Buongiorno, Cari Amici Lettori, oggi torniamo insieme ad Armonia,
leggiamo la storia di Isabel e Celeste.
(dalla classe 3^B, scuola Scafiti di Busalla, GE)
Fermo Isabel – Galletti Celeste
GIULIO E ROCCO IL PULCINONE
Sapevo che da quel giorno la mia vita sarebbe cambiata.
Era la mia prima esperienza, avevo solo ventisette anni, non ero ancora consapevole di cosa sarebbe accaduto di lì a poco.
Sorpassai la grande porta davanti a me ed entrai in quella che sarebbe stata la mia camera: all’interno l’odore era nauseante, la luce era gialla e rendeva tutto quello che colpiva del medesimo colore, le pareti sembravano opprimermi ed il tutto mi dava una percezione di claustrofobia.
Provavo un forte senso di confusione, sembrava fossi dentro un sogno dal quale non potevo fuggire.
Oltre a tutti i comfort essenziali, quali letto, armadio, scrivania, bagno, dinanzi a me si trovava una finestra che portava ad un terrazzino il quale si affacciava sul retro della scuola.
Posai i miei bagagli sul letto che, talmente era vecchio, scricchiolò, mi affacciai dal balcone ma la vista era offuscata da un grande albero.
Mi diressi in bagno, nel quale, sopra il lavabo, stava uno specchio impolverato che rifletteva la mia immagine in un modo un po’ contorto a causa dello strato di sporcizia.
Il mio volto era paonazzo dall’ansia, i lunghi capelli biondi, raccolti in una coda di cavallo, erano molto disordinati, dato che quella mattina non ero riuscito nemmeno a pettinarli.
La mia figura magra e slanciata non compariva interamente nello specchio. Dovevo cambiarmi gli abiti: la mia camicia blu era intrisa di sudore e i pantaloni erano stropicciati dal precedente viaggio in treno.
Ero riuscito a recuperare ben poco dei miei effetti personali, non entravano tutti nella valigia e questo mi urtava.
Mi recai dalla preside Orchestri, la dirigente del luogo in cui avrei lavorato come insegnante; ci presentammo in maniera molto sbrigativa, lei mi guardava disgustata e ciò mi terrorizzava.
Nel pomeriggio visitai Armonia: dalla Sala Comune alla fattoria e conobbi tutti i professori: la nuova docente di Musicomagia (a detta sua) mi fece un'ottima impressione.
Arrivata l’ora di andare a dormire mi rintanai nella mia camera. Mi addormentai velocemente a causa della stanchezza, ma durante il sonno mi svegliai bruscamente sentendo degli strani rumori provenienti dai sotterranei, però lasciai perdere e ricaddi nelle braccia di Morfeo.
La mattina seguente mi alzai presto per iniziare le mie lezioni di erboristeria, l’ansia mi soffocava ma comunque andò tutto per il meglio, i ragazzi mi parvero educati e simpatici, soprattutto Giulia e i suoi due amici Camilla e Pietro.
Al termine delle lezioni provai di nuovo quella strana sensazione e subito i tre ragazzi vennero a soccorrermi e mi portarono a fare una passeggiata per riprendermi.
Durante questa, in seguito alle mie numerose domande, mi spiegarono e raccontarono le verità della scuola di Armonia. Non potevo credere alle mie orecchie, sembrava tutto così surreale e stavo per essere ricatturato da quella sensazione di smarrimento.
Il mio primo istinto fu quello di fuggire, e così tentai di fare; tutte le vie di uscita parevano bloccate da una forza sovrumana. Avrei voluto che qualcuno mi pizzicasse per uscire dall'incubo: ero intrappolato lì dentro.
Nel frattempo il frastuono dal sotterraneo si fece sempre più insistente, così io e i ragazzi ci andammo. Camminammo lungo un corridoio buio con ai lati mille porticine; seguimmo i rumori i quali sembravano gli ansimi di una bestia in pericolo. Essi ci portarono in una stanza simile alla cella di una prigione, nella quale si trovava una creaturina impaurita e denutrita.
Subito ci avvicinammo ma l’essere si ritirò indietro, così cautamente tesi la mano verso di lui in modo che potesse annusarla, ma contro ogni aspettativa si accoccolò alla mia gamba, così lo presi in braccio.
Era un animusi, Giulia, Camilla e Pietro mi avevano già spiegato di cosa si trattasse. I tre ne rimasero sorpresi ma io non riuscivo a capire, esso compariva nei loro libri, era una specie rara di pulcinone, un incrocio tra pulcino e leone.
Io lo presi con me per farmi compagnia e gli diedi un nome: Rocco.
Iniziai ad affezionarmi molto al mio animusi tanto che il desiderio iniziale di andarmene il prima possibile si stava poco a poco dissolvendo, dato che anche se avessi voluto non avrei potuto farlo perché la preside Orchestri mi disse che dovevo terminare il contratto.
Stare con Rocco era ormai il mio passatempo preferito, adoravo suonare per lui, tutto questo fu possibile grazie a Bella, l’insegnante di Musicomagia, dalla quale, per di più avevo imparato a connettere la mente con il mio piccolo animaletto giallo e arancione, con la testa da leone ed il corpo da pulcino.
Scoprii la realtà dei fatti: Rocco era l'ultimo animusi sopravvissuto a una battaglia avvenuta molto tempo addietro tra la preside ed il nonno di Giulia, e appartenuto proprio a quest’ultimo.
La causa scatenante dello scontro fu proprio l’Orchestri: lei, il nonno e la nonna della ragazza, da giovani, erano stati reclutati dal governo terrestre per una missione esplorativa del pianeta Armonia.
I tre si trovarono bene e vissero lì per diversi anni; decisero di non rivelare gli aspetti magici che avrebbero potuto sconvolgere l’opinione umana facendo una promessa; ma inaspettatamente una di loro, la signora Orchestri, cambiò convinzione infrangendo la fiducia degli altri due. Voleva svelare al mondo tutto ciò che riguardava Armonia e riscuotere così successo dai suoi concittadini.
Il nonno era l’unico ad averlo scoperto e senza dire nulla alla moglie, per proteggerla, decise di farla ritornare nel loro pianeta d’origine.
Corsi a riferire il tutto ai miei nuovi tre amici, anche loro non ci potevano credere.
Nel frattempo la preside era venuta a conoscenza del fatto che eravamo consapevoli dell’accaduto ed era venuta a cercarci.
Iniziò così la battaglia tra animusi: me, Giulia, Pietro e Camilla contro quella terribile nemica.
Mentre noi stavamo fronteggiando la nostra avversaria, Rocco ebbe una visione: il suo precedente proprietario, il nonno di Giulia, era prigioniero in una cella di ridotte dimensioni nei sotterranei.
Insieme vi ci recammo e liberammo il poveretto dalle grinfie della sua malvagia coetanea. Avevamo un alleato in più.
Quando arrivammo i ragazzi erano stremati, ma si risollevarono grazie alla presenza del nonno.
Esso non era un duello comune: attraverso i nostri flauti rafforzavamo gli animusi e producevamo incantesimi.
Grazie alla disparità dei numeri riuscimmo a vincere, perché come si dice in giro l’unione fa la forza!
Il nonno, grazie ad un incantesimo, riuscì a rimuovere Armonia dalla memoria della preside e grazie al portale interdimensionale la rispedì sulla Terra.
Giulia corse verso di lui e lo strinse con molto affetto, finalmente si conobbero.
Bella invece mi raggiunse per paura che mi fossi ferito e anche noi ci unimmo in un caloroso abbraccio.
Io ebbi la possibilità di diventare preside e prontamente accettai per poter continuare a vivere ad Armonia, insieme alla mia nuova compagna Bella.
Tutti noi non ci perdemmo mai di vista, io, Giulio Foglia, insieme al mio animusi Rocco, eravamo diventati i protagonisti di una fantastica ed eroica avventura!
Bellissima avventura, originale il punto di vista del nuovo insegnante! Complimenti, ragazze!
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