Buongiorno, Cari Amici Lettori, oggi torniamo insieme ad Armonia,
leggiamo le storie di Greta, Viola, Pierluca, Gioele, Antonio, Matteo e Andrea.
(dalla scuola Ungaretti di Serra Riccò, GE)
Garrè Greta - Pascuzzi Viola
Come tanti altri Nicolò doveva scegliere la scuola superiore, quel giorno ci sarebbe stata la presentazione delle scuole da parte dei presidi.
Lui voleva scegliere il liceo linguistico ma gli dispiaceva non poter più suonare il suo strumento preferito: il flauto.
Purtroppo, era ora di scegliere ma prima il professor Funchimarti gli disse di andare a vedere un’altra scuola il suo nome era Armonia chiamata anche: istituto agrario alternativo a indirizzo musicale.
Decise di andare ad Armonia, lì incontrò quattro simpatici ragazzi: Sara, Greta, Viola e Filippo; fecero subito amicizia ma vennero subito rimproverati dalla preside Gloria Orchestri. Videro un altro gruppo: Giulia, Pietro e Camilla ma a primo impatto non sembravano molto simpatici.
Arrivò il momento peggiore della giornata la divisione delle classi e delle camerate: Nicolò Filippo e altri ragazzi nella camerata maschile invece Viola, Greta e Sara con altre ragazze nella camerata femminile.
Il giorno dopo si svegliarono alle 6.30 e Nicolò quando scoprì che ogni giorno della sua miserabile vita avrebbe dovuto svegliarsi a quell’ora disse: “che noia, io te lo dico Filippo, mi devi svegliare sempre tu!”
Filippo non era molto d’accordo e gli lanciò un cuscino che lo fece svegliare ulteriormente perché alle 7.00 dovevano lavarsi e vestirsi per poi andare a fare la loro ginnastica mattutina.
A Nicolò non piaceva molto l’idea, invece Filippo ne andava pazzo: “Nico, dai che ci divertiamo” a parte ciò dopo mezz’ora andarono a fare colazione andarono e lì incontrarono Viola, Greta e Sara.
Nicolò disse a Sara: “Sai, sei molto simpatica.”
Lei si girò dalle sue amiche ridendo e disse: “ragazze sapete chi mi piace no? Andiamocene.”
Nicolò era triste ma non ci fece molto caso anche perché dopo dieci minuti sarebbe iniziata la lezione sulla teoria musicale, lì spiegarono il ruolo degli animusi, cioè delle creature magiche, un incrocio tra animali.
Gli insegnanti affidarono ad ognuno un uovo da far schiudere entro qualche giorno. Nel frattempo suonò la fine della prima ora e iniziò la seconda lezione in cui si imparava la tecnologia con il professor Verza Giorgio che decise di fargli fare un lavoro di gruppo per conoscerli meglio. Nicolò e Sara capitarono insieme, Nicolò era felice mentre Sara non stava al gioco, arrivò nel gruppo anche Filippo e a lei tornò subito il sorriso. Nicolò ingelosito diede un colpetto sulla spalla di Filippo e iniziarono il lavoro.
Alle 9.30 andarono nella serra della scuola. A Nicolò piaceva l’idea di lavorare nella natura ma soprattutto gli piaceva l’idea di passare altro tempo con Sara.
Nell’ora di botanica mentre dovevano rinvasare i papaveri non riusciva a smettere di guardarla ma la professoressa Guerri Diana lo rimproverò perché non stava prestando attenzione sul lavoro assegnato e aveva già sbagliato la consegna.
Nicolò si era già stufato all’idea di doversi sporcare le mani per rinvasare le piante ogni giorno.
Arrivò il momento di andare a pattinaggio ma lui non partecipò perché non aveva mai pattinato e non aveva intenzione di iniziare ora.
Filippo gli disse che era un pezzo di legno così Nicolò decise di prendere un paio di pattini e di scendere in pista anche se si sentiva un po' a disagio, purtroppo cadde subito ma ad aiutarlo c’erano Viola e Greta.
Le ragazze lo presentarono a Sara, lui arrossì ma Greta cercò di tranquillizzarlo dicendogli che Sara era una ragazza semplice così presto Nicolò e Sara diventarono presto amici.
Arrivò l’ora del pranzo, alcuni avevano già fatto schiudere l’uovo, quello era il “momento” di Viola che ebbe un bellissimo aquilupo mentre Nicolò non riusciva a far schiudere il suo uovo.
Durante il tempo libero Sara andò verso Nicolò ma appena vide Filippo insieme a Greta e Viola cambiò direzione e andò verso gli altri. Viola e Greta lasciarono Sara e Filippo da soli e la ragazza mostrò subito molto interesse per lui ma Filippo sembrava indifferente.
Si schiuse l’animusi di Greta, lei iniziò ad urlare per l’emozione: era arrivato il topatto.
Alle 21 andarono tutti in camera dopo una lunga giornata; sulla porta del dormitorio maschile si schiuse l’animus di Filipp, criciape!
Dopo una lunga dormita alle 6.30 si svegliarono e si sentì provenire dal dormitorio delle ragazze dei pianti di gioia, si era schiuso il delfinuto di Sara.
Mancava solo quello di Nicolò. Passarono delle settimane e ancora non si era schiuso, il ragazzo si stava preoccupando, se non avesse mai avuto il suo animusi?
Questo pensiero lo tormentava sempre, vedeva i suoi amici giocare con i loro animali e si rattristava, ma poi successe l’inimmaginabile: Sara andò da lui, quella che era stata solo un’amicizia per tanti mesi poteva diventare qualcosa di più.
Sara si stava avvicinando sempre di più a lui e lui ricambiava il suo interesse e così una sera si baciarono, ma nei giorni successivi Sara lo deluse.
La ragazza non mostrava più interesse per lui e Nicolò si avvicinò a Giulia che nel frattempo era stata lasciata da Pietro.
Lei lo aiutò a far schiudere il suo uovo, finalmente Nicolò ebbe un bel muccallo.
Nicolò ora passava più tempo possibile con Giulia e con il suo muccallo. Sara aveva capito di aver perso una persona importante ma, ormai, non si poteva più tornare indietro.
L’anno seguente Giulia sembrava molto distaccata da Nicolò e lui faceva lo stesso, capirono che il loro legame si stava distruggendo.
Sara, nel frattempo, stava rimpiangendo l’anno prima e sperava che il legame con Nicolò si potesse aggiustare e per fortuna il ragazzo la perdonò per i suoi comportamenti.
Sara gli disse che sapeva di averlo ferito e che non lo avrebbe fatto mai più, ma lui non ebbe la reazione che lei aveva sperato. Nicolò se ne andò via bruscamente ma purtroppo vide Giulia che si baciava con Pietro: lo stava tradendo!!
Lui non sapeva che fare, andò dal suo amico Filippo e chiese dei consigli su Sara. Non era molto convinto perché l’aveva già ferito una volta, ma alla fine decise di andare da lei perché lui l’amava e con lo sguardo capirono subito che erano destinati a stare insieme per una seconda volta.
Passarono dei bei momenti tutti insieme come all’inizio della scuola, con anche i loro animusi, così capirono che stare con gli amici era la cosa migliore per tutti.
Ghiglino Pierluca - Scirè Gioele
Ciao sono Piergiacomo sto andando nella scuola di Armonia, mio padre Giancarlo mi sta accompagnando. In questo momento stiamo andando in pianauto, la macchina inventata da mio papà. C’erano diverse scuole ma io ho scelto quella di Musicomagia.
Io ero nella 1^ SI, “non so perché le sezioni si chiamassero con le note”. Appena sono entrato in classe mi sono seduto nell’ultimo banco, il mio vicino è Gigino, basso e magro, timido ma divertente. La professoressa Ciprielli insegna storia e fa presentare i ragazzi. Al mio turno dico: “ho i capelli marroni, gli occhi verdi e so suonare la pianola”.
Nella scuola, che si presenta come tutte le scuole, ci sono: la mensa, i dormitori, gli spogliatoi, il giardino, la fatto musica e l’agritono.
Mentre stiamo nelle camerate Gigino mi dice: “Cosa faremo in questa lezione?” e io rispondo:” Forse lo diranno quando entriamo in classe”.
Appena entrati nella prima SI ci sediamo e arriva la professoressa Cicicetta di “musicantoligia”.
È la più severa e dicono che se qualcuno parla lo mandano a pulire i bagni ma Gigino non sa di queste storie e si mette a parlare con Inowe. Chiacchierano per tutta l’ora di musicantologia.
Al cambio dell’ora arriva la professoressa Armanda Severini; dal cognome sembra severa ma in realtà è la più brava.
Gigino e Inowe rientrando in classe stanno ridacchiando.
“Per la lezione di allevamento di animusi vi spiego come allevarli: Do per farlo mangiare, disse, per farlo bere Mib.
La professoressa ci consegna un uovo quadrato che conteneva un animusi.
Suona la ricreazione e andiamo in giardino. Appena metto il piede fuori una ragazza timida mi chiede: “Vuoi diventare mio amico?” è alta, bionda, occhi verdi, abbastanza magra e si chiama Clara.
Rispondo subito di sì!
Visitiamo il giardino. Al suo interno c’è un grande lago popolato da grapesci, pesci con zampe da rana.
Dopo un mese i mio animusi non è ancora nato. Ma finalmente una sera esce dall’uovo. Sono molto emozionato. Ha l’aspetto di un leone con il corpo da polpo. È talmente forte che è riuscito a buttare giù un muro!
Chiamo la prof. Severini per spiegarle tutto.
La professoressa mi dice che non è un animusi ma un animostro e che mi aveva dato l’uovo sbagliato. Gli animostri non potessono riemergere dal profondo pozzo dove le loro uova erano state sepolte perché pericolosi!
Non è semplice riportarli nel profondo della terra, ci vuole la collaborazione di tutti gli insegnanti con le conoscenze di tutte le discipline delle materie.
La pace è tornata nella scuola e ho ricevuto un nuovo uovo di animusi.
Ghiglino Antonio - Sansalone Andrea - Torazza Matteo
LA SCUOLA DI ARMONIA
Tommaso era un ragazzo di statura media, con gli occhi color smeraldo e i capelli ricci, corti e neri.
Gli piaceva molto la scuola e la sua materia preferita era musica.
Quell’estate non stava più nella pelle, perché quando le vacanze sarebbero finite avrebbe frequentato la scuola di Armonia.
Ad Armonia avrebbe studiato Musicomagia. Quando venne il grande giorno era molto in ansia.
Doveva trovarsi alle 9 in punto nella piazza principale, ma non sapeva altro.
Nella piazza, però, non c’era nessuno.
Era nel totale panico, controllò l’ora, erano le 9:05 e ancora niente.
Ma quando stava per andarsene, apparve davanti a lui un portale viola.
Rimase sorpreso.
Non sapeva cosa fare, era timoroso.
Dopo vari tentavi, deciso, entrò nel portale.
Davanti a lui vide una gigantesca scuola. Però era un po’ diversa da una “classica” scuola.
Si sentiva un sacco di musica e si vedevano strumenti di ogni tipo.
Poi Tommaso si affrettò a unirsi al gruppo degli altri ragazzi che si muovevano verso l’edificio principale per non rimanere indietro.
Tom si presentò alla professoressa che disse di chiamarsi Meggonaghal.
Poi prima di entrare, la professoressa spiegò come era nata Armonia.
Dopo fece il giro della scuola e vide dove si trovavano i dormitori, il prato grande, la Sala Comune (dove mangiavano), la palestra e il lago grande, vietato agli studenti del 1°anno.
Quando finì il giro, era ormai sera e tutti mangiarono nella Sala Comune dove il prof Livrano disse che il giorno dopo avrebbero ricevuto un dono.
Quando finirono di mangiare e andarono nei dormitori, Tom parlò con una sua nuova amica di nome Jessica sino a tardi.
Il giorno dopo entrò in classe del prof Livrano alle 8 in punto.
Dopo di lui entrarono pian piano tutti e subito dopo che la classe fu piena, il prof arrivò con delle uova.
Gli spiegò che il primo anno gli alunni ricevono l’uovo degli animusi, un incrocio di due animali, che accompagnerà ogni studente.
Questi animusi si trovavano dentro delle uova dorate. Il prof alla fine gli consegnò le uova e gli disse che entro due giorni si sarebbero schiuse.
Per Tom i giorni passarono velocemente e fece molte nuove amicizie.
La mattina del secondo giorno, Jessica andò a trovare Tom e passarono la mattinata a chiacchierare. Però quando stava per andare via per sbaglio scontrò l’uovo di Tom e si sentì uno strano verso.
Lei si girò, vide che aveva rotto l’uovo e che l’animusi era uscito.
Non sapeva cosa fare e di nascosto lo prese perché se Tom lo avesse scoperto si sarebbe arrabbiato con lei.
Quando Tom si accorse che l’uovo era scomparso stava per mettersi a piangere.
Intanto Jessica, in camera sua aveva il suo animusi caprogallo e il fenicepesce di Tom.
Il fenicepesce, senza che Jessica lo vedesse volò via dalla finestra.
Lei lo intravide proprio mentre stava per spiccare il volo ma non riuscì a prenderlo
Uscì dalla scuola per cercarlo ma non lo trovò.
Proprio mentre lo cercava incrociò Tom che stava cercando il suo animusi.
Alla fine si confessò e Tom dopo aver sentito cosa era successo la perdonò.
Continuarono la ricerca insieme e lo avvistarono sul tetto della scuola.
Salirono le scale e quando furono arrivati, Tom da dietro si buttò per afferrarlo e gli prese la zampa. Jessy aiutò il suo amico e alla fine lo riportarono nella camera di Tom.
Passarono gli ultimi giorni in tranquillità e quando venne la fine dell’anno Tom salutò Jessica e attraversò il portale viola.
Aveva un sacco di cose magnifiche da raccontare!
Ringraziamo i ragazzi della scuola Ungaretti e li salutiamo, al prossimo anno!
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