Ciao, sono Claudia, questo è il mio blog :) Invento storie e scrivo romanzi fantasy, benvenuti nel mio mondo!

mercoledì 19 aprile 2023

Un Giorno ad Armonia 2023 - scuola Scafidi - 1A II gruppo



 

Buongiorno, Cari Amici Lettori, torniamo ad Armonia, con i ragazzi della 1A della scuola Scafidi di Busalla (Genova).

Leggiamo insieme i nuovi racconti nati dalla mente fantasiosa di: Lamberti Riccardo, Panini Agata, Pizzorno Elisabetta e Ponte Martina.

Potete nel frattempo scaricare la raccolta dello scorso anno (qui il post per saperne di più)

(cliccate invece qui per saperne di più sul laboratorio #armonialatuastoria)


Lamberti Riccardo Luca



Un altro dì è andato, pensava Pietro ogni sera prima di andare a dormire.

Quella sera Pietro era molto assonnato e stanco, visto che tutto il giorno avevano lavorato da Filippo, lui e la sua amica insostituibile Giulia. Si precipitò a letto e non controllò il suo piccolo animusi per vedere se stava bene.

La mattina seguente Pietro era più stanco di prima perché non era riuscito a dormire a causa di continui rumori di martelli e trapani, e combinazione quei rumori erano solo vicino alla sua stanza!

Comunque, come ogni mattina, andò a salutare Giulia e Camilla, ma diversamente dal solito, non prese il suo animusi.

Pietro uscì dalle camerate e subito incontrò nel corridoio le due compagne con i loro piccoli animusi, Giulia immediatamente gli disse: "Ciao Pie! Hai delle occhiaie che sembri un animusi! Secondo me non hai dormito questa notte, dico bene o dico male?"

Pietro un po' turbato da quell’osservazione, le rispose: "Ehm… Si notano così tanto le mie occhiaie al punto da dirmi che sembro un animusi??"

Giulia interrompendo Pietro gli disse: "Pie, a parte le battute, il tuo animusi?"

Pietro la guardò ed esclamò: "Oh cavoletti di bruxelles, dove accidenti è finito il mio animusi?"

Camilla e Giulia gli risposero: "Te lo sarai dimenticato in camera, visto che sei un imbranato totale!"

Così Pietro corse con i battiti a mille in camera sua, aprì subito la porta della sua camera e…NON c'era il suo ANIMUSI! Pietro sbalordito si precipitò immediatamente da Filippo, magari lo aveva preso lui per farci delle cose.

Arrivò da Filippo e gli disse: "Prof, ti prego dimmi se hai il mio animusi, non lo trovo più."

Il prof lo guardò stupito, e gli disse: "Io non ho nessun animusi. Perché non lo trovi più?"

A Pietro scese una lacrima che cadde per terra e gli rispose: "E ora? Che diavolo può essere successo al mio piccolo animusi?"

Al Prof Filippo venne in mente una cosa molto sospetta, e disse: "Ieri sera ho visto entrare nella tua stanza un ragazzo dai capelli gialli-rossicci, corporatura magra, scarpe blu con contorni viola, non vorrei che quel furbacchione avesse rubato il tuo animusi."

Pietro diventò serio di colpo, con un tono arrabbiato gli rispose: "Sai mica come si chiama?"

E il prof gli rispose: "Non lo so, perché un ragazzo simile non l'avevo mai visto in tutta la mia scuola, ma ho pensato fosse un tuo amico."

Così Pietro irato sentì una risatina provenire da dietro alla porta, andò a osservare dentro la stanza e vide lo stesso ragazzo descritto dal professore, e lo vide accarezzare un batuffolo blu con un collare.

Pietro capì subito che era il suo piccolo animusi, così gli saltò addosso e gli disse: "Tu mi hai preso il mio animusi senza chiederlo, ora tu me lo ridai!"

Il ragazzo gli rispose: "Vabbè dai, alla fin fine è un animaletto"

Pietro gli rispose: "Scusa? È semplicemente un animaletto?"

Il prof Filippo entrò di corsa perché sentì gridare, e con un tono arrabbiato disse al ragazzo: "Perché hai l'animusi di Pietro senza neanche averglielo chiesto? E…A proposito, tu non sei di questa scuola!"

Il ragazzo gli rispose: "Sì…È vero io non sono di questa scuola, ma volevo vedere solo come erano questi…Come si chiamano?"

Il prof era arrabbiatissimo per questa azione, e gli rispose: "Senti ragazzo giallo, che sembri Homer Simpson, tu non hai il permesso di entrare in questa scuola magica e di rubare gli animusi a tutti ! Ora io ti spedisco nel tuo mondo basilare.

"Il prof prese una bacchetta magica e disse: "Bum, Bam, sparisci…ORA!"



Giulia e Camilla intanto stavano andando incontro a Pietro per vedere se aveva ritrovato il suo animusi.

Pietro le vide correre in lontananza, arrivò prima Giulia e poi Camilla e gli dissero: "Allora hai trovato il tuo animusi?"

Pietro e il prof con orgoglio risposero: "Sì, l'abbiamo ritrovato!!"

Giulia e Camilla erano felicissime, e chiesero come avessero fatto. Pietro rispose: "È una lunghissima storia." e sorrise al professore.

Panini Agata

IL MISTERO DI ARMONIA

Buongiorno,

scrivo dalla scuola di Armonia, ormai sono qui da 2 mesi,e chiunque stia leggendo non dica una parola delle cose che riferirò.

Intanto non trovo logico il fatto che tutti i miei compagni siano così tranquilli anche se ci hanno appena comunicato che noi ora siamo su un altro mondo!

Sembra tutto una farsa, sono tutti TROPPO tranquilli, ma a che prò intrappolarci tutti qui? Cosa vogliono farci credere?

Qualunque cosa stiate pensando, facendo o architettando…

Io lo scoprirò.

Oggi, a lezione di Musicomagia, ho notato che la Prof. era agitata. Si guardava intorno e una gocciolina di sudore le ha rigato il volto, prova inconfutabile di tensione, visto che il termometro segnava solo 19 gradi!

"Ehi!".

Era la mia compagna di stanza: Viola, una persona sempre troppo allegra, sgargiante e opprimente. "Cosa stai scrivendo?" mi chiede con quel suo sorriso smagliante e la maglietta arcobaleno. Anche lei potrebbe fare parte del mistero.

"Cos’è? Un diario?".

Non rispondo. Mi sta ancora sorridendo con quell’aria complice "Sto documentando.", dico io.

"Forte! Sei la cronista di scuola?"

"Passione per i misteri." Rispondo secca.

"Oh…". Speravo che quel sorriso si disintegrasse, ma avevo sottovalutato il suo livello di gioia.: "Allora a dopo compagna!!!".

Davvero irritante.

Ora proseguiamo il racconto.

Seguii la Prof., stava andando in sala riunioni, in aula c’erano tutti i Prof., mi sistemai dietro la porta a origliare.

"Dobbiamo stare in allerta dobbiamo, dobbiamo…" scoppiò in singhiozzi. Iniziai a pensare di dovermene andare, ma scoprire la verità è davvero troppo bello, scoprire di avere ragione, una sensazione davvero magnifica!

"Ci prenderà! La reputazione della scuola sarà finita! Noi e gli alunni rischiamo la vita!". Sentire la voce dei Prof. così spaventati è davvero… divertente. Ormai è chiaro che la scuola e le nostre vite sono in pericolo a causa di un mostro sconosciuto.

Ma perché nessuno ci sta avvisando? Cosa vogliono fare? Il mistero è ancora lontano dalla soluzione, ma io lo scoprirò.

Dopo non ero riuscita a indagare per via dei compiti, e di Viola. Ma più tardi, andando in biblioteca, tirai fuori un libro da uno scaffale, e scoprii un’ala segreta con una stanzina piccola, buia, impolverata e umida. Davvero molto accogliente. C’era una poltroncina con una lampada sopra, davanti un tavolino di vetro tutto impolverato con sopra un libro di creature mostruose, doveva essere un libro bandito dalla scuola.

Questa scuola inizia davvero a piacermi.

Notai che il libro, oltre a essere aperto sulla pagina dei “mutaforme”, era, al contrario di tutto il resto, perfettamente pulito, nemmeno un granello di polvere, questo porta a una sola spiegazione…

In questa scuola c’è un mutaforme che sta cercando di ucciderci. Le mie ricerche stanno continuando, oggi sono tornata in biblioteca e ho stampato la pagina sui “mutaforme”.

Sono creature veramente agghiaccianti di cui bisogna sempre diffidare e il mostro potrebbe essere CHIUNQUE in questa scuola.

Mentre stavo leggendo e rileggendo quella pagina sul mutaforme, notai che sullo sfondo dello scritto c’era… Una MAPPA! Una mappa che riconobbi chiaramente! La mappa della scuola! E la croce rossa indicava l’aula di botanica!

Il mistero è ormai vicino alla risoluzione!

Andai nell’agraria scolastica e vidi la Prof. di botanica mutarsi! Io da sola non potevo sconfiggerla. Allora a malincuore andai a chiamare Viola che, terrorizzata ma felice che le avessi chiesto aiuto, accettò l’ “invito”. Purtroppo non eravamo ancora abbastanza forti! Voleva radere al suolo la scuola. Non potevamo salvarci. Evacuammo la scuola e attraversato il portale mentre vedevamo la scuola in fiamme.

Devo ammettere di aver giudicato male la scuola.

Era davvero piena di misteri e molto, molto terrificante.

Iniziavo a non sopportare più tutta quell’allegria, ma adesso è davvero tutto perfetto.

Pizzorno Elisabetta

Era una calda e ventilata mattina di inizio estate e Giulia stava dormendo. A svegliarla fu una vocina dolce e tenue, aprì gli occhi molto lentamente e vide un volto sconosciuto: occhi verdi, capelli biondi e lineamenti dolci. Giulia, a fatica, si mise seduta sul letto ancora tutta assonnata, ad ascoltare la nuova arrivata: si presentò, si chiamava Elisa Ranieri ed era la figlia di un vecchio studente. Sembrava simpatica e timida allo stesso tempo, molto determinata e precisa.

Infatti Elisa arrivò subito al punto e le disse: "Gli animusi sono scomparsi!".

Giulia non ci volle credere, appoggiò il suo viso ancora assonnato sul cuscino bianco e morbido e si mise a piangere. Elisa cercò di consolarla in tutti i modi, ma la compagna era davvero giù di morale.

Si fece coraggio, si alzò e veloce come la luce andò a cercare Pietro. Arrivò nella sua stanza e lo svegliò bruscamente perché era molto agitata.

Pietro si svegliò di soprassalto tutto rosso e preoccupato: Giulia gli raccontò del fatto avvenuto e Pietro si alzò subito dal letto, andarono a cercare la preside Orchestri che si trovava nel suo ufficio. Già dal corridoio sentirono che stava parlando con il professore Filippo della scomparsa degli animaletti. "Sanno già tutto!" disse Giulia con un tono molto alto di voce.

Si recarono tutti nel cortile della scuola insieme agli altri alunni, i quali, in poco tempo vennero a sapere dell'accaduto.

La preside Orchestri fece un annuncio a tutta la scuola e disse: "Purtroppo questa notte è avvenuto un fatto mai successo nella scuola di Armonia: gli animusi sono scomparsi! Si prega ogni ragazzo di cercare il proprio animaletto. Grazie."

Tutti i ragazzi si misero all'opera per cercare i poveri animaletti sperduti. Mancava solo uno studente: Arci, il suo amico del cuore. A Giulia venne un dubbio, ma essendo il suo migliore amico, non poteva pensare che fosse stato lui a rapirli, neanche per sogno. Non si fece distrarre e continuò incessantemente a cercare Ciccio ( il suo animusi).

Continuò e continuò a cercare, ma di Ciccio non vi era traccia. Andò da Pietro che aveva già trovato il suo animaletto. Probabilmente qualcuno volle fare il simpaticone e aveva nascosto tutti gli animaletti in giro per la scuola. Giulia, più sollevata, non si fece distrarre: voleva trovare a tutti i costi il suo Ciccio.

Aveva un altro sospetto: Elisa, la perfetta sconosciuta, conosciuta qualche ora prima. Le sembrava molto strano che fosse andata proprio lei nella sua stanza per svegliarla e dirle che gli animusi erano scomparsi.

Allora Pietro cercò di consolarla: "Tranquilla piccola troveremo anche Ciccio". Giulia si tranquillizzò un poco nel sentire le dolci parole del suo Pietro. Non cercarono solo in cortile ma anche nelle camerate dei ragazzi.

A quel punto, dopo che era passato un bel po’ di tempo, Giulia iniziò a preoccuparsi seriamente e iniziò a temere il peggio.

Era già arrivata l'ora di pranzo, ma Giulia non aveva proprio fame perché era molto agitata per il suo animusi ancora sperduto. Mangiò un boccone di focaccia con le verdure, la ingoiò lentamente cercando di non pensare per un attimo a Ciccio.

Il pomeriggio proseguì sempre cercando l'animaletto e stando insieme a una perfetta sconosciuta arrivata da poco. Giulia quel giorno saltò anche gli allenamenti di Tornado da quanto era concentrata e volle anche ispezionare il misterioso lago di Armonia: purtroppo vide solamente acqua verde, misto blu e il riflesso del suo viso molto triste e cupo .

Erano passate circa 16 ore dalla scomparsa degli animaletti e Giulia iniziò a cedere. Si mise le mani tra i suoi capelli rossi e folti, cadde a terra, appoggiò le ginocchia sull'erba bagnata e iniziò a piangere, come non aveva mai fatto. Arrivò Pietro che con un abbraccio dolce e caldo risolse la situazione.

Intanto Elisa aveva un sorriso stampato sul viso, malefico e irritante. Nel pomeriggio ella andò a fare una passeggiata con Filippo, visto che era esperto di animusi. Lui le raccontò molte cose sulla scuola e sulla nuova arrivata Elisa Ranieri: le disse che era molto ricca perché il padre dopo gli studi ad Armonia aveva fatto molta carriera, ma spesso alzava la voce e le mani nei suoi confronti. Giulia, pensando fosse stata Elisa, esclamò: "Gli animusi!"

"Stai tranquilla Giulia non è stata lei a rapirli l’ abbiamo già perquisita!" disse Filippo .

Dopo la lunga passeggiata all'aperto i due tornarono ad Armonia . Giulia era più sollevata, ma sempre molto in ansia.

Andarono nella sala esperimenti a cercare per l' ultima volta Ciccio e videro ….

Elisa!

Era proprio lì insieme al suo Ciccio, stava per fargli una puntura, probabilmente era qualcosa di pericoloso. Giulia si affrettò a chiamare la preside Orchestri che in un batter d'occhio fu da lei.

Rimasero tutti un secondo fermi a guardare , Elisa era preoccupata, arrabbiata e imbarazzata .

Giulia prese Ciccio e lo abbracciò contenta. Elisa Ranieri fu espulsa immediatamente dalla scuola di Armonia

Visto che era arrivata sera, Giulia disse al suo animusi: "Non ti abbandonerò mai più".

Lui le diede una leccatina al viso in modo affettuoso. Dopo cena Giulia era stanchissima dopo questa giornata intensa e insieme al suo Ciccio, si mise sul letto, si rimboccò le coperte e si addormentarono entrambi.

Ponte Martina

Ciao, piacere, mi chiamo Camilla e ieri stavo dormendo nel mio letto con accanto Sofi, il mio gattufo, mentre la mia amica Giulia si era già svegliata per andare a fare la prima lezione del giorno: ginnastica.

Io non sarei andata perché ero malata, avevo la febbre e un mal di testa terribile.

Appena Giulia uscì il silenzio mi avvolse come un velo e io sentii una sensazione di felicità dentro di me che voleva esplodere, ma c’era qualcos’altro che voleva uscire, avevo mal di pancia, dovevo vomitare!

Tralasciando questa orribile esperienza tornai dai bagni comuni un po’ affaticata, aprii la porta, la chiusi e mi rimisi a dormire.

Qualche minuto dopo il mio animusi mi svegliò bruscamente e io mi alzai di scatto, dalla finestra vidi di sfuggita la professoressa Diana che correva con qualcosa in mano: era il flauto della preside!!!

Io mi fiondai alla finestra e la aprii, saltai fuori sulla terrazza con in mano Sofi e cominciai a correre dietro la professoressa, lei mi aveva visto e saltò giù dalla terrazza rotolandosi sull'erba come un ninja.

Passammo davanti alle stalle e lei entrò velocissima, io feci lo stesso e la trovai distesa a terra stordita con vicino Filippo che aveva in mano il flauto della preside e una padella: l’aveva colpita e le aveva rubato il flauto di mano!

Filippo vedendomi cominciò a correre anche lui ed entrammo nel campo da Tornado.

Ci facemmo strada tra i giocatori e ci trovammo faccia a faccia, sembravamo due banditi.

A un certo punto, lo persi di vista perché un giocatore ci passò in mezzo, io mi guardai intorno tra la folla e lì mi resi conto che non stavo più male e anzi, stavo meglio di prima!

Non mi soffermai a lungo a pensare perché vidi che Filippo era entrato nell’orto.

Appena entrai il signor Giorgio sbucò da dietro e mi immobilizzò stringendomi fortissimo tra le sue braccia, poi Filippo mi premette una mano sulla bocca per non farmi urlare e mi infilarono dentro un sacco di juta.

Ero nel panico, non sapevo cosa fare.

Cominciai a dimenarmi quando mi sentii appoggiare a terra, mi fecero uscire dal sacco e io un po’ traballante mi sedetti su una sedia, loro mi legarono ad essa e mi puntarono in faccia una luce come negli interrogatori.

- Ascolta Camilla, dobbiamo dirti una cosa molto importante sulla preside e su Diana, la tua professoressa.

Io non capivo niente, volevo solo andarmene da lì però Filippo continuò:

- Diana ha ucciso la preside con un veleno molto potente, avevamo fatto una riunione dove avevamo deciso che quando la preside sarebbe morta Diana avrebbe preso il suo posto. Lei però non voleva aspettare e questa mattina l’ha uccisa facendole bere del tè avvelenato.

- Ma come, com’è successo, non è possibile… non lo dirò a nessuno prometto, prometto… prometto!

Qualcuno mi scosse, mi sentii chiamare, era Giulia, io aprii gli occhi, ero svenuta nei bagni e mi ero sognata tutto!

- Sono così stanca - dissi a Giulia - Ho più mal di testa di prima, mi fa male la gamba e la spalla.

- Infatti hai due bei lividi proprio lì, dai, ti do una mano a tornare in stanza, aggrappati alla mia spalla.

- Grazie Giulia! Ti adoro!!!

Salimmo le scale come due ubriache io aggrappata e lei e lei aggrappata a me. Nel tragitto davanti alla porta della nostra camera trovammo Filippo ad aspettarci e anche lui mi diede una mano a sdraiarmi sul letto.

Lì vicino a me vidi anche Sofi che stava dormendo tra le coperte.

Io stetti tutto il giorno in camera mia a giocare con Sofi e a cena Giulia e Pietro mi prepararono una minestra buonissima: sono proprio ottimi amici!!!

Complimenti ai ragazzi e grazie per averci raccontato queste nuove avventure!
A presto
Claudia

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