Ciao, sono Claudia, questo è il mio blog :) Invento storie e scrivo romanzi fantasy, benvenuti nel mio mondo!

mercoledì 25 maggio 2022

Un Giorno ad Armonia - Dagna Beatrice - Mosè Cristian - Rinaldi Matilde - Fazzari Nicola - Solis Figouroa Gabriele -Fe Lorenzo - Saporito Nicolò


 

Buongiorno, Cari Amici Lettori, oggi torniamo insieme ad Armonia,

leggiamo le storie di Beatrice, Cristian, Matilde, Nicola, Gabriele, Lorenzo e Nicolò

(dalla scuola Ungaretti di Serra Riccò, GE)

(cliccate qui per saperne di più sul laboratorio #armonialatuastoria)

Dagna Beatrice - Mosè Cristian - Rinaldi Matilde



Martina si stava preparando per il suo primo giorno di scuola ad Armonia.

Lei era una ragazza molto timida, aveva i capelli nero cenere, l’occhio sinistro era grigio e quello destro rosso rubino.

Uscì dal dormitorio per partecipare alla sua prima lezione: Chimica di note, una lezione dove si impara a suonare unendo più note con la magia. Martina si recò in aula e si sedette al penultimo banco. Proprio vicino a lei si sedette un ragazzo biondo, con gli occhi color nocciola. Era molto più alto di lei.

Iniziarono a guardarsi ed il ragazzo le sorrise. Martina, per l’imbarazzo arrossì. Suonò la campanella ed entrò la professoressa Gloria Orchestri, così iniziò la lezione.

Ad un certo punto Martina si sentì osservata, si girò di scatto e vide che il ragazzo seduto accanto a lei la stava fissando.

Finita l’ora lei si recò in giardino, si sedette su una panchina ed iniziò a leggersi gli appunti della lezione. Dopo qualche secondo sentì una mano poggiarsi sulla spalla, si girò e vide il ragazzo biondo sorriderle: “Ciao, come va?”

Martina era impietrita. Lei era molto timida, ma riuscì a parlare: “Bene…” la sua voce era un po’ tremolante, così il ragazzo si presentò: “Sono Nicolò Darni e tu?”

“Io sono Martina… Martina Basso.”

Poi Nicolò guardandola vide che un occhi era ricoperto da una ciocca di capelli, lui incuriosito con una carezza spostò la ciocca di capelli.

Sgranò gli occhi e vide un occhietto rosso rubino che lo fissava. Martina bruscamente tirò indietro la sua mano ricoprendo l’occhio. “Tranquilla il tuo occhio e molto carino!”

Martina rimase in silenzio.

“Diventiamo amici?” lei annuì con la testa.

Entrambi, poi, si precipitarono alla lezione sugli animusi.

Il professor Filippo iniziò a spigare: “Dovete suonare con il vostro strumento perché gli animusi si nutrono di Musicomagia. Abbiatene cura!”.

La giornata era finita e i due ragazzi tornarono ognuno nel proprio dormitorio. Martina ripensava alla giornata appena trascorsa. Prese il suo uovo, lo mise sulle sue gambe ed iniziò a suonare una melodia con il suo tamburello.

Per la stanchezza smise di suonare e si addormentò. Passati dei mesi e qualche giorno Martina si era ambientata ad Armonia e passava sempre molto tempo con il suo migliore amico Nicolò. Una mattina Martina trovò il suo uovo schiuso, preoccupata si diresse verso l’unica persona a cui poteva chiedere aiuto: Nicolò.

Si precipitò da lui. “Nicolò, aiutami, non trovo più il mio animusi!”

“Ma come! Si è già schiuso?”.

Lei annuì, “A quanto pare si è schiuso mentre dormivo.”

Martina e Nicolò si prepararono e si ritrovarono in giardino. Perlustrarono ogni zona del giardino centrale poi Martina era andata a cercare nelle gradinate, mentre Nicolò andò a cercare nelle stalle. Entrambi andarono insieme nel boschetto, ma nulla.

Martina si sedette per terra piangendo, “Non sono all’altezza di fare nulla!!”

Nicolò l’abbracciò “Martina stai tranquilla. Insieme lo ritroveremo.”

Martina lo ringraziò. Nicolò stava guardando ammaliato Martina che aveva appena finito di piangere. Nicolò le si avvicinò e le poggiò una mano sulla guancia togliendo le lacrime rimaste. Martina gli sorrise, poi lei percepì del calore sulle proprie labbra. Lei sussultò, Nicolò la stava baciando.

“Mi sei sempre piaciuta, sin dal primo giorno.”

Martina era imbarazzata. “Anche a me piaci!” Lei si lanciò verso di lui e lo abbracciò: “Sei fantastico!”

Nicolò le sorrise grato.

Vennero interrotti da un rumore tra i cespugli, poi una figura piccina assalì Martina ed iniziò a leccarle la faccia.

“Principessa, stai ferma!”

“Principessa a chi !?”

“Scusa. Ma il tuo animusi e sulla tua faccia.”

Martina sgranò gli occhi, prese l’animusi e lo abbracciò. Era un dinodrago bianco come la neve e con gli occhietti rosso fuoco.

“Come lo chiamerai?”

“È una femmina, è candida come la neve… la chiamerò Yuki!”

Nicolò l’abbracciò entusiasta e si diedero un bacio molto veloce. Tornarono nelle camerate e proprio in quel momento l’uovo di Nicolò si stava schiudendo.

Ne era uscito un dinodrago nero con gli occhi gialli. Nicolò gli diede il nome di Yoru.

Le giornate ad Armonia erano sempre eccitanti e piene di emozioni.

I due animusi si ritrovarono molto bene insieme, Martina e Nicolò stavano sempre insieme.

Per loro tutto questo era meraviglioso!

Fazzari Nicola - Solis Figouroa Gabriele

UN VIAGGIO AD ARMONIA CON GABRIELE FAZZARI


Gabriele e Irene frequentavano entrambi la scuola di Armonia e con il passare del tempo erano diventati inseparabili.

Gabriele era eccitato perché il professore Riccardo avrebbe consegnato le uova con al suo interno gli animusi. Il professore di geomagia, che si chiamava Filiberto, dava dei compiti da svolgere a gruppi, Gabriele e Irene capitarono insieme. Il compito serviva a migliorare con gli strumenti per alimentare gli animusi.

Gabriele era andato a casa di Irene per svolgere insieme il compito. Appena avevano finito il lavoro Gabriele le fece la proposta di fidanzamento, Irene accettò e nel frattempo le uova con gli animusi si schiusero.

Erano tutti e due molto emozionati, a Gabriele capitò il leopanda, un insieme tra il leone e il panda, e a Irene capitò il gattopardo, un insieme tra gatto e ghepardo.

Mentre suonavano il flauto traverso, per far mangiare gli animusi il professore Filiberto li interrogò e ne uscirono a pieni voti. Durante l'intervallo Irene cadde e si fece male, ma gli animusi con il loro superpotere la curarono leccandole la ferita. Ormai nessuno riusciva a separali.

Fe Lorenzo - Saporito Nicolò

IL MISTERO DEL LAGO DI CRISTALLO



Mi svegliai presto, erano ancora le 06:30, Nicolò e Lorenzo dormivano ancora. Ero molto eccitato perché quel giorno ci sarebbe stata la finale di Musicorsa, una sfida dove bisogna suonare per far muovere il proprio robottino.

Ah! Quasi dimenticavo, io sono Kevin, all’epoca avevo tredici anni e frequentavo il primo anno della scuola di Armonia. Avevo molti professori, ma il mio preferito era il professor Carlo Gallo. Qualche giorno prima mi aveva consegnato l'uovo di animusi e ogni giorno gli suonavo qualche canzoncina per nutrirlo.

Mentre mi preparavo, Nicolò e Lorenzo si svegliarono e anche loro avevano il proprio uovo con sé. La scuola iniziava alle 8:00, avevamo ancora tempo per prepararci e fare colazione. La gara era alle 14:00 e passai tutto il tempo a pensare come sarebbe andata.

Erano le 13:30 e ci stavamo riscaldando la voce per la gara, Lorenzo e Nicolò erano già sugli spalti a fare il tifo anche se la gara non era ancora iniziata.

Alle 15:00 la gara era finita ed ero arrivato primo, e la prima cosa che mi venne in mente era andare dal mio animusi.

Appena lo vidi mi misi a suonare, incredibilmente l'uovo si schiuse; l'animusi era una topistrice, un incrocio tra topo e istrice. Mi misi a piangere dall'emozione e dopo lo feci vedere a tutti! Ero felicissimo, tanto da metterlo nel letto con me. Finalmente avevo scoperto quale fosse il mio animusi, ma avevo ancora una domanda: cosa c'era dentro il lago?

Leggende narravano che una volta un ragazzo ci era entrato e non fosse più tornato. Nicolò e Lorenzo sostenevano che nel lago c’era una presenza misteriosa, ma forse non era la verità!

Qualche giorno dopo si schiusero anche le uova di Lorenzo e Nicolò. I loro animusi erano rispettivamente una grillertola e un anagatto. Ero felicissimo per loro, specialmente perché i nostri animusi giocavano tutti insieme!

Una notte sentii una strana melodia provenire dal lago. Tutti gli animusi si diressero verso quella direzione, e noi, ovviamente, li seguimmo. Una volta arrivati, la melodia cessò e il lago iniziò a parlare. Disse che stava soffrendo e che se non l'avessimo aiutato il sole non avrebbe più potuto splendere. Poi spiegò che era lui a fornire l'energia al sole! Lui era ferito e per curarlo bisognava riparare un buco che c'era dentro di lui. Io aspettai un secondo e poi, facendomi coraggio, mi buttai in acqua. Nuotai, ma non vidi nulla. Ci riprovai, ma con lo stesso risultato. Pensai di suonare un po’, e, appena lo feci, l'acqua cominciò a brontolare.

Poi una lucina si accese sul fondo del lago, la mia topistrice si tuffò e, come un fulmine, arrivò sul fondo. Quando fu lì, io, Lorenzo e Nicolò cominciammo a dare forza all'animusi suonando. Dopo un po’ la tensione iniziò a salire perché Billy, il mio animusi, non tornava in superficie!

Quindi i miei amici fecero andare i loro animusi ad aiutare il mio. Poi tutti tornarono a galla. A quel punto non sapevo che altro fare! Dissi agli altri di continuare a suonare con me. Dopo poco, l'acqua cominciò ad alzarsi, a volare, formare figure magiche, fantastiche!

Noi non capivamo niente, ma poi il lago parlò. Disse che era in debito con noi e quindi per ringraziarci fece splendere il sole e tornammo tutti a casa felici e contenti!

Complimenti ai ragazzi per la fantasia e grazie per averci raccontato le loro avventure ad Armonia.

A presto con nuove storie,

Claudia


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