuso ed aldilà una costruzione che sembrava un istituto.
Di colpo mi resi conto di essere circondata da altre persone che probabilmente neppure mi notarono, tanto erano concentrate ad aspettare di entrare; io invece notai che tutti portavano una collana con un ciondolo, a mia sorpresa ne portavo una uguale ma senza ciondolo.
I cancelli si aprirono, tutti entrarono ed anche se con un po’ di timore, oltrepassai la soglia; una signora con lo sguardo dolce venne verso di me, mi tese la mano e mi accompagnò .
Dopo un breve tragitto in silenzio arrivammo in una stanza; rimasi qualche attimo da sola mentre lei si allontanava e osservai le pareti coperte di simboli che mi circondavano, qua e là spiccava la frase “NO ALLA MUSICOMAGIA” ero frastornata ed intimidita, quando lo sbattere della porta, mi risvegliò da quello stordimento.
La signora dallo sguardo dolce rientrò accompagnata dall'altra che di dolce aveva poco! Finalmente facendomi accomodare su una poltrona, mi spiegarono dov’ero e cosa facessi lì.
Bontà e Furia, così si chiamavano le due donne, erano le guardiane dell’istituto dell’emozionomagia del mondo di Doppiogioco, in perenne conflitto con il mondo di Armonia e della sua Musicomagia.
L’equilibrio e la pace tra i due mondi erano stabiliti dalla vittoria dei giochi che si tenevano annualmente.
Quest’anno all’avvento dell’inizio dei giochi arrivò una lettera anonima con l’avvertimento che il mondo perdente sarebbe stato distrutto scomparendo per sempre.
Le due guardiane verificarono quest’informazione attraverso la sfera Magicaemozionale e scoprirono che guardie corrotte del mondo di Armonia avrebbero boicottato i giochi facendo così perdere il mondo Doppiogioco.
Solo il centesimo ragazzino che avesse passato portale, avrebbe potuto difenderli.
Capii di essere la centesima, mi alzai, mi congedai e augurando loro buona fortuna chiesi di tornare a casa, non avevo alcuna intenzione d’imbarcarmi in questa storia!
Bontà mi convinse, spiegandomi che l’unico modo per tornare indietro era proseguire ed alla fine di quest’avventura la collana che portavo al collo, avrebbe mostrato il mio lato nascosto.
Bontà mi diede appuntamento per la sera stessa, dicendomi di guardare la luna al terzo canto del gufo ed avrei capito tutto.
Passai la giornata a gironzolare nel giardino principale, vidi un albero e presa dalla stanchezza mi sedetti a pensare alle incredibili cose accadute in una mattinata.
Mi ridestò una voce maschile, mi sporsi per capire da dove veniva e dietro l’albero, scorsi uno strano ragazzo con due occhi gialli ed arruffati capelli neri; gli chiesi il suo nome e mi rispose di chiamarsi Luno, un po’ sorpresa gli domandai con chi stesse parlando poco prima e ridendo rispose che stava leggendo un libro di Musicomagia, anche se era vietato.
Luno mi spiegò che lui, in realtà, veniva da Armonia e stava cercando una magia per tornare a casa.
A dirla tutta Luno era un animusi, precisamente un Gastrello (un gatto pipistrello); era stato imprigionato e gli era stato donato il simbolo della furbizia; in quell’istante avevo già capito che sarebbe stato il mio compagno d’avventura.
Al tramonto color porpora le pupille di Luno si dilatarono ed in una nube glitterata si trasformò e divenne un Gastrello; era molto diverso da come lo immaginavo, aveva il corpo e le ali da pipistrello ed il muso e la coda da gatto… era adorabile!
Gentilmente chiesi a Luno di entrare nel tascone della mia felpa e di accompagnarmi all’incontro e così fece.
Molto intimorita ed anche un po’ emozionata andai nel posto prestabilito; arrivata, vidi venire verso me Furia che mi consegnò uno zaino, ma non mi spiegò cosa contenesse, appena se ne andò strinsi forte al petto Luno e con un po’ di coraggio feci quello che mi aveva ordinato Bontà.
Al terzo canto del gufo guardai la luna, sentii il mio corpo staccarsi dal terreno e la testa mi girò; l’ultima cosa che vidi prima di svenire fu il dolce musetto di Luno…
Mi risvegliai di soprassalto, Luno era tornato alla sua forma di umano, mi osservava preoccupato con i suoi tondi occhi gialli, mi aiutò ad alzarmi e c’incamminammo lungo la via; mentre avanzavamo, sentimmo arrivare verso di noi un rumore di passi, io mi nascosi dietro un cespuglio e Luno sopra ad un albero; ad un certo punto i due iniziarono a parlare, dicendo che la sera stessa, sarebbe partito il maleficio verso il mondo Doppiogioco, all’insaputa della regina; proprio mentre le guardie stavano parlando mi scivolò lo zaino dalle mani ed una strana pietra rotolò a terra, era color sabbia con sopra incisa una stella viola.
Contemporaneamente io e Luno sfiorammo la pietra per raccoglierla e una luce si sprigionò dalla stella, in quell’istante entrammo uno nella testa dell’altro.
Il mio piano era semplice: sarei entrata nella stanza della regina e le avrei raccontato del complotto … attuarlo sarebbe stato un po’ più complicato! Luno partì all’inseguimento delle guardie, indicandomi mentalmente dove passare senza farmi scoprire.
Ero agitata, sentivo il cuore in gola e non ero più sicura di quello che stessi facendo, ma le parole di Luno nella mia mente mi rassicurarono; decisi di non passare dalla strada e di inoltrarmi nel bosco, tra cespugli di rovi ed alberi giganteschi arrivai davanti al palazzo; Luno mi parlò e mi disse che la porta principale, come previsto, era circondata da guardie, ma dietro al palazzo si trovava una porta segreta nascosta nel muro, dove avrei trovato incise delle lettere e componendo la parola giusta il varco si sarebbe aperto.
Chiusi gli occhi e mi misi a riflettere; forse la parola giusta poteva essere “Armonia”, provai e d’un tratto il pavimento crollò … non era la parola giusta, ero terrorizzata, se avessi sbagliato ancora una volta avrei rischiato la vita.
Sospirai, mi tornò alla mente il primo incontro tra Furia e Bontà, in quella stanza, quelle scritte sul muro, di slancio impressi la parola “Musicomagia” con un rumore sordo il varco si aprì.
Dentro era buio ed illuminai il cammino con la fioca luce della mia pietra; dopo la prima rampa di scale arrivai in un lungo corridoio ma ad un certo punto mi ritrovai circondata da guardie; mentre le stesse stavano per aggredirmi le due davanti a me caddero a terra; dietro di loro Furia, con lo sguardo assassino, colpiva le guardie con forza disumana atterrandole tutte; Furia mi tese la mano e mi catapultò dall’altra parte del corridoio ed io ancora stupita presi la fuga.
Trovai Luno fermo davanti ad una stanza, entrai correndo verso la regina che si voltò spaventata, mi gettai ai suoi piedi e tutto d’un fiato le raccontai del complotto; lei si mise a ridere e dall’ombra uscì Furia, capii che erano complici, grazie alla mia missione avevo portato il complotto allo scoperto ed i colpevoli erano stati imprigionati, Luno era tornato a casa e Furia nonostante la sua aggressività si era dimostrata fedele.
Per ringraziarmi mi donarono il simbolo del coraggio, la regina mi disse di chiudere gli occhi e mi ritrovai con i piedi in una pozzanghera con al collo il ciondolo e in tasca la pietra che mi avrebbe permesso di tornare dal mio amato gastrello, Luno ogni volta che ne avessi avuto desiderio.
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