Ciao, sono Claudia, questo è il mio blog :) Invento storie e scrivo romanzi fantasy, benvenuti nel mio mondo!

martedì 3 maggio 2022

Un Giorno ad Armonia - Bernardi Gioia

 


 

Buongiorno, Cari Amici Lettori, oggi torniamo insieme ad Armonia,

leggiamo la storia di Gioia.

(dalla classe 1^D, scuola Pilonato di Vo', PD)

(cliccate qui per saperne di più sul laboratorio #armonialatuastoria)

 Bernardi Gioia

ARMONIA, UNA SCUOLA SPECIALE



Gioia era una ragazza come tutte, capelli ricci, castani con le lentiggini e porta gli occhiali; ma non riusciva a decidere in che scuola superiore andare. A lei piaceva molto la musica, tuttavia aveva anche la passione per gli animali e la natura, quindi non sapeva decidere, ma una sorpresa la attendeva.

“Buongiorno a tutti, io sono la preside di Armonia, una scuola dove si impara a suonare e ad accudire degli animali. Vi lascio qui un volantino, se deciderete di iscrivervi alla scuola di Armonia.”

Il volto di Gioia si illuminò.” Questa è la scuola che fa per me!” così prese subito il volantino. Era ufficiale lei sarebbe andata ad Armonia e nessuno lo avrebbe impedito.

L’estate volò via e finalmente arrivò il momento di vedere la nuova scuola. Dopo aver attraversato una porta verde e un piccolo corridoio arrivarono ad Armonia

È bellissima!” disse Gioia, “c’è un grande prato, delle stalle, e un enorme edificio, nel primo piano del quale, c’è una grande sala, dove si mangia, poi nel piano superiore ci sono delle le camerate, dove si dorme”.

Gioia arrivata nella sua camerata conobbe la sua compagna di stanza Alice, una ragazza dai capelli lunghi lisci e castani, poi trovò la sua divisa sopra il suo letto, subito la indossò e poi aspettò Alice per andare a prendere i loro animaletti. Andarono direttamente alle stalle.

Lì Alice e Gioia incontrarono un professore di nome Filippo, che consegnò loro delle borse dove tenere le uova e un flauto dolce, dicendo: “Per farle schiudere dovrete suonare per loro.”

Gioia era molto confusa, “Suonare per loro?” ma senza dire niente lei iniziò a suonare per l’uovo.

Dopo qualche ora, Alice notò nel suo uovo una crepa, e andò nel panico quindi chiese cosa fare a Gioia; lei le rispose “dobbiamo andare subito alle stalle da Filippo!”.

Corsero fino alle stalle, lì trovarono Filippo che disse loro: “Non preoccupatevi, si sta solo schiudendo.” E poi disse rivolto ad Alice: “devi suonare per lui.”

Dopo qualche minuto uscì dal guscio una specie di criceto con le ali e zampe di gallina! Gioia e Alice non capivano niente, anzi erano spaventate, Filippo le calmò e disse: “è un animusi”

Gioia confusa disse: “a… che?”.

Filippo sorrise e le disse: “sono un insieme di due animali, che si nutrono solo di musica.”

E poi se ne andò. Ora Gioia anche se frastornata capì meglio.

“Milo!” esclamò Alice “lo chiamerò Milo!” ma appena Alice si girò vide una specie di gatto con le ali e delle strisce nere, ed esclamò: “Gioia il tuo animusi!”.

Lei si girò e le sorrise, dicendole: “Lei è Lea, e credo sia un gattufo”.

“Non ti sembra un po’ strano?”

Gioia le chiese: “Che cosa?”

“Il tuo gattufo, ha le strisce!”

“Sì, e allora?”

Lei rise e le disse: “Sembra quasi una tigre.”

Poi arrivò Filippo, che con uno sguardo preoccupato chiese: “Ragazze, di chi è quell’animusi?”

“Mio, perché?” chiese preoccupata Gioia.

“Perché non è un animusi da compagnia, ma è un tigrallo! Di sicuro ci sarà un errore!”

“Non può esserci un errore” disse Gioia.

Allora Filippo si spiegò meglio, dicendo “il tigrallo è un animusi molto aggressivo e difficile da accudire, non può essere stato assegnato ad una alunna di prima superiore!”

Gioia non sapeva che fare, e guardando triste Lea disse “Lei non può essere aggressiva, giusto?” cercò conforto nell’amica.

Allora lei disse “Di sicuro neanche troppo docile, ma…” poi disse rivolta a Filippo “… e se la addestrassimo, con il tuo aiuto?”

“Mmm… non sarà facile” disse quasi con un filo di voce Filippo. Ci fu un momento di silenzio e poi Filippo disse “è ora di pranzo! Voi andate e non pensateci, ne parlerò io con la preside, ma fino ad allora mi terrò io il tigrallo!”

Gioia annuì e raggiunse Alice. A pranzo Gioia fece un sacco di nuove conoscenze in particolare li erano piaciute: Samara una ragazza alta capelli mossi, lunghi e biondi e occhi azzurro cielo e Ginevra capelli lisci corti e rossi con occhi nero intenso; invece non le era piaciuta Isabella una ragazza arrogante ed egoista, con capelli a caschetto castani e occhi color marroncino chiaro. Per pranzo mangiarono molte verdure e si presentarono tutti i professori: il signor Giorgio un signore anziano, si presentò dicendo “Buon giorno a tutti e benvenuti ad Armonia, io nel vostro percorso vi insegnerò come prendervi cura delle piante, attraverso varie melodie suonate con il flauto dolce.”

Gioia era confusa, “ prendersi cura delle piante attraverso delle melodie, ma come è possibile!?”

Poi, subito dopo, si presentarono tutti gli altri professori e Gioia ne fu ancora più stupita, aveva sentito materie come Musicomagia o la teoria della Musicomagia. Era sorpresa da tutto ciò ed era senza parole.

Finito il pranzo, Gioia non smetteva di pensare a Lea, allora ideò un piano. Samara avrebbe distratto Filippo, Ginevra avrebbe fatto da guardia e Alice e Gioia avrebbero preso Lea.

Dopo qualche minuto il piano era già in atto, Samara aveva distratto Filippo e Alice e Gioia stavano prendendo Lea, ma sentirono dei passi ed andarono del panico, era Isabella!

Sapeva del loro piano e le aveva seguite, lei le guardò e disse “non dirò nulla a nessuno, ma voi dovrete liberarvi di Lea!”

“Mai” disse Gioia, poi fece cenno ad Alice di allontanarsi e andarono da Ginevra per spiegarle tutto e così fecero.

Dopo un po’ arrivò Samara che con uno sguardo preoccupato disse “Ragazze, Filippo ci ha scoperto, Isabella ha detto a lui tutto e ora dobbiamo andare dalla preside”

“Che cosa!? Non è possibile!” disse Gioia.

Poi arrivò Filippo che disse “ Ragazze sono molto deluso dopo quello che avete fatto, ma… vi capisco, anche io farei di tutto per un animusi, quindi non ho detto nulla alla preside.”

Per questa volta le ragazze l’avevano scampata, ma Gioia non si arrese e ideò un altro piano, ma stavolta in modo leale e giusto. Dopo alcune lezioni, Gioia corse in biblioteca per cercare informazioni su cosa mangiassero i tigralli e notò una scala musicale molto difficile da eseguire, quindi si mise a suonare per tutto il pomeriggio senza mai fermarsi.

La sera, dopo cena, Gioia spiegò tutto alle sue amiche, che ovviamente la supportarono, e poi corse fino alle stalle per chiamare Filippo e chiese a lui “Filippo sei qui?”

“Sì, sono qua” rispose.

“Ti di devo chiedere una cosa.”

“Dimmi tutto.”

“Vieni nell’ufficio della preside e porta anche Lea”.

Filippo annuì e poi seguì Gioia che corse fino all’ufficio della preside, bussò ed entrò seguita da Filippo e Lea, dicendo “Buongiorno sono Gioia Bernardi e sono venuta a mostrarle che mi so prendere cura di un tigrallo.”

Poi, fece cenno a Filippo di mettere davanti a lei Lea. Gioia iniziò a suonare e sia la preside che Flippo ne rimasero incantati.

Dopo aver finito di suonare la preside disse “Brava, ti sei dimostrata, molto affidabile nel prenderti cura del tuo animusi, Lea potrà rimanere con te.”

Gioia felicissima prese Lea e corse fino alla sua stanza per spiegare cosa fosse successo ad Alice. Le ragazze molto felici per la nuova scuola caddero in un sonno profondo, questa giornata le aveva proprio sfinite. Insomma, gli animusi, la Musicomagia e le melodie incantate si possono solo trovare ad Armonia, una scuola veramente speciale.

Ringraziamo Gioia per la bellissima storia, ben strutturata e molto avvincente, brava!

A presto, per un nuovo viaggio ad Armonia,

Claudia :)


Nessun commento:

Posta un commento