Ciao, sono Claudia, questo è il mio blog :) Invento storie e scrivo romanzi fantasy, benvenuti nel mio mondo!

mercoledì 4 maggio 2022

Un Giorno ad Armonia - Buzau Martina - Callegaro Emma


 

Buongiorno, Cari Amici Lettori, oggi torniamo insieme ad Armonia,

leggiamo le storie di Martina ed Emma.

(dalla classe 1^D, scuola Pilonato di Vo', PD)

(cliccate qui per saperne di più sul laboratorio #armonialatuastoria)

 Buzau Martina



Il grande giorno è arrivato. Oggi è il 13 settembre, ed è il mio primo giorno di scuola ad Armonia. Sono molto agitata perché non conosco nessuno.

Appena sono arrivata, guardando un po' i ragazzi, ho subito notato una ragazza diversa dagli altri. È magra e alta, ha i capelli corti davanti e lunghi dietro e si veste da maschiaccio. Avvicinandomi ho provato a salutarla, ma mi ha interrotto la campana della scuola. Appena sono entrata ci hanno fatto fare il tour della scuola.

Quando abbiamo finito il tour, ci hanno portato in una sala enorme e colorata dove a noi studenti è stato dato un foglio con gli orari delle lezioni. Ho notato delle lezioni strane come Musicomagia, Pallasuono e Tornado. A un certo punto, la preside Orchestri, ha iniziato a parlare della scuola in generale e ha presentato i professori.

Subito dopo aver salutato i genitori, il professore Filippo ci ha portato alle stalle e ci ha detto: «Buongiorno ragazzi, come avrete capito dalla preside, io sono il professore Filippo ma chiamatemi solo Filippo. Io vi insegnerò ad accudire i vostri animusi.»

Sono un po' perplessa al riguardo; animusi? Musicomagia? Insomma, non capisco più niente. All’improvviso, ho sentito il mio nome arrivare da Filippo. Mentre sto andando da lui ho visto quella strana ragazza sorridermi e ho fatto lo stesso. Filippo mi ha dato una borsa soffice dove avrei dovuto mettere il mio uovo finché non si fosse schiuso. Guardando dietro di me, ho visto un prato enorme che sembrava infinito, ho deciso di allontanarmi dagli altri e andare a sedermi sul prato.

A un certo punto, ho sentito qualcuno dirigersi verso di me; è la ragazza di prima. Si è messa vicino a me e ha detto: «Ciao, io mi chiamo Giulia. Ho visto che sei molto perplessa al riguardo degli animusi. Se vuoi ti posso dare una mano visto che per me questo è il secondo anno.»

Io le ho risposto: «Ciao, io mi chiamo Martina. Sì, sono un po' confusa, un aiuto non mi farebbe male, comunque grazie.»

Improvvisamente abbiamo sentito Filippo chiamarci. A un certo punto ha detto: «Ok ragazzi, ora che vi ho dato l’uovo vi dirò di cosa si nutrono. Gli animusi sono creature magiche incrociate fra due animali, come per esempio un topogallo è un topo incrociato con un gallo, si nutrono solo di musica. Per stasera basta che suoniate con il flauto ora e prima di andare a dormire. Grazie ragazzi e a domani mattina.»

Il giorno seguente, dopo aver fatto colazione e suonato per il mio uovo, la professoressa Severini ci ha insegnato la storia della Musicomagia in un’aula molto piccola e piena di scaffali con libri di musica. Improvvisamente ho sentito un rumore che viene dal mio uovo; si sta schiudendo! Ho alzato la mano per dirlo alla professoressa e mi ha mandato da Filippo.

Mentre sto correndo ho sentito degli scricchiolii e ho visto un occhione dalla crepa. Appena arrivata alle stalle ho visto Filippo dare da mangiare ad alcuni animusi e gli ho detto: «Filippo il mio uovo di sta schiudendo!»

Filippo mi ha risposto: «Ok, stai calma, ora suona un brano a tua scelta per aiutarlo ad uscire e poi dammelo.»

Ho iniziato a suonare il mio brano preferito e… l’uovo si è schiuso! L’ho dato a Filippo e mi ha detto «Martina, hai trovato un canorso ed è femmina!» Io continuo a non capire però a vederlo è veramente carino. Ho deciso, la chiamerò Akira!

Sono andata in classe e tutti si sono avvicinati a me per vedere Akira.

Dopo qualche settimana Filippo ci ha fatto costruire con la Musicomagia le cucce per i nostri animusi. La mia è super colorata e spaziosa e sembra anche molto comoda.

Dopo due mesi sono arrivati tre nuovi studenti, Matteo, Marco e Alice; da quel giorno sono diventati i miei nemici. Ogni giorno prendono in giro me e Akira.

Un giorno, nel cuore della notte, non ho visto più Akira nella sua cuccia. Quindi, sono corsa subito da Giulia dicendole: «Giulia, Giulia, è scomparsa Akira!»

Giulia mi ha risposto: «Ok, stai tranquilla che domani mattina la ritroverai. Ora vai a dormire e stai tranquilla.»

«Come faccio a stare tranquilla!» Le ho detto.

Ma sono andata a dormire sperando di ritrovarla domani mattina.

Appena svegliata, mi sono ritrovata in faccia Alice che mi ha detto: «Ho sentito che hai perso il tuo stupido canorso, beh io so dov’è e per riaverlo dovrai fare delle sfide.»

Io le ho risposto: «Che cosa!? Ma sei impazzita per caso!?»

Lei mi ha risposto che non avrei dovuto dire niente a nessuno altrimenti non me lo avrebbe ridato.

Io le ho detto: «Va bene, ma che sfide devo fare?»

Lei mi ha risposto «1: devi andare nella mensa e prendere le caramelle di nascosto. 2: devi andare nelle serre del signor Giorgio e prendere il fiore più raro che c’è. E infine devi rubare il flauto di Giulia e portarmelo.»

Mi sono sentita molto confusa, arrabbiata e agitata però mi sono diretta verso la mensa e cercando di distrarre la cuoca ho preso le caramelle. Poi sono andata nelle serre e ho preso il fiore più raro, non solo della serra, ma di tutta la scuola! E infine, ho raccontato a Giulia il fatto del flauto dicendole che dopo in qualche modo sarei riuscita a riprenderlo e così me l’ha dato.

Ho portato tutto ad Alice e mi ha detto «Mhh… Pensavo non ce l'avresti fatta. Soprattutto l’ultima… Va bene. Tieni il tuo stupido animusi.»

Sono molto felice di avere di nuovo tra le mie braccia Akira, però devo prendere il flauto di Giulia.

La notte, quando Alice stava dormendo, ho preso il flauto e l’ho restituito a Giulia.

E così ho continuato l’anno in questa scuola bellissima.

 Callegaro Emma

LE AVVENTURE DI GLORIA



Gloria era una ragazza alta, magra, con i capelli marroni e con un carattere gentile. Frequentava la terza media quando i suoi genitori morirono in un incidente stradale a soli tre giorni dal momento di scegliere la scuola superiore dove sarebbe andata.

Gloria andò a vivere dai nonni materni a cui era molto legata. Era molto triste per la sua perdita, ma allo stesso tempo in ansia per la scuola che avrebbe scelto, così iniziò a pensare alle scuole più famose di cui aveva sentito parlare. La prima che le venne in mente si chiamava Armonia. Così andò in cerca del nonno e gli chiese: “Nonno conosci una scuola che si chiama Armonia?”

“Sì, la conosco, era la scuola che frequentavano i tuoi genitori.”

“Com'è questa scuola, cosa si studia e dove si trova?”

Il nonno le rispose: “Scusa, non posso dirtelo, però lo scoprirai.”

Allora Gloria iniziò a porsi delle domande: - Perché il nonno non può dirmelo? Sarà una scuola come tutte le altre? -

Intanto quei tre giorni passarono molto velocemente, tra i pensieri per la morte dei genitori e quelli per la scelta della scuola.

Arrivato il grande giorno, Gloria si alzò di fretta perché voleva avere un po’ di tempo in più per vestirsi, si mise una gonna bianca e una maglietta nera e si fece accompagnare a scuola da suo nonno.

Gloria, andò nel salone della palestra dove c'erano i suoi compagni.

Arrivò la preside e disse: “Buongiorno a tutti oggi è il grande giorno, ricordatevi che questa scelta durerà per tutta la vita… Va bene, adesso iniziamo!”

Gloria era la prima e andò dalla preside di Armonia. Arrivata lì, la preside fece le condoglianze per la morte dei suoi genitori e disse: “Va bene, adesso fammi sentire qualcosa con il flauto.”

Gloria rispose: “Cosa vuole che le faccia sentire?”

La preside rispose: “Quello che vuoi tu.”

Allora Gloria prese il flauto e suonò una melodia strabiliante, formata da sole note acute.

La preside disse: “Sei davvero brava, come lo erano i tuoi genitori.”

Gloria rispose: “Grazie” e la preside: “Ora puoi tornare di là con i tuoi compagni”. Allora Gloria se ne andò.

Alla fine Gloria scelse Armonia.



Arrivato il giorno di andare, il nonno la portò molto presto, così avrebbe avuto il tempo di fare il giro della scuola e di andare nella sua camera da letto per sistemare i suoi vestiti. Andato via il nonno, Gloria entrò e vide subito la preside Orchestri che le faceva segno di andare verso di lei. Gloria si avvicinò alla preside e disse: “Buongiorno.”

La preside rispose: “Buongiorno anche a te, credevo che non venissi in questa scuola, perché non ti ho vista all'open day”.

Gloria rispose: “Ho avuto degli impegni quel giorno”. La preside disse: “Intanto ti faccio vedere dove dormirai”.

La preside accompagnò Gloria nella sua stanza. Appena la preside se ne fu andata, Gloria chiuse la porta della sua stanza e si guardò attorno: era una delle solite stanze con due letti, una sedia e una scrivania.

Finito di disfare i bagagli, uscì dalla stanza e si diresse verso il lago, restò lì per un quarto d'ora, poi alle otto guardando la piantina della scuola si diresse nell’aula del professor Filippo.

Arrivata nell’aula, si sedette in un banco in prima fila. Cinque minuti dopo, entrò il professor Filippo e gli altri ragazzi.

La prima cosa che le diede fu un uovo, alcuni ce l'avevano bianco, altri giallo invece Gloria ce l'aveva grigio.

Poi Filippo chiese: “Tutti sanno che cos'è un animusi e come si nutre?”.

Tutti alzarono la mano per rispondere, a parte Gloria.

Allora Filippo disse: “Un animusi è un incrocio fra due animali e si nutre con la musica”.

Allora Gloria pensò fra sé e sé: “Com'è possibile che si nutrano solo con la musica e siano un incrocio fra due animali?”, ma i suoi pensieri furono interrotti dalla campanella, quindi si doveva passare alla prossima lezione.

Gloria passò alla lezione di botanica e artigianato condotta dal professor Giorgio. All’inizio fece fare un po’ di teoria, insegnando melodie da suonare per far crescere una pianta; poi iniziarono la pratica con una rosa. Gloria se la cavava piuttosto bene invece gli altri compagni andarono piuttosto male.

Finalmente era suonata la campanella, e adesso avevano due ore di pausa. Gloria andò al lago Sussurrante, si sedette sul prato, prese il flauto di legno e iniziò a suonare una melodia che le aveva insegnato sua madre per il suo animusi, Gloria si rattristò quando sentii dei ragazzi che la prendevano in giro per il colore del suo uovo, ma continuò a suonare finché non vide una crepa sul suo uovo. Allora corse da Filippo per mostrargli l'uovo.

Arrivata alle stalle, Gloria si mise a cercare Filippo dappertutto, lo trovò nell'aula a fare lezione. Gloria bussò alla porta facendogli vedere l'uovo con una crepa, allora Filippo disse: “Suona insieme a me questa melodia.”

Gloria fece cenno di sì con la testa e iniziarono a suonare, finché l’uovo non si schiuse. Gloria guardò con stupore l'animusi, invece Filippo rimase incantato.

Poi lo prese e lo portò dalla preside, ma Gloria chiese a Filippo: “Perché stai correndo e hai portato con te l'animusi?”

Filippo le rispose “Perché il tuo animusi è un tartaceronte, un animusi da combattimento non da compagnia!”

Arrivati dalla preside, Filippo entrò, invece Gloria rimase fuori dall'ufficio, ma riuscì ad ascoltare quello che dicevano. Ascoltando, Gloria aveva sentito la preside dire a Filippo “È molto raro che l’uovo di un animusi da combattimento venga scambiato per un uovo di un animusi da compagnia, ma come è possibile?”, poi aveva aggiunto, “quando si affida un animusi a una persona non si possono più separare.”

Dopo dieci minuti Filippo uscì dalla stanza e restituì il tartaceronte a Gloria e le disse che poteva andare a divertirsi.

Gloria, allora, ritornò all'esterno e cercò un posto per pensare. Si accorse che era tutto silenzioso e poco affollato allora si guardò intorno e vide un bosco. Si addentrò nel bosco e vide una roccia, si sedette sopra, iniziò a guardare il tertaceronte e pensò al nome che gli avrebbe dato. Ci pensò molto, ma alla fine il nome del tartaceronte sarebbe stato Cara.

Dopo qualche minuto, Gloria sentì dei rumori, si girò e vide un troll. Gloria, quando lo vide prese uno spavento. Il troll era alto, bruttissimo e puzzava come il letame. Gloria prese il flauto e suonò delle melodie a caso per stordirlo e intanto Cara lo colpiva violentemente, finché il troll non morì.

Andò subito a chiamare la preside e la portò nel posto in cui era successo il fatto e le fece vedere il corpo del troll senza vita.

La preside le disse: “Credo che questo sia un caso isolato e non ce siano più nelle vicinanze della scuola, comunque sei stata così coraggiosa che alla fine dell'anno ti daremo una medaglia per il tuo coraggio!”

Gloria rispose: “Grazie signora preside!”

“Adesso ritorna a lezione”.

Gloria ritornò a lezione.

Quando si sedette notò che tutti la guardavano con ammirazione.

Ringraziamo Martina ed Emma per le loro belle storie, avventurose e ben scritte, brave!

A presto con nuovi racconti!

Claudia         

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